Il ritratto di Dorian Gray

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Il ritratto di Dorian Gray
Titolo originaleThe Picture of Dorian Gray
Copertina del Lippincott's Monthly Magazine, luglio 1890, che per primo pubblicò il romanzo.
AutoreOscar Wilde
1ª ed. originale1890
1ª ed. italiana1905
Genereromanzo
Sottogenerefilosofico, gotico, fantastico
Lingua originaleinglese
AmbientazioneInghilterra
ProtagonistiDorian Gray, Lord Henry Wotton e Basil Hallward

Il ritratto di Dorian Gray (The Picture of Dorian Gray) è un romanzo del 1890 scritto da Oscar Wilde.

Storia editoriale

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«Al mondo esiste una sola cosa peggiore dell'essere oggetto di conversazione, ed è il non essere oggetto di conversazione»

Alla fine di marzo del 1890, Wilde inviò il dattiloscritto ai redattori della rivista Lippincott's Monthly Magazine. Fu pubblicato, in una forma purgata dai redattori per censurare alcuni passi ritenuti scabrosi, nel luglio dello stesso anno; all'inizio del 1891 l'autore pubblicò su The Fortnightly Review una prefazione al romanzo ("A Preface to The Picture of Dorian Gray") per rispondere ad alcune polemiche sollevate dalla sua opera.

Nell'aprile 1891 Wilde fece stampare in volume il romanzo, unendovi la propria prefazione, da Ward, Lock & Company. L'autore modificò a sua volta il dattiloscritto, cancellando delle parti rischiose, aggiunse molti capitoli (il 3°, il 5°, il 15°, il 16°, il 17° e il 18°) per raggiungere le centomila parole richieste dall'editore, e anche per depistare i critici. L'autocensura fu inutile, e il romanzo fu usato - per il suo contenuto omosessuale, visibile soprattutto nel personaggio di Basil Hallward e in diverse allusioni fatte da Wilde all'immaginario degli omosessuali vittoriani - come arma processuale contro Wilde[1].

(EN)

«Now, wherever you go, you charm the world. Will it always be so?...»

(IT)

«Ora, ovunque andiate, voi incantate il mondo. Sarà sempre così?...»

Il romanzo è ambientato nella Londra vittoriana del XIX secolo, che all'epoca era pervasa da una mentalità tipicamente borghese. Narra di un giovane di bell'aspetto, Dorian Gray, che arriverà a fare della sua bellezza un rito insano. Egli comincia a rendersi conto del privilegio del suo fascino quando Basil Hallward, un pittore (nonché suo amico), gli regala un ritratto da lui dipinto, il quale lo riproduce nel pieno della gioventù.

Lord Henry Wotton avrà il ruolo decisivo nella vita dell'ingenuo Dorian, che conosce proprio presso lo studio di Hallward. Ed è proprio lì, infatti, che Wotton, con i suoi panegirici sulla bellezza, influenza negativamente Dorian, che comincia a guardare la giovinezza come qualcosa di veramente importante, tanto da provare invidia verso il suo stesso ritratto, che sarà eternamente bello e giovane mentre lui invecchierà. Colpito dal panico, Dorian afferma che avrebbe dato qualsiasi cosa, anche la sua anima, per rimanere eternamente giovane e bello, cosa che avviene, con il quadro che mostrerà i segni della decadenza fisica e della corruzione morale al suo posto.

Dorian intraprende poi una tormentata storia d'amore con l'attrice di teatro Sybil Vane, con cui avrebbe dovuto sposarsi. Dorian inizia quindi a notare che la sua figura nel quadro invecchiava e assumeva spaventose smorfie tutte le volte che egli commetteva un atto feroce e ingiusto, come se fosse la rappresentazione della sua coscienza. Nasconde perciò il quadro in soffitta e si dà a una vita all'insegna del piacere, sicuro che il quadro patirà le miserie della sorte al posto suo.

