Donne Quotes
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“Gli ricordò che i deboli non sarebbero mai entrati nel regno dell'amore, che è un regno inclemente e meschino, e che le donne si concedono solo agli uomini dall'animo risoluto, perché infondono loro la sicurezza che tanto bramano per affrontare la vita.”
― Love in the Time of Cholera
― Love in the Time of Cholera
“Le donne ci ispirano il desiderio di far dei capolavori e ci impediscono sempre di eseguirli”
― Il ritratto di Dorian Gray
― Il ritratto di Dorian Gray
“Aveva dell’amicizia, come del resto di parecchi altri sentimenti, un ideale che in questo caso non le sembrava - ma anche in altri casi non le era sembrato - che la presente amicizia esprimesse a pieno. Ma sovente rammentava a se stessa che esistono ragioni essenziali per cui gli ideali non riescono mai a concretizzarsi.
Negl’ideali bisogna credere senza vederli; è questione di fede, non di esperienza. Tuttavia l’esperienza può fornircene imitazioni molto attendibili ed è saggio far loro buon viso. Il fatto è che in complesso Isabel non aveva mai incontrato un personaggio più simpatico e interessante di Madame Merle; non aveva mai conosciuto una persona che fosse priva come lei di quel difetto che forma l’ostacolo principale all’amicizia: quel riprodurre i lati più tediosi, stantii e troppo conosciuti del proprio carattere. La ragazza non aveva mai spalancato così le porte della sua confidenza; alla sua amabile ascoltatrice diceva cose che non aveva ancora mai detto ad alcuno. Talvolta si allarmava del suo candore: era come se avesse dato ad una persona quasi sconosciuta la chiave del suo cofanetto di gioielli. Queste gemme spirituali erano gli unici gioielli di qualche grandezza che Isabel possedeva, ragione di più per custodirli con ogni cura. Ma poi, sempre le tornava in mente che non ci si deve rammaricare per un generoso errore, e che se Madame Merle non aveva i pregi che essa le attribuiva, tanto peggio per Madame Merle. Non c’era dubbio che avesse grandi pregi: era attraente, simpatica, intelligente, colta. Più che questo (perché Isabel non aveva avuto la sfortuna di attraversare la vita senza incontrare numerose persone del suo sesso delle quali non si poteva onestamente dire di meno), era una donna rara, superiore, straordinaria. C’è tanta gente amabile nel mondo, e Madame Merle era lungi dall’avere un carattere volgarmente allegro, dal fare la spiritosa senza requie. Sapeva come si fa a pensare, dote rara nelle donne; e aveva pensato con molto costrutto. Naturalmente, sapeva anche come si fa a provare sentimenti: Isabel non avrebbe potuto passare una settimana con lei senza acquistarne la certezza. Questa era proprio la grande dote di Madame Merle, il suo dono più perfetto. La vita aveva lasciato il suo segno su di lei; ella ne aveva sentito tutta la forza, e faceva parte del godimento che dava la sua compagnia il fatto che, quando la ragazza parlava di ciò che si compiaceva di chiamare questioni serie, questa signora la comprendeva con facilità e subito. Le emozioni, questo è vero, oramai per lei appartenevano quasi alla storia; ella non faceva un segreto del fatto che la fonte della passione, per essere stata spillata con discreta violenza in un certo periodo, non scorreva più liberamente come un tempo. Per di più si proponeva, e insieme si aspettava, di diventare insensibile; ammetteva tranquillamente di essere stata un po’ pazza un giorno, ed ora ostentava di essere perfettamente savia.”
