Religione cartaginese
Con religione cartaginese in questa voce si intende l'insieme di credenze, riti e il culto di figure divine presso la città di Cartagine dalla sua origine di derivazione fenicia fino al periodo di suo massimo splendore.
A Cartagine si veneravano molti dei. La suprema coppia divina era formata da Tanit e Baal[1]. Diversamente dalla maggioranza della popolazione i sacerdoti si radevano il viso. Nei primi secoli i rituali della città includevano danze ritmiche tratte dalla tradizione fenicia e sembra che la dea Astarte fosse molto popolare. Nel periodo di massimo splendore Cartagine ospitava un grande numero di divinità provenienti dalle civiltà greca, egizia ed etrusca.
Gli dei
[modifica | modifica wikitesto]Le principali divinità cartaginesi erano di provenienza fenicia.
- Ba'al Hammon era il dio supremo.
- Tanit o Astarte era la dea della fecondità e della natura.
- Melqart era il signore della città assimilato all'Eracle greco.
- Eshmun protettore della città di Sidone e figlio di Apollo.
- Reshef divinità bellicosa di origine siriana.
I luoghi di culto: il tofet
[modifica | modifica wikitesto]Il luogo di culto principale presso i Cartaginesi era il tofet, un santuario all'aria aperta che consisteva in un'area consacrata dove venivano sepolti i resti combusti dei sacrifici animali e dove venivano sepolti i bambini. Ancora controversa la questione se effettivamente i Cartaginesi avessero la pratica religiosa del sacrificio dei bambini.
Controversie sui riti sacrificali dei bambini
[modifica | modifica wikitesto]La Cartagine fenicia aveva una fama sinistra per i sacrifici dei bambini. Plutarco (46 - 120) parla di questa pratica, come fanno Tertulliano, Paolo Orosio e Diodoro Siculo. Per contro Tito Livio e Polibio non ne parlano. Scavi archeologici moderni tendono a confermare la versione di Plutarco. In un solo cimitero per bambini chiamato "Tophet" ("area sacra") è stata deposta fra il 400 a.C. e il 200 a.C. una quantità - stimata - di 20.000 urne. Queste urne contenevano le ossa calcinate di neonati e in qualche caso di feti o di bimbi attorno ai due anni. Questo indica che se i bambini erano piccoli, quelli più giovani venivano sacrificati dai genitori. D'altra parte, in uno studio del 2010 è stata mostrata l'evidenza che quelle trovate sono probabilmente le ossa cremate di bambini morti naturalmente, in particolare nella ricerca si indica che i cimiteri per bambini non erano esclusivi per coloro che venivano sacrificati, ma erano cimiteri per tutti i bambini, qualunque fosse stata la causa della loro morte[2]. Questa tesi è discordante, d'altra parte, con ritrovamenti precedenti cananei. I pochi testi cartaginesi che ci sono rimasti però non fanno mai menzione a sacrifici di bambini. Il dibattito fra gli storici e gli archeologi rimane aperto.
Scarsità delle fonti
[modifica | modifica wikitesto]Quel che si conosce della religione cartaginese è incompleto a causa della mancata sopravvivenza di templi o di fonti scritte sulla mitologia punica da parte degli stessi cartaginesi. La situazione è resa ancora più difficile dall'uso da parte degli scrittori antichi stranieri di nomi greci o latini per definire i riti punici, per non parlare dei loro pregiudizi verso le pratiche religiose straniere. Le tombe sono state vitali per apprendere, attraverso i vari oggetti votivi, amuleti e maschere demoniache, nell'indicare una certa credenza presso i cartaginesi di una qualche forma di aldilà [3].
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Cesare Cantù, Sulle religioni. Documenti alla Storia Universale, Torino, Editori Giuseppe Pomba e C., 1840.
- ^ Skeletal Remains from Punic Carthage Do Not Support Systematic Sacrifice of Infants, Jeffrey H. Schwartz et al., 2010 [collegamento interrotto], su journals.plos.org. URL consultato il 6 maggio 2017.
- ^ Carthaginian Religion, Mark Cartwright, su ancient.eu. URL consultato il 5 maggio 2017.
Voci correlate
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