Vai al contenuto

Giorgio Chiellini

Da Wikiquote, aforismi e citazioni in libertà.
Giorgio Chellini (2021)

Giorgio Chiellini (1984 – vivente), calciatore italiano.

Citazioni di Giorgio Chiellini

[modifica]

Citazioni in ordine temporale.

  • [Sull'«organizzazione tattica» del calcio italiano] È una garanzia di competitività, mi piace che anche le gare contro le squadre più piccole siano difficili. Parlo da difensore, magari sbaglio, ma quando vedo nella Liga andare in casa del Barcellona, affrontarlo a viso aperto e uscire dal Nou Camp con cinque o sei reti sul groppone lo considero un affronto al calcio.[1]
  • Le energie per una finale si trovano.[2]
  • [«Da uno a cento la moralità di Conte quant'è?»] Penso più del massimo, insomma centodieci e lode perché non si può mettere in dubbio.[3]
  • Da piccolo tifavo Milan. Ma quando sono arrivato qui mi sono innamorato di questa maglia [della Juventus] e il sentimento è cresciuto negli anni. Dopo Calciopoli si è rafforzato, anche perché vivere certe situazioni non ti lascia indifferente.[4]
  • [Su Mario Balotelli] Sarà antipatico a qualcuno ma è la storia della sua carriera, non conta se quello che fa è giusto o sbagliato: è fatto così, la Nazionale lo ha aiutato a togliere qualche antipatia.[5]
  • [Dopo la vittoria con la Juventus del campionato 2014-2015] A inizio stagione qualcuno andava in giro a dire che questa squadra ormai aveva chiuso un ciclo e che certe vittorie ce le saremmo scordate e invece rieccoci qui, col quarto tricolore di fila [...]. Una grande cavalcata, siamo stati bravi a mantenere la fame di sempre, dimostrando la voglia di alzare sempre l'asticella. Il rischio, dopo i tre anni precedenti, era quello di accontentarsi. Abbiamo dimostrato di essere i più forti in campo, e non a parole.[6]
  • Mertens mi piaceva moltissimo da esterno, all'inizio non pensavo riuscisse a fare così bene la punta centrale ma dopo poco mi sono ricreduto: ha dimostrato di avere un ottimo feeling col gol.[7]
  • [Su Daniel Alves] Dani è una persona solare, anche un po' matto. Vive tutto a duemila all'ora. [...] Tecnicamente è di livello superiore, vale Messi.[8]
  • Gonzalo [Higuaín] è [stata una] grande sorpresa. Me lo aspettavo diverso, ma è una persona "da dieci", che si mette sempre al servizio dei compagni. È incredibile come sia capace a cambiare le giocate per liberarsi in area, ma non solo. Aiuta molto la squadra tenendo la palla e permettendoci di salire. È sicuramente nel podio dei migliori al mondo.[9]
  • [«Come hai iniziato a giocare a calcio?»]È un po' strano a dire la verità, perché all'asilo il mio migliore amico giocava a basket. Io ho un fratello gemello e lui voleva giocare a calcio. Io essendo molto amico di questo ragazzo volevo giocare a basket con lui per stare con lui, solo che la scuola di basket non prendeva i bambini dai 5 anni, ma iniziava l'anno dopo. Invece a calcio, essendo sia io che mio fratello gemello già abbastanza grandicelli, ci hanno preso, siamo andati insieme a giocare a calcio e lì è iniziato questo grande amore e questa grande storia che mi ha portato fino a qua. Poi ovviamente non ho mai voluto cambiare, è stata una passione condivisa da me, da mio fratello e da tutta la famiglia crescendo.[10]
  • [Sergio Ramos] Sa come essere decisivo nelle partite importanti, con interventi al di fuori di ogni logica e provocando infortuni con astuzia diabolica. Quello su Salah fu un colpo da maestro. Lui, il maestro Sergio, ha sempre detto che non fosse sua intenzione provocare un infortunio, ma quando cadi in quella maniera e non lasci la presa, sai che nove volte su dieci rischi di rompere il braccio al tuo avversario.[11]
