CANT Z.504
CANT Z.504 | |
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Descrizione | |
Tipo | idroricognitore idroaddestratore |
Equipaggio | 2 |
Progettista | Filippo Zappata |
Costruttore | CRDA CANT |
Data ordine | 1933 |
Data primo volo | 1º settembre 1934 |
Utilizzatore principale | Scuola Idrovolanti Portorose |
Esemplari | 1 |
Dimensioni e pesi | |
Lunghezza | 9,81 m |
Apertura alare | 12,00 m |
Peso a vuoto | 1 547 kg |
Propulsione | |
Motore | un radiale Piaggio P.IX R.C.40 |
Potenza | 610 CV (449 kW) |
Prestazioni | |
Velocità max | 300 km/h |
Armamento | |
Mitragliatrici | 1-2 calibro 7,7 mm |
i dati sono estratti da Museo della Cantieristica[1] | |
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Il CANT Z.504 era un idroricognitore a scafo centrale biplano realizzato dalla divisione aeronautica dell'azienda italiana Cantieri Riuniti dell'Adriatico negli anni trenta e rimasto allo stadio di prototipo.
Progettato per rispondere ad una specifica per la fornitura di un nuovo ricognitore marittimo imbarcato nelle unità maggiori della Regia Marina, dopo essere stato valutato tra una serie di modelli gli venne preferito l'IMAM Ro.43 ed il suo sviluppo venne abbandonato.
Storia del progetto
[modifica | modifica wikitesto]Fin dagli anni venti la Regia Marina valutò l'opportunità di dotare alcune delle sue unità di velivoli di supporto. Per ovviare alle difficoltà di utilizzo in presenza di mare grosso, vennero installate delle strutture di lancio, vere e proprie catapulte, sulle quali veniva opportunamente fissato il velivolo che veniva portato ad una velocità sufficiente per consentirne il decollo.
Dopo l'utilizzo di vari idrovolanti progettati per l'uso civile come i Macchi M.18, o i più specifici Piaggio P.6 e CANT 25, nel 1933 il Ministero dell'aeronautica[2], per conto della Regia Marina, emise una specifica per la fornitura di un nuovo velivolo biposto da impiegare nei ruoli di ricognitore e caccia[2] ed atto a sostituire i precedenti modelli[3] e caratterizzato principalmente da una configurazione monomotore, dove era consigliato l'utilizzo del radiale a 9 cilindri raffreddato ad aria Piaggio (Bristol) Jupiter VI da 450 hp, dall'adozione di ali ripiegabili, per ridurne l'ingombro, ed armato con due mitragliatrici, una fissa in caccia ed una seconda brandeggiabile a disposizione della postazione posteriore.[2] Le prestazioni richieste dalle specifiche riguardavano la velocità massima a bassa quota, fissata ad almeno 240 km/h, la velocità di stallo, pari a 95 km/h, un tempo di salita che a pieno carico permettesse il raggiungimento di una quota pari a 5 000 m in 26 min, un'autonomia a velocità di crociera di 6 h 30 min ed un raggio d'azione di 600 km.[2]
Al bando di concorso parteciparono numerose aziende aeronautiche italiane, la CMASA che proponeva l'MF.10, la CRDA CANT con lo Z.504, l'Aeronautica Macchi con il suo C.76, la Meridionali (IMAM) con il Ro.43 e la Società Rinaldo Piaggio con i suoi P.18 e P.20.
Sviluppo
[modifica | modifica wikitesto]Il progetto dello Z.504 venne affidato a Filippo Zappata, che dall'estate del 1933 ricopriva l'incarico che era stato di Raffaele Conflenti. Il velivolo era caratterizzato da una velatura biplana, unico modello di Zappata ad utilizzarla, e da una configurazione a scafo centrale dal profilo aerodinamicamente molto curato. In virtù del suo unico progetto biplano, della somiglianza al CANT 25 progettato da Conflenti e della primaria attenzione dedicata dagli Uffici Tecnici delle Officine Aeronautiche nella realizzazione del CANT Z.501, si ritiene possibile che fosse una semplice evoluzione del CANT 25 più che un progetto completamente nuovo.[2]
Il prototipo, equipaggiato con un radiale Piaggio P.IX R.C.40 da 610 CV (449 kW), copia su licenza del francese Gnome-Rhône 9K, venne portato in volo per la prima volta dal pilota collaudatore dell'azienda Mario Stoppani il 1º settembre 1934 quindi, constatato la validità del progetto, inviato a Vigna di Valle presso il Centro Sperimentale per gli idrovolanti e per l'armamento navale. Valutato dal personale militare della Regia Aeronautica, pur soddisfacendo tutte le specifiche richieste, venne ritenuto meno interessante della proposta della Meridionali, l'IMAM Ro.43, che si aggiudicherà il contratto di fornitura. Per questo motivo la CRDA decise di abbandonarne lo sviluppo.[2]
Impiego operativo
[modifica | modifica wikitesto]L'unico prototipo realizzato venne quindi assegnato, come già avvenuto per precedenti modelli, alla Scuola Idrovolanti di Portorose, sempre di proprietà dei fratelli Callisto ed Alberto Cosulich, dove venne presumibilmente utilizzato come aereo da addestramento e collegamento.[2]
Utilizzatori
[modifica | modifica wikitesto]Civili
[modifica | modifica wikitesto]- Scuola Idrovolanti di Portorose
- utilizzato come aereo da addestramento.
Militari
[modifica | modifica wikitesto]- utilizzato solo per prove comparative.
Modellismo
[modifica | modifica wikitesto]- (EN) B76 - Cant Z 504, in Choroszy Modelbud, http://www.modelbud.pl/modelbud/polskaiangielska/index_ang.htm. URL consultato il 6 ottobre 2013.
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ CANT-Z. 504 (caratteristiche tecniche), in Museo della cantieristica, http://www.archeologiaindustriale.it/index_it.php. URL consultato il 16 marzo 2011 (archiviato dall'url originale il 4 marzo 2016).
- ^ a b c d e f g CANT-Z. 504 in Museo della cantieristica.
- ^ Sebastiano Tringali, Aeroplani; Aviazione navale, in Regia Marina Italiana, http://www.regiamarina.net/detail_text.asp?nid=9&lid=2. URL consultato il 10 febbraio 2010.
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- CANT-Z. 504 Idrovolante imbarcato da ricognizione, in Museo della cantieristica, http://www.archeologiaindustriale.it/index_it.php. URL consultato il 22 marzo 2021 (archiviato dall'url originale il 19 luglio 2012).