Non rivelerà a nessuno l'esistenza del quadro, se non a Hallward, che poi ucciderà in preda alla follia fomentata dalle critiche del pittore, che ritiene causa dei suoi mali in quanto creatore dell'opera. Ogni tanto, però, si reca segretamente nella soffitta per controllare e schernire il suo ritratto che invecchia e si imbruttisce giorno dopo giorno, ma che gli crea anche tanti rimorsi e timori finché, stanco della sua malvagia vita, lacera il quadro con lo stesso coltello con cui aveva ucciso Hallward. Questo atto riporta il quadro alla bellezza originaria, mentre Dorian, ora con le fattezze di un vecchio ripugnante, giace a terra, morto, con il coltello conficcato nel petto.

Lo stesso argomento in dettaglio: Dorian Gray (personaggio).
  • Dorian Gray, giovane, bello e innocente all'inizio del racconto ma poi, dopo aver dichiarato che darebbe la sua anima pur di non invecchiare mai, seguirà una vita dissoluta e amorale per l'epoca in accordo con la filosofia corrente dell'estetismo e dell'anti-epoca vittoriana. Lord Henry Wotton gli fa aprire gli occhi sulla sua bellezza, che abbaglia chi gli sta attorno ma destinata a svanire presto, e allora Dorian desidera, davanti al quadro appena finito da Basil, di restare giovane in eterno. Ogni volta che compie un'azione scorretta, non sarà lui a mutare ma il suo ritratto. Dorian è completamente ossessionato dall'eterna giovinezza che possiede usandola per scopi malvagi (conduce la fidanzata Sybil al suicidio, corrompe diversi amici portandoli sulla via della perdizione, dei debiti e dell'oppio; rovina la reputazione di diverse donne; e infine uccide l'amico Basil, costringendo il chimico Alan Campbell a distruggerne il corpo, inducendolo al rimorso e al suicidio), quando finalmente capisce chi è realmente diventato viene colpito da crudeli rimorsi per il male compiuto e pugnala il quadro sperando che questo spezzi l'incantesimo. In effetti la maledizione si spezza ma il quadro, ormai intrinseco dell'anima di Dorian, squarciandosi causa la morte del protagonista che viene ritrovato con le sue vere sembianze.
  • Lord Henry Wotton, suo amico e in qualche modo il diavolo tentatore. Ha una personalità affascinante e ha sempre la risposta pronta. È lui che, attraverso la sua influenza e le sue parole ciniche e spesso provocatorie, rende Dorian una persona spietata e sempre desiderosa di provare nuovi piaceri. È lui che lo rende conscio di ciò che potrebbe fare tramite il suo aspetto rassicurante e innocente nel breve arco della sua giovinezza. È sposato con lady Victoria, che poi lo abbandona per fuggire con l'amante, ha diversi fratelli e una sorella, lady Gwendolen, la cui reputazione è poi macchiata dagli atteggiamenti di Dorian.
  • Basil Hallward, pittore e autore del ritratto di Dorian, nonché suo amico; grazie alla sua presenza influente, Dorian lo ha ispirato in numerose opere rendendolo un pittore di fama. Prova una smodata adorazione, ai limiti dell'infatuazione, nei confronti del ragazzo, che è da tempo il suo principale spunto creativo, ma dovrà ricredersi quando vedrà anni dopo il suo quadro mutato. Viene ucciso da Dorian dopo aver pregato il giovane, davanti al quadro, di pentirsi di tutto il male compiuto, e averlo rimproverato. Dorian ritiene infatti il pittore il vero responsabile della sua discesa negli inferi. Il giovane ricatta poi il chimico Alan Campbell, suo ex amico, facendogli distruggere il corpo con l'acido. Campbell si spara poco tempo dopo per il rimorso mentre Basil è dato per disperso mentre viaggiava verso Parigi.
  • Sybil Vane, la ragazza di cui Dorian s'innamora. Una giovane e povera attrice di teatro di 17 anni che, dopo essersi innamorata a sua volta di lui, perde il suo talento: per questo viene malamente ripudiata da Dorian e, sconvolta, decide di suicidarsi.
  • James Vane, marinaio, fratello di Sybil. Tenta due volte di uccidere Dorian per vendetta, ma finisce ucciso per errore durante una battuta di caccia.

Oscar Wilde in una lettera al suo amico Ralph Payne dice:

«Basil Hallward è quello che credo di essere, Henry Wotton è come il mondo mi dipinge e Dorian Gray è quello che mi piacerebbe essere.»