  • Balotelli è una persona negativa, senza rispetto per il gruppo. In Confederations Cup contro il Brasile, nel 2013, non ci diede una mano in niente, roba da prenderlo a schiaffi. Per qualcuno era tra i primi cinque al mondo, io non ho mai pensato neppure che potesse essere tra i primi dieci o venti. Uno anche peggiore era Felipe Melo: il peggio del peggio. Non sopporto gli irrispettosi, quelli che vogliono essere sempre il contrario degli altri. Con lui si rischiava sempre la rissa. Lo dissi anche ai dirigenti: è una mela marcia.[12]
  • [Sulla finale della UEFA Champions League 2016-2017] La cosa peggiore è che non siamo riusciti a gestire la partita, e dopo il secondo gol preso in quel modo abbiamo pensato che fosse già finita, io in primis, e questo non si fa. Perché non era assolutamente finita. Anche se dallo stupido gol di Casemiro, quello del 2-1, passammo al 3-1 in un amen, come degli sprovveduti: Mandžukić che si fa anticipare in quel modo, Alex Sandro che si fa infilare bellamente a fondo campo, io e Leo [Bonucci] che restiamo lì come due mammalucchi a guardare Ronaldo che insacca.[13]
  • Quel Pallone d'Oro avrebbe davvero potuto vincerlo, prima dell'egemonia degli alieni. Lo hanno dato a giocatori come Owen o Shevchenko, grandi, ma non certo più di Totti. Francesco è stato immenso, davvero, ed è stato un peccato non vederlo esibirsi anche su altri palcoscenici, però dal punto di vista romantico è stato bellissimo che lui abbia dedicato tutta la sua vita alla Roma. Ma chi pensa che sia stata una scelta di comodo non ha capito niente: è stata soltanto una scelta d'amore. Lui aveva gli occhi dietro la testa, gli riuscivano giocate che nessuno poteva neppure immaginare. Gli ho visto esprimere un calcio fantastico, prima con una fisicità esplosiva e poi con una classe immensa, anche se a ritmi più lenti. A livello tecnico, mentale e come visione di gioco Totti era un autentico fuoriclasse: semplicemente un genio.[14]
  • Ho bisogno di trovare un rivale per esprimermi al meglio. La rivalità sportiva ti aiuta a superare i tuoi limiti. Quando vinco i duelli sono contentissimo, stoppare un tiro pericoloso o evitare un gol mi dà una botta di adrenalina.[15]
  • Il mio miglior nemico è sicuramente Ibrahimović. Stimo molto Zlatan, ci rispettiamo ed eravamo compagni di squadra nella Juve. Non ho mai avuto paura di affrontarlo, mai fatto un passo indietro davanti a lui. Quando passò all'Inter divenne il nemico assoluto, poi semplice avversario al Milan o in Nazionale.[15]
  • Se un bambino mi chiedesse chi è Giampiero Boniperti risponderei che semplicemente lui è stato e sarà sempre la Juventus.[16]
  • La Nazionale batte anche la Juve, con tutto l'amore e il rispetto che ho per la Juve, perché abbatte le barriere tra i tifosi di squadre diverse.[17]
  • Questa maglia non va indossata, va cucita sulla pelle. Chi lo capisce ne diventa leggenda![18]
  • La Juventus è storia, passione, orgoglio, sacrificio e vittoria. La Juventus è famiglia. La Juventus è più grande di tutto, di tutti, per sempre.[19]
  • La Juve ha sempre avuto giocatori straordinari, ma ha avuto sempre l'anima che è quella di Torino e della sua proprietà, ovvero essere pratica ed efficace. Il Barcellona o il Real Madrid hanno la propria, così come le inglesi. Credo che bisogna proseguire per questa strada. I 100 anni di presidenza Agnelli? [...] si festeggia qualcosa di incredibile: in un mondo fatto di fondi e sceicchi credo che la sua storia sia quello che rende la Juventus diversa da tutte le altre.[20]

Intervista di Davide Coppo, Undici nº 19, dicembre 2017 – gennaio 2018.

