Negazione del riscaldamento globale
La negazione del riscaldamento globale (o del cambiamento climatico) è la negazione o il dubbio che contraddice il consenso scientifico sul riscaldamento globale.
I fautori della negazione usano comunemente tattiche retoriche per far apparire una controversia scientifica dove in realtà non sussiste.[6][7][8] Molti tra i negazionisti climatici si dichiarano "scettici sul riscaldamento globale",[9][10] il che è una descrizione impropria.[11][12][13]
La negazione del riscaldamento globale comprende dubbi sulla misura in cui il cambiamento climatico sia causato dagli esseri umani, i suoi effetti su natura e società, e il potenziale di adattamento al riscaldamento globale nelle azioni umane.[10][14][15] In misura minore, la negazione che il riscaldamento globale sia di origine antropica è implicita quando le persone accettano il metodo scientifico ma non trovano che le conclusioni a cui giunge gran parte degli studiosi sia compatibile con le proprie conoscenze ed esperienze sull'argomento (dissonanza cognitiva).[16] Alcuni studi di scienze sociali hanno analizzato queste posizioni come forme di negazionismo,[17][18] pseudoscienza,[19] o propaganda.[20]
La cospirazione per inficiare la fiducia del pubblico nella scienza climatica è organizzata da interessi industriali, politici e e ideologici.[21][22] La negazione del riscaldamento globale è stata associata alla lobby dell'energia, ai fratelli Koch (Charles Koch e David Koch), a sostenitori dell'industria, think tank conservatori e organi di informazione alternativi di destra, spesso statunitensi.[20][23][24][25] Più del 90% dei saggi scettici sul cambiamento climatico provengono da think-tank di destra.[26] La negazione del riscaldamento globale sta vanificando i tentativi di mitigazione climatica, ed esercita una potente influenza sulle politiche del cambiamento climatico e sull'artificiosa controversia sul riscaldamento globale.[27][28]
Negli anni 1970 le compagnie petrolifere pubblicarono una finta ricerca scientifica che concordava largamente con la concezione della comunità scientifica sul riscaldamento globale. Da allora, per decenni, le compagnie petrolifere hanno organizzato un'ampia e sistematica campagna di negazione del cambiamento climatico per seminare pubblica disinformazione, una strategia che mostra affinità con l'elaborata negazione dei rischi da tabagismo animata dall'industria del tabacco.[29] Alcune campagne furono addirittura svolte dagli stessi soggetti che in precedenza avevano diffuso la campagna negazionista dell'industria del tabacco.[30][31][32]
Terminologia
[modifica | modifica wikitesto]"Scetticismo sul cambiamento climatico" e "negazione del cambiamento climatico" si riferiscono a negazione, sottovalutazione o dubbio ingiustificato riguardo il consenso scientifico su stima e portata del riscaldamento globale, suo significato, o sua connessione al comportamento umano, in tutto o in parte.[33][34]
Benché esista una distinzione tra scetticismo, che significa dubitare della verità di un'asserzione, e la franca negazione della verità di un'asserzione, nel dibattito pubblico frasi come "scetticismo climatico" sono state spesso usate come sinonimo di negazionismo climatico o "contrarismo".[35][36]
La terminologia emerse negli anni 1990. Anche se tutti gli scienziati aderiscono allo scetticismo scientifico come parte necessaria del processo, da metà novembre 1995 la parola "scettico" fu usata specificamente per la minoranza che diffondeva concezioni contrarie al consenso scientifico. Questo piccolo gruppo di scienziati presentava le proprie posizioni in dichiarazioni pubbliche agli organi di informazione, piuttosto che alla comunità scientifica.[37][38] Questa abitudine continuò.[39] Nel suo articolo del 1995 "The Heat is On: The warming of the world's climate sparks a blaze of denial", Ross Gelbspan disse che l'industria aveva assoldato "una piccola banda di scettici" per confondere l'opinione pubblica con una "persistente e ben finanziata campagna di negazione".[40] Il suo libro del 1997 The Heat is On potrebbe essere il primo che si concentra specificamente sull'argomento.[41] In esso, Gelbspan discusse una "negazione pervasiva del riscaldamento globale" in una "campagna persistente di negazione e dissimulazione" implicante "finanziamenti non rivelati di questi 'scettici dell'effetto serra' " con "gli scettici del clima" che confondono l'opinione pubblica e influenzano i decisori politici.[42]
Un documentario del 2006 per CBC Television sulla campagna si intitolava The Denial Machine.[43][44] Nel 2007 la giornalista Sharon Begley parlo di "macchina della negazione",[45] una frase successivamente usata dagli studiosi.[21][44]
In aggiunta alla negazione esplicita, alcuni gruppi sociali hanno dimostrato negazione implicita accettando il consenso scientifico, ma non riuscendo a "tradurre l'accettazione in azione".[16] Questo fu esemplificato dallo studio di Kari Norgaard su un villaggio in Norvegia colpito dal cambiamento climatico, i cui residenti si interessavano piuttosto di altri problemi.[46]
La terminologia non è pacifica: la maggior parte di coloro che respingono il consenso scientifico usano i termini "scettico" e "scetticismo sul cambiamento climatico", e solo pochi hanno preferito essere descritti come negatori,[12][34] ma la parola scetticismo è usata scorrettamente, dato che lo scetticismo scientifico è parte intrinseca della metodologia scientifica.[13][47][48] Il termine "contrario" è più specifico, ma usato meno frequentemente. In letteratura e giornalismo scientifici, I termini "negazione del cambiamento climatico" e "negatori del cambiamento climatico" hanno un uso ben radicato come termini descrittivi senza alcun intento peggiorativo.[49] Sia il National Center for Science Education sia lo storico Spencer R. Weart riconoscono che entrambe le opzioni sono problematiche, ma hanno deciso di usare "negazione del cambiamento climatico" piuttosto che "scetticismo".[49][50]
I termini legati al "negazionismo" sono stati criticati in quanto introdurrebbero un tono moralistico, e potenzialmente implicherebbero un nesso con il negazionismo dell'Olocausto.[13][51] Secondo alcune insinuazioni, fermamente contestate dal mondo accademico, tale accostamento sarebbe deliberato.[52] L'uso di "negazione" è assai anteriore all'Olocausto, ed è comunemente applicato in altri ambiti come il negazionismo dell'HIV/AIDS: John Timmer di Ars Technica ha osservato che questo tipo di insinuazione rappresenta già intrinsecamente una forma di negazione.[53]
Nel 2014 una lettera aperta del Committee for Skeptical Inquiry invitò gli organi di informazione a smettere di usare il termine "scetticismo" quando ci si riferisca alla negazione del cambiamento climatico. Veniva contrapposto lo scetticismo scientifico — che è "basilare per il metodo scientifico" — con la negazione — "il rigetto a priori di idee senza [esprimere] considerazioni obiettive" — e il comportamento di soggetti implicati nel tentativo di screditare la scienza climatica. Vi si diceva "Non tutti i soggetti che si definiscono scettici sul cambiamento climatico sono negatori. Ma praticamente tutti i negatori si sono falsamente auto-etichettati come scettici. Continuando ad utilizzare questo termine improprio, i giornalisti hanno attribuito immeritata credibilità a quanti rifiutano scienza e indagine scientifica."[52][54] Nel giugno 2015 a Media Matters for America fu segnalato dal public editor[55] del New York Times che tale testata tendeva sempre più ad usare "negatore" quando "qualcuno sta mettendo in discussione la scienza consolidata", ma esprimendo questa valutazione in modo soggettivo e senza direttive prestabilite, e non avrebbe usato il termine quando qualcuno è "un po' indeciso sull'argomento o nel mezzo". La direttrice esecutiva di Society of Environmental Journalists disse che seppure c'era ragionevole scetticismo su alcuni temi specifici, riteneva che negatore fosse "il termine più preciso quando qualcuno sostiene che non esista qualcosa come il riscaldamento globale, o è d'accordo che esista ma nega che esso abbia qualche causa a noi comprensibile o qualsiasi impatto che possiamo misurare."[56]
La lettera del Committee for Skeptical Inquiry ispirò una petizione su climatetruth.org[57] in cui ai sottoscrittori veniva chiesto di "Dire all'Associated Press: Stabilite una regola nell'AP Stylebook che vieti l'uso di 'scettico' per descrivere quelli che negano i dati scientifici." Il 22 settembre 2015 l'Associated Press annunciò "un'aggiunta alla voce di AP Stylebook sul riscaldamento globale" che raccomandava, "per descrivere quelli che non accettano la scienza del clima o mettono in discussione che il mondo si stia riscaldando per cause legate all'uomo, usate dubitatori del cambiamento climatico o quelli che respingono la prevalente scienza del clima. Evitate l'uso di scettici o negatori."[58][59] Il 17 maggio 2019 anche The Guardian ripudiò l'uso del termine "scettici del clima" in favore di "negatori della scienza del clima".[60]
Storia
[modifica | modifica wikitesto]La ricerca sugli effetti sul clima dell'anidride carbonica iniziò nel 1824, quando Joseph Fourier inferì l'esistenza dell'"effetto serra" atmosferico. Nel 1860 John Tyndall quantificò gli effetti dei gas serra sull'assorbimento della radiazione infrarossa. Svante Arrhenius nel 1896 dimostrò che la combustione del carbone poteva causare il riscaldamento globale, e nel 1938 Guy Stewart Callendar trovò che ciò stava già avvenendo in qualche misura.[61][62] La ricerca avanzò rapidamente dopo il 1940; dal 1957 Roger Revelle avvertì l'opinione pubblica sui rischi che la combustione del carbone fosse "un grandioso esperimento scientifico" sul clima.[63][64] NASA e NOAA proseguirono la ricerca, il Charney Report del 1979 concluse che il rilevante riscaldamento era già in atto, e "Una politica aspetta-e-vedi può significare attendere finché è troppo tardi."[65][66]
Nel 1959 uno scienziato che lavorava per la Shell suggerì in un articolo di New Scientist che i cicli del carbone sono troppo vasti per turbare l'equilibrio della natura.[67] Nel 1966 però, un'organizzazione di ricerca dell'industria carbonifera, Bituminous Coal Research Inc., pubblicò la sua risultanza secondo cui se le tendenze prevalenti nel consumo di carbone continuano, "la temperatura dell'atmosfera terrestre crescerà e ne deriveranno vasti cambiamenti nei climi della terra." "Questi cambiamenti di temperatura causeranno lo scioglimento delle calotte polari che, a loro volta, provocheranno l'inondazione di molte città costiere, tra cui New York e Londra."[68] In una discussione seguente questo studio nella medesima pubblicazione, un tecnico della combustione di Peabody Coal, ora Peabody Energy, il più grande fornitore di carbone al mondo, aggiunse che l'industria carbonifera stava meramente "guadagnando tempo" prima che fossero promulgate norme statali ulteriori sull'inquinamento dell'aria, per migliorarne la pulizia. Nondimeno, l'industria carbonifera per decenni successivi propugnò pubblicamente la posizione che un aumento del diossido di carbonio fosse vantaggioso per il pianeta.[68]
In risposta alla crescente presa di coscienza nella pubblica opinione circa l'effetto serra negli anni 1970, si mobilitò la reazione conservatrice, confutando le preoccupazioni ambientali che avrebbero portato a normative del governo. Nel 1977 il Segretario all'Energia, il repubblicano James Schlesinger, consigliò al presidente (democratico)[69] Jimmy Carter di non prendere provvedimenti circa un memorandum in tema di cambiamento climatico, adducendo l'incertezza.[70] Durante la presidenza di Ronald Reagan (1981) il riscaldamento globale divenne un tema politico, con immediati progetti di tagliare le spese sulla ricerca ambientale — specie se collegata al clima — e di smettere di finanziare il monitoraggio della CO2. Reagan nominò Segretario dell'energia degli Stati Uniti d'America James B. Edwards, secondo cui non esisteva alcun vero problema di riscaldamento globale. Il parlamentare Al Gore aveva studiato sotto la guida di Revelle e conosceva gli sviluppi scientifici: si unì ad altri che organizzavano audizioni al Congresso dal 1981 in poi, con testimonianze di scienziati tra cui Revelle, Stephen Schneider e Wallace Smith Broecker. Le audizioni sensibilizzarono l'opinione pubblica a sufficienza per ridurre i tagli alla ricerca sull'atmosfera.[71] Si sviluppò un dibattito polarizzato dalle posizioni dei partiti politici. Nel 1982 Sherwood Idso pubblicò il libro Carbon Dioxide: Friend or Foe? che diceva che gli aumenti di CO2 non avrebbero danneggiato il pianeta, ma avrebbero fertilizzato i raccolti ed erano "qualcosa che andava incoraggiato e non represso", al contempo lamentando che le sue teorie fossero state respinte dall'"establishment scientifico". Un rapporto della Environmental Protection Agency (EPA) dichiarò che il riscaldamento globale era "non un problema teorico ma una minaccia i cui effetti si sarebbero sentiti entro pochi anni", con conseguenze potenzialmente "catastrofiche".[72] L'amministrazione Reagan reagì chiamando "allarmista" il rapporto, e la diatriba ebbe ampia risonanza mediatica. L'attenzione dell'opinione pubblica si rivolse ad altri argomenti, poi nel 1985 la scoperta del buco nell'ozono polare determinò una rapida reazione internazionale. Per l'opinione pubblica, ciò era legato al cambiamento climatico e alla possibilità di un'azione efficace, ma l'interesse per la notizia si attenuò.[73]
L'attenzione dell'opinione pubblica riprese vigore in relazione alle siccità estive e alle ondate di calore, quando James Hansen intervenne all'audizione del Congresso del 23 giugno 1988,[74][75] affermando con elevata sicurezza che è in corso un riscaldamento a lungo termine, con la probabilità di un forte riscaldamento nei prossimi 50 anni, e mettendo in guardia da probabili tempeste e inondazioni. Aumentò anche l'attenzione degli organi di informazione: la comunità scientifica aveva raggiunto un ampio consenso sul fatto che il clima stava cambiando, l'attività umana ne era molto probabilmente la causa principale, e che ci sarebbero state conseguenze significative se la tendenza al riscaldamento non fosse stata raffrenata.[76] Questi fatti incoraggiarono il dibattito su nuove leggi riguardanti normative ambientali, il che era osteggiato dall'industria dei combustibili fossili.[77]