― The Portrait of a Lady
Negl’ideali bisogna credere senza vederli; è questione di fede, non di esperienza. Tuttavia l’esperienza può fornircene imitazioni molto attendibili ed è saggio far loro buon viso. Il fatto è che in complesso Isabel non aveva mai incontrato un personaggio più simpatico e interessante di Madame Merle; non aveva mai conosciuto una persona che fosse priva come lei di quel difetto che forma l’ostacolo principale all’amicizia: quel riprodurre i lati più tediosi, stantii e troppo conosciuti del proprio carattere. La ragazza non aveva mai spalancato così le porte della sua confidenza; alla sua amabile ascoltatrice diceva cose che non aveva ancora mai detto ad alcuno. Talvolta si allarmava del suo candore: era come se avesse dato ad una persona quasi sconosciuta la chiave del suo cofanetto di gioielli. Queste gemme spirituali erano gli unici gioielli di qualche grandezza che Isabel possedeva, ragione di più per custodirli con ogni cura. Ma poi, sempre le tornava in mente che non ci si deve rammaricare per un generoso errore, e che se Madame Merle non aveva i pregi che essa le attribuiva, tanto peggio per Madame Merle. Non c’era dubbio che avesse grandi pregi: era attraente, simpatica, intelligente, colta. Più che questo (perché Isabel non aveva avuto la sfortuna di attraversare la vita senza incontrare numerose persone del suo sesso delle quali non si poteva onestamente dire di meno), era una donna rara, superiore, straordinaria. C’è tanta gente amabile nel mondo, e Madame Merle era lungi dall’avere un carattere volgarmente allegro, dal fare la spiritosa senza requie. Sapeva come si fa a pensare, dote rara nelle donne; e aveva pensato con molto costrutto. Naturalmente, sapeva anche come si fa a provare sentimenti: Isabel non avrebbe potuto passare una settimana con lei senza acquistarne la certezza. Questa era proprio la grande dote di Madame Merle, il suo dono più perfetto. La vita aveva lasciato il suo segno su di lei; ella ne aveva sentito tutta la forza, e faceva parte del godimento che dava la sua compagnia il fatto che, quando la ragazza parlava di ciò che si compiaceva di chiamare questioni serie, questa signora la comprendeva con facilità e subito. Le emozioni, questo è vero, oramai per lei appartenevano quasi alla storia; ella non faceva un segreto del fatto che la fonte della passione, per essere stata spillata con discreta violenza in un certo periodo, non scorreva più liberamente come un tempo. Per di più si proponeva, e insieme si aspettava, di diventare insensibile; ammetteva tranquillamente di essere stata un po’ pazza un giorno, ed ora ostentava di essere perfettamente savia.”
― The Portrait of a Lady
“Una donna può facilmente uccidere per strada, in mezzo alla folla, lo può fare più facilmente di un uomo. La sua violenza sembra un gioco, una parodia, un uso improprio e un po' ridicolo della determinazione maschile a fare il male.”
― The Days of Abandonment
― The Days of Abandonment
“Secondo le accuse, le “streghe” erano donne che avevano rapporti con il diavolo, si dedicavano a riti satanici e si abbandonavano a folli orge. In realtà si trattava di donne esperte in medicina naturale, per lo più contadine che conoscevano le proprietà curative delle erbe, usate ancora oggi. Ma queste donne, accrescendo le loro conoscenze e capacità di aiutare la gente, che le apprezzava, si affrancavano dalla dipendenza da Dio e dalla Chiesa.”
― Dio odia le donne
― Dio odia le donne
“A cosa pensa una donna quando non viene ritenuta all'altezza, quando le dicono che è troppo o troppo poco, quando viene ferita, tradita, umiliata, derisa, quando si ammala e il mondo la ignora e nessuno la sente? Quando è triste o felice o arrabbiata o risoluta o crudele?Quando fin da piccola viene educata alla colpa, alla vergogna, a essere soppesata da occhi estranei, quasi che il suo corpo e la sua vita non fossero mai davvero suoi, ma sempre anche di qualcun altro? Quando si deve giustificare per la voglia di fare sesso o per quella di non volerlo fare?Quando deve soddisfare aspettative, aderire a immaginari, quando è troppo magra o troppo grassa o troppo giovane o troppo vecchia o troppo ignorata o troppo guardata e però mai, mai davvero vista? Quando si accorge che la maggior parte degli incontri è come il tramonto in autunno, dove una volta sparito il sole tutto si raffredda velocemente? Quando non crede alla vita dopo la morte ma vede invece la morte dentro ogni vita, come se tutto fosse sempre sul punto di cadere, nell'apparente fissità dei giorni? A cosa pensa una donna quando, assordata dalle voci di tutti, capisce all'improvviso di avere soffocato la propria? Di non essersi mai davvero prestata ascolto?”
― Il rosmarino non capisce l'inverno
― Il rosmarino non capisce l'inverno
“Coleridge was one of those unhappy persons-Donne, I suspect, was such another-of whom one might say, that if they had not been poets, they might have made something of their lives, might even have had a career; or conversely, that if they had not been interested in so many things, crossed by such diverse passions, they might have been great poets. It was better for Coleridge, as poet, to read books of travel and exploration than to read books of metaphysics and political economy. He did genuinely want to read books of metaphysics and political economy, for he had a certain talent for such subjects. But for a few years he had been visited by the Muse (I know of no poet to whom this hackneyed metaphor is better applicable) and thenceforth was a haunted man; for anyone who has ever been visited by the Muse is thenceforth haunted. He had no vocation for the religious life, for there again somebody like a Muse, or a much higher being, is to be invoked, he was condemned to know that the little poetry he had written was worth more than all he could do with the rest of his life. The author of Biographia Litteraria was already a ruined man. Sometimes, however, to be a 'ruined man' is Itself a vocation.”