  • Le vittorie sono tutte incredibilmente belle, e non è vero che ci si annoia. È brutto da dire, ma diventa una specie di droga. Una cosa di cui hai bisogno, perché se uno prova una volta quelle emozioni, poi fa di tutto per tornare a provarle. Almeno, credo succeda questo a quelli che vincono molte volte.
  • [Sulla sua fama di «marcatore troppo ruvido, forse anche antipatico»] Quando avevo ventidue anni ogni partita era un modo per sfogare l'agonismo, era tutta una guerra, una battaglia, perché a quell'età sfogavo in quel modo la tensione e l'adrenalina. Ma più che cattivo ero fastidioso. Ora sono quindici anni che ci sono abituato, ma quando sei all'inizio è tutta una scoperta, e non capisci bene dove indirizzare l'energia, la tensione.
  • [Sull'affrontare gli avversari] Gli attaccanti se gli lasci spazio ti fanno sempre gol. Uno deve disturbare i movimenti, prevenirli, lavorare su cose che li mandino in corto circuito. Sono sempre stato così, credo che i grandi duelli vadano vissuti anche in questo modo. Non sono di sicuro piacevole da affrontare, ma non sono mai stato scorretto. E poi ormai sono più riflessivo, meno impulsivo.
  • [Sull'evoluzione del ruolo di difensore] Non credo sia un bene snaturare la propria identità. Credo che l'avvento del guardiolismo, chiamiamolo così, in Italia abbia snaturato quello che ci ha sempre portati in fondo alle grandi manifestazioni per anni, cioè l'arte di saper difendere. C'è un buco generazionale nei difensori impressionante, ed è dovuto a questa cosa qui. Ormai i ragazzi arrivano in Serie A che si aprono bene, che sanno passare la palla, che sanno fare un lancio di quaranta metri, ma non hanno la minima idea di come si marchi, di come fare un uno contro uno. È una grossa deresponsabilizzazione e stiamo perdendo quello che poi ci ha portato in alto. Ogni squadra ha la sua storia, e devi prendere il bene dalle innovazioni [...] ma non bisogna snaturarsi, perché il rischio è quello di ritrovarsi senza difensori per dieci anni, ed è successo questo.
  • [Sulla sua carriera] A 12, o 14 anni, non è che si vedeva che ero più bravo degli altri. Però, anche se non ero né bello né bravo, c'ero sempre. È stato un percorso graduale in cui ho cercato di alzare il mio livello piano piano. Se vuoi fare salti troppo alti e poi cadi ti fai male. Invece il miglioramento continuo è un atteggiamento che uno deve avere anche a 40 anni.

Da un'intervista a Sky Sport; citato in tuttosport.com, 12 novembre 2018.

  • La Nazionale non si può rifiutare. Ho massimo rispetto per quelli che fanno una scelta diversa ma finché il ct ti chiama, hai l'obbligo morale di rispondere.
  • La maglia azzurra è speciale. Non ti identifichi in un club ma rappresenti la tua nazione, vivi delle emozioni in prima persona e le fai vivere a tutta la nazione, è qualcosa di impareggiabile. La tensione che si prova nel giocare in Nazionale non si prova nemmeno nelle partite più importanti.
  • La fascia è solo un simbolo. In ogni squadra, in ogni gruppo ci sono tanti capitani, ognuno deve dare il suo ingrediente.

Dalle interviste all'evento Junior Reporter; citato in eurosport.com, 11 novembre 2019.

