Parigi-Roubaix
Parigi-Roubaix | |
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Altri nomi | Regina delle Classiche Corsa di Pasqua Inferno del Nord |
Sport | |
Tipo | Gara individuale |
Categoria | Uomini Elite, UCI World Tour |
Federazione | Unione Ciclistica Internazionale |
Paese | Francia |
Organizzatore | Amaury Sport Organisation |
Cadenza | Annuale |
Apertura | aprile, spesso a Pasqua |
Partecipanti | Variabile |
Formula | Corsa in linea |
Sito Internet | paris-roubaix.fr |
Storia | |
Fondazione | 1896 |
Numero edizioni | 121 (al 2024) |
Detentore | Mathieu van der Poel |
Record vittorie | Roger De Vlaeminck (4) Tom Boonen (4) |
Ultima edizione | Parigi-Roubaix 2024 |
Prossima edizione | Parigi-Roubaix 2025 |
La Parigi-Roubaix (fr. Paris-Roubaix) è una corsa in linea di ciclismo su strada, una delle cinque cosiddette classiche monumento, che si svolge nel nord della Francia in prossimità della frontiera belga, ogni anno la seconda domenica d'aprile. Dal 1989 è stata inserita nel calendario della Coppa del Mondo e dal 2005 in quello dell'UCI ProTour. Esclusivamente maschile fino al 2021, è stata in tale anno affiancata dalla prima edizione della Parigi-Roubaix femminile: entrambe le gare si sono peraltro eccezionalmente svolte ad inizio autunno a causa della pandemia di COVID-19.
Nota anche come "la regina delle classiche" (la reine des classiques) per la sua importanza, "la corsa di Pasqua" (la Pascale) per il periodo in cui si svolge (intorno a metà aprile, non raramente nel giorno di Pasqua) oppure anche "l'inferno del Nord" (l'enfer du Nord)[1][2], per le durezze a cui sottopone i corridori partecipanti nonostante il percorso pressoché totalmente pianeggiante, a volte anche dovute alle condizioni atmosferiche, come accaduto nell’edizione 2021.
Ultima delle cosiddette classiche del pavé, è famosa appunto per i numerosi tratti in pavé, elemento caratterizzante della corsa, ovvero tratti di strada pavimentati con cubi di porfido o ciottoli tondi che frenano la corsa e provocano continui sobbalzi e vibrazioni, mettendo in difficoltà ciclisti e relativi mezzi meccanici con forature e rotture meccaniche all'ordine del giorno; i tratti più importanti, difficili e famosi sono la foresta di Arenberg e il Carrefour de l'Arbre, quest'ultimo posizionato a meno di 20 chilometri dalla conclusione.
Dalla prima edizione nel 1896 fino al 1965 la corsa partiva da Parigi e terminava nel velodromo di Roubaix, comune nel Nord, rimasto invariato come arrivo. Dal 1966 al 1976 è cominciata da Chantilly, dal 1977 a oggi inizia dalla città di Compiègne (circa 60 km a nord-est dal centro di Parigi). La distanza totale della corsa supera i 250 km variando a seconda delle edizioni.
Dal 1984 in Bretagna si disputa una corsa tecnicamente molto simile alla Parigi-Roubaix, chiamata Tro-Bro-Léon.
Storia
[modifica | modifica wikitesto]Gli inizi
[modifica | modifica wikitesto]Nei primi mesi del 1895 Theodore Vienne e Maurice Perez, due filatori di Roubaix, decisero di costruire un velodromo nei pressi del parco Barbieux, situato nel comune di Croix. Il parco Barbieux era situato tra i comuni Croix e Roubaix, era frequentato da numerosi sportivi e godeva della reputazione del più grande parco del nord della Francia.
Sotto la direzione dell'architetto Dupire, il lavoro iniziò nell'aprile 1895 e terminò alla fine del mese seguente. Il velodromo, con una pista di cemento della lunghezza di 333.33 m, venne inaugurato il 9 giugno 1895 con sette corse, con un pubblico di diverse migliaia di spettatori. Negli anni seguenti diventò una delle migliori piste dell'epoca.
Nel tardo XIX secolo erano più numerose le corse su pista di quelle su strada. Le corse più famose erano la Parigi-Brest-Parigi e la Bordeaux-Parigi.
Nel febbraio 1896 ebbero l'idea di organizzare una corsa che partisse da Parigi per arrivare al nuovo velodromo. Essi ottennero l'appoggio di Louis Minart, capo-redattore del giornale sportivo Le Vélo.
