Caolinite

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Caolinite
Classificazione StrunzVIII/H.25-10
Formula chimicaAl2Si2O5(OH)4
Proprietà cristallografiche
Gruppo cristallinotrimetrico
Sistema cristallinotriclino
Classe di simmetriapediale
Parametri di cellaa = 5.14, b = 8.93, c = 7.37
Gruppo puntuale1
Gruppo spazialeP1
Proprietà fisiche
Densità2,58-2,6 g/cm³
Durezza (Mohs)2-2,5
Sfaldaturaperfetta secondo {001}
Colorebianco-neve, giallastro, grigio-verde
Lucentezzafievole, madreperlacea
Opacitànon trasparente, traslucida
Strisciobianco
Diffusioneabbondante
Si invita a seguire lo schema di Modello di voce – Minerale

La caolinite è un minerale, idrossilicato di alluminio. Essa appartiene alla classe dei silicati, i minerali più diffusi sulla superficie terrestre, e, in particolare, al sottogruppo dei fillosilicati.

Descritto per la prima volta nel 1807 da Alexandre Brongniart, chimico e zoologo francese (1770-1847), collaboratore del naturalista George Cuvier. L'idrossilicato di alluminio si manifersta in forme polimorfe: la caolinite, la dickite, la nacrite e l'hallosyte.

Il nome deriva dal cinese Gaoling 高岭 e significa colline alte, con riferimento alla regione presso Jingdezhen, nella provincia cinese di Jiangxi, che, già sotto la Dinastia Tang (618 -907 d.C.), era invasa da forni per la ceramica.

Abito cristallino

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Cristalli tabulari, talvolta pseudoesagonali.

Nella struttura del reticolo cristallino si distinguono due strati, uno costituito da tetraedri ai cui vertici sono situati atomi di ossigeno e il cui centro è occupato da atomi di silicio, l'altro formato da ottaedri con ossigeno o ossidrile ai vertici e alluminio al centro. Il reticolo quindi non contiene cationi metallici scambiabili né acqua, e i fogli elementari, sovrapposti in maniera diversa, a originare la varietà cristallografiche di questo minerale sono fortemente legati fra loro con legame d'idrogeno in modo che la sfaldabilità della caolinite è piccola in confronto agli altri minerali delle argille.

Origine e giacitura

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La caolinite rappresenta il prodotto di una lenta e complessa alterazione idrotermale (caolinizzazione) dei feldspati, dei feldspatoidi e di altri silicati alluminiferi, presenti, come componenti essenziali, in numerose rocce, principalmente di tipo granitico e gneissico. Questi minerali, in ambiente acido, in presenza di acqua e di CO2 e sotto condizioni di bassa temperatura e pressione, perdono gli ioni alcalini e alcalino-terrosi (passati in soluzione) e si trasformano in silicati idrati di alluminio, tra i quali prevale la caolinite.

Si trova anche in depositi sedimentari secondari dove essa o i suoi minerali progenitori sono stati trasportati da soluzioni non alcaline e poi depositati in ambiente deltizio, lagunare o in altri ambienti non marini. La maggior parte della caolinite sedimentaria è di origine detritica e trova la sua origine nei suoli. Si ritrova però anche come minerale autigeno formatosi a basse profondità e basse temperature in fanghi litificati, in sedimenti clastici e in carboni.

Forma in cui si presenta in natura

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Si presenta sotto forma di minutissime lamelle pseudoesagonali, spesso riunite in ammassi untuosi al tatto, plastici, opachi, terrosi e in aggregati vermiformi o granulari.

Caratteri fisico-chimici

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Le misure per la determinazione delle proprietà ottiche del minerale devono essere interpretate con attenzione in quanto possono essere inficiate dalla presenza di impurezze e/o di acqua adsorbita.

Le proprietà plastiche della caolinite quando è miscelata con acqua sono ben note, ma non completamente comprese. C'è una quantità ottimale di acqua che è richiesta per produrre la massima plasticità e ci sono prove sul fatto che le molecole d'acqua sono distribuite secondo uno schema definito, piuttosto che trovarsi in uno stato liquido disordinato.

È inattaccabile dall'acido cloridrico. L'acido fluoridrico la scompone, invece, con rapidità; mentre l'acido solforico, a caldo e concentrato, la scompone lentamente. Alla fiamma del cannello non fonde. Riscaldata fra i 390 e i 450 °C si disidrata.

Località di ritrovamento

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Ricchi depositi si hanno a Saint-Yrieix-la-Perche, presso Limoges, in Francia; a Karlovy Vary, in Repubblica Ceca; a Tirschenreuth; a Schnaittenbach, in Germania e a Kaolinovo, in Bulgaria.

In Italia è stata trovata insieme alla fluorite ad Oleggio, provincia di Novara; in piccole quantità nelle cavità del porfido di Cuasso al Monte, provincia di Varese; in una cava in Valle dei Mercanti, presso Torrebelvicino, in provincia di Vicenza; in forma non plastica si trova al Corno di Renon, nel territorio di Barbiano, in provincia di Bolzano; a Campiglia Marittima, in provincia di Livorno; al monte Porceddu, nel comune di Serrenti, (provincia del Sud Sardegna) e infine caolinite mista a silice si estrae nel comune di Cossoine, in provincia di Sassari. Importanti cave di caolinite si trovano anche sui Monti della Tolfa in provincia di Roma. Una grande cava è stata sfruttata nell'isola di Lipari (Me) sin da età preistorica e costituisce oggi un'attrazione turistica.

La caolinite è impiegata come materia prima nella fabbricazione delle porcellane, delle terraglie e delle maioliche; finemente polverizzata ed impastata con acqua, dà una massa molto plastica facilmente modellabile che, per cottura, indurisce subendo una notevole contrazione. È utilizzata anche nell'industria della gomma e, come materiale di carica, in quella della carta. In periodo antico veniva utilizzata per la realizzazione di vasi e per impreziosire i quadretti (pinakes) e le maschere teatrali in terracotta (cf Museo Archeologico di Lipari)

Voci correlate

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Altri progetti

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Collegamenti esterni

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