  • [«Qual è il sacrificio che da ragazzo è stato più difficile da affrontare?»] La certezza di arrivare in Serie A purtroppo non ce l'hai. Piano piano cominci a giocare poi non sai dove puoi arrivare. Capisci di essere bravino, poi devi migliorare, lavorare giorno dopo giorno sempre. Un sacrificio che ho patito un po' era da adolescente, quando i miei amici uscivano e io invece ero già in ritiro a dormire in albergo con la prima squadra del Livorno. Quello un po' mi dispiaceva. E la cosa più brutta è stato il viaggio post maturità. I miei amici erano andati in viaggio tutti insieme, io ero ad allenarmi.
  • Da difensore devi cercare di anticipare quello che pensa l'attaccante. Devi cercare di anticipare quello che vorrebbe fare lui. Poi devi provare a fermare l'azione e a fermare l'attaccante. L'emozione che provano gli altri nel fare gol, tu devi provarla nel non far fare gol. Se proverai quella emozione diventerai sempre più bravo.
  • Il risultato della squadra secondo me non è 1+1+1+1+1, ma bisogna riuscire a dar qualcosa in più. Anche se poi si può non essere amici fuori con tutti, ma in campo si è più che amici, si è compagni, quindi si combatte e si corre per l'altro. E anche un atteggiamento di aiuto continuo per i compagni. Il bello del calcio è abituarti a queste dinamiche, farti dare più del 100% in campo per uno che magari all'inizio non ti è tanto simpatico.

Da un'intervista a DAZN; citato in tuttosport.com, 10 novembre 2021.

  • [Sulla creazione di una Superlega calcistica europea] [...] secondo me il futuro del calcio mondiale va verso un'europeizzazione rispetto al campionato nazionale. Gli atleti del nostro livello e i tifosi vogliono vedere più partite del livello europeo con tutto il rispetto di alcune squadre del campionato italiano, che sono troppe: dovrebbero essere 18, si potrebbe tornare anche a 16, ma 18 è il numero giusto per aumentare la competitività e dare più spazio a partite di livello europeo.
  • In America hanno creato superleghe in ogni sport e anche se noi romantici del calcio vorremmo l'abolizione della Var, giocare senza fuorigioco o tornare al passaggio al portiere, il mondo sta andando avanti e non bisogna essere spaventati dal cambiamento.
  • [Sul maggiore coinvolgimento dei calciatori nei processi decisionali delle istituzioni calcistiche] Siamo ben pagati ma questo non vuol dire che non dobbiamo essere presi in considerazione, siamo gli attori protagonisti.

Dall'intervista di Gianluca Gazzoli al podcast Passa dal BSMT; citato in eurosport.it, 3 maggio 2024.

  • Bonucci è arrivato [alla Juventus] nel 2009, Barzagli nel gennaio 2010. Nella prima stagione tutti abbiamo fatto fatica, poi abbiamo iniziato a giocare. Abbiamo cominicato alternandoci, poi Conte ebbe l'idea di giocare a 3: fu un'ottima intuizione perché eravamo complementari per caratteristiche, la squadra ne ha tratto vantaggio. Leo aveva ottime letture oltre alle qualità tecniche che mi toglievano compiti di impostazione, io potevo essere più libero e gli toglievo la marcatura. Andrea tra noi tre era quello più completo e intelligente, abbinava la prestanza fisica all'elegenza: riusciva a gestire bene tutte le situazioni. Paradossalmente lui è quello che, a livello internazionale, ha avuto meno risalto ma penso che lo avrebbe meritato.
  • [Su Antonio Conte] Con lui avevo un buonissimo rapporto, ero uno dei suoi pretoriani. Ti entra dentro, facendoti vivere una realtà diversa: per lui saresti pronto a morire. È un sergente e ti chiede moltissimo tutti i giorni, quindi non è semplice, ma riesce a convincerti perché ti dimostra che in quel modo funziona, sia in campo che fuori.
  • Essere il capitano della Juventus che aveva Cristiano Ronaldo è stato un onore, un'occasione unica. L'ho apprezzato: è una multinazionale, ma sta bene all'interno del gruppo. Certo non è come gli altri, non gli puoi chiedere se gli va di fare aperitivo in centro, ma quando necessario non è mai mancato, neppure alle cene di squadra. Lui è un tipo rispettoso, con una cura del corpo e una preparazione quasi maniacali. Vuole far gol, vincere, mi ha colpito proprio nelle partite più complicate: voleva spaccare il mondo e dimostrare di essere più forte di tutto [...]