A partire dal 1989, organizzazioni finanziate dalle industrie, tra cui Global Climate Coalition e George C. Marshall Institute, cercarono di suscitare dubbi nell'opinione pubblica, riproponendo la strategia sviluppata dall'industria del tabacco.[78][79][80] Un piccolo gruppo di scienziati non allineati al consenso sul riscaldamento globale prese un impegno politico, e, con l'appoggio di interessi politici conservatori, iniziò a pubblicare mediante libri e stampa generica invece che sulle riviste scientifiche.[81] Nel gruppetto di studiosi figuravano pure alcuni soggetti che avevano partecipato alla strategia "dubitativa" dell'industria del tabacco.[82] Spencer Weart afferma che proprio in questo periodo il legittimo scetticismo su aspetti elementari della scienza climatica non era più giustificabile, e quelli che diffondevano sfiducia su questi argomenti divennero negatori.[83] Poiché i loro argomenti venivano sempre più respinti dalla comunità scientifica e dai nuovi dati, i negatori ricorsero ad argomentazioni politiche, portando attacchi personali alla reputazione degli scienziati, e promuovendo l'idea di una cospirazione del riscaldamento globale.[84]
Con la caduta del comunismo nel 1989 e la diffusione internazionale del movimento ambientale al summit della Terra (Rio de Janeiro 1992), l'attenzione dei think-tank conservatori USA, che erano stati organizzati negli anni 1970 come un contro-movimento intellettuale verso il socialismo, virò dalla "paura rossa" alla "paura verde" che i conservatori vedevano come una minaccia alle loro mire di proprietà privata, economie di mercato fondate sul libero commercio e capitalismo globale. In quanto contro-movimento, usavano lo scetticismo ambientale per promuovere la negazione della realtà di problemi come perdita di biodiversità e cambiamento climatico.[85]
Nel 1992 un rapporto EPA mise in relazione il fumo passivo con il cancro ai polmoni. L'industria del tabacco si rivolse all'impresa di pubbliche relazioni APCO Worldwide, che predispose una strategia di campagne astroturfing finalizzate a mettere in dubbio la scienza, collegando l'ansia di fumare ad altri problemi, compreso il riscaldamento climatico, così da orientare l'opinione pubblica contro gli appelli all'intervento del governo. La campagna raffigurava le preoccupazioni del pubblico come "timori infondati" asseritamente basati solo su "scienza spazzatura" contrapposta alla loro "scienza sana" e agiva attraverso gruppi di facciata, soprattutto l'Advancement of Sound Science Center (TASSC) e il suo sito Junk Science, gestito da Steven Milloy. Una nota dell'industria del tabacco commentava "Il dubbio è il prodotto che fa per noi perché è il miglior mezzo per competere con l'"insieme di prove" che esiste nella mente del grande pubblico. È anche il mezzo per creare una controversia." Negli anni 1990 si spense la campagna del tabacco, e il TASSC iniziò a ricevere finanziamenti da compagnie petrolifere tra cui la Exxon. Il suo sito assunse un ruolo centrale nel diffondere "quasi ogni tipo di negazione del cambiamento climatico che ha raggiunto la stampa di massa."[86]
Negli anni 1990 il Marshall Institute iniziò una campagna contro la maggior regolazione normativa di aspetti ambientali quali pioggia acida, buco nell'ozono, fumo passivo, e la pericolosità del DDT.[79][82][86] In ciascun caso il loro argomento era che la scienza era troppo incerta per giustificare un intervento del governo; una strategia ricalcata su precedenti tentativi di sminuire gli effetti sulla salute del tabacco negli anni 1980.[78][80] Questa campagna sarebbe continuata nei vent'anni successivi.[87]
Queste iniziative riuscirono ad influenzare nel grande pubblico la percezione del cambiamento climatico.[88] Tra il 1988 e gli anni 1990 il dibattito pubblico si spostò, da scienza e dati sul cambiamento climatico, a discussioni di politica e controversie di contorno.[89]
La campagna per diffondere dubbio continuò negli anni 1990, anche con un'azione pubblicitaria finanziata da paladini dell'industria carbonifera, tendente a "riposizionare il riscaldamento globale come una teoria piuttosto che un dato di fatto",[90][91] e una proposta del 1988 dell'American Petroleum Institute per reclutare scienziati che convincessero politici, organi di informazione e opinione pubblica che la scienza climatica era troppo incerta per fornire la motivazione di normative ambientali.[92] La proposta comprendeva una strategia in più punti da 5 milioni di dollari per "massimizzare l'impatto delle opinioni scientifiche coerenti con le nostre sul Congresso, sugli organi di informazione e su altri interlocutori chiave", con l'obiettivo di "sollevare dubbi e sminuire la cultura scientifica prevalente".[93]
Nel 1998 Gelbspan commentò che i suoi colleghi giornalisti accettavano che stesse avvenendo il riscaldamento globale, ma disse che si trovavano nella "negazione 'stadio due' della "crisi climatica"', incapaci di accettare la fattibilità di risposte al problema.[94] Un libro successivo di Milburn e Conrad su The Politics of Denial ("la politica della negazione") descriveva "forze economiche e psicologiche" che producevano negazione del consenso sui temi del riscaldamento del globale.[95]
Questi tentativi da parte di gruppi di negazione del cambiamento climatico furono riconosciuti come una campagna organizzata che iniziava negli anni 2000.[96] I sociologi Riley Dunlap e Aaron McCright giocarono un ruolo significativo in questo mutamento quando nel 2000 pubblicarono un articolo che esplorava le connessioni tra i think-tank conservatori e la negazione del cambiamento climatico.[97] Un lavoro successivo avrebbe sviluppato l'osservazione che gruppi specifici stavano incoraggiando lo scetticismo contro il cambiamento climatico — uno studio del 2008 della University of Central Florida analizzò le fonti della letteratura "ambientalmente scettica" pubblicata negli Stati Uniti. L'analisi dimostrò che il 92% della letteratura era in tutto o in parte associato a sedicenti think-tank conservatori.[98] Poi nel 2015 una ricerca identificò 4 556 soggetti con legami di reti sovrapposte a 164 organizzazioni che sono responsabili della maggior parte dei tentativi di sminuire la minaccia di cambiamento climatico negli USA.[99][100]
Il libro Boiling Point di Gelbspan (2004) espose la campagna dell'industria del combustibile fossile per negare il cambiamento climatico e compromettere la fiducia del pubblico nella scienza climatica.[107] Nell'articolo di copertina di Newsweek agosto 2007, "The Truth About Denial", Sharon Begley riferì che "la macchina della negazione sta andando a tutto gas", e disse che questa "ben coordinata, ben finanziata campagna" di scienziati contrari, think-tank del libero mercato, e industrie Big Oil (le principali petrolifere) avevano "creato una nebbia paralizzante di dubbio intorno al cambiamento climatico."[45]
Facendo riferimento al lavoro dei sociologi Robert Antonio e Robert Brulle, Wayne A. White ha scritto che la negazione del cambiamento climatico è diventata la massima priorità in un più ampio programma di legislazione anti-ambientale perseguito dai neoliberali.[108] Oggi, lo scetticismo sul cambiamento climatico è un fenomeno prevalentemente degli Stati Uniti, in cui gli organi di informazione riservano uno spazio sproporzionato alla comunità che nega il cambiamento climatico.[109] Oltre ai "media", il movimento contrario è stato favorito dalla crescita di internet, poiché si è giovato del sostegno di taluni blogger, ospiti di talk-show radiofonici ed editorialisti di quotidiani.[110]
Nel 2015, The New York Times ed altri riferirono che le compagnie petrolifere sapevano dagli anni 1970 che bruciare combustibili fossili poteva provocare cambiamento climatico e riscaldamento globale, ma nondimeno finanziarono i negatori per anni.[30][31] Dana Nuccitelli scrisse in The Guardian che i negatori climatici di un piccolo gruppo marginale non venivano più presi sul serio alla XXI Conferenza delle Parti dell'UNFCCC, dove si era formato il consenso sul punto che "dobbiamo smettere di rinviare e iniziare a fare sul serio per prevenire una crisi climatica."[111] Però The New York Times osservò che ogni applicazione dell'accordo raggiunto era volontaria, e sarebbe dipesa da ciascun leader mondiale — ed ogni candidato repubblicano alle presidenziali USA del 2016 metteva in dubbio o negava la scienza del cambiamento climatico.[112]
Nel periodo 2018—2019 Ernesto Araújo, il ministro degli esteri incaricato dall'allora presidente del Brasile Jair Bolsonaro, definì il riscaldamento globale come una trama dei marxisti culturali,[113][114] ed eliminò la Divisione Cambiamento Climatico del suo ministero.[115]
Alexandre Lopez-Borrull, professore associato di Scienze dell'informazione e della comunicazione presso l'Università Aperta della Catalogna, nel 2023 rilevò un incremento di negazione del cambiamento climatico, specie fra i sostenitori dell'estrema destra.[116] I negatori del cambiamento climatico minacciavano i meteorologi, accusandoli di provocare la siccità, falsificare le letture dei termometri, e filtrare maliziosamente le stazioni meteorologiche dei luoghi più torridi per travisare il riscaldamento globale.[116] Ancora nel 2023 la CNN riferì che in tutto il mondo meteorologi e comunicatori climatici ricevevano sempre più messaggi minatori e false accuse secondo cui mentivano sul meteo o lo controllavano, esagerando i valori termici per far sembrare peggiore il cambiamento climatico, e cambiavano le tavolozze cromatiche sulle carte del tempo per renderle più impressionanti.[117] Jennie King, responsabile della ricerca e della politica climatica presso l'Istituto per il dialogo strategico, ha affermato che la crescita di queste teorie cospirative è "la logica evoluzione della più ampia tendenza a respingere le istituzioni" che si suppone stiano cercando di "attuare un qualche programma insidioso".[117] Nel frattempo, dopo l'acquisizione del 2022 di Twitter da parte di Elon Musk, sono state rimosse le figure chiave dell'azienda che garantivano la priorità dei contenuti affidabili, e gli scienziati del clima hanno ricevuto un forte aumento di tweet ostili, minacciosi, molesti e personalmente offensivi da parte dei negatori.[118]
Nel 2023, Sultan Al Jaber, presidente di COP28, dichiarò che "nessuna scienza" indica che si debbano abbandonare i combustibili fossili per contenere l'aumento di riscaldamento globale a non più di 1,5°, e che una tale scelta non sarebbe sostenibile "a meno che non si voglia riportare indietro il mondo alle caverne".[119] Il 4 dicembre dello stesso anno Al Jaber tenne una conferenza stampa in cui sostenne di essere stato "frainteso" dagli organi di informazione, aggiungendo di "credere nella scienza".[120]
Scienziati negazionisti
[modifica | modifica wikitesto]Negli anni novanta, i principali scienziati statunitensi che hanno seminato dubbi nel pubblico riguardo al consenso scientifico sulle cause del riscaldamento globale sono stati i fisici Fred Singer, Frederick Seitz e William Nierenberg e l'astrofisico Robert Jastrow.[121] In seguito, altri scienziati statunitensi (legati per lo più a think tank conservatori) hanno manifestato una posizione contraria al consenso scientifico prevalente riguardo il riscaldamento globale: tra questi, i più noti sono i climatologi John Christy, Roy Spencer, Patrick Michaels, Robert Balling e Judith Curry, i fisici Richard Lindzen e William Happer, i meteorologi William R. Cotton e Sherwood Idso, il geografo David Legates e gli astrofisici Sallie Baliunas e Willie Soon.
Reti di negazione
[modifica | modifica wikitesto]Stati Uniti
[modifica | modifica wikitesto]L'industria della negazione del cambiamento climatico è più forte negli Stati Uniti.[122][123] Nel ciclo delle elezioni del 2016 negli Stati Uniti, ogni candidato presidenziale repubblicano metteva in dubbio o negava il cambiamento climatico, e contrastava i passi del governo USA come ha fatto il leader repubblicano nel Senato degli Stati Uniti.[124]
Un rapporto del Pentagono ha messo in evidenza come la negazione del cambiamento climatico minacci la sicurezza nazionale.[125] Uno studio del 2015 identificò 4 556 soggetti che avevano legami di reti sovrapposte con 164 organizzazioni responsabili delle maggiori iniziative per sottovalutare la minaccia del cambiamento climatico negli USA.[99][100]
Nel 2013 il Center for Media and Democracy riferì che State Policy Network (SPN), una denominazione che raccoglie 64 think tank USA, aveva fatto lobbying per conto di grandi imprese e donatori conservatori per contrastare la legislazione sul cambiamento climatico.[126]
Secondo in rapporto investigativo nel Chronicle of Higher Education, alcuni rilevanti saggi accademici usati per sostenere il negazionismo del cambiamento climatico furono scritti da autori connessi ad Harvard, MIT, e Georgetown University che avevano non dichiarati conflitti di interessi.[127]
Internazionali
[modifica | modifica wikitesto]La Clexit Coalition si descrive come: "Una nuova organizzazione internazionale [che] mira a prevenire la ratifica del costoso e pericoloso trattato di Parigi sul riscaldamento globale".[128] Ha membri in 26 Paesi.[129] Secondo The Guardian: "I capi di Clexit sono coinvolti pesantemente nelle organizzazioni finanziate da[lle industrie del tabacco e [dei] combustibili fossili".[130]
Editori, siti web
[modifica | modifica wikitesto]Nel novembre 2021 uno studio del Center for Countering Digital Hate identificò "dieci editori marginali" che da soli originavano circa il 70 per cento delle interazioni di utenti Facebook con contenuti che negavano il cambiamento climatico. Facebook dichiarò che la percentuale era sovrastimata e definì lo studio fuorviante.[131][132]
I "dieci [editori] tossici" (toxic ten) erano: Breitbart News, The Western Journal, Newsmax, Townhall, Media Research Center, The Washington Times, The Federalist, The Daily Wire, RT, e The Patriot Post.
