Guido Ferrazza
Guido Ferrazza (Bocenago, 19 marzo 1887 – Cassano d'Adda, 1º febbraio 1961) è stato un architetto e urbanista italiano.
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]Trentino, si laureò in architettura civile al Regio istituto tecnico superiore nel 1912, e ottenne l'abilitazione a docente di disegno architettonico all'Accademia di belle arti di Bologna.[1]
Lavorò spesso in collaborazione con Alberto Alpago Novello e Ottavio Cabiati, e fu tra i principali professionisti operanti in Cirenaica e in Eritrea nell'ambito dell'architettura coloniale.[1][2] Dal 1939 al 1941 lavorò ad Addis Abeba, in Etiopia.[1]
Rientrò in Italia nel luglio 1943 e partecipò alla Resistenza in Lombardia, dove fu membro del Comitato di liberazione nazionale Alta Italia.[1] Dal 1946 al 1949 lavorò presso il provveditorato opere pubbliche del Trentino-Alto Adige.[1]
Tra il 1949 e il 1951 si occupò di dirigere i lavori del piano regolatore di San Juan, in Argentina.[1]
Morì il 1º febbraio 1961 a Cassano d'Adda a causa di un incidente ferroviario.[1]
Opere principali
[modifica | modifica wikitesto]- Istituto Dante Alighieri (1921) a Treviso, con Alberto Alpago Novello e Ottavio Cabiati
- Altare per la chiesa del seminario (1921) a Trento
- Banca industriale (1921) a Trento
- Lungomare della Vittoria (1927-1933) a Bengasi, con Ottavio Cabiati
- Case per ufficiali (1928-30) a Bengasi
- Istituto dei fratelli delle Scuole cristiane (1928-30) a Bengasi
- Istituto Lasalle (1928-1933) a Bengasi
- Ufficio Postale di Agordo a fianco alla farmacia (1930 circa)
- Palazzo del governatore (1928-34) a Bengasi, con Alberto Alpago Novello e Ottavio Cabiati
- Cattedrale di Bengasi (1929), con Ottavio Cabiati
- Quartiere INCIS (1932-34) a Tripoli, con Alberto Alpago Novello, Ottavio Cabiati e Luigi Piccinato
- Sede della Cassa di risparmio della Libia (1930-33) a Barce
- Mercato (1933) a Barce
- Mercati coperti (1935-37) ad Asmara
- Palazzo delle Poste e telefoni (1935-37) ad Asmara
- Sede del Banco di Roma (1937) ad Assab
- Palazzine per ufficiali (1937) a Harar
- Quartiere INCIS (1937-1938) a Harar
- Sede della Banca d'Italia (1937-38) a Dire Daua
- Abitazioni per i funzionari della Banca d'Italia (1937-38) a Dire Daua
- Mercato (1937) a Adarna
- Casa all'Alpe di Siusi (1946)
- Convento e chiesa per i padri conventuali di Padova (1951) a Buenos Aires[1]
Note
[modifica | modifica wikitesto]Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Annegret Burg, Novecento milanese. I novecentisti e il rinnovamento dell'architettura a Milano fra il 1920 e il 1940, Milano, Federico Motta Editore, 1991.
- Giuliano Gresleri, Pier Giorgio Massaretti e Stefano Zagnoni (a cura di), Architettura italiana d'oltremare (1870-1940), Venezia, Marsilio, 1993.
- Nino Gallimberti, La nuova Bengasi, in Urbanistica, III, 4, 1934, pp. 209-219.
- Ezio Godoli e Milva Giacomelli, Architetti e ingegneri italiani dal Levante al Magreb (1848-1945), Firenze, Maschietto Editore, 2005.
- Wenter Marini, Architetti trentini, in Architettura e arti decorative, II, 1922-23, pp. 377-390.
- Marcello Piacentini, Il concorso nazionale per lo studio di un progetto di piano regolatore e d'ampliamento della città di Milano, in Architettura e arti decorative, VII, 2-3, 1927, pp. 132-182.
- Fernando Santagata, L'Harar, territorio di pace e di civiltà, Milano, Garzanti, 1940.
- Vittorio Santoianni, Il Razionalismo nelle colonie italiane 1928-1943. La «nuova architettura» delle Terre d'Oltremare (PDF), Napoli, Università di Napoli.
- Francesca Zanella, Alpago Novello, Cabiati e Ferrazza. 1912-1935, Milano, Electa, 2002.
Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Guido Ferrazza
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Marida Talamona, FERRAZZA, Guido, in Dizionario biografico degli italiani, vol. 46, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1996.
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