L'organizzazione della corsa venne così affidata al giornale e al principale redattore della rubrica ciclistica, Victor Breyer. Victor Breyer si recò ad Amiens con una Panhard 6CV con il suo collega Paolo Meyan. Breyer proseguì in bicicletta fino a Roubaix. Arrivò esausto, dopo una giornata sul pavé con la pioggia. Giurò di inviare un telegramma a Minart chiedendogli di sospendere quel « progetto diabolico », dicendo che rappresentava un pericolo per i partecipanti. La sera, tuttavia, Breyer cambiò idea.
Le prime edizioni
[modifica | modifica wikitesto]Il mistero di Pasqua
[modifica | modifica wikitesto]Vienne e Perez fissarono la gara per il giorno di Pasqua, questo scatenò l'opposizione della Chiesa. Infatti, ciclisti e spettatori non avrebbero potuto recarsi in chiesa. Vienne annunciò allora che sarebbe stata messa a disposizione una cappella vicino alla partenza. La messa non venne però celebrata perché impossibile farla prima della partenza, prevista per le quattro del mattino.
Tuttavia, Pascal Sergent, cronista della gara, dichiarò che la corsa si svolse il 19 aprile 1896 e che non venne rinviata, ma quell'anno il giorno di Pasqua era due settimane prima, il 5 aprile. Solo l'edizione successiva della corsa si tenne il giorno di Pasqua.
La prima edizione era lunga 280 km, e molti degli iscritti non si presentarono nemmeno alla partenza; tra questi anche Henri Desgrange, l'ideatore del Tour de France. Le speranze francesi erano riposte in Maurice Garin, il futuro vincitore del primo Tour nel 1903, che tuttavia arrivò solo terzo, a quindici minuti dal primo vincitore della Roubaix, il tedesco Josef Fischer. Soltanto quattro corridori arrivarono entro un'ora dall'arrivo del vincitore.
Garin vinse l'anno successivo la seconda edizione. Arrivato al velodromo di Roubaix assieme all'olandese Mathieu Cordang, i due erano quasi irriconoscibili a causa del fango che li copriva. Cordang cadde quando mancavano ancora sei giri del velodromo da compiere, e nonostante avesse perso un centinaio di metri, si lanciò in un frenetico inseguimento che lo portò ad appena un paio di metri da Garin, che tuttavia riuscì a vincere mandando in delirio la folla che assisteva all'evento, mentre a Cordang non rimase che piangere per la sua sfortuna.[3]
Tra le due grandi guerre
[modifica | modifica wikitesto]L'indicazione Inferno del Nord apparve per la prima volta nel 1919 nell'articolo di Victor Breyer. Il giornalista era al seguito della corsa e stava osservando i corridori coperti di fango e la devastazione della Grande Guerra tutto attorno: i danni dei bombardamenti; alberi anneriti, bestiame in putrefazione, fogne rotte e fango ovunque, come un inferno.[4]
La corsa non fu disputata solo in occasione delle due guerre mondiali, dal 1915 al 1918 e dal 1940 al 1942. Dopo la prima guerra mondiale la Roubaix riprese nel 1919, con l'itinerario modificato a causa delle conseguenze della guerra, e la corsa venne fatta passare per Saint-Pol-sur-Ternoise e per Doullens, mentre il velodromo, semidistrutto, non era utilizzabile per l'arrivo, che venne posto nello stadio Jean-Dubrulle e poi, dal 1922 al 1939, nella vicina via, l'Avenue des Villas (dal 1937 Avenue Gustave-Delory).
I vincitori di questo periodo furono soprattutto belgi. Il dominio belga può essere spiegato da diversi fattori, culturali, geografici e tecnici. La Parigi-Roubaix, con il Giro delle Fiandre, era la gara più importante della stagione e la bicicletta era un mezzo di trasporto molto popolare in Belgio, a causa delle sue piccole dimensioni e della sua densità urbana. Infine, a differenza della Francia, che modernizzava le sue strade, la rete stradale belga consisteva essenzialmente di strade strette lastricate dal pavé. Gaston Rebry, belga che vinse tre volte, fu il primo ad essere soprannominato "Mr. Parigi-Roubaix". Gli italiani erano presenti dal 1920 e nonostante la presenza dei loro migliori campioni (Costante Girardengo, Ottavio Bottecchia, Alfredo Binda), solo nel 1937 ottennero la prima vittoria, con Jules Rossi.