The Rebel Media e il suo direttore, Ezra Levant, hanno promosso la negazione del cambiamento climatico e l'estrazione di sabbie bituminose in Alberta.[133][134][135][136]
Argomenti e posizioni sul riscaldamento globale
[modifica | modifica wikitesto]Alcuni gruppi di negazione del cambiamento climatico dicono che poiché la CO2 è presente solo in tracce nell'atmosfera (grosso modo 400 ppm, o 0,04%, 4 parti per 10 000) può avere solo un minimo effetto sul clima. Gli scienziati hanno scoperto da oltre un secolo che anche questa piccola proporzione ha un effetto riscaldante significativo, e un suo raddoppio causa un grosso aumento della temperatura.[138] Il consenso scientifico, riassunto dal Quarto Rapporto IPCC, la U.S. Geological Survey, ed altri rapporti, è che l'umanità sia la causa principale del cambiamento climatico. Bruciare combustibili fossili genera 30 miliardi di tonnellate di CO2 l'anno, che è 130 volte la quantità prodotta dai vulcani.[139] Alcuni gruppi affermano che il vapore acqueo è un gas serra più significativo, ed è trascurato da molti modelli climatici.[138] Anche se il vapore acqueo è un gas serra, la sua sopravvivenza atmosferica assai breve (circa 10 giorni) confrontata con quella della CO2 (centinaia di anni) comporta che la CO2 sia la principale sorgente del rialzo termico; il vapore acqueo agisce come un meccanismo reattivo, non forzante.[140] Il vapore acqueo è stato inserito nei modelli climatici dall’esordio di questi ultimi, verso la fine del XIX secolo.[141]
I gruppi di negazione possono anche sostenere che il riscaldamento globale si è fermato di recente, c'è una pausa del riscaldamento globale, o che in realtà le temperature globali stanno calando, e puntano ad un raffreddamento globale. Queste argomentazioni si basano su fluttuazioni di breve termine, ed ignorano lo schema del riscaldamento nel lungo periodo.[142]
Questi gruppi spesso invocano la variabilità naturale, come le macchie solari e i raggi cosmici, per spiegare la tendenza al riscaldamento.[143] Secondo questi gruppi, c'è una variabilità naturale che diminuirà con il tempo, e l'influenza umana ha poco a che fare con ciò. Questi fattori sono già presi in considerazione nello sviluppo dei modelli climatici, e il consenso scientifico è che non possano spiegare la tendenza al riscaldamento osservata.[144]
In una riunione del maggio 2018 dello United States House Committee on Science, Space, and Technology il rappresentante di Alabama Mo Brooks affermò che l'innalzamento del livello del mare non è causato dallo scioglimento dei ghiacciai, ma piuttosto dall'erosione delle coste e dal limo che scorre dai fiumi nell'oceano.[145]
La letteratura sul negazionismo del cambiamento climatico spesso suggerisce che dovremmo aspettare tecnologie migliori prima di affrontare il cambiamento climatico, quando saranno più accessibili ed efficaci.[146]
Teorie del complotto
[modifica | modifica wikitesto]Sul riscaldamento globale sono state postulate teorie del complotto che affermano che il consenso scientifico è illusorio, o che i climatologi agiscono per loro interessi finanziari causando ingiustificato allarme a proposito di un cambiamento climatico.[148][149][150] Malgrado la rivelazione di email in occasione del Climategate, e l'inchiesta indipendente, multinazionale, sul tema, non è stata presentata alcuna prova di un tal complotto, ed esiste un robusto consenso tra scienziati di una moltitudine di estrazioni politiche, sociali, organizzative e nazionali circa portata e cause del cambiamento climatico.[151][152] Diversi ricercatori hanno concluso che circa il 97% degli scienziati climatici condividono questo consenso.[153] Inoltre, gran parte dei dati usati nella scienza del clima è nel pubblico dominio per essere vista ed interpretata da ricercatori concorrenti e da chiunque altro.[154]
Nel 2012 una ricerca di Stephan Lewandowsky (allora presso University of Western Australia) concluse che la credenza in altre teorie del complotto, come quella che l'FBI fosse responsabile[155] dell'assassinio di Martin Luther King, era associata con la maggior probabilità di sostenere la negazione del riscaldamento globale.[156]
Nel febbraio 2015 il negatore del cambiamento climatico Jim Inhofe, che in precedenza aveva definito il cambiamento climatico "la più grande truffa mai perpetrata contro il popolo americano", dichiarò di aver smascherato la pretesa truffa portando una palla di neve nell'aula del Senato USA e lanciandola sul pavimento.[157] Nel 2017 gli successe John Barrasso, che analogamente disse: "Il clima cambia costantemente. Il ruolo che vi gioca l'attività umana è ignoto."[158]
Nel 2012 Donald Trump twittò che i cinesi hanno inventato "il concetto di riscaldamento globale" perché credevano che avrebbe danneggiato in qualche maniera l'industria USA. A fine 2015 chiamò una "bufala" il riscaldamento globale.[159]
Viviamo su un pianeta rotante che ruota intorno a un sole molto più grande, insieme ad altri pianeti e corpi celesti che ruotano intorno al sole e che creano attrazione gravitazionale l'uno sull'altro, mentre la nostra galassia ruota e viaggia nell'universo. Considerando tutto questo, sì, il nostro clima cambierà, ed è assolutamente normale! ... Non cadete nella truffa, i combustibili fossili sono naturali e sorprendenti.
15 aprile 2023
Marjorie Taylor Greene[160]
Un tweet del 15 aprile 2023 della rappresentante repubblicana degli Stati Uniti Marjorie Taylor Greene ha affermato che il cambiamento climatico è una "truffa" e che "i combustibili fossili sono naturali e sorprendenti", affermando che "ci sono persone molto potenti che si stanno arricchendo oltre ogni aspettativa convincendo molti che il carbonio è il nemico".[161] Il suo tweet includeva un grafico che ometteva l'anidride carbonica e il metano[161] — le due emissioni dominanti di gas serra.[162]
Tassonomia della negazione del riscaldamento globale
[modifica | modifica wikitesto]Nel 2004 Stefan Rahmstorf descrisse come gli organi di informazione diano la fuorviante impressione che il cambiamento climatico fosse ancora dibattuto nella comunità scientifica, attribuendo questa impressione alle attività PR degli scettici sul cambiamento climatico. Identificò diverse posizioni sostenute dagli scettici climatici, che usò come tassonomia dello scetticismo sul cambiamento climatico:[163] (Più tardi il modello fu applicato anche alla negazione.[164])
«
- Gli scettici o negazionisti (che negano l'esistenza del riscaldamento globale), [e] sostengono che non si sta verificando alcun riscaldamento climatico significativo, affermando che la tendenza al riscaldamento misurata dalle stazioni meteorologiche è un artefatto dovuto all'urbanizzazione intorno a tali stazioni ("effetto isola di calore").
- Scettici o negazionisti dell'attribuzione (che accettano la tendenza al riscaldamento globale ma ne vedono le cause naturali), [e] dubitano che le attività umane siano responsabili delle tendenze osservate. Alcuni di loro negano persino che l'aumento del contenuto atmosferico di CO2 sia antropogenico [mentre altri sostengono che] l'aggiunta di CO2 non porta a un riscaldamento percepibile [e] che ci devono essere altre cause naturali per il riscaldamento.
- Scettici o negazionisti dell'impatto (che pensano che il riscaldamento globale sia innocuo o addirittura benefico).»
Questa tassonomia è stata utilizzata nelle scienze sociali per l'analisi delle pubblicazioni e per classificare lo scetticismo e la negazione del cambiamento climatico.[165][166] A volte viene aggiunta una quarta categoria, chiamata "negazione del consenso", che descrive le persone che mettono in dubbio l'esistenza del consenso scientifico sul riscaldamento globale antropogenico.[11]
Il National Center for Science Education descrive la negazione del cambiamento climatico come la messa in discussione di differenti punti nel consenso scientifico, un ventaglio sequenziale di argomenti dal negare il verificarsi del cambiamento climatico, accettarlo ma negare ogni significativo contributo umano, accettarli ma negare le acquisizioni scientifiche su come ciò si rifletterebbe su natura e società umana, fino ad accettare tutti i punti precedenti ma negare che l'umanità possa mitigare o ridurre i problemi.[14] James L. Powell propone una lista più articolata,[15] come pure fa il climatologo Michael E. Mann, in "sei stadi di negazione", un modello a scala in cui in negatori nel tempo hanno acconsentito ad accettare dei punti, ma si arroccano in una posizione che respinge comunque il consenso prevalente:[167]
«
- La CO2 non sta crescendo veramente.
- Ammesso che cresca, l'aumento non ha alcun impatto sul clima, poiché non ci sono prove convincenti del riscaldamento.
- Se c'è riscaldamento, è dovuto a cause naturali.
- Se il riscaldamento non può spiegarsi con cause naturali, l'impatto umano è piccolo, e l'impatto di emissioni continue di gas serra sarà lieve.
- Anche se gli effetti umani attuali e futuri previsti sul clima della Terra non sono trascurabili, i cambiamenti saranno generalmente positivi per noi.
- Indipendentemente dal fatto che i cambiamenti siano positivi o meno, gli esseri umani sono molto abili ad adattarsi ai cambiamenti; inoltre, è troppo tardi per fare qualcosa, e/o una soluzione tecnologica arriverà quando ne avremo davvero bisogno.[167]»
Giornalisti ed editorialisti come George Monbiot[168][169][170], Ellen Goodman,[169] ed altri[171][172] hanno descritto la negazione del riscaldamento globale come una forma di negazionismo.[173]
"Negazionismo" in questo contesto è stato definito da Chris e Mark Hoofnagle come l'uso di apparati retorici "per dare l'apparenza di legittima discussione dove non ce n'è alcuna, un approccio che ha come fine ultimo il rifiuto di una proposizione su cui esiste consenso scientifico." Questo processo si caratterizza per l'uso di una o più delle seguenti tattiche:[7][174][175]
- Affermazioni secondo cui il consenso scientifico implica cospirare per falsificare dati o occultare la verità: una teoria del complotto sul riscaldamento globale.
- Falsi esperti, o soggetti con vedute opposte alla conoscenza costituita, al contempo marginalizzando o denigrando gli esperti che vantano pubblicazioni scientifiche sul punto. Come nel caso (già citato) del dubbio inventato su fumo e salute, pochi scienziati contrari osteggiano il consenso sul clima; in taluni casi, le medesime personalità si sono distinte in entrambe le campagne di disinformazione.
- Selettività, come nello scegliere maliziosamente saggi scientifici atipici o anche obsoleti, come la controversia sul vaccino MPR basata su un solo studio: tra gli esempi vi sono idee screditate sul periodo caldo medievale.[175]
- Richieste inverosimili di ricerca, sostenendo che qualsiasi incertezza invalida il campo o esagerando l'incertezza e rifiutando i modelli probabilistici e matematici.
- Fallacie logiche.
