Teofano Scleraina

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Teofano
Ottone II e la moglie Teofano incoronati da Cristo (Museo nazionale del Medioevo)
Imperatrice dei Romani
Stemma
Stemma
In carica7 maggio 973 –
7 dicembre 983
IncoronazioneRoma, 14 aprile 972
PredecessoreAdelaide di Borgogna
SuccessoreCunegonda del Lussemburgo
Reggente del Sacro Romano Impero
In caricamaggio 985 –
15 giugno 991
(per il figlio Ottone III)
Altri titoliRegina consorte dei Franchi Orientali
Regina consorte d'Italia
Nascita960
MorteNimega, 15 giugno 991
Luogo di sepolturaAbbazia di San Pantaleone
PadreCostantino Skleros
MadreSofia Foca
Consorte diOttone II di Sassonia
FigliAdelaide
Sofia
Matilde
Ottone

Teofano Scleraina (anche Teofane, Theophánu, Theopháno o Theophánia; 960Nimega, 15 giugno 991) è stata imperatrice del Sacro Romano Impero per sette anni dopo la morte di suo marito Ottone II. Fu tra le donne più influenti del Medioevo.

Non esistono fonti sulle origini e la vita di Teofano prima del suo matrimonio con Ottone II[1]. Né il luogo né il giorno della nascita di Teofano sono stati tramandati per iscritto: in particolare, contrariamente alle usanze del tempo, l'atto di matrimonio non contiene alcuna informazione sui genitori della sposa, che viene semplicemente descritta come nipote dell'imperatore romano d'Oriente Giovanni I Zimisce, esponente dalla casa principesca armena dei Kourkouas (Gurgen in armeno)[2]. La Vita Mahthildis la definisce augusti de palatio e gli Annali di Magdeburgo la descrivono come Grecam illustrem imperatoriae stirpi proximam, ingenio facundam[3].

In realtà essa era probabilmente la figlia del patrikios Costantino Skleros (920 circa- dopo il 989), che era stato cognato dell'imperatore Giovanni I Zimisce, poiché la sorella di questo, Maria, fu la sua prima moglie. La madre di Teofano, Sofia Foca, era figlia del generale e curopalate Leone II Foca, fratello dell'imperatore Niceforo II Foca e cugina di Giovanni I Zimisce[4][5][6][7].

Il matrimonio

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Atto di matrimonio di Ottone II e Teofano (Staatsarchiv Wolfenbüttel 6 Urk 11). Con questo documento, Ottone II assegnò ampie terre nell'impero e in Italia a sua moglie come Morgengabe. Il documento presenta il testo in scrittura dorata su un fondo viola/porpora decorato con degli animali.

Tramite l'intermediazione dell'Arcivescovo di Colonia Gerone il 14 aprile 972 divenne moglie di Ottone II.

Scortata da Gerone, da due vescovi ed un vasto seguito di nobili sbarcò in Puglia e giunse a Roma il 14 aprile 972, dove l'attendeva il diciassettenne Ottone II. La sua dote consistette in diverse centinaia di carri di madreperla, ebano, pietre preziose, oro, argento, bronzo che ne facevano probabilmente la donna più ricca dell'epoca, ma soprattutto nei territori bizantini dell'Italia meridionale: i themata di Puglia e di Calabria.

Dal certificato di matrimonio di Teofano si evince che fu incoronata imperatrice da Papa Giovanni XIII a Roma nel corso del matrimonio. Nei documenti relativi a Ottone II, Teofano è citata molto spesso, fatto che testimonia il suo interessamento attivo e la sua influenza nelle vicende politiche dell'Impero. Intervenne anche frequentemente per dirimere questioni in Italia, come nel caso di una lite tra Paolo e Pietro del fu Paolo de Traversaio "contro Giovanni de Strata e contro i fratelli Gisulfo e Domenico per i beni di loro proprietà che quelli detenevano nel territorio di Forlì"[8].

Dopo la morte improvvisa di Ottone II avvenuta il 7 dicembre 983 a Roma Teofano e la suocera Adelaide di Borgogna furono richiamate in Germania da Willigis, arcivescovo di Magonza. Nel 984 Enrico II, duca di Baviera, parente maschile più prossimo alla dinastia imperiale e che quindi avanzava pretese di successione e di reggenza, consegnò a Teofano presso Rara (l'attuale Rohr bei Meiningen) il piccolo Ottone III già incoronato re.

Nel maggio del 985 a Francoforte venne definitivamente assegnata a Teofano la reggenza, nel contempo, a Bisanzio erano al potere i fratelli di Teofano, e quindi per un breve periodo nella storia entrambi gli imperi furono governati dalla medesima dinastia. Fino alla sua morte, avvenuta nel 991 al culmine del suo potere, Teofano fu reggente del Sacro Romano Impero.

