James Harry Lacey
James Harry Lacey | |
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Il Flight Lieutenant J. H. "Ginger" Lacey del No. 501 Squadron RAF, seduto nell’abitacolo di un caccia Supermarine Spitfire Mk I a Colerne, Wiltshire, il 29 maggio 1941 | |
Soprannome | "Ginger" |
Nascita | Wetherby, 1º febbraio 1917 |
Morte | Bridlington, 30 maggio 1989 |
Luogo di sepoltura | cimitero di Bridlington |
Dati militari | |
Paese servito | Regno Unito |
Forza armata | Royal Air Force |
Specialità | Caccia |
Unità | No.501 Squadron RAF No.20 Squadron RAF |
Anni di servizio | 1937-1967 |
Grado | Squadron Leader |
Guerre | Seconda guerra mondiale |
Campagne | Campagna della Birmania |
Battaglie | Battaglia di Francia Battaglia d'Inghilterra |
Comandante di | No. 155 Squadron RAF No.17 Squadron RAF |
Decorazioni | vedi qui |
dati tratti da ’Zenzero’ Lacey[1] | |
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James Harry Lacey (Wetherby, 1º febbraio 1917 – Bridlington, 30 maggio 1989) è stato un militare e aviatore britannico, asso della Royal Air Force durante la seconda guerra mondiale, accreditato di 28 vittorie accertate, cinque probabili, e nove aerei danneggiati.[2] Decorato con la Distinguished Flying Cross con Bar e della Croix de guerre 1939-1945 francese.
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]Nacque a Wetherby, West Riding of Yorkshire, il 1 febbraio 1917,[1] e dopo aver compiuto gli studi primari presso la King James Grammar School di Knaresborough,[3] a partire dal 1933 effettuò quelli secondari presso il Technical College di Leeds,[3] da dove uscì quattro anni dopo come apprendista farmacista. Nel gennaio 1937 si arruolò nella Royal Air Force Volunteer Reserve divenendo Allievo pilota sulla base di Perth in Scozia, dove conseguì il brevetto di pilota militare volando a bordo dei bombardieri leggeri biposto Hawker Hart.[1] Classificato subito come pilota sopra la media, nel 1938 fu inviato a frequentare il corso per istruttore presso la Yorkshire Flying School, volando a bordo dei caccia biplani Hawker Fury e dei monoplani Hawker Hurricane.[1] Allo scoppio della seconda guerra mondiale aveva già effettuato 1.000 ore di volo.[4] e fu assegnato con il grado di sergente al No.501 Squadron "County of Gloucester" sulla base di Filton.[5]
All’atto dell’attacco tedesco a ovest, il 10 maggio 1940, il suo reparto fu trasferito in Francia presso il campo d’aviazione di Bétheniville,[5] vicino a Reims, entrando subito in azione.[5] Il 13 maggio abbatte tre aerei vicino a Sedan, un caccia Messerschmitt Bf 109, un cacciabombardiere Messerschmitt Bf 110[6] e un bombardiere Heinkel He 111 del Kampfgeschwader 53,[7] venendo insignito dal governo francese con la Croix de guerre.[5] Il 27 maggio conseguì una doppietta, abbattendo due bombardieri He 111, ma il 9 giugno il suo aereo fu gravemente danneggiato, ed egli dovette effettuare un atterraggio di emergenza rischiando di annegare in una palude. Dopo la caduta della Francia il 19 giugno il suo reparto fu evacuato in Inghilterra, rischierandosi dapprima a Gravesend, Kent, e poi a Croydon, vicino a Londra.[5] Il 20 luglio conseguì la sesta vittoria abbattendo caccia Bf 109E dello Jagdgeschwader 27, seguita dalla settima a spese di un cacciabombardiere Junkers Ju 87 Stuka il giorno 12 agosto, e dall’ottava il giorno 24 contro un bombardiere Junkers Ju 88. Insignito della Distinguished Flying Medal[8] il 23 agosto, sei giorni dopo abbatte un Bf 109 dello Jagdgeschwader 3.