Nel 2015 l'ambientalista Bill McKibben accusò il Presidente Obama (ampiamente considerato favorevolissimo ad agire sul cambiamento climatico[176]) di “catastrofica negazione del cambiamento climatico", per la sua approvazione dei permessi di trivellazione petrolifera in Alaska. McKibben definisce questo "negazione climatica del tipo status quo", in cui il Presidente nega "il significato della scienza, cioè che dobbiamo tenere il carbone nel terreno."[177]
Uno studio valutò la percezione e le azioni del pubblico nei confronti del cambiamento climatico, sulla base dei sistemi di credenze, e identificò sette barriere psicologiche che influiscono sul comportamento, altrimenti incline a facilitare la mitigazione, l'adattamento e la gestione dell'ambiente. L'autore riscontrò le seguenti barriere: cognizione, visione ideologica del mondo, paragoni con le persone chiave, costi e slancio, discredito nei confronti di esperti e autorità, rischi percepiti del cambiamento e cambiamenti comportamentali inadeguati.[178][179]
Pseudoscienza
[modifica | modifica wikitesto]Diversi gruppi, tra cui il National Center for Science Education, hanno descritto la negazione del cambiamento climatico come una forma di pseudoscienza.[182][183][184] Lo scetticismo sul cambiamento climatico, pur professando in alcuni casi di fare ricerca sul cambiamento climatico, si è invece concentrato sull'influenzare l'opinione pubblica, i legislatori e i media, in contrasto con la scienza legittima.[185]
In una recensione del libro di Michael D. Gordin, The Pseudoscience Wars: Immanuel Velikovsky and the Birth of the Modern Fringe, David Morrison scrisse:
«Nel capitolo finale, Gordin affronta la nuova fase della pseudoscienza, praticata da alcuni scienziati canaglia. Il negazionismo del cambiamento climatico ne è l'esempio principale: un manipolo di scienziati, alleati con un'efficace macchina di pubbliche relazioni, sta sfidando pubblicamente il consenso scientifico sul fatto che il riscaldamento globale è reale ed è dovuto principalmente al consumo umano di combustibili fossili. Gli scienziati hanno assistito increduli al fatto che, mentre le prove del riscaldamento globale sono diventate sempre più solide, i negazionisti hanno avuto sempre più successo nell'arena pubblica e politica. ... Oggi la pseudoscienza è ancora tra noi e rappresenta una sfida pericolosa per la scienza come lo è stata in passato.[186]»
False credenze
[modifica | modifica wikitesto]È stato dimostrato che spiegare le tecniche di negazione della scienza e di disinformazione, presentando "esempi di persone che usano il cherrypicking o i falsi esperti o il falso equilibrio per fuorviare il pubblico", vaccina in qualche modo le persone contro la disinformazione.[187][188][189]
Il dialogo incentrato sulla questione di come le credenze differiscano dalla teoria scientifica può fornire utili indicazioni sul funzionamento del metodo scientifico e sul fatto che le credenze possono avere prove forti o minime a sostegno.[190][191] L'indagine di Wong-Parodi sulla letteratura mostra quattro approcci efficaci al dialogo, tra cui "incoraggiare le persone a condividere apertamente i loro valori e la loro posizione sul cambiamento climatico prima di introdurre nella discussione le informazioni scientifiche sul clima".[192]
Aspetti emotivi e psicologici
[modifica | modifica wikitesto]Il direttore dello Yale Program on Climate Change Communication disse che "non si potrebbe concepire peggior modello per la nostra psicologia di base o per le nostre istituzioni decisionali" che affrontare il cambiamento climatico affidandosi all'attitudine a breve termine dell'uomo e delle sue istituzioni.[193] Il repubblicano della Florida Tom Lee così descrisse l'impatto emotivo e le reazioni dei soggetti al cambiamento climatico: "Se queste previsioni si avverano, ciò è solo economicamente scoraggiante. ... Ecco perché uso l'espressione 'emotivamente spento', perché penso che molte volte, nella conversazione repubblicana, si perda la gente per questo motivo".[194]
Le reazioni personali al cambiamento climatico possono anche sfociare in ansia, depressione, disperazione, dissonanza, incertezza, insicurezza e angoscia; una psicologa suggerisce che "la disperazione per il nostro clima che sta cambiando può ostacolare la soluzione del problema".[195] L'American Psychological Association ha invitato psicologi ed altri scienziati sociali ad occuparsi delle barriere che impediscono di agire riguardo al cambiamento climatico.[196] Si ritiene che l'immediatezza di un numero crescente di eventi meteorologici estremi e gli incentivi fiscali per l'efficienza energetica e l'acquisto di veicoli elettrici motivino le persone ad affrontare il cambiamento climatico.[193]
Uno studio pubblicato in PLOS Climate analizzò le forme difensiva e sicura di identità nazionale — chiamate rispettivamente "narcisismo nazionale"[197] e "identificazione nazionale sicura"[198] — nella loro correlazione al sostegno delle politiche orientate a mitigare il cambiamento climatico e ad evolvere verso l'energia rinnovabile.[199] I ricercatori conclusero che l'identificazione nazionale sicura tende a sostenere le politiche promuoventi l'energia rinnovabile; tuttavia, si rilevò che il narcisismo nazionale era inversamente correlato al sostegno di tali politiche — tranne che per quanto, politiche siffatte, come il greenwashing, migliorino l'"immagine" nazionale".[199] Si concluse pure che l'orientamento politico di destra, che può indicare l'inclinazione a recepire opinioni complottiste in ambito climatico, è correlato negativamente rispetto al sostegno di politiche di genuina mitigazione climatica.[199]
Replicare alla negazione climatica – il ruolo di emozioni ed argomenti persuasivi
[modifica | modifica wikitesto]Un articolo di The Irish Times osserva che la negazione climatica "non si può superare facilmente con un argomento ragionato", perché non è una reazione razionale. Tentare di sconfiggere la negazione con tecniche di argomento persuasivo, come fornire un pezzo di informazione mancante, o nozioni scientifiche generali può essere inefficace. Una persona che ha aderito alla negazione climatica è più incline a prendere una posizione basata sui propri sentimenti, soprattutto sentimenti legati a cose che teme.[202]
Lewandowsky ha dichiarato che "È piuttosto chiaro che la paura delle soluzioni suscita molta opposizione alla scienza."[203]
Può essere utile reagire alle emozioni, anche con la frase "Può essere doloroso rendersi conto che i nostri stili di vita sono responsabili, per favorire l'evoluzione "dalla negazione all'accettare di agire costruttivamente."[202][204][205]
Agricoltori e negazione climatica
[modifica | modifica wikitesto]Vedere positivi risultati economici dalle iniziative volte a pratiche agricole amiche del clima, o farsi coinvolgere nella gestione intergenerazionale di una fattoria può giocare un ruolo nel distogliere dalla negazione gli agricoltori. Uno studio in tema di negazione climatica tra agricoltori in Australia ha constatato che gli agricoltori erano meno inclini ad assumere posizioni di negazione climatica se avevano riscontrato un miglioramento produttivo conseguente a pratiche favorevoli al clima, o identificavano una persona più giovane come loro successore in fattoria.[206]
Negli Stati Uniti i dialoghi rurali sul clima sponsorizzati dal Sierra Club hanno favorito negli abitanti il superamento dei loro timori di polarizzazione politica ed esclusione, e l'associarsi per affrontare le comuni preoccupazioni sulle conseguenze del clima nelle loro comunità. Alcuni partecipanti che avevano esordito con attitudini di negazione del carattere antropogenetico del cambiamento climatico erano arrivati ad identificare problemi che avrebbero voluto veder affrontare dalle autorità locali.[207]
Persone che hanno cambiato posizione
[modifica | modifica wikitesto]"Ero uno scettico del cambiamento climatico", ammise nel 2018 l'editorialista conservatore Max Boot, uno che credeva che "la scienza fosse inconcludente" e quella preoccupazione fosse "gonfiata". Ora, dice, citando il Fourth National Climate Assessment, "il consenso scientifico è così chiaro e convincente."[208] Il dubitatore del cambiamento climatico Bob Inglis, già rappresentante USA di Carolina del Sud, cambiò opinione dopo gli appelli di suo figlio in proposito, e dopo aver studiato per un periodo con il climatologo Scott Heron lo sbiancamento dei coralli nella Grande barriera corallina. Inglis non fu eletto in parlamento nel 2010, e continuò a raccogliere fondi per republicEn,[209] una Non Profit per sostenere voci e soluzioni repubblicane circa il cambiamento climatico.[210]
Jerry Taylor promosse il negazionismo climatico per 20 anni come ex direttore del personale per la task force su energia ed ambiente dell'American Legislative Exchange Council (ALEC) ed ex vicepresidente del Cato Institute. Taylor iniziò a cambiare idea quando il climatologo James Hansen lo sfidò a rileggere alcune deposizioni al Senato. Nel 2014 divenne presidente del Niskanen Center, dove si impegna a convertire gli scettici sul clima in attivisti in favore di quest'ultimo, facendo valere le ragioni economiche per le azioni climatiche.[211][212][213]
Nel 2009 il Presidente russo Dmitrij Medvedev dichiarò che il cambiamento climatico era "una specie di campagna fasulla messa in scena da certe strutture commerciali per promuovere i loro progetti d'affari". Dopo che devastanti incendi nel 2010 avevano danneggiato l'agricoltura[214] e avvolto Mosca in una nube soffocante,[215] Medvedev commentò, "Purtroppo, quel che succede ora nelle nostre regioni centrali è la prova di questo cambiamento climatico globale.[216]
Michael Shermer, editore della rivista Skeptic, nel 2006 raggiunse un punto di svolta dopo essersi maggiormente documentato sulle acquisizioni scientifiche, e decise che c'era "prova schiacciante di un riscaldamento globale antropogenico". Il giornalista Gregg Easterbrook, scettico climatico di vecchia data che aveva pubblicato l'influente A Moment on the Earth (1995),[217] cambiò a sua volta idea nel 2006, esponendo la sua nuova veduta con il saggio "Case Closed: The Debate About Global Warming is Over".[216]
Per alcuni anni Sto Ostro, esperto meteorologo di The Weather Channel, aveva manifestato scetticismo o cinismo sul riscaldamento globale antropogenico, però dal 2010 si diede ad illustrare le connessioni tra il cambiamento climatico ascrivibile ad attività umane e i fenomeni meteo estremi.[216]
Richard A. Muller, professore di fisica alla Università della California - Berkeley, co-fondatore del progetto Berkeley Earth Surface Temperature, finanziato dalla Charles Koch Charitable Foundation, si era distinto come contestatore della scienza climatica prevalente. Nel 2011 dichiarò che "in seguito ad un'intensa iniziativa di ricerca che ha coinvolto una dozzina di scienziati, sono arrivato alla conclusione che il riscaldamento globale era vero e che le stime precedenti sul tasso di riscaldamento erano corrette. Adesso voglio fare un passo avanti: Gli esseri umani sono la causa pressoché esclusiva."[218]
Finanziamento
[modifica | modifica wikitesto]Tra il 2002 e il 2010 le entrate complessive di 91 organizzazioni-think tank del contro-movimento sul cambiamento climatico, gruppi di sostegno, e associazioni industriali erano circa 900 milioni di dollari.[219][220] Nello stesso periodo, alcuni miliardari segretamente donarono attraverso Donors Trust e Donors Capital Fund circa 120 milioni di dollari a più di 100 organizzazioni impegnate a screditare la scienza climatica nella percezione del pubblico.[221][222]
Nel 2019, negli Stati Uniti, il 97 per cento dei contributi politici dell'industria carbonifera e l'88 per cento dei contributi delle industrie di petrolio e gas erano andati ai repubblicani,,[223][224] spingendo l'economista Paul Krugman a definire i repubblicani "l'unico partito importante al mondo di negazionisti climatici".[225]
Opinione pubblica
[modifica | modifica wikitesto]L'opinione pubblica sul cambiamento climatico è significativamente influenzata dallo spazio che i mezzi di comunicazione dedicano all'argomento,[228] e dagli effetti delle campagne di negazione del cambiamento climatico. Le campagne per erodere la fiducia del pubblico nella scienza climatica hanno ridotto la credenza del pubblico nel fenomeno, il che a sua volta ha influenzato le iniziative legislative volte a frenare le emissioni di CO2.[229] Un altro motivo per cui il pubblico è scettico circa il cambiamento climatico risiede nella sua insufficiente informazione in proposito.[9]
Stati Uniti
[modifica | modifica wikitesto]In un sondaggio del 2006 ABC News/Time/Stanford il 56% degli statunitensi rispose correttamente che le temperature medie globali erano cresciute nel corso degli ultimi tre anni. Tuttavia, nel medesimo sondaggio, due terzi dissero di credere che gli scienziati "dissentivano parecchio" sul punto "se il riscaldamento globale stia avvenendo o no".[230]
Dal 2001 al 2012 il numero di statunitensi che dicevano di credere nel riscaldamento globale antropogenico scese dal 75 al 44 per cento.[231]
Uno studio rilevò che il sostegno alle politiche sul cambiamento climatico e il comportamento del pubblico sono significativamente influenzati da credenze, atteggiamenti e percezione del rischio.[234] A marzo 2018 il tasso di accettazione tra i previsori televisivi statunitensi del fatto che il clima stesse cambiando salì al novantacinque per cento. Anche il numero di servizi televisivi locali sul riscaldamento globale aumentò di quindici volte. A Climate Central è stata attribuita parte del merito di questo risultato perché fornisce corsi per meteorologi e grafici per le stazioni televisive.[235]
Negli Stati Uniti i mezzi di comunicazione più diffusi prestano maggiore attenzione agli scettici sul cambiamento climatico rispetto alla comunità scientifica nel suo complesso e il livello di consenso all'interno della comunità scientifica non è stato comunicato in modo accurato.[236][237][238] In alcuni casi, i notiziari hanno permesso agli scettici del cambiamento climatico di spiegare la scienza del cambiamento climatico al posto di esperti di climatologia.[239] La rappresentazione mediatica degli Stati Uniti e del Regno Unito differisce da quella svolta in altri Paesi, dove le notizie sono più coerenti con la letteratura scientifica.[240][241] Alcuni giornalisti attribuiscono la differenza al fatto che la negazione del cambiamento climatico viene propagata, soprattutto negli Stati Uniti, da organizzazioni incentrate sul business che utilizzano tattiche già sperimentate dalla lobby del tabacco statunitense.[78][242][243] In Francia, negli Stati Uniti e nel Regno Unito, le opinioni degli scettici del cambiamento climatico appaiono molto più frequentemente nei notiziari conservatori rispetto alle altre notizie, e in molti casi queste opinioni sono lasciate senza contraddittorio.[244]
Gli sforzi di Al Gore e di altre campagne ambientaliste si sono concentrati sugli effetti del riscaldamento globale e sono riusciti ad aumentare la consapevolezza e la preoccupazione, ma nonostante questi sforzi, il numero di americani che crede che l'uomo sia la causa del riscaldamento globale è rimasto fermo al 61% nel 2007, e quelli che credono che i media popolari stiano sottovalutando il problema sono rimasti circa il 35%.[245] Un recente sondaggio del 2015 suggerisce che, sebbene gli americani siano sempre più consapevoli dei pericoli e delle implicazioni del cambiamento climatico per le generazioni future, la maggioranza non è preoccupata.[246] Da un'indagine condotta nel 2004, è emerso che oltre il 30% delle notizie presentate nel decennio precedente dava lo stesso risalto ai contributi umani e non umani al riscaldamento globale.[247]
Nel 2018, la National Science Teachers Association ha esortato gli insegnanti a "sottolineare agli studenti che non esiste alcuna controversia scientifica riguardo ai fatti fondamentali del cambiamento climatico".[248]
Europa
[modifica | modifica wikitesto]La negazione del cambiamento climatico è stata promossa da diversi partiti europei di estrema destra, tra cui lo spagnolo Vox, il finlandese Partito dei Finlandesi di estrema destra, l'austriaco Partito della Libertà e il tedesco anti-immigrazione Alternative für Deutschland (AfD).[249]
Nell'aprile del 2023, il politologo francese Jean-Yves Dormagen indica che sono le classi più modeste e conservatrici ad essere le più restìe, e quindi scettiche, nei confronti del cambiamento climatico.[250] In uno studio della Fondazione Jean-Jaurès pubblicato lo stesso mese, lo scetticismo climatico viene paragonato a un nuovo populismo il cui rappresentante sarebbe ultimamente Steven E. Koonin, nonché per altri il suo portavoce.[251][252]
Nazionalismo
[modifica | modifica wikitesto]È stato suggerito che il cambiamento climatico può essere in conflitto con una visione nazionalistica perché è "irrisolvibile" a livello nazionale e richiede un'azione collettiva tra le nazioni o tra le comunità locali, e che quindi il nazionalismo populista tende a rifiutare la scienza del cambiamento climatico.[253]
In un TED talk Yuval Noah Harari osserva:[254]
Il nazionalismo non ha soluzioni per il cambiamento climatico. Se si vuole essere nazionalisti nel XXI secolo, si deve negare il problema. Se si accetta la realtà del problema, allora si deve accettare che, sì, c'è ancora spazio nel mondo per il patriottismo, c'è ancora spazio nel mondo per avere lealtà e obblighi speciali verso il proprio popolo, verso il proprio Paese. Credo che nessuno stia pensando di abolirlo. Ma per affrontare il cambiamento climatico, abbiamo bisogno di ulteriori lealtà e impegni a un livello che vada oltre la nazione.
