Bartolomeo di Capua
Bartolomeo di Capua | |
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Signore di Capua | |
Trattamento | Signore |
Altri titoli | Gran Protonotario del Regno di Napoli Logoteta del Regno di Napoli |
Nascita | Capua, 24 agosto 1248 |
Morte | Napoli, 1328 |
Dinastia | Di Capua |
Padre | Andrea di Capua |
Madre | Giovanna ? |
Coniugi | Mattia di Franco Margherita dell'Oria |
Figli | Andrea Taddeo Giovanni Jacopo Giovanna |
Religione | Cattolicesimo |
Bartolomeo di Capua (Capua, 24 agosto 1248 – Napoli, 1328) è stato un nobile e giurista italiano.
Fu signore di Altavilla Irpina, Cancello ed Arnone, Capua, Castel Morrone, Conca della Campania, Marcianise, Molinara, Presenzano, Riccia, Roseto Valfortore, Sant'Antimo, Trentola Ducenta e Vairano Patenora, logoteta e gran protonotario del Regno di Napoli.
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]Bartolomeo di Capua, figlio di Andrea, fu uno dei più importanti giuristi del XIII e XIV secolo. Studiò giurisprudenza all'Università di Napoli, dove si laureò ed insegnò. Fu giureconsulto e consigliere politico del Re del Regno di Napoli Carlo II d'Angiò. Ebbe un importante ruolo, storicamente documentato, nell'elezione di Papa Celestino V. Sempre fedele alla casata dei d'Angiò, ricoprendo un cursus honorum, che lo vide protagonista come politico e giurista nelle più importanti vicende del suo tempo, fu sepolto nel duomo di Napoli. Dando prova delle sue profonde cognizioni giuridiche, espose con abilità e dialettica i diritti di Roberto d'Angiò, terzogenito del Re Carlo II, ottenendo per questi l'investitura del Regno.
A lui il teologo suo contemporaneo Dimalduccio da Forlì dedicò il libro De resurrectione mortuorum.
Come Tolomeo dei Fiadoni, conobbe personalmente San Tommaso d'Aquino e al processo di canonizzazione di Napoli testimoniò la sua morte nel quarantottesimo anno di età[1]. La deposizione del logoteta afferma:
«Tot magna scripta, quar fecit summarium inferium declaranda, nin est verisimilem secundum humanum ingenium, quod potuissent fieri tam brevi tempore, sictu vixit idem frater Thomas, qui in quadragesimo octavo anno finisse dicitur communiter dies suos.[1][2]»
«...comunemente si teneva il Santo aver finito i suoi giorni nel quarantottesimo anno di vita.[3]»
Discendenza
[modifica | modifica wikitesto]Bartolomeo di Capua si sposò prima con Mattia di Franco, che gli diede cinque figli, Andrea, Taddeo, Giovanni e Jacopo, e una figlia, Giovanna, e poi con Margherita dell'Oria, da cui non ebbe figli.
Opere
[modifica | modifica wikitesto]Autore di numerose e importanti opere, molte delle quali andate perdute ma richiamate in molte fonti, di lui si ricordano le glosse, il Tractatus de appretio sive forma super appretio, nonché diversi scritti teologici.
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b Jean-Pierre Torrell, O.P., Amico della verità. Vita e opere di Tommaso d'Aquino, traduzione di Giorgio Maria Carbone, Bologna, Edizioni Studio Domenicano, 2017, p. 28.
- ^ (LA) Bernardo Maria De Rubeis, Divi Thomæ Aquinatis doctoris angelici catena in quatuor Evangelia ad plurima exempla comparata, e emendata, Venezia, Joseph Bettinelli, 1745, p. 45, OCLC 1044428647. URL consultato il 21 novembre 2020.
- ^ Antonio Pavissich, La giovinezza di San Tommaso d'Aquino, in La Civiltà Cattolica, 1923, pp. 396-397., citando Acta Sanctae Sedis, Mart. 1, Process. n. 83.
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Bartolomeo di Capua
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Bartolomèo da Capua, su Treccani.it – Enciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
- Giuseppe Ermini, BARTOLOMEO da Capua, in Enciclopedia Italiana, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1930.
- Paola Maffei, BARTOLOMEO DA CAPUA, in Federiciana, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 2005.
- Bartolomèo da Càpua, su sapere.it, De Agostini.
- Ingeborg Walter e Maura Piccialuti, BARTOLOMEO da Capua, in Dizionario biografico degli italiani, vol. 6, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1964.
- (DE) Bartolomeo di Capua, su ALCUIN, Università di Ratisbona.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 88756467 · ISNI (EN) 0000 0000 7139 2065 · SBN BVEV025195 · BAV 495/8875 · CERL cnp00165582 · GND (DE) 100937373 · BNE (ES) XX4824010 (data) · CONOR.SI (SL) 203905635 |
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