Pasqualiti
I pasqualiti, o conventuali riformati, furono i frati minori francescani del ramo riformato da Giovanni Pasqual.
Storia
[modifica | modifica wikitesto]Furono fondati da Giovanni Pasqual: abbracciò la vita religiosa tra i frati minori osservanti del convento di Monte Cœli del Hoyo, a Gata, e poi si unì ai francescani della più stretta osservanza di Giovanni di Guadalupe, con il quale collaborò nella realizzazione delle custodie del Santo Vangelo e di Santa Maria della Luce.[1]
Era presente al capitolo generalissimo di tutte le famiglie e congregazioni francescane del 1517, dove papa Leone X ordinò ai guadalupesi, ai clareni, agli amadeiti e ai colettani di unirsi agli osservanti.[1]
Giovanni Pasqual ottenne di poter continuare la sua vita di più stretta austerità sotto l'obbedienza del ministro generale dei frati minori conventuali e diede inizio alla nuova congregazione; Antonio Marcello, ministro generale dei conventuali, nominò Giovanni commissario generale e gli diede la facoltà di ammettere alla sua congregazione sia nuovi candidati che frati guadalupesi già avviati alla vita di austerità.[1]
I pasqualiti furono approvati da papa Leone X sub plumbea bulla e poi da papa Paolo III con la bolla Singularis devotionis del 6 ottobre 1540, nella quale i frati vengono chiamati "conventuali riformati", titolo che era stato dei guadalupesi.[1]
Il primo convento pasqualita fu quello sull'isoletta di San Simone della Redondela, al quale seguirono quelli di San Francesco a Baiona, Sant'Antonio a Vigo e Sant'Isidoro a Loriana: queste comunità furono riunite in una custodia (inizialmente detta inizialmente dei Santi Simone e Giuda e poi, dal 1558, di San Giuseppe) elevata a provincia nel 1561.[2]
Pietro d'Alcántara, che era stato guadalupese, succedette al fondatore come commissario generale dei conventuali riformati di Spagna.[3]
Minacciati di soppressione, nel capitolo di Bobadilla del 12 aprile 1562 i pasqualiti chiesero di passare sotto l'obbedienza dei frati minori osservanti e papa Pio IV, con la bolla In suprema militantis Ecclesiae del 25 gennaio 1563, approvò le decisioni del capitolo.[4]
Note
[modifica | modifica wikitesto]Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Guerrino Pelliccia e Giancarlo Rocca (curr.), Dizionario degli Istituti di Perfezione (DIP), 10 voll., Edizioni paoline, Milano 1974-2003.