Nel 2019 il Sottosegretario all'Energia Mark W. Menezes disse che le esportazioni del progetto Freeport LNG "avrebbero diffuso il gas della libertà in tutto il mondo", mentre l'Assistente Segretario per l'Energia Fossile Steven Winberg fece proprio l'appello di esportare internazionalmente "molecole di libertà USA".[255]
D'altra parte, è stato sostenuto che un'azione efficace sul clima è policentrica piuttosto che internazionale, e che l'interesse nazionale nei gruppi multilaterali può essere favorito dal superamento della negazione del cambiamento climatico.[256] I contrari al cambiamento climatico possono credere in una "caricatura" dell'intervento statale internazionalista, percepito come una minaccia alla sovranità nazionale, e possono riattribuire rischi come le inondazioni alle istituzioni internazionali.[257] La politica sul cambiamento climatico del Partito per l'Indipendenza del Regno Unito è stata influenzata dal noto contrario Christopher W. Monckton e poi dal suo portavoce per l'energia Roger Helmer, parlamentare europeo, che affermò in un discorso "Non è chiaro che l'aumento della CO2 sia antropogenico."[258]
Jerry Taylor del Niskanen Center sostiene che la negazione del cambiamento climatico è una componente importante della coscienza storica trumpiana e "gioca un ruolo significativo nell'architettura del trumpismo come sistema filosofico in via di sviluppo".[259]
Sebbene la negazione del cambiamento climatico fosse apparentemente in declino "intorno al" 2021, alcune organizzazioni nazionaliste di destra hanno adottato una teoria di "populismo ambientale" che sostiene che le risorse naturali dovrebbero essere preservate per gli attuali residenti di una nazione, escludendo gli immigrati.[260] Altre organizzazioni di destra hanno creato nuove "ali verdi" che affermano falsamente che sono i rifugiati provenienti dalle nazioni povere la causa dell'inquinamento ambientale e dei cambiamenti climatici, e che quindi dovrebbero essere esclusi.[260]
Lobbying
[modifica | modifica wikitesto]Gli sforzi di lobby contro la regolamentazione ambientale hanno incluso campagne per creare dubbi sulla scienza alla base del cambiamento climatico e per oscurare il consenso scientifico e i dati.[261] Questi sforzi hanno minato la fiducia dell'opinione pubblica nella scienza del clima e hanno avuto un impatto sulle lobby che si occupano di cambiamenti climatici.[20][229]
Le organizzazioni di pressione politica FreedomWorks e Americans for Prosperity, finanziate dai fratelli David e Charles Koch delle industrie Koch, sono state importanti nel sostenere il movimento del Tea Party e nell'incoraggiare il movimento ad occuparsi del cambiamento climatico.[262]
Altre organizzazioni conservatrici, come l'Istituto George C. Marshall, il Cato Institute, The Heritage Foundation e l'American Enterprise Institute, hanno partecipato in modo significativo a questi tentativi di lobbying, cercando di bloccare o eliminare le normative ambientali.[263][264]
Questo approccio per sminuire l'importanza del cambiamento climatico è stato copiato dai lobbisti del tabacco; di fronte alle prove scientifiche che collegavano il tabacco al cancro ai polmoni, per impedire o ritardare l'introduzione di una regolamentazione. I lobbisti hanno tentato di screditare la ricerca scientifica creando dubbi e manipolando il dibattito. Hanno lavorato per screditare gli scienziati coinvolti, per contestare le loro scoperte e per creare e mantenere un'apparente controversia promuovendo affermazioni che contraddicono la ricerca scientifica. "Il dubbio è il nostro prodotto", si vantava un ormai famigerato promemoria dell'industria del 1969. Il dubbio avrebbe messo l'industria del tabacco al riparo da controversie e regolamenti per i decenni a venire".[265] Nel 2006, George Monbiot ha scritto su The Guardian delle somiglianze tra i metodi dei gruppi finanziati dalla Exxon e quelli del gigante del tabacco Philip Morris, tra cui gli attacchi diretti alla verifica tra pari della scienza e i tentativi di creare controversie pubbliche e dubbi.[168]
L'ex presidente della Accademia Nazionale delle Scienze Frederick Seitz, che, secondo un articolo di Mark Hertsgaard su Vanity Fair, ha guadagnato circa 585 000 $ negli anni '70 e '80 come consulente della R.J. Reynolds Tobacco Company,[266] ha continuato a presiedere gruppi come il Science and Environmental Policy Project e il George C. Marshall Institute che si sostiene si siano adoperati per "minimizzare" il riscaldamento globale. Seitz dichiarò negli anni '80 che "il riscaldamento globale è molto più una questione di politica che di clima". Seitz è stato l'autore della Petizione Oregon, un documento pubblicato congiuntamente dal Marshall Institute e dall'Oregon Institute of Science and Medicine in opposizione al protocollo di Kyoto. La petizione e l'allegato "Research Review of Global Warming Evidence" sostenevano:[168]
«I limiti proposti per i gas serra danneggerebbero l'ambiente, ostacolerebbero il progresso della scienza e della tecnologia e danneggerebbero la salute e il benessere dell'umanità. Non ci sono prove scientifiche convincenti che il rilascio umano di anidride carbonica, metano o altri gas a effetto serra stia causando o causerà, in un futuro prevedibile, un riscaldamento catastrofico dell'atmosfera terrestre e un'alterazione del clima della Terra. ... Viviamo in un ambiente sempre più rigoglioso di piante e animali grazie all'aumento dell'anidride carbonica. I nostri figli godranno di una Terra con un numero di piante e animali di gran lunga superiore a quello con cui siamo ora benedetti. Questo è un dono meraviglioso e inaspettato della rivoluzione industriale..»
George Monbiot scrisse su The Guardian che questa petizione, che egli criticava come fuorviante e legata ai finanziamenti dell'industria, "è stata citata da quasi tutti i giornalisti che sostengono che il cambiamento climatico è un mito". Le iniziative dei gruppi di negazionisti del cambiamento climatico ebbero un ruolo significativo nel rifiuto finale del protocollo di Kyoto negli Stati Uniti.[267]
Monbiot ha scritto di un altro gruppo fondato dalla lobby del tabacco, The Advancement of Sound Science Coalition (TASSC), che ora si batte contro le misure per combattere il riscaldamento globale. Mentre esso cerca ancora una volta di costruire l'apparenza di un movimento di base contro la "paura infondata" e l'"eccesso di regolamentazione", Monbiot afferma che il TASSC "ha fatto più danni alla campagna per fermare [il cambiamento climatico] di qualsiasi altro organismo".[168]
Il sociologo ambientale della Drexel University Robert Brulle analizzò il finanziamento di 91 organizzazioni che si opponevano alle restrizioni sulle emissioni di anidride carbonica, da lui definiti il "contro-movimento del cambiamento climatico". Tra il 2003 e il 2013, i donor-advised fund[268] Donors Trust e Donors Capital Fund, insieme, sono stati i maggiori finanziatori, con circa un quarto dei fondi totali, e l'American Enterprise Institute è stato il maggiore beneficiario, con il 16% dei fondi totali. Lo studio rilevò pure che era aumentata la quantità di denaro donato a queste organizzazioni per mezzo di fondazioni le cui fonti di finanziamento non potevano essere rintracciate.[269][270][271][272][273]
Il lavoro della società di consulenza economica Charles River Associates che prevedeva l'impatto sull'occupazione del Climate Stewardship Act del 2003 è stato criticato dal Natural Resources Defense Council nel 2005 per l'utilizzo di ipotesi economiche irrealistiche e per la produzione di stime non corrette.[274] Uno studio del 2021 ha concluso che il loro lavoro dagli anni 1990 ai 2010 ha sovrastimato i costi previsti e ignorato i potenziali benefici politici, ed è stato spesso presentato da politici e lobbisti come indipendente piuttosto che sponsorizzato dall'industria dei combustibili fossili. Altri documenti pubblicati nello stesso periodo da economisti del MIT e del Wharton Econometric Forecasting Associates, anch'essi finanziati dall'industria dei combustibili fossili, hanno prodotto conclusioni simili.[275]
Settore privato
[modifica | modifica wikitesto]Diverse grandi aziende dell'industria dei combustibili fossili finanziano in modo significativo i tentativi di ingannare l'opinione pubblica sull'attendibilità della scienza del clima.[278] La ExxonMobil e le fondazioni della famiglia Koch sono state identificate come finanziatori particolarmente influenti del "contrarianismo" sul cambiamento climatico.[279] Il fallimento della società carbonifera Cloud Peak Energy ha rivelato che essa finanziava l'Institute for Energy Research, un think tank che nega il cambiamento climatico, oltre a diversi altri influencer politici.[280][281]
Dopo che l'IPCC ebbe pubblicato il suo Rapporto del febbraio 2007, l'American Enterprise Institute (AEI) offrì a scienziati britannici, americani e di altre nazionalità 10 000 dollari più le spese di viaggio per pubblicare articoli critici nei confronti della valutazione. L'istituto aveva ricevuto più di 1,6 milioni di dollari dalla Exxon e il suo vicepresidente degli amministratori era l'ex capo della Exxon Lee Raymond. Raymond mandò lettere in cui sosteneva che il rapporto dell'IPCC non era "supportato dal lavoro analitico". Più di 20 dipendenti dell'AEI lavoravano come consulenti per l'amministrazione di George W. Bush.[282] Nonostante la sua iniziale convinzione che la negazione del cambiamento climatico si sarebbe attenuata con il tempo, la senatrice Barbara Boxer dichiarò che quando seppe dell'offerta dell'AEI, "comprese che c'era un movimento dietro a questo che non si arrendeva".[283]
La Royal Society svolse un'indagine da cui emerse che la ExxonMobil aveva dato 2,9 milioni di dollari a gruppi americani che "disinformavano il pubblico sul cambiamento climatico", 39 dei quali "travisavano la scienza del cambiamento climatico negando apertamente le prove".[284][285] Nel 2006, la Royal Society ha chiesto alla ExxonMobil di ritirare i finanziamenti per la negazione dei cambiamenti climatici. La lettera ha suscitato critiche, in particolare da parte di Timothy Ball che ha sostenuto che la società ha tentato di "politicizzare il finanziamento privato della scienza e di censurare il dibattito scientifico". Nel 2006, la Royal Society chiese alla ExxonMobil di ritirare i finanziamenti per la negazione dei cambiamenti climatici. La lettera suscitò critiche, in particolare da parte di Timothy Ball che sostenne che la società avesse tentato di "politicizzare il finanziamento privato della scienza e di censurare il dibattito scientifico".[286]
Ricerche condotte in una raccolta d'archivio della Exxon presso l'Università del Texas e interviste giornalistiche a ex dipendenti indicano che l'opinione scientifica all'interno dell'azienda e la sua posizione pubblica nei confronti del cambiamento climatico erano contraddittorie.[287] Una revisione sistematica delle proiezioni della Exxon sui modelli climatici concluse che, in ambito privato e accademico, a partire dalla fine degli anni 1970 e dall'inizio degli anni 1980, la ExxonMobil aveva previsto il riscaldamento globale in modo corretto e abile, aveva scartato correttamente la possibilità di un'imminente era glaciale a favore di una "super-interglaciale indotta dall'anidride carbonica" e aveva stimato ragionevolmente la quantità di CO2 che avrebbe portato a un riscaldamento pericoloso.[288]
Tra il 1989 e il 2002, la Global Climate Coalition, un gruppo di aziende prevalentemente statunitensi, utilizzò tattiche aggressive di lobbying e pubbliche relazioni per opporsi alle azioni di riduzione delle emissioni di gas serra e combattere il Protocollo di Kyoto. La coalizione era finanziata da grandi aziende e gruppi commerciali delle industrie del petrolio, del carbone e dell'auto. The New York Times riferì che "anche se la coalizione si era data da fare per influenzare l'opinione pubblica [verso lo scetticismo], i suoi stessi esperti scientifici e tecnici avevano avvertito che la scienza che sostiene il ruolo dei gas serra nel riscaldamento globale non poteva essere confutata".[289] Nel 2000, la Ford Motor Company fu la prima azienda a lasciare la coalizione in seguito alle pressioni degli ambientalisti,[290] seguita da Daimler-Chrysler, Texaco, la Southern Company e General Motors, successivamente passata alla GCC.[291] L'organizzazione cessò di esistere nel 2002.[292]
Da gennaio 2009 a giugno 2010, le industrie del petrolio, del carbone e delle utility[293] spesero 500 milioni di dollari in spese di lobby per ostacolare la legislazione sul cambiamento climatico.[294][295]
All'inizio del 2015, diversi organi d'informazione riferirono che Willie Soon, uno scienziato gradito ai negazionisti del cambiamento climatico, non aveva rivelato i conflitti di interesse in almeno 11 articoli scientifici pubblicati dal 2008.[296] Riferirono che aveva ricevuto un totale di 1,25 milioni di dollari dalla ExxonMobil, dalla Southern Company, dall'American Petroleum Institute e da una fondazione gestita dai fratelli Koch.[297] Charles R. Alcock, direttore dell'Harvard-Smithsonian Center for Astrophysics, dove si trovava Soon, dichiarò che permettere ai finanziatori del lavoro di Soon di impedire la divulgazione delle fonti di finanziamento era stato un errore, che non sarà consentito nei futuri accordi di sovvenzione.[298]
Lewandowsky riferisce che ponendo quattro domande sul libero mercato è in grado di prevedere con "il 67% di "fiducia" (cioè di varianza)" l'atteggiamento di un individuo nei confronti del cambiamento climatico.[203]
Settore pubblico
[modifica | modifica wikitesto]«Inizierà a diventare più freddo, basta guardare. [...] Non credo che la scienza lo sappia, in realtà.»
