Comunità Quotes

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Albert Einstein
“Bisognerebbe evitare di predicare ai giovani il successo nella solita forma come lo scopo principale nella vita. Il motivo più importante per lavorare a scuola e nella vita è il piacere nel lavoro, piacere nel suo risultato, e la consapevolezza del valore del risultato per la comunità.”
Albert Einstein

“E serve che si rompa l'isolamento e che sia incoraggiata ogni occasione buona per fare comunità, per stare e fare insieme: la festa (d'inverno, prima che d'estate!), la banda del paese e le musiche, il ritrovo per giocare e parlare e insieme vedere la televisione, i lavori condivisi, la gestione e la manutenzione collettiva degli spazi comuni, dell'acqua e delle strade.
Poi serve che si torni a fare produrre la terra e il bosco, per tanto o per poco, per lavoro o per passatempo, per fare commercio o anche solo per l'orto di famiglia.
E serve che i ristoratori e i negozi preparino e vendano il più possibile i prodotti locali, la carne degli allevamenti che tengono in vita i pascoli, le acque minerali più vicine.
E bisogna fare in modoche chi lavora su questi monti possa farlo in pace, senza l'aggravio di oneri, registri, carte, controlli. E che i diritti comunitari della terra e le sue risorse siano preservati e sia interrotto il processo di liquidazione delle terre comuni e degli usi civici.
È una cosa nobile recuperare la memoria, è bene farlo senza cedere alla nostalgia, ed è anche importante recuperare le musiche, le varietà agricole, le case e le ricette; ma ciò che, sopratutto, bisogna recuperare è la comunità, quella degli abitanti, quella di tutti i giorni, nel bello e nel cattivo tempo.
La montagna può tornare a vivere.”
Massimo Angelini, Minima ruralia

Yuval Noah Harari
“Consumismo e nazionalismo fanno gli straordinari pur di farci immaginare che milioni di di estranei appartengano alla stessa comunità: una comunità fatta da noi, che dovremmo avere un passato comune, interessi comuni e un futuro comune. Non è una menzogna. È immaginazione. Come nei casi del denaro, delle società a responsabilità limitata e dei diritti umani, le nazioni e le tribù di consumatori sono realtà intersoggettive. Esse esistono unicamente nella nostra immaginazione collettiva, eppure il loro potere è immenso.

Yuval Noah Harari, Sapiens. Da animali a Dei. Breve storia dell'umanità, Giunti Editore/Bompiani, Firenze/Milano, 2019; pag. 451”
Yuval Noah Harari, Sapiens: A Brief History of Humankind

“Nelle società dove i beni, ormai trasformati in merci, sono sovrabbondanti, è conveniente che le cose siano fatte per deperire rapidamente e rapidamente essere rimpiazzate: queste sono le società che compensano la sovrabbondanza delle merci con altrettanta sovrabbondanza di rifiuti e si esprimono nel consumo compulsivo e coatto di oggetti e persone e nella loro rapida sostituzione, fino alla morbosità del monouso.
Così, proseguendo nel ragionamento, si potrebbe osservare che, più in generale, qualità e quantità si manifestano in un rapporto inversamente proporzionale: la penuria di beni costringe alla massima attenzione nella loro produzione e nel loro uso, quanto la loro abbondanza ne legittima l'incuria e la trascuratezza, come oggi si può agevolmente notare nell'edilizia come nell'abbigliamento, nell'arte come nei sentimenti.”
Massimo Angelini, Minima ruralia

Gary Snyder
“I commons sono stati definiti "la terra indivisa appartenente ai membri di una comunità locale come
insieme". I commons sono il contratto che un popolo fa con il proprio sistema naturale locale. La parola
ha una storia interessante: è formata da ko, insieme, e dal greco moin, tenuto in comune. Ma la radice
indoeuropea mei significa comunemente spostarsi, andare, cambiare. Questo aveva un significato arcaico
particolare di scambio di beni e servizi in una società ordinata da regole e leggi. Penso che potrebbe
richiamare i principi su cui si basavano le economie del dono, "il dono deve sempre spostarsi". In latino la
radice munus significa servizio offerto alla comunità, da cui municipio.”
Gary Snyder, The Practice of the Wild

Gary Snyder
“A volte sembra improbabile che una società nel suo insieme possa fare scelte di saggezza. Eppure non c'è
altra chance che chiedere il recupero dei commons e questo in un mondo moderno che non si rende conto
di ciò che ha perduto. Riprenderci quel che tutti condividiamo quello che è il nostro essere più grande.
Non ci sarà una tragedia dei commons più grande di questa: se non ripristiniamo i commons e ritroveremo
un coinvolgimento diretto personale, locale, comunitario, popolare nel condividere (nell'essere) la rete del
mondo selvatico, quel mondo continuerà a sfuggire.”
Gary Snyder, The Practice of the Wild

Thich Nhat Hanh
“Resistenza, alla radice, deve significare qualcosa di più di semplice resistenza alla guerra. Si tratta di resistenza a qualsiasi cosa somigli alla guerra [...]. Allora, forse, resistenza significa opposizione: non lasciarsi invadere, occupare, assassinare e distruggere dal sistema. Lo scopo della resistenza, in questo caso, è cercare di guarire sé stessi in modo da imparare a vedere con chiarezza [...]. Io credo che le comunità di resistenza dovrebbero essere luoghi dove ritornare più facilmente a sé stessi, luoghi che permettano a ognuno di guarire e recuperare la propria dignità.”
Thích Nhất Hạnh

E.C. Bröwa
“Camminare in gruppo era servito a vincere la durezza della montagna, ma la società moderna imponeva di correre in solitaria, non c'era tempo per aiutare i più deboli a spazzare le nevicate di difficoltà che ostruivano i loro sentieri, ognuno per sé.
Si era delegato il senso di appartenenza a un nucleo sociale; un'entità astratta come lo Stato avrebbe dovuto sopperire ai rapporti umani che avevano da sempre caratterizzato la vita di paese: il trionfo dell'ipocrisia era il traguardo che si era raggiunto.”
E.C. Bröwa, La strada nera