(EN)

«The moral life of man forms part of the subject matter of the artist, but the morality of art consists in the perfect use of an imperfect medium.»

(IT)

«La vita morale dell'uomo è il materiale dell'artista, ma la moralità dell'arte consiste nell'uso perfetto di uno strumento imperfetto.»

L'opera, così come molte altre, appare ispirarsi in parte al mito del Dottor Faust, limitatamente al tema generale del conflitto tra piacere estetico-edonistico e moralità.[2][3]

Il ritratto di Dorian Gray si configura come un eccellente capolavoro della letteratura inglese e come una vera e propria celebrazione del culto della bellezza. Una ‘professione di fede’ che Wilde tende a fare propria e a perseguire nell'arco della sua intera esistenza, sia attraverso la sua produzione artistica sia per mezzo della sua condotta decisamente anti-vittoriana e anti-conformista, sprezzante del buonsenso e dei canoni della morale borghese.

La vita, per Wilde, si configura infatti come un'opera d'arte ben riuscita. Wilde opta quindi per il rovesciamento del principio secondo cui è l'arte che imita la vita, trasformandolo nel presupposto per il quale è la vita a imitare l'arte. La vita è pertanto prodotto e risultato dell'arte. Di qui l'importanza attribuita all'apparenza e al dominio dei sensi, che perviene quindi all'estetismo (dal greco αἴσθησις, ‘percezione con i sensi’), atteggiamento tipicamente wildiano e pateriano (ma anche dannunziano) e caratterizzato dalla concezione di un'arte fondamentalmente fine a sé stessa (art for art's sake).

Un'esperienza, quella estetica, che non sempre si rivela giusta e retta. La visione della vita come arte implica infatti da un lato la ricerca del piacere, ovvero l'edonismo, dall'altro uno stile di vita disinibito e dissoluto che porta allo sfacelo morale e, nel caso di Dorian Gray, al crimine.

Gli aforismi di Lord Wotton

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Come tutte le opere di Wilde, anche Il ritratto di Dorian Gray è ricco di sentenze, collocate dai critici nella categoria di aforismi; questo particolare tipo d'espressione, artificiosamente spontanea se vogliamo, conferisce allo stile di Wilde un modo tagliente di affrontare le verità della vita, aderendo perfettamente al carattere, quasi armonizzato ai suoi stessi pensieri, di quello che probabilmente è il "crypto-personaggio principale" dell'opera, Lord Henry Wotton. La maggior parte degli aforismi, infatti, prende vita attraverso la straordinaria eloquenza di Henry, o comunque viene quasi sempre ricondotta alle sue oscure teorie sulla vita e sull'arte. Lord Wotton, per usare le parole con cui lo stesso autore lo descrive all'interno del romanzo, "sembra aver riassunto il mondo in una frase".

Non c'è affatto da stupirsi, quindi, se leggendo il romanzo ci sembra improvvisamente di avvertire un rovesciamento radicale dei ruoli conferiti ai personaggi della storia. Lord Henry molto spesso ne sembra l'indiscusso protagonista, quasi parlasse per bocca dello stesso autore. Wilde stesso parlò di questo punto in più occasioni, notando quasi con rammarico che tutti pensassero al romanzo come a un'opera autobiografica in cui, attraverso i vari personaggi, lo stesso autore non faceva altro che rappresentare i suoi conflitti. Non è da dimenticare che questa fu una parte decisiva rispetto alla sua successiva incarcerazione; i capi d'accusa contro di lui (derivati da quello che oggi appare un moralismo ipocrita e anti libertario) si rifacevano a passi di questo romanzo. Le colpe di Dorian Gray e gli affilati aforismi di Lord Henry diventarono ciò che veniva rimproverato all'autore stesso. L'impatto di Wilde sulla Londra vittoriana fu di inquietante potere culturale, nettamente d'avanguardia. Tutto quello che egli diceva, come si comportava, veniva preso come una rivolta contro le regole che facevano da pilastri a quel moralismo vittoriano che la psicoanalisi avrebbe demistificato. I suoi aforismi lo condannarono così come lo portarono ad avere un posto nella storia immortale della letteratura e del costume. Wilde inventò il coming out e lo argomentò su un piano filosofico e culturale inaccessibile ai suoi giudici e al pubblico meno evoluto.

