Stazione di Ancona
Ancona stazione ferroviaria | |
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Localizzazione | |
Stato | Italia |
Località | Ancona |
Coordinate | 43°36′26.76″N 13°29′51.96″E |
Linee | Ancona-Bologna Ancona-Roma Ancona-Lecce (Adriatica) Ancona-Ancona Marittima (senza traffico) |
Storia | |
Stato attuale | In uso |
Attivazione | 1861 |
Caratteristiche | |
Tipo | Stazione in superficie, passante, di diramazione |
Binari | 10 (di cui 7 passanti e 3 tronchi ovest) più ulteriori di servizio |
Gestori | Rete Ferroviaria Italiana |
Operatori | |
Interscambi | Autolinee urbane e interurbane, filovia |
La stazione di Ancona, detta anche Ancona Centrale[1], è la stazione principale di Ancona. Posta sulla congiunzione tra la linea Bologna-Ancona e quella Adriatica (Ancona-Lecce), è anche il capolinea della ferrovia Roma-Ancona.
Transitano per questa stazione circa 11000 passeggeri al giorno, ovvero oltre 4 milioni all'anno[2]; quotidianamente vi partono circa 190 treni e altrettanti ne arrivano[3].
La stazione di Ancona è raccordata con la stazione di Ancona Marittima, chiusa al traffico dal 13 dicembre 2015[4] e di cui si progetta la riapertura[5].
Storia
[modifica | modifica wikitesto]La stazione fu inaugurata il 17 novembre 1861 con il completamento della ferrovia Bologna-Ancona da parte della Società per le strade ferrate romane. Fu il re d'Italia Vittorio Emanuele II a giungere con il primo treno e a inaugurare quindi la nuova stazione. Contrariamente a molte altre stazioni centrali, non fu costruita nei pressi del centro della città, ma a circa un chilometro da Porta Pia e quindi delle mura che cingono il nucleo storico. Ciò fu dovuto alla particolare conformazione geografica di Ancona, che sorge su un promontorio[6][7]. Fu solo dopo la realizzazione della stazione che le zone circostanti, gradatamente, furono edificate e divennero semi-centrali.
Il 13 maggio 1863 fu inaugurata la prima tratta della ferrovia Ancona-Lecce: quella sino a Pescara, prolungata sino a Ortona il 15 settembre 1863, sino a Foggia il 25 aprile 1864, sino a Brindisi il 29 aprile 1865 e sino a Lecce 15 gennaio 1866. Il completamento della tratta sino a Brindisi, nel 1865, l'apertura del Canale di Suez, nel 1869, e quella del Traforo del Frejus, nel 1871, resero possibile la realizzazione di un progetto da lungo atteso in Italia e in Gran Bretagna: far passare in Italia la Valigia delle Indie[8], il percorso internazionale che collegava settimanalmente Londra a Bombay, mettendo in contatto la Gran Bretagna con la capitale della sua più importante colonia dell'Ottocento, l'India. I piroscafi erano della società londinese Peninsular and Oriental Steam Navigation Company. A partire dal 1871 tale percorso entrava in Italia attraverso il Traforo del Frejus, passava per la stazione di Ancona e arrivava a Brindisi, dove proseguiva su piroscafo sino ad Alessandria d'Egitto, poi di nuovo il treno sino a Suez, e infine ancora in piroscafo sino a Bombay, da cui si poteva proseguire per via ferroviaria sino a Calcutta. In Italia, il percorso della Valigia delle Indie fu attivo nel periodo 1871 - 1914, anno in cui, non avendo il governo effettuato i lavori richiesti dalla compagnia di navigazione nel porto di Brindisi, esso fu giudicato inadeguato e sostituito dal porto di Marsiglia, cosa che tagliò completamente fuori l'Italia[9].
La ferrovia Ancona-Roma fu inaugurata il 29 aprile 1866, prima comunicazione ferroviaria trasversale tra Tirreno e l'Adriatico[8]; essendo Roma ancora la capitale dello Stato della Chiesa, la ferrovia doveva attraversare due volte il confine: da Roma a Passo Corese attraversava il territorio pontificio, proseguiva poi per 29 chilometri in territorio del Regno d'Italia, fino a Colle Rosetta dove di nuovo percorreva lo Stato Pontificio per altri 20 chilometri per poi rientrare nel Regno d'Italia.[10]. Solo con il dissolvimento dello Stato della Chiesa, nel 1870, la ferrovia Ancona-Roma evitò questi passaggi di confine.