— L'allora Presidente degli Stati Uniti Donald Trump
Il Partito Repubblicano negli Stati Uniti è l'unico a negare il cambiamento climatico antropogenico tra i partiti politici conservatori del mondo occidentale.[300][301] Nel 1994, secondo una nota trapelata, lo stratega repubblicano Frank Luntz consigliò ai membri del Partito Repubblicano, per quanto riguarda il cambiamento climatico, di "continuare a fare della mancanza di certezza scientifica una questione primaria" e di "sfidare la scienza" "reclutando esperti che siano solidali con la vostra opinione".[283] (Nel 2006, Luntz dichiarò di essere ancora convinto che "nel '97 e nel '98 la scienza era incerta", ma ora si allinea al consenso scientifico).[302] Dal 2008 al 2017, il Partito Repubblicano passò "dal discutere come combattere il cambiamento climatico causato dall'uomo a sostenere che non esiste", secondo il New York Times.[303] Nel 2011, "più della metà dei repubblicani alla Camera e tre quarti dei senatori repubblicani" affermarono "che la minaccia del riscaldamento globale, in quanto fenomeno di origine umana e altamente minaccioso, è nel migliore dei casi un'esagerazione e nel peggiore una vera e propria 'bufala'", secondo quanto scritto da Judith Warner su The New York Times Magazine.[304] Nel 2014, secondo la NBC News, oltre il 55% dei repubblicani del Congresso negava il cambiamento climatico.[305][306] Secondo PolitiFact nel maggio 2014, l'affermazione di Jerry Brown secondo cui "praticamente nessun repubblicano" a Washington accetta la scienza del cambiamento climatico, era "per lo più vera"; PolitiFact contò "otto su 278, o circa il 3%" dei membri repubblicani del Congresso che "accettano la conclusione scientifica prevalente che il riscaldamento globale è sia reale che causato dall'uomo".[307][308]
Nel 2005, The New York Times riferì che Philip Cooney, ex lobbista dei combustibili fossili e "team leader del clima" presso l'American Petroleum Institute e capo dello staff del presidente George W. Bush del Council on Environmental Quality, aveva "ripetutamente modificato i rapporti governativi sul clima in modo da minimizzare i legami tra tali emissioni e il riscaldamento globale, secondo documenti interni".[309] Sharon Begley riferì su Newsweek che Cooney "aveva modificato un rapporto del 2002 sulla scienza del clima cospargendolo di frasi come 'mancanza di comprensione' e 'notevole incertezza'". Cooney avrebbe rimosso un'intera sezione sul clima in un rapporto, al che un altro lobbista gli avrebbe inviato un fax con scritto "Stai facendo un ottimo lavoro".[283] Cooney annunciò le sue dimissioni due giorni dopo la diffusione della notizia della sua manomissione dei rapporti scientifici,[310] ma pochi giorni dopo fu annunciato che Cooney avrebbe assunto un incarico presso la ExxonMobil.[311]
Il Segretario dell'energia degli Stati Uniti Rick Perry, in un'intervista del giugno 2017 alla CNBC, riconobbe l'esistenza del cambiamento climatico e l'impatto dell'uomo, ma affermò di non essere d'accordo con l'idea che l'anidride carbonica fosse il motore principale del riscaldamento globale, indicando invece "le acque oceaniche e questo ambiente in cui viviamo".[312] La American Meteorological Society rispose in una lettera a Perry, dichiarando "assolutamente importante che lei capisca che le emissioni di anidride carbonica e di altri gas serra sono la causa principale", e richiamando le conclusioni degli scienziati di ogni parte del mondo.[313]
Il repubblicano Jim Bridenstine, primo politico eletto a ricoprire la carica di amministratore della NASA, aveva precedentemente affermato che le temperature globali non stavano aumentando. Un mese dopo la conferma da parte del Senato del suo incarico alla NASA, nell'aprile 2018, riconobbe che le emissioni umane di gas serra stavano facendo crescere le temperature globali.[314][315]
Sebbene il negazionismo climatico abbia iniziato a diminuire tra i vertici del Partito Repubblicano, andando verso il riconoscimento che "il clima sta cambiando", uno studio del 2019 condotto da alcuni importanti think tank descrive la destra climatica come "frammentata e sottofinanziata".[316]
Il riconoscimento del cambiamento climatico da parte dei politici, pur esprimendo incertezza su quanto il cambiamento climatico possa essere attribuito all'attività umana, è stato descritto come una nuova forma di negazione del clima e "uno strumento affidabile per manipolare la percezione pubblica del cambiamento climatico e bloccare l'azione politica".[317][318]
Scuole
[modifica | modifica wikitesto]Secondo i documenti trapelati nel febbraio 2012, l'Heartland Institute stava sviluppando un curriculum, da utilizzare nelle scuole, che inquadrerebbe il cambiamento climatico come una controversia scientifica.[319][320][321] Nel 2017, Glenn Branch, vicedirettore del National Center for Science Education (NCSE), scrisse che "l'Heartland Institute continua a infliggere la sua letteratura negazionista sul cambiamento climatico agli insegnanti di scienze di tutto il Paese". Descrisse anche la reazione di alcuni insegnanti di scienze agli invii di Heartland: "Fortunatamente, il materiale di Heartland continua a essere accolto con scetticismo e respinto con disprezzo".[322] Il NCSE preparò Classroom Resources (risorse didattiche) in risposta alle minacce antiscientifiche di Heartland ed altri.[323]
Branch fece anche riferimento ad un articolo di ClimateFeedback.org[322] che recensiva un opuscolo di Heartland non richiesto, intitolato "Perché gli scienziati non sono d'accordo sul riscaldamento globale", inviato agli insegnanti di scienze degli Stati Uniti. La loro intenzione era quella di inviarlo a "più di 200.000 insegnanti K-12".[324] Ogni affermazione significativa fu valutata per la sua accuratezza da scienziati esperti dell'argomento. Nel complesso, l'accuratezza dell'opuscolo è stata valutata con una "F" (il voto più basso nei sistemi di valutazione anglosassoni): "difficilmente potrebbe ottenere un punteggio inferiore", e "la sezione "Risultati chiave" è scorretta, fuorviante, basata su una logica errata o semplicemente imprecisa nei fatti".[325]
Effetto
[modifica | modifica wikitesto]La narrazione di una fantasiosa incertezza sul cambiamento climatico, la strategia fondamentale della negazione del cambiamento climatico, è stata molto efficace, soprattutto negli Stati Uniti. Ha contribuito a ridurre i livelli di preoccupazione nell'opinione pubblica, e ha dato pretesto all'inerzia dei governi in tutto il mondo.[28][326] Un sondaggio di Angus Reid pubblicato nel 2010 indicò che lo scetticismo nei confronti del riscaldamento globale negli Stati Uniti, in Canada e nel Regno Unito era in aumento.[327][328] Le cause di questa tendenza possono essere molteplici, tra cui l'attenzione alle questioni economiche piuttosto che a quelle ambientali e una percezione negativa delle Nazioni Unite e del loro ruolo nella discussione sui cambiamenti climatici.[329] Un'altra causa potrebbe essere la stanchezza dovuta alla sovraesposizione dell'argomento: i sondaggi secondari suggeriscono che il pubblico potrebbe essere stato scoraggiato dai toni eccessivamente radicali della discussione,[327] mentre altri sondaggi mostrano che il 54% degli elettori statunitensi ritiene che "gli organi d'informazione fanno apparire il riscaldamento globale peggiore di quanto sia in realtà".[330] Un sondaggio del 2009 sulla questione se "alcuni scienziati hanno falsificato i dati della ricerca per sostenere le proprie teorie e convinzioni sul riscaldamento globale" mostrò che il 59% degli americani lo riteneva "almeno in qualche modo probabile", mentre il 35% lo riteneva "molto probabile".[329]
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ (EN) John Cook, Quantifying the consensus on anthropogenic global warming in the scientific literature, in Environmental Research Letters, vol. 8, n. 2, 15 maggio 2013, pp. 024024, Bibcode:2013ERL.....8b4024C, DOI:10.1088/1748-9326/8/2/024024.«there is a significant gap between public perception and reality, with 57% of the US public either disagreeing or unaware that scientists overwhelmingly agree that the earth is warming due to human activity (Pew 2012). Contributing to this "consensus gap" are campaigns designed to confuse the public about the level of agreement among climate scientists. ... The narrative presented by some dissenters is that the scientific consensus is "on the point of collapse" while "the number of scientific 'heretics' is growing with each passing year" A systematic, comprehensive review of the literature provides quantitative evidence countering this assertion. The number of papers rejecting AGW is a minuscule proportion of the published research, with the percentage slightly decreasing over time. Among papers expressing a position on AGW, an overwhelming percentage (97.2% based on self-ratings, 97.1% based on abstract ratings) endorses the scientific consensus on AGW.»
- ^ John Cook, Naomi Oreskes, Peter T. Doran, William R. L. Anderegg, Bart Verheggen, Consensus on consensus: a synthesis of consensus estimates on human-caused global warming, in Environmental Research Letters, vol. 11, n. 4, 2016, p. 048002, Bibcode:2016ERL....11d8002C, DOI:10.1088/1748-9326/11/4/048002.
- ^ (EN) James L. Powell, Scientists Reach 100% Consensus on Anthropogenic Global Warming, in Bulletin of Science, Technology & Society, vol. 37, n. 4, 20 novembre 2019, pp. 183–184, DOI:10.1177/0270467619886266. URL consultato il 15 novembre 2020.
- ^ (EN) Mark Lynas, Benjamin Z. Houlton e Simon Perry, Greater than 99% consensus on human caused climate change in the peer-reviewed scientific literature, in Environmental Research Letters, vol. 16, n. 11, 19 ottobre 2021, p. 114005, Bibcode:2021ERL....16k4005L, DOI:10.1088/1748-9326/ac2966.
- ^ (EN) Krista F. Myers, Peter T. Doran, John Cook, John E. Kotcher e Teresa A. Myers, Consensus revisited: quantifying scientific agreement on climate change and climate expertise among Earth scientists 10 years later, in Environmental Research Letters, vol. 16, n. 10, 20 ottobre 2021, p. 104030, Bibcode:2021ERL....16j4030M, DOI:10.1088/1748-9326/ac2774.
- ^ (EN) Mark Hoofnagle e Chris Hoofnagle, denialism blog : About, su ScienceBlogs, 8 settembre 2007. URL consultato il 7 febbraio 2022 (archiviato dall'url originale l'8 settembre 2007).«Denialism is the employment of rhetorical tactics to give the appearance of argument or legitimate debate, when in actuality there is none. These false arguments are used when one has few or no facts to support one's viewpoint against a scientific consensus or against overwhelming evidence to the contrary. They are effective in distracting from actual useful debate using emotionally appealing, but ultimately empty and illogical assertions. .... 5 general tactics are used by denialists to sow confusion. They are conspiracy, selectivity (cherry-picking), fake experts, impossible expectations (also known as moving goalposts), and general fallacies of logic.»
- ^ a b (EN) Pascal Diethelm e Martin McKee, Denialism: what is it and how should scientists respond?, in European Journal of Public Health, vol. 19, n. 1, gennaio 2009, pp. 2–4, DOI:10.1093/eurpub/ckn139, PMID 19158101.
- ^ (EN) G.T. Farmer e John Cook, Climate Change Science: A Modern Synthesis: Volume 1 – The Physical Climate, collana Climate Change Science: A Modern Synthesis, Springer Netherlands, 2013, pp. 449–450, ISBN 978-94-007-5757-8. URL consultato il 7 febbraio 2022.
- ^ a b (EN) Paul Matthews, Why Are People Skeptical about Climate Change? Some Insights from Blog Comments, in Environmental Communication, vol. 9, n. 2, 3 aprile 2015, pp. 153–168, DOI:10.1080/17524032.2014.999694, ISSN 1752-4032 .
- ^ a b National Center for Science Education, 2016.
- ^ a b c (EN) Karin Edvardsson Björnberg et al., Climate and environmental science denial: A review of the scientific literature published in 1990–2015, in Journal of Cleaner Production, vol. 167, 2017, pp. 229–241, DOI:10.1016/j.jclepro.2017.08.066.
- ^ a b Washington, 2013, p. 2: "Many climate change deniers call themselves climate 'skeptics' ... However, refusing to accept the overwhelming 'preponderance of evidence' is not skepticism, it is denial and should be called by its true name ... The use of the term 'climate skeptic' is a distortion of reality ... Skepticism is healthy in both science and society; denial is not."
