Ali al-Naqi

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Ali al-Naqi
10º Imam sciita duodecimano e alawita
PredecessoreMuhammad ibn Ali al-Taqi al-Jawad
Successoreal-Hasan al-Askari
NascitaMedina, tra l'827 e l'830
MorteSamarra, 868
ʿAlī ibn Muhammad ibn ʿAlī

ʿAlī ibn Muhammad ibn ʿAlī, detto al-Hādī o al-Naqī (in arabo علي الهادي النقي?; Medina, tra l'827 e l'830Samarra, 868), è stato il decimo Imam sciita duodecimano.

Le date esatte della sua nascita e della sua morte non sono certe, ma in genere si indica per la prima il periodo compreso tra l'827 e l'830 (2 Rajab 212 e 214 E.)[1][2][3][4][5][6] o l'835, mentre per la data di morte si indica l'868.

Moschea Al Askari - Santuario del 10 ° e 11 ° Imia sciita: Ali an-Naqi e Hasan al-Askari - Prima dell'attentato nel 2006, Samarra, Iraq

ʿAlī al-Hādī nacque a Medina dal nono Imam sciita Muhammad al-Taqi, (noto anche come Muhammad al-Jawad), e da Sumāna[7] una donna berbera del Maghreb. Suo padre gli dette il soprannome di Abū l-Ḥasan, una kunya che era stata quella del nonno ʿAlī al-Riḍā e del bisnonno Musa al-Kazim.[8]

Secondo la tradizione sciita, dopo l'assassinio del padre per volere del Califfo abbaside al-Mu'tasim, ʿUmar b. al-Faraj fu incaricato da questi di trovare un maestro a Medina per il giovane Imam che avrebbe dovuto instillargli odio nei confronti dell'Ahl al-Bayt. Fu trovato al-Junaydi per questo incarico ma al-Junaydi spesso prese a riferire circa l'intelligenza del giovane che, sovente, esprimeva interpretazioni sulla letteratura che al-Junaydi non aveva mai pensato e conosciuto, oltre al fatto che ʿAlī al-Hādī aveva sviluppato una comprensione completa dei Corano e della rivelazione. Al-Junaydi, impressionato e stupefatto dal ragazzo, concluse che quelle conoscenze non potevano provenire altro che dal favore divino, e pertanto smise di nutrire animosità nei confronti della Famiglia del Profeta.[8]

L'Imam al-Hadi utilizzava la Moschea del Profeta a Medina per insegnare ai fedeli interessati tutto ciò che serviva a conoscere i principi dell'Islam e la sua morale. L'Imam era talmente desideroso d'insegnare che in molti casi avrebbe voluto pagare di persona quanto era necessario agli studenti meno abbienti, guadagnandosi seguaci particolarmente devoti alla sua persona.

Malgrado questo crescente affetto, un uomo invidioso di tutto ciò era ʿAbd Allah b. Muhammad, wali di Medina, che informò il Califfo al-Mutawakkil - la cui ostilità verso gli Alidi era esplicita e marcata - che l'Imam al-Hadi era pericoloso a causa del denaro che varie persone gli consegnavano e con il quale egli avrebbe potuto acquistare armi da usare contro il Califfo. Quando l'Imam al-Hadi seppe quanto ʿAbd Allah b. Muhammad aveva detto ad al-Mutawakkil, inviò una sua missiva al Califfo assicurandogli che si trattava di una calunnia ispirata al wali dall'avversione che nutriva nei confronti dell'Ahl al-Bayt.[8]

Al-Mutawakkil rispose a sua volta con una lettera, avvertendolo che avrebbe deposto il Governatore e che l'Imam avrebbe dovuto recarsi presso di lui, a Samarra per essere messo agli arresti domiciliari, per dar modo al Califfo di proteggerlo. Allo stesso tempo, al-Mutawakkil ordinò a Yahya b. Harthama di recarsi a Medina sia per investigare sulle accuse di ʿAbd Allah b. Muhammad, sia per prendere con sé la persona dell'Imam.[8] Quando l'Imam ricevette la lettera, venne a conoscenza del fatto di essere stato invitato a risiedere a Samarra e di essere stato di fatto bandito da Medina. Se anche odiava abbandonare la città dei suoi antenati, capì però di non poter rifiutare l'invito califfale, a rischio di esser costretto ad obbedire con la forza: cosa che egli sopra ogni altra cosa voleva evitare.[8] Yahya quindi perquisì la casa dell'Imam, non trovandovi però altro che esemplari del Corano, passando poi senz'altro a mettere in atto l'altro incarico ricevuto da al-Mutawakkil.[8]

ʿAlī al-Nāqī rimase in residenza sorvegliata nella capitale abbaside di Samarrāʾ fino alla sua morte, scampando (a dire delle fonti imamite) a diversi tentativi di sopprimerlo, sia durante il califfato di al-Mutawakkil, sia a quello dei califfi al-Mu'tamid o al-Mu'tazz (le fonti tal riguardo sono infatti confuse e imprecise).

  1. ^ Imam Ali an-Naqi al-Hadi, su victorynewsmagazine.com. URL consultato il 3 gennaio 2014 (archiviato dall'url originale l'8 maggio 2009).
  2. ^ P. 22
  3. ^ The Tenth Imam Ali Ibn Muhammad (Al-Naqi, Al-Hadi) (AS), su al-islam.org. URL consultato il 29 aprile 2019 (archiviato dall'url originale il 17 ottobre 2013).
  4. ^ The Tenth Holy Imam: Imam Ali un-Naqi al-Hadi(A.S.) Archiviato il 5 marzo 2012 in Internet Archive.
  5. ^ nascita dell'Imam Ali al-Hadi
  6. ^ Important Islamic Dates/Events Archiviato il 10 gennaio 2010 in Internet Archive.
  7. ^ A Brief History of The Fourteen Infallibles, Qum, Ansariyan Publications, 2004, p. 151.
  8. ^ a b c d e f Bāqir Sharīf Qurashi e Abdullah Shahin, The Life of Imam Ali Al-Hadi: Study and Analysis, Qum, Ansariyan Publications, 2007.

Altri progetti

[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni

[modifica | modifica wikitesto]

Predecessore Imam sciita duodecimano e alawita Successore
Muhammad al-Taqi (818 -835) (835 – 868) al-Ḥasan al-ʿAskarī (868 - 874)
Controllo di autoritàVIAF (EN399359 · ISNI (EN0000 0000 5472 892X · CERL cnp00286521 · LCCN (ENn85307245 · GND (DE102417008 · BNF (FRcb170091299 (data) · J9U (ENHE987007451451005171