― The Use of Poetry and the Use of Criticism
― The Use of Poetry and the Use of Criticism
“About Donne there hangs the shadow of the impure motive ; and impure motives lend their aid to a facile success. He is a little of the religious spellbinder, the Reverend Billy Sunday of his time, the flesh-creeper, the sorcerer of emotional orgy. We emphasize this aspect to the point of the grotesque. Donne had a trained mind; but without belittling the intensity or the profundity of his experience, we can suggest that this experience was not perfectly controlled, and that he lacked spiritual discipline.”
― For Lancelot Andrewes: Essays Ancient & Modern
― For Lancelot Andrewes: Essays Ancient & Modern
“Un giorno esisterà la fanciulla e la donna, il cui nome non significherà più soltanto un contrapposto al maschile, ma qualcosa per sé, qualcosa per cui non si penserà a complemento e confine, ma solo a vita reale: l’umanità femminile.”
― Lettere a un giovane poeta/Lettere a una giovane signora/Su Dio
― Lettere a un giovane poeta/Lettere a una giovane signora/Su Dio
“Che cosa è un ritorno? Una cosa che, per qualche ora, scioglie i groppi duri che separano l’oggi dall’ieri e fonde il passato e il presente con sicurezza fresca, dove il male non ha luogo.
La mia anima di oggi, la mia anima dell’anno passato, si sono ritrovate senz’urto e restano ancora abbracciate, stasera, in questo mio studio strano, fatto di mobili vecchi, accattati un po’ dappertutto; lo zoccolo di legno, l’armadio a muro, odoroso di pino, la finestra bassa e larga, il soffitto e le pareti irregolari gli danno l’aspetto di una baita alpestre.
È tanto lontano dalle altre stanze, che non vi giunge nessun rumore della casa.
Solo, dal giardino, dei brusii monotoni: oggi, nell’afa pomeridiana, era il ronzio delle api sui tigli fioriti; ora, è l’indolenza di una pioggerellina abulica.
Qualche ora fa, quando sono entrata, l’odore caratteristico di queste pareti mi ha investito e contorto il cuore come uno strappo brusco di redini…
Da questo tavolo, l’anno scorso, non ho mai pensato a Dio.
Quest’anno ci penserò. A Carnisio, ho tanto studiato: con calma, senza affanno. Sono contenta. Sono anche abbastanza buona. Prima di venire a scriverle, ho sonato le Fontane di Roma, per levigarmi l’anima.
E’ terribile essere una donna, ed avere diciassette anni.
Dentro non si ha che un pazzo desiderio di donarsi.”
― L'Antonia: Poesie, lettere e fotografie di Antonia Pozzi scelte e raccontate da Paolo Cognetti
La mia anima di oggi, la mia anima dell’anno passato, si sono ritrovate senz’urto e restano ancora abbracciate, stasera, in questo mio studio strano, fatto di mobili vecchi, accattati un po’ dappertutto; lo zoccolo di legno, l’armadio a muro, odoroso di pino, la finestra bassa e larga, il soffitto e le pareti irregolari gli danno l’aspetto di una baita alpestre.
È tanto lontano dalle altre stanze, che non vi giunge nessun rumore della casa.
Solo, dal giardino, dei brusii monotoni: oggi, nell’afa pomeridiana, era il ronzio delle api sui tigli fioriti; ora, è l’indolenza di una pioggerellina abulica.
Qualche ora fa, quando sono entrata, l’odore caratteristico di queste pareti mi ha investito e contorto il cuore come uno strappo brusco di redini…
Da questo tavolo, l’anno scorso, non ho mai pensato a Dio.
Quest’anno ci penserò. A Carnisio, ho tanto studiato: con calma, senza affanno. Sono contenta. Sono anche abbastanza buona. Prima di venire a scriverle, ho sonato le Fontane di Roma, per levigarmi l’anima.
E’ terribile essere una donna, ed avere diciassette anni.
Dentro non si ha che un pazzo desiderio di donarsi.”
― L'Antonia: Poesie, lettere e fotografie di Antonia Pozzi scelte e raccontate da Paolo Cognetti
“Ti promisi che sarei stata paziente e che sempre avrei cercato di spiegarti le cose con calma e serenità, promisi che ti avrei amata tutta la vita qualunque cosa fosse successa, promisi che ti avrei protetta da tutto e che non ti avrei imposto nulla, che ti avrei lasciata libera di scegliere sempre ciò che volevi diventare, essere o fare.”