- ^ a b c (EN) Saffron J. O'Neill, Max Boykoff, Climate denier, skeptic, or contrarian?, in Proceedings of the National Academy of Sciences, vol. 107, n. 39, 28 settembre 2010, pp. E151, Bibcode:2010PNAS..107E.151O, DOI:10.1073/pnas.1010507107, ISSN 0027-8424 , PMC 2947866, PMID 20807754.«Using the language of denialism brings a moralistic tone into the climate change debate that we would do well to avoid. Further, labeling views as denialist has the potential to inappropriately link such views with Holocaust denial ... However, skepticism forms an integral part of the scientific method and thus the term is frequently misapplied in such phrases as "climate change skeptic".»
- ^ a b (EN) National Center for Science Education, Climate change is good science, su ncse.com, National Center for Science Education, 4 giugno 2010. URL consultato il 21 giugno 2015 (archiviato il 24 aprile 2016). "The first pillar of climate change denial—that climate change is bad science—attacks various aspects of the scientific consensus about climate change ... there are climate change deniers:
- who deny that significant climate change is occurring
- who ... deny that human activity is significantly responsible
- who ... deny the scientific evidence about its significant effects on the world and our society ...
- who ... deny that humans can take significant actions to reduce or mitigate its impact.
- ^ a b Powell, 2012, pp. 170–173: "Anatomy of Denial—Global warming deniers ... . throw up a succession of claims, and fall back from one line of defense to the next as scientists refute each one in turn. Then they start over:
'The earth is not warming.'
'All right, it is warming but the Sun is the cause.'
'Well then, humans are the cause, but it doesn't matter, because it warming will do no harm. More carbon dioxide will actually be beneficial. More crops will grow.'
'Admittedly, global warming could turn out to be harmful, but we can do nothing about it.'
'Sure, we could do something about global warming, but the cost would be too great. We have more pressing problems here and now, like AIDS and poverty.'
'We might be able to afford to do something to address global warming some-day, but we need to wait for sound science, new technologies, and geoengineering.'
'The earth is not warming. Global warming ended in 1998; it was never a crisis.' - ^ a b National Center for Science Education, 2016: "Climate change denial is most conspicuous when it is explicit, as it is in controversies over climate education. The idea of implicit (or "implicatory") denial, however, is increasingly discussed among those who study the controversies over climate change. Implicit denial occurs when people who accept the scientific community's consensus on the answers to the central questions of climate change on the intellectual level fail to come to terms with it or to translate their acceptance into action. Such people are in denial, so to speak, about climate change."
- ^ Dunlap, 2013, pp. 691–698: "There is debate over which term is most appropriate ... Those involved in challenging climate science label themselves 'skeptics' ... Yet skepticism is ... a common characteristic of scientists, making it inappropriate to allow those who deny AGW to don the mantle of skeptics ... It seems best to think of skepticism-denial as a continuum, with some individuals (and interest groups) holding a skeptical view of AGW ... and others in complete denial"
- ^ Timmer, 2014.
- ^ (EN) Sven Ove Hansson, Science denial as a form of pseudoscience, in Studies in History and Philosophy of Science, vol. 63, 2017, pp. 39–47, Bibcode:2017SHPSA..63...39H, DOI:10.1016/j.shpsa.2017.05.002, PMID 28629651.
- ^ a b c Jacques Dunlap Freeman, 2008, p. 351: "Conservative think tanks ... and their backers launched a full-scale counter-movement ... We suggest that this counter-movement has been central to the reversal of US support for environmental protection, both domestically and internationally. Its major tactic has been disputing the seriousness of environmental problems and undermining environmental science by promoting what we term 'environmental scepticism.'"
- ^ a b Dunlap, 2013, pp. 691–698: "From the outset, there has been an organized 'disinformation' campaign ... to 'manufacture uncertainty' over AGW ... especially by attacking climate science and scientists ... waged by a loose coalition of industrial (especially fossil fuels) interests and conservative foundations and think tanks ... often assisted by a small number of contrarian scientists. ... greatly aided by conservative media and politicians . and more recently by a bevy of skeptical bloggers. This 'denial machine' has played a crucial role in generating skepticism toward AGW among laypeople and policymakers".
- ^ Begley, 2007: "ICE and the Global Climate Coalition lobbied hard against a global treaty to curb greenhouse gases, and were joined by a central cog in the denial machine: the George C. Marshall Institute, a conservative think tank. ... the denial machine—think tanks linking up with like-minded, contrarian researchers"
- ^ Dunlap, 2013: "The campaign has been waged by a loose coalition of industrial (especially fossil fuels) interests and conservative foundations and think tanks ... These actors are greatly aided by conservative media and politicians, and more recently by a bevy of skeptical bloggers."
- ^ (EN) David Michaels, Doubt is Their Product: How Industry's Assault on Science Threatens Your Health., 2008.
- ^ (EN) James Hoggan e Richard Littlemore, Climate Cover-Up: The Crusade to Deny Global Warming, Vancouver, Greystone Books, 2009, pp. 31, 73, ISBN 978-1-55365-485-8. URL consultato il 19 marzo 2010. Si descrivono le strategie di sostegno fondate sull'industria nel contesto della negazione del cambiamento climatico e il coinvolgimento dei think tank liberisti nella negazione del riscaldamento globale.
- ^ (EN) Jordi Xifra, Climate Change Deniers and Advocacy: A Situational Theory of Publics Approach, in American Behavioral Scientist, vol. 60, n. 3, 2016, pp. 276–287, DOI:10.1177/0002764215613403.
- ^ Dunlap, 2013: "Even though climate science has now firmly established that global warming is occurring, that human activities contribute to this warming ... a significant portion of the American public remains ambivalent or unconcerned, and many policymakers (especially in the United States) deny the necessity of taking steps to reduce carbon emissions ... From the outset, there has been an organized 'disinformation' campaign ... to generate skepticism and denial concerning AGW."
- ^ a b Painter Ashe, 2012: "Despite a high degree of consensus amongst publishing climate researchers that global warming is occurring and that it is anthropogenic, this discourse, promoted largely by non-scientists, has had a significant impact on public perceptions of the issue, fostering the impression that elite opinion is divided as to the nature and extent of the threat."
- ^ (EN) ucsusa.org, The Disinformation Playbook – How Business Interests Deceive, Misinform, and Buy Influence at the Expense of Public Health and Safety.
- ^ a b (EN) Timothy Egan, Exxon Mobil and the G.O.P.: Fossil Fools, in The New York Times, 5 novembre 2015. URL consultato il 9 novembre 2015 (archiviato il 15 agosto 2021).
- ^ a b Suzanne Goldenberg, Exxon knew of climate change in 1981, email says – but it funded deniers for 27 more years, in The Guardian, 8 luglio 2015. URL consultato il 9 novembre 2015 (archiviato il 16 novembre 2015).
- ^ (EN) Damian Carrington, 'Shell knew': oil giant's 1991 film warned of climate change danger, in The Guardian, 2017 (archiviato dall'url originale il 24 aprile 2017).
- ^ Painter Ashe, 2012: "'Climate skepticism' and 'climate denial' are readily used concepts, referring to a discourse that has become important in public debate since climate change was first put firmly on the policy agenda in 1988. This discourse challenges the views of mainstream climate scientists and environmental policy advocates, contending that parts, or all, of the scientific treatment and political interpretation of climate change are unreliable."
- ^ a b National Center for Science Education, 2016: "There is debate ... about how to refer to the positions that reject, and to the people who doubt or deny, the scientific community's consensus on ... climate change. Many such people prefer to call themselves skeptics and describe their position as climate change skepticism. Their opponents, however, often prefer to call such people climate change deniers and to describe their position as climate change denial ... 'Denial' is the term preferred even by many deniers."
- ^ Nerlich, 2010, pp. 419, 437: "Climate scepticism in the sense of climate denialism or contrarianism is not a new phenomenon, but it has recently been very much in the media spotlight. ... Such disagreements are not new but the emails provided climate sceptics, in the sense of deniers or contrarians, with a golden opportunity to mount a sustained effort aimed at demonstrating the legitimacy of their views. This allowed them to question climate science and climate policies based on it and to promote political inaction and inertia. ... footnote 1. I shall use 'climate sceptics' here in the sense of 'climate deniers', although there are obvious differences between scepticism and denial (see Shermer, 2010; Kemp, et al., 2010). However, 'climate sceptic' and 'climate scepticism' were commonly used during the 'climategate' debate as meaning 'climate denier'."
- ^ Rennie, 2009: "Within the community of scientists and others concerned about anthropogenic climate change, those whom Inhofe calls skeptics are more commonly termed contrarians, naysayers and denialists."
- ^ Brown, 1996, pp. 9, 11 "Indeed, the 'skeptic' scientists14 were perceived to be all the more credible precisely because their views were contrary to the consensus of peer-reviewed science.
14. All scientists are skeptics because the scientific process demands continuing questioning. In this report, however, the scientists we refer to as 'skeptics' are those who have taken a highly visible public role in criticizing the scientific consensus on ozone depletion and climate change through publications and statements addressed more to the media and the public than to the scientific community." - ^ Gelbspan, 1998, pp. 69–70, 246 All'audizione del 16 novembre 1995 presso lo United States House Science Subcommittee on Energy, Pat Michaels testimoniò di "una piccola minoranza" contraria alla valutazione IPCC, e disse che "i cosiddetti scettici avevano ragione".
- ^ Antilla, 2005, nota a piè di pagina 5.
- ^ Gelbspan, 1995.
- ^ Painter Ashe, 2012: "The term 'climate scepticism' emerged in around 1995, the year journalist Ross Gelbspan authored perhaps the first book focusing directly on what would retrospectively be understood as climate scepticism."
- ^ Gelbspan, 1998 p. 3 "But some individuals do not want the public to know about the immediacy and extent of the climate threat. They have been waging a persistent campaign of denial and suppression that has been lamentably effective."
pp. 33–34 "The campaign to keep the climate change off the public agenda involves more than the undisclosed funding of these 'greenhouse skeptics.' In their efforts to challenge the consensus scientific view ".
p. 35 "If the climate skeptics have succeeded in confusing the general public, their influence on decision makers has been, if anything, even more effective"
p. 173 "pervasive denial of global warming" - ^ CBC News: the fifth estate , 2007: "The Denial Machine investigates the roots of the campaign to negate the science and the threat of global warming. It tracks the activities of a group of scientists, some of whom previously consulted for Big Tobacco, and who are now receiving donations from major coal and oil companies. ... The documentary shows how fossil fuel corporations have kept the global warming debate alive long after most scientists believed that global warming was real and had potentially catastrophic consequences. ... The Denial Machine also explores how the arguments supported by oil companies were adopted by policy makers in both Canada and the U.S. and helped form government policy."
- ^ a b Orlóci , 2008, pp. 86, 97: "The ideological justification for this came from the sceptics (e.g., Lomborg 2001a,b) and from the industrial 'denial machine'. ... CBC Television Fifth Estate, 15 November 2006, The Climate Denial Machine, Canada.
- ^ a b Begley, 2007: "If you think those who have long challenged the mainstream scientific findings about global warming recognize that the game is over, think again. ... outside Hollywood, Manhattan and other habitats of the chattering classes, the denial machine is running at full throttle—and continuing to shape both government policy and public opinion. Since the late 1980s, this well-coordinated, well-funded campaign by contrarian scientists, free-market think tanks and industry has created a paralyzing fog of doubt around climate change. Through advertisements, op-eds, lobbying and media attention, greenhouse doubters (they hate being called deniers) argued first that the world is not warming; measurements indicating otherwise are flawed, they said. Then they claimed that any warming is natural, not caused by human activities. Now they contend that the looming warming will be minuscule and harmless. 'They patterned what they did after the tobacco industry,' says former senator Tim Wirth"
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- ^ Jenkins, 2015, p. 229: "many who deny the consensus on climate change are not really skeptics but rather contrarians who practice "a kind of one-sided skepticism that entails simply rejecting evidence that challenges one's preconceptions" (Mann 2012:26)"
- ^ a b National Center for Science Education, 2016: "Recognizing that no terminological choice is entirely unproblematic, NCSE—in common with a number of scholarly and journalistic observers of the social controversies surrounding climate change—opts to use the terms "climate change deniers" and "climate change denial. The terms are intended descriptively, not in any pejorative sense, and are used for the sake of brevity and consistency with a well-established usage in the scholarly and journalistic literature."
- ^ Weart, 2015, The Public and Climate, cont. footnote 136a, su aip.org, 10 febbraio 2015. URL consultato il 18 giugno 2022 (archiviato dall'url originale il 10 febbraio 2015).«I do not mean to use the term 'denier' pejoratively—it has been accepted by some of the group as a self-description—but simply to designate those who deny any likelihood of future danger from anthropogenic global warming.»
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- ^ Boslough , 2014.
- ^ Il public editor è una posizione esistente in alcune testate giornalistiche; la persona che ricopre questa posizione è responsabile della supervisione dell'attuazione di una corretta etica giornalistica in quella pubblicazione. Queste responsabilità includono l'identificazione e l'esame di errori o omissioni critiche e la funzione di collegamento con il pubblico. Nella maggior parte dei casi, i public editor svolgono questo lavoro attraverso una rubrica regolare nella pagina editoriale di un giornale. Poiché i public editor sono generalmente dipendenti dello stesso giornale che criticano, può sembrare che ci sia un conflitto di interessi. Tuttavia, un giornale con un elevato standard etico non licenzierebbe un public editor per una critica al giornale; l'atto sarebbe in contraddizione con lo scopo della posizione e sarebbe di per sé una probabile causa di preoccupazione per l'opinione pubblica.