Citazioni su Giorgio Chiellini

[modifica]
  • Alla Juve ho avuto il piacere di lavorare con Barzagli, Bonucci e Chiellini: fenomeni, ma quando li avevo io ancora non avevano vinto nulla. (Antonio Conte)
  • Chiellini è di un altro pianeta, da solo ne marca tre. (Walter Mazzarri)
  • Chiellini è un difensore che provoca e t'infastidisce, irritante come Ivanović. (Luis Suárez)
  • Chiellini in campo sa essere un maiale, se vuole. Quando arrivai alla Juve mi trattava benissimo, quasi come un fratellino, non avevo la patente e mi scorrazzava in giro. È una persona eccezionale, ma in campo si trasforma, diventa un altro. Gli piace fare scena e influenzare gli arbitri, classica roba italiana, e poi è un cascatore. (Albin Ekdal)
  • Chiello stilisticamente non è bello da vedere e questo lo penalizza nei giudizi mediatici. Non ruba l'occhio tecnicamente, ma come difensore è il top: è un trattore, non fa passare neanche un filo d'aria in area di rigore. (Nicola Legrottaglie)
  • Conosco Giorgio e la sua professionalità non è mai cambiata nel corso degli anni. La sua grinta, la tenacia e il modo di lavorare era per me un modello di ispirazione. Nessuno gli ha mai regalato nulla, ha lavorato sodo per ottenere i trofei raccolti nella sua gloriosa carriera. Concentrato sempre al 100% sulla vita di campo, non l'ho mai visto distrarsi nemmeno una mezza volta per un qualcosa che non riguardasse il calcio. Al contrario di ciò che succede oggi, dove molti calciatori sono più portati ai like e ai follow dei Social Network. [...] Lui incarnava alla perfezione il concetto di "Vecchia Guardia", così come Del Piero, lo stesso Nedved e tutti gli altri che avevano contribuito ai più grandi successi della Juve. (Alexander Manninger)
  • Credo sia qualcuno di unico. Quando si parla di personalità, leadership, cattiveria agonistica e voglia di vincere, io penso a lui. L'acquisto migliore per una società sarebbe l'anima di Chiellini. (Cristian Bucchi)
  • È il cuore della difesa della Juventus. Non ha sempre avuto una buona tecnica ma ha sempre lavorato duramente, di più di Bonucci. (Patrice Evra)
  • È la personificazione del coraggio, con cui trascina gli altri, da vero leader. (Gian Paolo Montali)
  • [«Come era il primissimo Giorgio Chiellini che hai conosciuto?»] Era già impressionante a livello di voglia e di mentalità, gli dicevamo avesse l'affettatrice al posto del piede [sorride, ndr]. Era molto rigido, poi col tempo si è sciolto. [...] Ha sempre avuto una passione sconfinata e una cattiveria solo a livello agonistico, in allenamento non si è mai rilassato mezzo secondo. Questo gli ha permesso di arrivare a grandissimi livelli. (Alessandro Birindelli)
  • Giorgio Chiellini. Come può uno scoglio arginare il mare:[21] col punto interrogativo è Lucio Battisti, senza è Giorgio Chiellini. (Sandro Veronesi)
  • Giorgio Chiellini è sempre stato un leader della squadra e una garanzia come calciatore. Si possono alternare belle e brutte prestazioni, ma Chiellini non deve essere mai messo in discussione. (Paolo De Ceglie)
  • Giorgio è un muro straordinario in difesa, non molla mai, ha grande prestanza fisica ed in genere si prende in carico gli attaccanti più complicati da marcare, non concedendo loro nemmeno un centimetro. Si respira maggiore sicurezza quando è in campo. (Valeria Ciardiello)
  • Il più ostico è Chiellini, tra l'altro un mio amico. È una cosa fuori dal comune, io lo chiamo un "osso clamoroso" perché non avendo grandi doti tecniche sopperisce con la sua grande fisicità. (Giampaolo Pazzini)
  • In Olanda dicono che non sappia giocare a calcio perché ha i piedi quadrati. Però in difesa non perde un solo duello. Conosce i suoi limiti e quando scende in campo non lo fa per dimostrare quanto è bravo, ma per eseguire al meglio il compito che gli è stato affidato: non concedere chance all'avversario. Lui sa farlo al meglio. (Mark van Bommel)
  • Incarna le ambizioni, la mentalità, i pensieri della Juve. (Alessandro Del Piero)
  • Leonardo Bonucci e Giorgio Chiellini sono i migliori della loro generazione, due top player. Sono già leggende. (John Terry)
  • Nella mia testa la migliore difesa al mondo, quando giocano insieme, sono Chiellini e Bonucci. (Thomas Henry)

