Marea (sommergibile)
Marea S-32 | |
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Il sommergibile Marea | |
Descrizione generale | |
Tipo | Sommergibile |
Classe | Tritone |
Proprietà | Regia Marina Voenno-morskoj flot |
Identificazione | MR poi MA |
Cantiere | CRDA, Monfalcone |
Impostazione | 1º dicembre 1941 |
Varo | 10 dicembre 1942 |
Entrata in servizio | 7 maggio 1943 |
Radiazione | 1º febbraio 1948 |
Destino finale | consegnato all'URSS, demolito negli anni ’60 |
Caratteristiche generali | |
Dislocamento in immersione | 1058 t |
Dislocamento in emersione | 866 t |
Lunghezza | 63,15 m |
Larghezza | 6,98 m |
Pescaggio | 4,87 m |
Profondità operativa | 130 m |
Propulsione | 2 motori diesel da 1.200 CV 2 motori elettrici da 400 CV |
Velocità in immersione | 8 nodi |
Velocità in emersione | 16 nodi |
Autonomia | in superficie: 5.400 miglia a 8 nodi; in immersione 80 miglia a 4 nodi[1] |
Equipaggio | 5 ufficiali 44 sottufficiali e comuni |
Armamento | |
Artiglieria | 1 cannone da 100/47 Mod. 1938 per smg 4 mitragliere singole Breda Mod. 31 da 13,2mm |
Siluri | 4 tubi lanciasiluri da 533mm a prora 2 tubi lanciasiluri da 533mm a poppa |
informazioni prese da[2] e[3] e[1] | |
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Il Marea è stato un sommergibile della Regia Marina, appartenente alla classe Tritone.
Storia
[modifica | modifica wikitesto]Attività bellica
[modifica | modifica wikitesto]Costruito nel cantiere navale di Monfalcone, ebbe sostituite le eliche a passo costante con quelle a passo variabile, a causa di vari malfunzionamenti alle prime[4].
Dopo l'addestramento, svoltosi nell'Adriatico settentrionale, si trasferì a Napoli il 1º agosto 1943 al comando del sottotenente di vascello Attilio Russo.[3]
Fino all'armistizio compì in tutto 2 missioni offensive e 5 di trasferimento, per un totale di 2371 miglia di navigazione in superficie e 327 in immersione[5].
Il 3 settembre uscì in mare per contrastare l'ormai prossimo (così almeno si riteneva) sbarco alleato in Calabria ma fu fatto tornare in porto poco dopo, non avendo trovato nessuna nave nemica[3].
Il 7 settembre fu nuovamente inviato nel basso Tirreno nel corso del «Piano Zeta», che prevedeva l'impiego della residua flotta di sommergibili contro lo sbarco alleato; l'indomani, tuttavia, in seguito all'annuncio dell'armistizio, diresse per Bona ove si consegnò agli Alleati[3][6].
Fu poi trasferito a Malta (il 16 settembre 1943, assieme ad altri cinque sommergibili, scortato dal cacciatorpediniere Isis[7]), a Taranto (il 6 ottobre 1943, assieme a cinque altri sommergibili, fra cui il gemello Vortice, e a varie altre unità[8]) ed infine a Brindisi[3].
Durante la cobelligeranza svolse due missioni speciali (dal 3 al 9 novembre e dal 23 al 29 dicembre 1943) sbarcando spie nei pressi di Cortellazzo[3][9].
Dal febbraio 1944 al maggio 1945 fu impiegato alle Bermuda, e successivamente nella Naval Submarine Base New London di Groton (Connecticut) per esercitazioni antisommergibile alleate, svolgendo ben 139 missioni di questo tipo[3][9].
Il trattato di pace e la cessione all'Unione Sovietica
[modifica | modifica wikitesto]Al termine del conflitto, in base alle clausole del trattato di pace[2] il battello venne assegnato all'Unione Sovietica, che ottenne una cospicua copia di naviglio e venne radiato il 1º febbraio 1948 in attesa della consegna ai sovietici che avvenne nel febbraio dell'anno successivo a Valona. Per tutte le navi assegnate ai sovietici la consegna sarebbe dovuta avvenire nel porto di Odessa, ad eccezione della corazzata Giulio Cesare e dei due sommergibili Nichelio e Marea, la cui consegna era prevista nel porto albanese di Valona, in quanto la Convenzione di Montreux non consentiva il passaggio attraverso i Dardanelli di navi da battaglia e sommergibili appartenenti a stati privi di sbocchi sul Mar Nero.[10] Le tre unità partirono da Augusta con equipaggi della marina mercantile sotto le sigle provvisorie Z 11 (Cesare), Z 13 (Marea) e Z 14 (Nichelio). A Valona avvenne subito il trasferimento temporaneo alla commissione sovietica, guidata dal contrammiraglio Levčenko, quindi il 6 febbraio 1949 venne formalizzata la cessione della corazzata e il giorno seguente, 7 febbraio, quella dei due sommergibili.
Il Marea venne rinominato I-41 e parti` il 15 febbraio, insieme alle altre due unità, verso la sua nuova base di Sevastopol, dove giunse il 26 febbraio. Il 16 giugno 1949 venne rinominato S-32 e svolse missioni di addestramento per la Flotta sovietica del Mar Nero fino al 17 febbraio 1956. Venne radiato il 27 dicembre dello stesso anno[3] per essere successivamente smantellato all'inizio degli anni sessanta.[3]
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b A. Turrini, Almanacco dei sommergibili, Tomo II, Rivista Marittima, 2003.
- ^ a b Regio Sommergibile Marea..
- ^ a b c d e f g h i Sommergibile "MAREA"..
- ^ Giorgerini, p. 350.
- ^ Museo della Cantieristica (archiviato dall'url originale il 5 marzo 2016).
- ^ Giorgerini, pp. 364.
- ^ Caruana, p. 54.
- ^ Caruana, p. 63.
- ^ a b Giorgerini, p. 379.
- ^ Sergej Berežnoj, traduzione e annotazioni: Erminio Bagnasco, Navi italiane all'URSS, in Storia Militare, n. 23, agosto 1995, pp. 24–33, ISSN 1122-5289 ..
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Joseph Caruana, Interludio a Malta, in Storia Militare, n. 204, settembre 2010.
- Giorgio Giorgerini, Uomini sul fondo. Storia del sommergibilismo italiano dalle origini a oggi, Mondadori, 2002, ISBN 978-88-04-50537-2.