Come molti critici si divertono molto spesso a sottolineare - non ci si stupisce poi che lo stesso autore detestasse questa particolare categoria -, quelli di Wilde non sono veri e propri aforismi, ovvero generalmente non sono autonomi, o slegati dal contesto; molti faticano a vedere le verità che si nascondono dietro il loro paradosso artistico. Ma la loro forma non è che il pretesto. Nonostante ciò, infatti, essi riescono forse con maggior precisione a far notare, o forse provare, al lettore tutto ciò che lo stesso scrittore precisamente voleva che arrivasse all'io segreto di chi legge.

Molte sentenze di Lord Wotton, pur parendo solo frasi a effetto o teorie che condensano luoghi comuni per poi rovesciarli, rispecchiano un profondo e arguto interesse filosofico nei confronti non solo della natura umana, ma anche verso ogni sua sfumatura, tanto da riuscire a giungere nei più nascosti e inconfessabili meandri dell'animo umano.

Vero è che molti aforismi del romanzo possono essere facilmente rovesciati, anche perché molti derivano dallo stesso rovesciamento di luoghi comuni; però esprimono ugualmente argute riflessioni, alle volte difficili da accettare per qualcuno; essi sottolineano l'enorme genialità di Wilde e la sua profonda conoscenza della vita e dell'Arte. È vero che Lord Wotton non sembra nutrire alcun riguardo verso la morale, ma questo solo poiché nella mente di Wilde, una mente dominata dall'Art for Art's sake (Arte per amore dell'Arte), - cioè devota al movimento culturale secondo il quale la bellezza giustificava i mezzi attraverso cui essa poteva essere raggiunta -, non esisteva affatto moralità o immoralità nel pensiero, così come nell'espressione, anzi, era solito dire che "in letteratura non esistono libri morali o immorali, un libro è ben scritto o mal scritto, tutto qui".

Lord Henry pronuncia anche molti paradossi autentici, questo a detta di molti, ma in qualche strano modo la cosa non fa che renderli più veri. Quasi incontestabili.

Non si percepisce nel libro un'esplicita condanna morale da parte di Wilde verso Dorian, anche se, ovviamente, dobbiamo assolutamente ricordare cosa pensasse l'autore riguardo l'influenza in generale, definendola il morbo supremo che deturpa il genere umano. È anche vero, però, che il pensiero di Wilde riguardo al suo rapporto col protagonista del suo romanzo e, forse, con sé stesso, era particolarmente controverso. In una delle sue ultime lettere infatti, egli scrive che non si capacitava di come tutti avessero frainteso il suo stesso libro: "Lord Henry," diceva "è come tutti pensano che io sia. Dorian è come vorrei essere. Basil, quello che in realtà sono."

Inoltre, il rapporto che hanno Dorian Gray e Lord Henry è il corrispettivo del reale rapporto che correva tra Walter Pater e Oscar Wilde: l'uno insegna all'altro l'arte di vivere secondo i principi dell'Estetismo, ma mentre il maestro conduce una vita tuttavia tranquilla (infatti Pater spese tutta la sua vita sui libri), spetta all'allievo mettere in pratica le regole del vivere.

Ecco uno degli aforismi di Lord Henry:

(EN)

«Life imitates Art far more than Art imitates Life.»

(IT)

«La vita imita l'arte molto più di quanto l'arte non imiti la vita.»

Opere derivate

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  • Nel 2008 il coreografo Matthew Bourne mette in scena il balletto Dorian Gray, con colonna sonora di Terry Davies.
  • Nel 2018 in occasione del rinnovato tour estivo Roberto Bolle and Friends Roberto Bolle realizza Dorian Gray, su coreografia di Massimiliano Volpini e musica di Alessandro Quarta, che riprende il tema della Passacaglia di H.I.F. Von Biber.

Nel periodo post bellico relativo alla Seconda guerra mondiale i comici Wayne e Shuster fecero una parodia del romanzo dove il protagonista mangiava a dismisura e il ritratto aveva alla lunga problemi con la cornice.