―
―
“Ma le donne le anime le comprendono meglio, c’è qualcosa di divino in più in loro.”
― La Chioma di Berenice
― La Chioma di Berenice
“Ho pensato alle cose che potrebbero toglierci: i diritti, su cui bisogna sempre vigilare e che non bisogna mai dare per scontati, i soldi - e quelli figuriamoci - , le libertà.
Ma c'è una cosa che non potranno mai toglierci: il corpo. Il corpo pieno, desiderante e straripante, il "corpo elettrico", come diceva Walt Whitman. Questa strana, meravigliosa macchina dove tutto è in lotta e allo stesso tempo in equilibrio.”
― Il corpo elettrico: Il desiderio nel femminismo che verrà
Ma c'è una cosa che non potranno mai toglierci: il corpo. Il corpo pieno, desiderante e straripante, il "corpo elettrico", come diceva Walt Whitman. Questa strana, meravigliosa macchina dove tutto è in lotta e allo stesso tempo in equilibrio.”
― Il corpo elettrico: Il desiderio nel femminismo che verrà
“L'individualismo ci ha rese perennemente schiave della competizione, che si manifesta nei modi più subdoli, e quasi sempre in direzione del corpo.
[...]
Perse a rincorrere l'oro olimpico di vere donne, intente a mettere paletti tra brave e cattive femmine, abbiamo sacrificato l'individualità sull'altare dell'individualismo. E abbiamo fatto un casino.”
― Il corpo elettrico: Il desiderio nel femminismo che verrà
[...]
Perse a rincorrere l'oro olimpico di vere donne, intente a mettere paletti tra brave e cattive femmine, abbiamo sacrificato l'individualità sull'altare dell'individualismo. E abbiamo fatto un casino.”
― Il corpo elettrico: Il desiderio nel femminismo che verrà
“«Vedranno chi è Artemisia» le vien detto. L'alterigia fanciullesca e un po' smargiassa della sua natura viene allora a confortarla, angelo nero e puerile, innocente e forte che torna pian piano a custodirla. Esso ignora l'umiltà, la dolcezza, il dubbio cauto e ombroso dello stato femminile; nulla trattiene il vento dalle sue ali.”
― Artemisia
― Artemisia
“Per quante forme, per quanti modi diversi possa esprimersi il dolore di una intattezza violata, Artemisia me lo fa intendere in quest'aria di sacrificio e di pericolo che fomenta, con i rimpianti di tutti, il suo rimpianto di risuscitata invano. La nostra povera libertà si lega all'umile libertà di una vergine che nel milleseicentoundici non ha se non quella del proprio corpo integro e non può capacitarsi in eterno di averla perduta. Per tutta la vita essa si adoprò a sostituirla con un'altra, più alta e più forte, ma il rimpianto di quell'unica restò.”
― Artemisia
― Artemisia
“Durasse per sempre il buio, nessuno mi riconoscerebbe per donna, inferno per me, male per gli altri.”
― Artemisia
― Artemisia
“Cosa mi aveva spinto a lasciare il lavoro e diventare la sua assistente personale? Te lo spiego. La sua luce era talmente forte che illuminava anche noi, poi clic, la spostava, e noi restavamo al buio.”
― Flashback
― Flashback
“Non ti conosco e non so cosa è successo nella tua vita. Ma quello che voglio dirti è che vale la pena raccontare alcuni segreti. Altrimenti ti avvelenano come la chemioterapia... ti scavano dall'interno. Devi parlare, anche se solo con un cane che sai che non ti giudicherà. Ma hai molte persone amichevoli qui intorno - ognuna ha attraversato il suo personale inferno - neanche loro ti giudicheranno.”
― Afterland
― Afterland
“A Isabella piaceva tantissimo fare l'amore, era qualcosa che mai avrebbe potuto negarsi.
Il video le venne benissimo, le piaceva ogni cosa.
In fondo, che faceva di male? Era giovane, bella, consenziente, si divertiva e faceva divertire il ragazzo che era con lei, perchè non avrebbe dovuto condividere la bellezza di quei corpi e di quella gioia?
Dopo qualche tempo, cominciarono a guardarla in modo diverso, ci furono risatine, qualche battuta. Sul muro della palazzina in cui abitava comparve la parola troia. Non c'era una persona che la trattasse come prima, non un vicino di casa, non un collega, al telefono sua madre continuava a piangere. "Ma perchè? Una ragazza che ha studiato tanto, perchè?"