Con il nord della Francia occupato dai tedeschi, la corsa ufficiale non fu disputata per 3 edizioni, fino al 1943, quando riprese e venne vinta dal belga Marcel Kint.
Salvaguardia del pavé
[modifica | modifica wikitesto]Già prima della seconda guerra era iniziato l'ammodernamento delle strade e il pavé del nord della Francia veniva sempre più sostituito dall'asfalto, togliendo difficoltà alla competizione, con arrivi sempre più frequenti in gruppo. Nel 1966 la corsa cambiò radicalmente: venne spostata la partenza a Chantilly e il percorso si spostò verso est, alla ricerca di nuovi tratti di pavé ancora presenti, portando i chilometri totali sul ciottolato a 40. Su richiesta di Jacques Goddet si cercarono settori sconosciuti di pavé ancora presenti, e nel 1968 Jean Stablinski propose a Albert Bouvet, ex-ciclista incaricato di trovare nuovi settori, un tratto di pavé che sarebbe diventato un emblema della Parigi-Roubaix, la foresta di Arenberg.
Albo d'oro
[modifica | modifica wikitesto]Maschile
[modifica | modifica wikitesto]Aggiornato all'edizione 2024.[5]
Statistiche
[modifica | modifica wikitesto]Vittorie per nazione
[modifica | modifica wikitesto]Aggiornato al 2024
Pos. | Paese | Vittorie |
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1 | Belgio | 57 |
2 | Francia | 28 |
3 | Italia | 14 |
4 | Paesi Bassi | 9 |
5 | Svizzera | 4 |
6 | Australia | 2 |
Germania | 2 | |
Irlanda | 2 | |
9 | Lussemburgo | 1 |
Slovacchia | 1 | |
Svezia | 1 | |
Ucraina | 1 |
Plurivincitori
[modifica | modifica wikitesto]- 4 successi (2):
- Roger De Vlaeminck (1972, 1974, 1975, 1977)
- Tom Boonen (2005, 2008, 2009, 2012)
- 3 successi (7):
- Octave Lapize (1909, 1910, 1911)
- Gaston Rebry (1931, 1934, 1935)
- Rik Van Looy (1961, 1962, 1965)
- Eddy Merckx (1968, 1970, 1973)
- Francesco Moser (1978, 1979, 1980)
- Johan Museeuw (1996, 2000, 2002)
- Fabian Cancellara (2006, 2010, 2013)
- 2 successi (12):
- Maurice Garin (1897, 1898)
- Lucien Lesna (1901, 1902)
- Hippolyte Aucouturier (1903, 1904)
- Charles Crupelandt (1912, 1914)
- Henri Pélissier (1919, 1921)
- Georges Claes (1946, 1947)
- Rik Van Steenbergen (1948, 1952)
- Sean Kelly (1984, 1986)
- Marc Madiot (1985, 1991)
- Gilbert Duclos-Lassalle (1992, 1993)
- Franco Ballerini (1995, 1998)
- Mathieu van der Poel (2023, 2024)
Videografia
[modifica | modifica wikitesto]- Jørgen Leth, En Forårsdag i Helvede, 1976.
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Giovanni Battistuzzi, Quando la Parigi-Roubaix divenne l'Inferno del nord, in girodiruota.com.
- ^ Giovanni Battistuzzi, Maschere dall'Inferno. Tutto il fango della Parigi-Roubaix, su ilfoglio.it.
- ^ Pascal Sergent, A Century of Paris-Roubaix, Bromley Books, UK, ISBN 0953172902
- ^ Giovanni Battistuzzi, Quando la Parigi-Roubaix divenne l'Inferno del nord, su girodiruota.com.
- ^ (FR) Paris-Roubaix (Fra) - Cat. WT, su memoire-du-cyclisme.eu. URL consultato il 29 gennaio 2016.
- ^ (FR) L'édition 2020 de Paris - Roubaix annulée, su lequipe.fr, 9 ottobre 2020.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- (FR) Philippe Bouvet, Paris-Roubaix: une journée en enfer, Issy-les-Moulineaux, L'Équipe, 2006, ISBN 978-2-915535-21-1.
Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikiquote contiene citazioni di o su Parigi-Roubaix
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Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- (FR, EN) Sito ufficiale, su paris-roubaix.fr.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 35152501167410682784 · GND (DE) 7742951-5 · BNF (FR) cb12014075h (data) |
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