Con la suocera Adelaide, anche se diverse fonti parlano di un'intensa rivalità fra le due che portò la più anziana Adelaide a ritirarsi dalla vita politica nel 986, Teofano rafforzò il potere imperiale in particolar modo in Lorena e in Italia ma anche nei territori di frontiera con i popoli slavi. Con la sua politica saggia ed equilibrata riuscì a garantire l'accesso al trono al figlio.

Sarcofago dell'imperatrice Teofano a San Pantaleone, Colonia

Teofano emise diversi documenti ed editti ufficiali creando un precedente per l'efficacia politica delle imperatrici del Sacro Romano Impero del X e XI secolo. In un documento del 1º aprile 990 si firmò come Imperatore, seguendo la tradizione bizantina (e non come Imperatrice come le precedenti Irene e Teodora che avevano entrambe regnato al posto dei figli), la firma fu infatti Theophanius gratia divina imperator augustus.

L'imperatrice Teofano morì dopo una breve malattia il 15 giugno 991 a Nimega e fu sepolta a Colonia presso la chiesa di San Pantaleone. Dopo la sua morte assunse la reggenza la suocera, Adelaide di Borgogna fino al momento dell'ascesa al trono di Ottone III nel 996.

Nell'epoca intorno al 1000 l'arte dell'Impero subì influenze bizantine, Teofano aveva infatti portato da Costantinopoli un seguito di artisti, architetti e artigiani che contribuirono alla diffusione di elementi bizantini nelle arti. A Teofano è riconducibile l'introduzione degli usi e del culto di San Nicola di Mira.

Dal matrimonio con Ottone II nacquero cinque figli:

Genitori Nonni Bisnonni Trisnonni
 
 
 
 
 
 
 
Costantino Skleros  
 
 
 
 
 
 
 
Teofano Scleraina  
Barda Foca il Vecchio Niceforo Foca il vecchio  
 
 
Leone II Foca  
 
 
 
Sofia Foca  
 
 
 
 
 
 
 
 
  1. ^ Heike Hawicks: Theophanu. In: Amalie Fößel (Hrsg.): Die Kaiserinnen des Mittelalters. Regensburg 2011, S. 60–77, hier S. 60.
  2. ^ Vgl. H. K. Ter Sahakean: Die armenischen Kaiser von Byzanz, Venedig 1905 (in armenischer Sprache). Vgl. die Rezension von A. Merk SJ, in: Byzantinische Zeitschrift, 19. Band, Leipzig 1910, S. 547–550; Franz Tinnefeld: Byzantinische auswärtige Heiratspolitik vom 9. zum 12. Jahrhundert. Kontinuität und Wandel der Prinzipien und der praktischen Ziele. In: Byzantinoslavica. Revue internationale des Etudes Byzantines. Prag 1993, S. 21–28. Walter Deeters: Zur Heiratsurkunde der Kaiserin Theophanu. In: Braunschweigisches Jahrbuch. 54, 1973, S. 9–23 (online).
  3. ^ Eduard Hlawitschka, Die Ahnen der hochmitteralterlichen deutschen Konige, Kaiser und ihrer Gemahlinnen, Ein kommentiertes Tafelwerk, Band I: 911-1137, Teil 2, Hannover 2006, p. 146. ISBN 978-3-7752-1132-1
  4. ^ Eduard Hlawitschka, Die Ahnen der hochmitteralterlichen deutschen Konige, Kaiser und ihrer Gemahlinnen, Ein kommentiertes Tafelwerk, Band I: 911-1137, Teil 2, Hannover 2006, pp. 145-153. ISBN 978-3-7752-1132-1
  5. ^ Schwab, Sandra (2009). Theophanu: eine oströmische Prinzessin als weströmische Kaiserin. GRIN Verlag, p. 14. ISBN 978-3-640-27041-5
  6. ^ Davids, Adelbert. The Empress Theophano: Byzantium and the West at the turn of the first millennium, 2002, pp. 79–80. ISBN 0-521-52467-9
  7. ^ Christian Settipani, Continuité des élites à Byzance durant les siècles obscurs. Les princes caucasiens et l'Empire du VIe au IXe siècle, Boccard, Paris 2006, pp. 244-245 ISBN 978-2-7018-0226-8
  8. ^ Réginald Grégoire, Theofano. Una Bizantina sul trono del Sacro Romano Impero (958-991), Jaca Book, Milano 2000, pp. 66-67.
  • Enciclopedia dei Personaggi Storici - pubblicazione a cura della rivista Storia Illustrata - pag.769 - Arnoldo Mondadori editore (1970)
  • Gennaro Mercogliano, L'imperatrice Teofano e il Codex, Ferrari Editore (2016)

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