Il 22 maggio 1906 venne attivata la linea per la Ancona Marittima[11] e il 16 settembre 1907 venne raddoppiata la tratta tra Ancona e Falconara Marittima[12].
Il primo fabbricato della stazione risale al 1861; nel 1879 fu sostituito da un nuovo edificio, per adeguarlo al maggior traffico. Il nuovo fabbricato seguiva lo stile eclettico tipico delle stazioni ottocentesche, con grandi spazi, ampi portoni e vetrate, pareti lavorate e volte molto alte. L'ingresso era preceduto da un portico a cinque arcate e con frontone. Per coprire i binari era stata realizzata un'ampia tettoia metallica voltata a botte, progettata nel 1878 dall'ingegner Ottavio Moreno, secondo i dettami dell'architettura del ferro[13][14].
Durante la Seconda guerra mondiale, il fabbricato viaggiatori e la tettoia metallica vennero distrutti nel corso dei bombardamenti della città; al termine del conflitto fu necessario realizzare un nuovo edificio, progettato in stile razionalista dall'architetto Paolo Perilli e inaugurato il 18 agosto 1948. La tettoia distrutta venne sostituita da pensiline su ogni marciapiede[15].
Il 13 marzo 2012 è entrato in funzione il raccordo ferroviario con la Nuova Darsena per il traffico merci[16].
Tra il 2009 e il 2016 sono stati effettuati interventi di recupero e adeguamento funzionale del fabbricato viaggiatori e degli impianti tra cui: rifacimento di alcuni marciapiedi con adeguamento allo standard europeo, rifacimento degli impianti di comunicazione, ristrutturazione del piazzale Ovest, della sala d'aspetto, di alcune pensiline e sottopassi, dei servizi igienici[17][18][19] e, infine, l'installazione dell'Apparato Centrale Computerizzato (ACC) in sostituzione dell'Apparato Centrale Elettrico a Itinerari (ACEI) già in uso dagli anni 60[20].
Strutture e impianti
[modifica | modifica wikitesto]Il fabbricato viaggiatori è costituito da un edificio in muratura su due livelli. Al piano inferiore si trovano i servizi offerti alla clientela come biglietteria, sala d'attesa, bar, mentre al piano superiore ci sono uffici di Trenitalia. La stazione è anche dotata di una sede della polizia ferroviaria e di una cappella.[21]
All'interno si contano dieci binari per il servizio viaggiatori, di cui sette passanti e tre tronchi, quest'ultimi presenti all'interno del piazzale ovest, usati soprattutto per i convogli della linea Roma-Ancona e i collegamenti regionali della direttrice Ancona-Piacenza. Tutti i binari sono muniti di banchina e pensilina.
Sono in servizio anche tre binari merci e due binari passanti non abilitati al trasporto viaggiatori.
Sono presenti varie strutture tra cui l'Officina Materiale Rotabile (OMR) ed il Deposito Locomotive, inoltre lungo la linea per la stazione di Ancona Marittima è presente un fascio di binari utilizzato per la sosta, il lavaggio e la riparazione dei convogli.
La stazione è raccordata con lo scalo merci Nuova Darsena dal quale partono convogli che trasportano parte delle merci provenienti dal porto di Ancona.
Movimento
[modifica | modifica wikitesto]La stazione di Ancona è servita da collegamenti a media e lunga percorrenza operati da Trenitalia, nonché dai servizi regionali svolti anch'essi da Trenitalia nell'ambito del contratto di servizio stipulato con la Regione Marche. Dal gennaio 2020 opera anche Trenitalia Tper che assicura i collegamenti con i Regionali Veloci tra Ancona e Piacenza. Il movimento passeggeri ammonta a oltre 11000 passeggeri al giorno, ovvero oltre 4 milioni all'anno[2].
Servizi
[modifica | modifica wikitesto]La stazione dispone di:
- Biglietteria a sportello
- Biglietteria automatica
- Sala d'attesa
- Ufficio informazioni
- Servizi igienici
- Posto di Polizia ferroviaria
- Bar
- Ristorante
- Cappella
Interscambi
[modifica | modifica wikitesto]La stazione è servita dalle autolinee urbane e suburbane e dalla rete filoviaria di Ancona, gestite dalla società Conerobus.
