Mezio Fufezio
Mezio Fufezio | |
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Re di Alba Longa | |
In carica | metà VII secolo a.C. - 673 a.C. |
Predecessore | Gaio Cluilio |
Successore | fine regno |
Nascita | Alba Longa (?), inizio VII secolo a.C. |
Morte | Dintorni di Fidenae, 673 a.C. |
Mezio Fufezio in lingua latina: Mettius Fufetius (metà VII secolo a.C. – 673 a.C.) fu l'ultimo re di Alba Longa, succedendo a Gaio Cluilio[1].
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]Secondo il racconto di Tito Livio, Mezio Fufezio considerava empio lo scontro tra Alba Longa e Roma, in quanto le due popolazioni erano entrambe discendenti da Romolo. Per risolvere il conflitto ed evitare che la guerra indebolisse entrambe le città, finendo col favorire i comuni nemici Etruschi, propose il duello tra Orazi e Curiazi. La sfida fu vinta dai Romani e Alba Longa si sottomise.[2]
Ma gli Albani ripresero subito a tramare contro i Romani: Mezio, nonostante fosse alleato di Tullo Ostilio, condusse sul campo gli Albani, senza prendere parte a fianco dei Romani allo scontro durante una battaglia contro Fidenae e Veio.[3]
Dopo che la vittoria arrise ai Romani, Tullo Ostilio invitò gli Albani a condividere lo stesso accampamento, per i festeggiamenti; ma quando questi vi entrarono disarmati, per assistere all'assemblea pubblica di ringraziamento, Tullo Ostilio li fece circondare dai propri soldati armati, e pronunciò un discorso in cui accusò Mezio Fufezio di tradimento.[4]
«Mezio Fufezio, se tu fossi in grado di apprendere la lealtà e il rispetto dei trattati, ti lascerei in vita e potresti venire a lezione da me. Ma siccome la tua è una disposizione caratteriale immodificabile, col tuo supplizio insegna al genere umano a mantenere i sacri vincoli che hai violato. Pertanto, come poco fa la tua mente era divisa tra Fidene e Roma, ora tocca al tuo corpo essere diviso.»
Mezio Fufezio morì squartato da due quadrighe fatte marciare in direzioni opposte e Alba Longa fu distrutta mentre i suoi abitanti vennero portati a Roma, sul colle Celio.[5]
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Dionigi di Alicarnasso, Antichità romane, III, 5, 3.
- ^ Floro, Epitoma de Tito Livio bellorum omnium annorum DCC, I, 3.3-5.
- ^ Floro, Epitoma de Tito Livio bellorum omnium annorum DCC, I, 3.6-7.
- ^ Tito Livio, Ab Urbe Condita, I, 28.
- ^ Tito Livio, Ab Urbe Condita, I, 29.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Floro, Epitoma de Tito Livio bellorum omnium annorum DCC, I.
- Tito Livio, Ab urbe condita libri, I.
Altri progetti
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