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- ^ I presidenti degli Stati Uniti sono soliti completare i loro gabinetti e altre posizioni di nomina con persone del loro stesso partito politico. Il primo Gabinetto formato dal primo presidente, George Washington, comprendeva alcuni degli avversari politici di Washington, ma i presidenti successivi hanno adottato la pratica di completare i loro gabinetti con membri del proprio partito. Le nomine trasversali ai partiti non sono frequenti. I presidenti possono nominare membri di un altro partito a posizioni di alto livello per ridurre la partigianeria o migliorare la cooperazione tra i partiti politici. Inoltre, i presidenti spesso nominano membri di un altro partito perché per molte di queste posizioni è necessaria la conferma del Senato, e al momento della nomina il Senato era controllato dal partito di opposizione del presidente. Molti dei nominati trasversali sono spesso moderati all'interno del loro stesso partito. Non è mai stato nominato un membro di un terzo partito (diverso, cioè, dal Partito Democratico e dal Repubblicano).
- ^ Emma Pattee, The 1977 White House climate memo that should have changed the world, in The Guardian, 14 giugno 2022. URL consultato il 14 giugno 2022.
- ^ Weart, 2015a: Global Warming Becomes a Political Issue (1980–1983) (archiviato dall'url originale il 29 giugno 2016).; "In 1981, Ronald Reagan took the presidency with an administration that openly scorned their concerns. He brought with him a backlash that had been building against the environmental movement. Many conservatives denied nearly every environmental worry, global warming included. They lumped all such concerns together as the rants of business-hating liberals, a Trojan Horse for government regulation." For details, see Money for Keeling: Monitoring CO2 (archiviato dall'url originale il 29 giugno 2016).
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- ^ Weart, 2015 The Summer of 1988 (archiviato dall'url originale il 29 giugno 2016).: "A new breed of interdisciplinary studies was showing that even a few degrees of warming might have harsh consequences, both for fragile natural ecosystems and for certain agricultural systems and other human endeavours ... The timing was right, and the media leaped on the story. Hansen's statements, especially that severe warming was likely within the next 50 years, got on the front pages of newspapers and were featured in television news and radio talk shows ... The story grew as the summer of 1988 wore on. Reporters descended unexpectedly upon an international conference of scientists held in Toronto at the end of June. Their stories prominently reported how the world's leading climate scientists declared that atmospheric changes were already causing harm, and might cause much more; the scientists called for vigorous government action to restrict greenhouse gases."
- ^ Weart, 2015: "Environmentalist organizations continued ... lobbying and advertising efforts to argue for restrictions on emissions. The environmentalists were opposed and greatly outspent, by industries that produced or relied on fossil fuels. Industry groups not only mounted a sustained and professional public relations effort but also channeled considerable sums of money to individual scientists and small conservative organizations and publications that denied any need to act against global warming."
- ^ a b c Begley, 2007: "Through advertisements, op-eds, lobbying and media attention, greenhouse doubters (they hate being called deniers) argued first that the world is not warming ... Then they claimed that any warming is natural ... Now they contend that the looming warming will be minuscule and harmless. 'They patterned what they did after the tobacco industry,' says former senator Tim Wirth ... 'Both figured, sow enough doubt, call the science uncertain and in dispute. That's had a huge impact on both the public and Congress.'"
- ^ a b Weart, 2015: "The technical criticism most widely noted in the press came in several brief 'reports'—not scientific papers in the usual sense—published between 1989 and 1992 by the conservative George C. Marshall Institute. The anonymously authored pamphlets ... [claimed] that proposed government regulation would be 'extraordinarily costly to the U.S. economy,' they insisted it would be unwise to act on the basis of the existing global warming theories ... In 1989 some of the biggest corporations in the petroleum, automotive, and other industries created a Global Climate Coalition, whose mission was to disparage every call for action against global warming."
- ^ a b Conway Oreskes, 2010: "Millions of pages of documents released during tobacco litigation ... show the crucial role that scientists played in sowing doubt about the links between smoking and health risks. These documents ... also show that the same strategy was applied not only to global warming, but to a laundry list of environmental and health concerns, including asbestos, secondhand smoke, acid rain, and the ozone hole."
- ^ Weart, 2015: "Scientists noticed something that the public largely overlooked: the most outspoken scientific critiques of global warming predictions did not appear in the standard peer-reviewed scientific publications. The critiques tended to appear in venues funded by industrial groups, or in conservative media like the Wall Street Journal."
- ^ a b Conway Oreskes, 2010.
- ^ Weart, 2011, p. 46: "Scientists continually test their beliefs, seeking out all possible contrary arguments and evidence, and finally publish their findings in peer-reviewed journals, where further attempts at refutation are encouraged. But the small group of scientists who opposed the consensus on warming proceeded in the manner of lawyers, considering nothing that would not bolster their case, and publishing mostly in pamphlets, books, and newspapers supported by conservative interests. At some point they were no longer skeptics—people who would try to see every side of a case—but deniers, that is, people whose only interest was in casting doubt upon what other scientists agreed was true."
- ^ Weart, 2011, p. 47: "As the deniers found ever less scientific ground to stand on, they turned to political arguments. Some of these policy arguments were straightforward, raising serious questions about the efficacy and expense of proposed carbon taxes and emission-regulation schemes. But leading deniers also resorted to ad hominem tactics ... On each side, some people were coming to believe that they faced a dishonest conspiracy, driven by ideological bias and naked self-interest".
- ^ Jacques Dunlap Freeman, 2008, pp. 349–385: "Environmental skepticism encompasses several themes, but denial of the authenticity of environmental problems, particularly problems such as biodiversity loss or climate change that threaten ecological sustainability, is its defining feature"
- ^ a b Hamilton 2011, pp. 104–106: "the tactics, personnel, and organisations mobilised to serve the interests of the tobacco lobby in the 1980s were seamlessly transferred to serve the interests of the fossil-fuel lobby in the 1990s. Frederick Seitz ... the task of the climate sceptics in the think tanks and PR companies hired by fossil fuel companies was to engage in 'consciousness lowering activities', to 'de-problematise' global warming by describing it as a form of politically driven panicmongering." Per la nota dell'impresa del tabacco, vedi Original "Doubt is our product ..." memo, su legacy.library.ucsf.edu, University of California, San Francisco, 21 agosto 1969. URL consultato il 19 marzo 2010 (archiviato il 2 aprile 2015).
- ^ Conway, Oreskes, 2010. p. 105: "As recently as 2007, the George Marshall Institute continued to insist that the damages associated with acid rain were always 'largely hypothetical,' and that 'further scientific investigation revealed that most of them were not in fact occurring.' The Institute cited no studies to support this extraordinary claim."
- ^ Weart, 2015: "Public support for environmental concerns, in general, seems to have waned after 1988."
- ^ Weart, 2015: "A study of American media found that in 1987 most items that mentioned the greenhouse effect had been feature stories about the science, whereas in 1988 the majority of the stories addressed the politics of the controversy. It was not that the number of science stories declined, but rather that as media coverage doubled and redoubled, the additional stories moved into social and political areas ... Before 1988, the journalists had drawn chiefly on scientists for their information, but afterward, they relied chiefly on sources who were identified with political positions or special interest groups."
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- ^ Begley, 2007: "Individual companies and industry associations—representing petroleum, steel, autos, and utilities, for instance—formed lobbying groups ... [the Information Council on the Environment's] game plan called for enlisting greenhouse doubters to 'reposition global warming as theory rather than fact,' and to sow doubt about climate research just as cigarette makers had about smoking research ... The coal industry's Western Fuels Association paid Michaels to produce a newsletter called World Climate Report, which has regularly trashed mainstream climate science."
- ^ Robert Cox, Environmental Communication and the Public Sphere, Sage, 2009, pp. 311–312.«to recruit a cadre of scientists who share the industry's views of climate science and to train them in public relations so they can help convince journalists, politicians and the public that the risk of global warming is too uncertain to justify controls on greenhouse gases»
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- ^ Painter, Ashe, 2012: "Academics took note of the discourse when they began to analyse media representations of climate change knowledge and its effect on public perceptions and policy-making, but in the 1990s, they did not yet focus on it as a coherent and defined phenomenon. This changed in the 2000s when McCright and Dunlap played an important role in deepening the concept of climate skepticism."
- ^ Painter, Ashe, 2012:"McCright and Dunlap played an important role in deepening the concept of climate skepticism. Examining what they termed a 'conservative countermovement' to undermine climate change policy ... McCright and Dunlap went beyond the study of media representations of climate change knowledge to give a coherent picture of the movement behind climate skepticism in the US."
- ^ Jacques, Dunlap, Freeman, 2008 pp. 349–385.
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- ^ Il termine "marxismo culturale" si riferisce a una teoria del complotto antisemita di estrema destra che travisa la Scuola di Francoforte come responsabile dei moderni movimenti progressisti, delle politiche identitarie e del politicamente corretto. La teoria del complotto sostiene che esiste un impegno accademico e intellettuale continuo e intenzionale per sovvertire la società occidentale attraverso una guerra culturale pianificata che mina i valori cristiani del conservatorismo tradizionalista e cerca di sostituirli con valori culturalmente liberali. Sebbene siano state notate analogie con il termine di propaganda nazista "bolscevismo culturale", la teoria del complotto contemporanea ha avuto origine negli Stati Uniti negli anni Novanta. Inizialmente presente solo nelle frange politiche di estrema destra, il termine ha iniziato a entrare nel linguaggio comune negli anni 2010 ed è ora presente a livello globale. La teoria del complotto di una guerra culturale marxista è promossa da politici di destra, leader religiosi fondamentalisti, commentatori politici della stampa e della televisione mainstream e terroristi suprematisti bianchi, ed è stata descritta come "un elemento fondante della visione del mondo dell'alt-right". L'analisi accademica di questa teoria complottistica ha concluso che essa non ha alcun fondamento concreto.
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- ^ Rennie, 2009: "If there were a massive conspiracy to defraud the world on climate (and to what end?), surely the thousands of e-mails and other files stolen from the University of East Anglia's Climatic Research Unit and distributed by hackers on November 20 would bear proof of it. So far, however, none has emerged. Most of the few statements that critics claim as evidence of malfeasance seem to have more innocent explanations that make sense in the context of scientists conversing privately and informally."
- ^ Le otto principali indagini sulle e-mail trapelate includono: House of Commons Science and Technology Committee (archiviato dall'url originale il 4 novembre 2021). (UK); Independent Climate Change Review (archiviato dall'url originale il 4 novembre 2021). (UK); International Science Assessment Panel ("Oxburgh panel") Sarah Reed, Oxburgh Report Clears Controversial Climate Research Unit, in Science, 14 aprile 2010. URL consultato il 22 settembre 2017 (archiviato il 4 aprile 2019). (UK); Pennsylvania State University. URL consultato il 30 luglio 2023 (archiviato dall'url originale il 4 luglio 2010). primo panel Eli Kintisch, Climate Scientist Mann Partially Absolved by Penn State, in Science, 3 febbraio 2010. URL consultato il 22 settembre 2017 (archiviato il 4 aprile 2019). e il secondo panel Eli Kintisch, Michael Mann Exonerated as Penn State Inquiry Finds 'No Substance' To Allegations, in Science, 1º luglio 2010. (US); United States Environmental Protection Agency (archiviato dall'url originale il 31 ottobre 2021). (US); Department of Commerce (archiviato dall'url originale il 27 luglio 2013). (US); National Science Foundation. (US)
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- ^ Rennie, 2009: "Climatologists are frequently frustrated by accusations that they are hiding their data or the details of their models because, as Gavin Schmidt points out, much of the relevant information is in public databases or otherwise accessible—a fact that contrarians conveniently ignore when insisting that scientists stonewall their requests."
- ^ La famiglia King e altri credono che l'assassinio sia il risultato di una cospirazione che coinvolge il governo degli Stati Uniti, la mafia e la polizia di Memphis, come sostenuto da Loyd Jowers nel 1993. Ritengono che Ray sia stato un capro espiatorio. Nel 1999, la famiglia ha intentato una causa per ingiusta morte contro Jowers per una somma di 10 milioni di dollari. Durante l'arringa finale, il loro avvocato chiese alla giuria di assegnare un risarcimento di 100 dollari, per sottolineare che "non si trattava di soldi". Nel corso del processo, entrambe le parti hanno presentato prove di una cospirazione governativa. Le agenzie governative accusate non hanno potuto difendersi o rispondere perché non sono state citate come imputate. Sulla base delle prove, la giuria concluse che Jowers e altri facevano "parte di una cospirazione per uccidere King" e assegnò alla famiglia i 100 dollari simbolici richiesti come risarcimento danni. Le accuse e le conclusioni della giuria di Memphis furono in seguito contestate dal Dipartimento della giustizia degli Stati Uniti d'America nel 2000 per mancanza di prove.
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- ^ Dunlap, Jacques, 2013: "These books reject evidence that global warming is occurring, that human actions are the predominant cause of global warming, and/or that global warming will have negative impacts on human and natural systems. These arguments have been labelled trend, attribution, and impact denial (Rahmstorf, 2004). ... We located 108 books espousing one or more of these versions of climate change denial published through 2010"
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- ^ I servizi di pubblica utilità (utilities) sono il settore di mercato che comprende le aziende che producono o forniscono elettricità, acqua, gas naturale e servizi correlati al pubblico. Le aziende di questo settore operano in base a normative rigorose, data la natura essenziale dei prodotti e dei servizi che forniscono. È nell'interesse del pubblico garantire che queste aziende possano fornire i servizi necessari alla vita quotidiana. Per questo motivo, tendono ad avere una minore volatilità rispetto ad altri settori e di solito operano come monopoli, rendendoli popolari tra gli investitori che cercano di generare reddito per un lungo periodo o di aggiungere investimenti a basso rischio ai loro portafogli. Con una capitalizzazione di mercato statunitense di oltre 1.500 miliardi di dollari, si tratta di un settore di grandi dimensioni.
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