Per raggiungere i rioni centrali della città, i viaggiatori possono servirsi della linea 1/4 con destinazione P.zza IV Novembre; per raggiungere il centro scambiatore di piazza Ugo Bassi è possibile utilizzare la stessa linea, ma con destinazione Tavernelle. La fermata della stazione F.S. è servita inoltre da molte linee dirette verso la periferia nord e sud della città.
Fra il 1881 e il 1949 di fronte alla stazione era presente una delle principali fermate della rete tranviaria di Ancona.
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Nei tabelloni è riportata semplicemente la denominazione Ancona, ma è parimenti detta, anche ufficialmente, Ancona centrale. Si riportano alcuni esempi:
- Avviso di Trenitalia (PDF), su trenitalia.com.
- Sito dei Vigili del fuoco, su vigilfuoco.it.
- Autori vari, , Relazione per l'anno, Azienda autonoma delle ferrovie dello Stato, 1961
- ^ a b Pochi viaggiatori, Pescara esclusa dall’alta velocità. Cinquemila passeggeri al giorno contro gli undicimila che transitano ad Ancona (Treni e viaggiatori - guarda), su filtabruzzo.it. URL consultato il 5 agosto 2020.
- ^ Sito [1], pagina Orari - stazione di Ancona.
- ^ Addio Ancona Marittima La stazione chiude il 13 - Navette per i pendolari. URL consultato il 22 novembre 2016.
- ^ www.ferrovie.info, Ferrovie: Dietrofront sulla stazione Marittima di Ancona, torna l'ipotesi ripristino
- ^ Maurizio Panconesi, Le ferrovie di Pio IX: nascita, sviluppo e tramonto delle strade ferrate dello Stato Pontificio, 1846-1870, Calosci, 2005
- ^ Storia della stazione di Ancona, con immagini dei documenti ufficiali
- ^ a b La storia del compartimento ferroviario di Ancona
- ^ Sulla storia della Valigia delle Indie:
- Roberto Giulianelli, Porto e città, Francoangeli, (capitolo Inseguendo la Valigia delle Indie).
- Giovanni Membola, La Valigia delle Indie - gli anni d'oro del porto, in Quotidiano Nazionale.
- ^ Mario Pietrangeli Il museo Europeo dei Trasporti Ogliari, p.87
- ^ Stazioni del Mondo - Ancona Marittima, su stazionidelmondo.it. URL consultato il 22 novembre 2016 (archiviato dall'url originale il 22 marzo 2016).
- ^ Claudio Cerioli, Da Camerino al mondo, Salò (BS), ETR, 1985, ISBN 88-85068-20-0.
- ^ Ugo Carughi, Ermanno Guida, Alfredo Cottrau, 1839-1898: l'architettura del ferro nell'Italia delle grandi trasformazioni, Electa Napoli, 2003
- ^ Silvio Govi, L'Universo, Volume 71, Edizioni 4-6, Istituto geografico militare, 1991 (pagina 514)
- ^ Nuove tappe della ricostruzione ferroviaria, in "Ingegneria Ferroviaria" anno III n. 9 (settembre 1948), p. 529
- ^ Autorità Portuale di Ancona, Piano Operativo Triennale 2012-2014.
- ^ Ancona: al termine la sopraelevazione dei marciapiedi dedicati all'AV, su tuttoTRENO Blog. URL consultato il 22 novembre 2016.
- ^ Ancona: la stazione si è rifatta il look - Comunicati - FSNews, su fsnews.it. URL consultato il 22 novembre 2016.
- ^ RFI, Ancona: operativi 10 nuovi bagni in stazione - Comunicati - FSNews, su fsnews.it. URL consultato il 22 novembre 2016.
- ^ Ancona: nel vivo i lavori per il nuovo apparato di comando e controllo della stazione - Notizie - FSNews, su fsnews.it. URL consultato il 22 novembre 2016.
- ^ fsitaliane.it, https://www.fsitaliane.it/content/fsitaliane/it/media/comunicati-stampa/2020/7/17/gruppo-fs-italiane-e-cei-firmano-convenzione-per-assistenza-past.html .
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Rete Ferroviaria Italiana, Fascicolo Linea 102 (Rimini - Ancona).
- Rete Ferroviaria Italiana, Fascicolo Linea 103 (Ancona - Pescara).
- Rete Ferroviaria Italiana, Fascicolo Linea 105 (Ancona - Foligno).
Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file sulla stazione di Ancona
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Storia e immagini delle stazioni di Ancona, su stazionidelmondo.it. URL consultato l'8 luglio 2009 (archiviato dall'url originale il 12 maggio 2008).