Isabella era rimasta sola, a tutti gli effetti vittima di una sorta di revenge porn al contrario, una vendetta da parte di chi usava contro di lei la sua sessualità libera. Di che si vendicavano? Del fatto che fosse contenta, forse. Perchè il sesso le piaceva, perchè era la cosa più bella e naturale del mondo. La punivano per la sua gioia. Perchè non subiva il piacere altrui ma era protagonista del proprio.”
― Il rosmarino non capisce l'inverno
Il video le venne benissimo, le piaceva ogni cosa.
In fondo, che faceva di male? Era giovane, bella, consenziente, si divertiva e faceva divertire il ragazzo che era con lei, perchè non avrebbe dovuto condividere la bellezza di quei corpi e di quella gioia?
Dopo qualche tempo, cominciarono a guardarla in modo diverso, ci furono risatine, qualche battuta. Sul muro della palazzina in cui abitava comparve la parola troia. Non c'era una persona che la trattasse come prima, non un vicino di casa, non un collega, al telefono sua madre continuava a piangere. "Ma perchè? Una ragazza che ha studiato tanto, perchè?"
Isabella era rimasta sola, a tutti gli effetti vittima di una sorta di revenge porn al contrario, una vendetta da parte di chi usava contro di lei la sua sessualità libera. Di che si vendicavano? Del fatto che fosse contenta, forse. Perchè il sesso le piaceva, perchè era la cosa più bella e naturale del mondo. La punivano per la sua gioia. Perchè non subiva il piacere altrui ma era protagonista del proprio.”
― Il rosmarino non capisce l'inverno
“Nori ebbe un attimo di esitazione. Aveva solo qualche secondo. Non le veniva in mente niente da dire a quella donna. Erano una puttana e la sua signora, una principessa decaduta e una pezzente arricchita, una serva e una padrona. In quel momento però non sembravano più nulla di tutto ciò. Erano solo due donne a testa bassa contro il vento.”
― Fifty Words for Rain
― Fifty Words for Rain
“Sappiate che ovunque si trovano uomini della vostra specie, ma ci vogliono secoli per fare donne come me”
― La musa scarlatta
― La musa scarlatta
“A casa, ormai, non si può più tornare. I genitori non dovrebbero mandarci in città. Dopo, anche se torniamo, siamo cattive figlie, cattive mogli. Chi può dimenticare di essere stata padrona di se stessa? E, per i nostri paesi, aver vissuto sole in città vuol dire essere donne perdute. Quelle che sono rimaste, che sono passate dall'autorità del padre a quella del marito, non ci perdonano di aver avuto la chiave della nostra camera, di uscire e di entrare all'ora che vogliamo. E gli uomini non ci perdonano di aver studiato, di saperne quanto loro.”
― Nessuno torna indietro
― Nessuno torna indietro
“Sveglia, ero oppressa da un incubo: nell'appartamento di sopra, in quello contiguo, nei bianchi casamenti moderni che sorgevano accanto al nostro, in tutte le case di Roma, in tutte le case del mondo, vedevo le donne sveglie nel buio, dietro l'invalicabile muro delle spalle maschili. Parlavamo lingue diverse, ma tutte tentavamo invano di far udire le stesse parole: nulla poteva attraversare l'incrollabile difesa di quelle spalle. Bisognava rassegnarsi ad essere sole, dietro il muro, e stringerci tra noi, sorreggerci, formare un grumo di sofferenza e di attesa. Era il solo conforto che ci fosse consentito, insieme a quello di lavorare, partorire, piangere, e questo davvero era il nostro sollievo: piangere, sole, sedute nelle cucine azzurre che al tramonto divengono livide e tristi, nelle cucine grigie dove i ragazzini giuocano in terra e spesso anche loro piangono con voci lugubri e già adulte. Alcune tra noi, come la Nonna, si appagavano nell'esser padrone dei grandi armadi della biancheria, cupi e solenni come bare: altre, senza saperlo, si riducevano addirittura a dimenticare se stesse in un seguito di giorni ricchi, futili, mondani. Ma tutte, talvolta o sempre, dormivano nel freddo, dietro un muro. Tutte. Le sentivo gemere, implorare, senza essere udite: perché la voce di una donna è solamente povero fiato; e il muro è pietra, cemento, mattoni.
("Dalla parte di lei")”
―
("Dalla parte di lei")”
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“Si diresse in cucina, aspettandosi che Anna la seguisse per aiutarla. Invece vide che scostava la sedia e si accomodava. Roba da matti, pensò allora, scuotendo il capo. Se c'era un'altra donna tra i commensali, spettava a lei aiutare la padrona di casa a servire in tavola. Era così che si faceva: non c'era mica bisogno di chiederle, certe cose.”
― La portalettere
― La portalettere
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