Note

[modifica]
  1. Da un'intervista a Hurrà Juventus; citato in Black&Wihte Stories: in difesa... della tattica!, juventus.com, 27 aprile 2020.
  2. Citato in Marchisio: Occhio a Iniesta. Chiellini: Spagna umana, tuttosport.com, 30 giugno 2012.
  3. Citato in Chiellini a Cassano: «Moralità di Conte è da centodieci e lode», Sky Sport, 15 novembre 2012.
  4. Citato in Juve, Chiellini giura amore eterno, sportmediaset.mediaset.it, 17 dicembre 2012.
  5. Citato in Nazionale, Chiellini: "Balotelli non è indispensabile ma è la sua Italia", repubblica.it, 12 ottobre 2013.
  6. Citato in Marco Bisacchi; Chiellini: «Ci davano per finiti. In bacheca c'è ancora spazio», Tuttosport, 3 maggio 2015, p. 5.
  7. Da interviste a Sky e Mediaset; citato in Chiellini: «Consapevoli della nostra forza, ma senza presunzione», juventus.com, 26 febbraio 2017.
  8. Citato in Domenico Latagliata, L'Allegri(a) di Dani Alves è la vera arma vincente, ilgiornale.it, 5 maggio 2017.
  9. Citato in Chiellini: «Vedere il traguardo ci carica», juventus.com, 8 maggio 2017.
  10. Dall'intervista di Fabio Balaudo, Chiellini: l'infanzia, il basket, i punti di forza, uefa.com, 21 novembre 2017.
  11. Dall'autobiografia Io, Giorgio; citato in Giorgio Chiellini esalta Sergio Ramos per il fallo da k.o. su Salah: «Un colpo da maestro», corriere.it, 16 maggio 2020.
  12. Dall'autobiografia Io, Giorgio; citato in Salvatore Riggio, Juventus, Chiellini: «Odio l'Inter come Jordan i Pistons. Balotelli persona negativa». Mario replica: «Io sincero, tu no», corriere.it, 9 maggio 2020.
  13. Da Io, Giorgio, cap. L'intervallo di Cardiff, Sperling & Kupfer, 2020. ISBN 8893429446
  14. Dall'autobiografia Io, Giorgio; citato in CHIELLINI: "Hanno dato Pallone d'Oro a giocatori come Owen o Shevchenko, grandi, ma non certo più di Totti", tuttojuve.com, 28 giugno 2020.
  15. a b Da un'intervista a So Foot; citato in Chiellini: "Ibrahimovic è il miglior nemico della mia carriera", gianlucadimarzio.com, 4 febbraio 2021.
  16. Da un post sul profilo ufficiale instagram.com, 18 giugno 2021.
  17. Citato in Chiellini: "Ibra il mio miglior nemico. Gravina? Lo ringrazio", tuttosport.com, 23 maggio 2022.
  18. Dalla dedica sull'ultima maglia bianconera indossata in carriera e donata allo Juventus Museum; citato in un post sul profilo ufficiale twitter.com della Juventus, 25 maggio 2022.
  19. Citato in Agnelli 100, juventus.com, 24 luglio 2023.
  20. Da un'intervista a Radio Bianconera; citato in Davide Fumagalli, Chiellini: "Futuro da dirigente Juve? La prossima estate torno a Torino. Per lo Scudetto Inter favorita per distacco", eurosport.it, 9 ottobre 2023.
  21. Cfr. Lucio Battisti, Io vorrei... non vorrei... ma se vuoi: «Come può uno scoglio | arginare il mare. | Anche se non voglio, | torno già a volare.»

Altri progetti

[modifica]