Il 30 agosto distrusse un bombardiere He 111, e il giorno dopo un caccia Bf 109, seguiti da altri due il 2 settembre, e ulteriori due il giorno 5 dello stesso mese. Il 13 successivo[5] abbatte un bombardiere He 111 del Kampfgeschwader 55 che aveva appena bombardato Buckingham Palace,[5] ma il suo aereo fu a sua volta gravemente danneggiato dal fuoco di risposta incendiandosi, tanto che dovette lanciarsi con il paracadute.[9] Toccato terra gravemente ustionato, nascose le sue reali condizioni al proprio comandante,[9] arrivando a medicarsi da solo, e abbattendo il giorno 15 un bombardiere He 111 e tre caccia Bf 109.[10] Il giorno 17 fu a sua volta abbattuto da un Bf 109 sopra Ashford senza riportare danni fisici. Al termine della battaglia d'Inghilterra gli erano stati accreditate un totale di 23 vittorie,[9] e il 26 novembre 1940 aveva aggiunto la Bar alla sua Distinguished Flying Medal.[11]
Menzionato nei Dispatches il 1 gennaio 1941,[12] fu promosso Pilot Officier il 25 gennaio[13] dello stesso mese, e Acting Flight Leutenant nel giugno successivo. Volando sulla Francia occupata, il 10 nel mese di luglio distrusse un altro Bf 109 il giorno 10 e un idrovolante Heinkel He 59 il giorno 14.[9] Nel mese di agosto fu ritirato dalla prima linea, venendo assegnato come istruttore di volo alla No.59 Operational Conversion Unit.[9]
Durante il marzo 1942 entrò in servizio presso il No. 602 Squadron di stanza a Kenley, equipaggiato con i Supermarine Spitfire Mk V, e il 24 dello stesso mese danneggiò un caccia Focke-Wulf Fw 190, seguito da un altro il 25 aprile, passando poi in forza all’81 Group come ufficiale tattico. Promosso substantive Flight Leutenant il 27 agosto,[14] nel mese di novembre fu assegnato come capo istruttore alla No. 1 Special Attack Instructors School di Milfield.[15] Nel marzo 1943 fu trasferito in India, in forza al No.20 Squadron di Kaylan,[15] passando quindi nel mese di luglio al 1572 Gunnery Flight per effettuare la conversione operativa dai velivoli Bristol Blenheim e Hawker Hurricane ai nuovi Republic P-47 Thunderbolt.[15] Nel novembre 1944 assunse il comando interinale del No.155 Squadron equipaggiato con gli Spitfire Mk.VIII, e quindi quello effettivo del No.17 Squadron impiegato per il supporto tattico ai battaglioni di Gurkha impegnati in Birmania.[15] Il 19 febbraio 1945 conseguì la sua ultima vittoria a spese di un caccia giapponese Nakajima Ki-43 Hayabusa.[15] Dopo la fine della guerra portò il suo reparto in Giappone, ritornando in Patria nel maggio dello stesso anno. L’8 dicembre 1948,[16] fu ammesso a prestare servizio permanente effettivo nella Royal Air Force, con il grado di Flight Leutenant.[15] Ritornò alla vita civile il 5 marzo 1967 con il rango di Squadron Leader,[17] lavorando nel settore del trasporto aereo e come istruttore presso la scuola di volo di Bridlington, e li si spense il 30 maggio 1989.[15] Il suo corpo fu sepolto[N 1] nel cimitero posto accanto alla chiesa.[15]
Onorificenze
[modifica | modifica wikitesto]Onorificenze inglesi
[modifica | modifica wikitesto]— 26 novembre 1940
— 23 agosto 1940[8]
Onorificenze estere
[modifica | modifica wikitesto]Note
[modifica | modifica wikitesto]Annotazioni
[modifica | modifica wikitesto]Fonti
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b c d Susani 2010, p. 20.
- ^ Holmes 1998, p. 26.
- ^ a b Edgar Charles Richard Baker, Fighter Aces of the RAF 1939-1945, William Kimber, London, 1962.
- ^ https://www.bbc.co.uk/archive/battleofbritain/11418.shtml
- ^ a b c d e f g Susani 2010, p. 21.
- ^ Holmes 1998, p. 37.
- ^ Cull, Lander, Weiss 1999, p. 108.
- ^ a b https://www.thegazette.co.uk/London/issue/34929/page/5154
- ^ a b c d e Susani 2010, p. 22.
- ^ Price 1990, pp. 62-63.
- ^ https://www.thegazette.co.uk/London/issue/35001/page/6754
- ^ https://www.thegazette.co.uk/London/issue/35029/supplement/39
- ^ London Gazette, 21 February 1941
- ^ London Gazette, 25 November 1941
- ^ a b c d e f g h Susani 2010, p. 23.
- ^ London Gazette, 10 May 1949
- ^ London Gazette, 7 March 1967
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- (EN) Edgar Charles Richard Baker, Fighter Aces of the RAF, London, William Kimber, 1962.
- (EN) Edward Bishop, The Daily Telegraph Book of Airmen's Obituaries, London, Grub Street, 2002, ISBN 1-902304-99-3.
- (EN) Brian Cull, Bruce Lander e Heinrich Weiss, Twelve Days in May, London, Grub Street, 1999, ISBN 978-1-902304-12-0.
- (EN) Tony Holmes, Hurricane Aces 1939–1940, Botley, Osprey Publishing Company, 1998, ISBN 978-1-85532-597-5.
- (EN) Alfred Price, The Battle of Britain Day, London, Sidgwick & Jackson Ltd, 1990, ISBN 978-0-283-99905-5.
- (EN) Christopher Shores e Clive Williams, Aces High: A Tribute to the Most Notable Fighter Pilots of the British and Commonwealth Forces in WWII, London, Grub Street, 2008, ISBN 1-898697-00-0.
Periodici
[modifica | modifica wikitesto]- Emanuele Susani, ’Zenzero’ Lacey, in Aerei nella Storia, n. 70, Parma, West-Ward Edizioni, febbraio-marzo 2010, p. 20-23.
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su James Harry Lacey
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- James Harry Lacey, su tracesofwar.com.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 1076145857882523020698 · LCCN (EN) no2016022938 |
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