  • Il numero 15 di Satanik (Il ritratto di Alex Bey, agosto 1965) è una sostanziale trasposizione del romanzo.
  • Negli albi di Zagor Il padrone del tempo e L'assassino di pietra (1987) c'è una storia chiaramente ispirata a esso, in cui un uomo diventa immortale grazie a una statua magica (che sostituisce il quadro e con la cui distruzione l'uomo invecchia e muore, proprio come Dorian Gray).
  • Nel 1996 il settimanale Topolino ne pubblicò una parodia intitolata Il ritratto di Zio Paperone.[7]
  • Il manga Utamaro: Il pittore visionario di Gō Nagai è una rivisitazione della trama del libro ambientata in Giappone, in cui un bijin-ga dipinto da Kitagawa Utamaro (protagonista della storia) assume un aspetto sempre più mostruoso man mano che l'anima della sua modella diventa sempre più malvagia.
  • Nel numero 510 Alan Ford (Il ritratto di Dorian Gray, dicembre 2011) il Gruppo TNT presenta la vicenda sotto forma di rappresentazione teatrale.
  • Nel 2002 il regista italiano Tato Russo crea una versione musical del romanzo con protagonista l'attore e cantante italo francese Michel Altieri. Lo spettacolo elogiato dalla critica prosegue per 4 anni di repliche[8].
  • Nel 2016 viene presentata al Teatro La Fenice di Venezia in anteprima mondiale la versione in forma di teatro musicale Dorian Gray. La bellezza non ha pietà[9], una produzione della Maison Pierre Cardin ideata e scritta dal compositore Daniele Martini, per la direzione artistica e le scenografie di Rodrigo Basilicati, nipote di Pierre Cardin. Alla regia del primo allestimento, nel tour internazionale, Wayne Fowkes, a cui succede nel tour italiano del 2018 Emanuele Gamba[10].
  • (EN) Picture of Dorian Gray, Toronto, Musson Book Company ; John WLuce & Co, 1909. URL consultato il 16 aprile 2015.

Edizioni italiane

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  1. ^ Alessandro Gnocchi, «Ecco Dorian Gray senza (auto)censure», venerdì 20 giugno 2014, Il Giornale.it
  2. ^ Norbert Kohl e David Henry Wilson, Oscar Wilde: The Works of a Conformist Rebel, Cambridge University Press, 3 marzo 2011, p. 162, ISBN 978-0-521-17653-8.
  3. ^ Sono evidenti in quest'opera alcune suggestioni letterarie e culturali: il mito di Narciso che s'innamora della propria immagine riflessa nell'acqua, mito ricordato da Ovidio nelle Metamorfosi; il Faust di Goethe che vende la propria anima al demonio in cambio dell'eterna giovinezza; Il ritratto ovale di Edgar Allan Poe (nel preciso istante in cui un pittore, con un tocco di colore, infonde la vita nel ritratto che sta eseguendo della sua sposa, scopre che lei è morta); Lo strano caso del dottor Jekyll e del signor Hyde di Robert Louis Stevenson (sdoppiamento della personalità). E infine il romanzo gotico Melmoth l'errante, del prozio di Wilde Charles Maturin. Il romanzo risente poi degli studi estetico - decadenti di Walter Pater sull'autonomia dell'arte dalla morale ("l'arte per l'arte"), e delle opere di Théophile Gautier e Joris-Karl Huysmans.
  4. ^ (EN) Doriana Grey (1976) - Jesus Franco su My duck is dead
  5. ^ (EN) Dorian, su IMDb, IMDb.com.
  6. ^ (EN) The Picture of Dorian Gray, su IMDb, IMDb.com.
  7. ^ I.N.D.U.C.K.S
  8. ^ Scheda del musical sul sito del protagonista, su michel-altieri.com. URL consultato il 17 dicembre 2009 (archiviato dall'url originale il 25 settembre 2010).
  9. ^ Dorian Gray – La bellezza non ha pietà, su doriangrayopera.com. URL consultato il 5 febbraio 2019.
  10. ^ "Dorian Gray. La bellezza non ha pietà". Dalla penna di Oscar Wilde al teatro musicale di Pierre Cardin | INTERVISTA - Glitch Magazine, in Glitch Magazine, 8 maggio 2018. URL consultato il 9 maggio 2018.

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