God (John Lennon)
God | |
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Artista | John Lennon |
Autore/i | John Lennon |
Genere | Rock |
Edito da | Apple Records |
Pubblicazione originale | |
Incisione | John Lennon/Plastic Ono Band |
Data | 1970 |
Durata | 4:08 |
God è un brano di John Lennon, contenuto nel suo primo album solista dal titolo John Lennon/Plastic Ono Band e pubblicato l'11 dicembre 1970 dalla Apple Records.
All'epoca della sua pubblicazione la canzone destò molto scalpore per il suo testo, giudicato estremamente controverso e offensivo nei riguardi della religione.
Il brano
[modifica | modifica wikitesto]Inserita a conclusione dell'album John Lennon/Plastic Ono Band (fatta eccezione per la breve chiusura acustica di My Mummy's Dead), God venne composta a Los Angeles, nel periodo in cui Lennon stava sottoponendosi ad una serie di sedute psicanalitiche con lo psichiatra Arthur Janov, ideatore della terapia denominata primal scream (urlo primigenio).
Una prima versione del brano, voce e chitarra acustica, venne poi registrata da Lennon nella sua casa di Nimes Road, a Bel Air, durante il suo ciclo di terapia. Una di queste registrazioni, inserita dell'album raccolta Acoustic, uscito postumo nel 2004, inizia con una sua introduzione semi-parlata nello stile tipico dei "predicatori":
«Ho una missione dall'alto. E sono qui per dirvi che questo messaggio riguarda il nostro amore. Gli angeli devono avermi mandato per consegnarvi questo messaggio. Ora ascoltatemi, fratelli e sorelle.[1]»
Le sessioni di registrazione vere e proprie, si svolsero successivamente presso gli Abbey Road Studios di Londra tra il 26 settembre ed il 9 ottobre 1970.[2]
Testo
[modifica | modifica wikitesto]Musicalmente è un brano lento, quasi maestoso nella sua progressione melodica ripetuta e circolare, mentre il testo, scritto dallo stesso Lennon, è fondamentalmente diviso in tre sezioni. Nella prima il musicista esordisce con una propria definizione di Dio, immaginata durante una seduta terapeutica[3] e in cui il Creatore viene descritto come un concetto attraverso il quale noi misuriamo il nostro dolore (God is a concept by which we measure our pain). La seconda parte del brano è un lungo elenco di idoli, di miti generazionali, in cui l'autore non crede più, tra cui: la Magia, la Bibbia, Adolf Hitler, Gesù, John F. Kennedy, Buddha, il mantra, lo yoga, Elvis Presley, Bob Dylan terminando con i Beatles e con un ritorno alla realtà in se stesso e in Yoko (I just believe in me, Yoko and me).
«Il sogno è finito» disse Lennon, intervistato riguardo al testo della canzone «Non sto parlando solo dei Beatles, sto parlando dell'intera generazione. È finita e dobbiamo, devo personalmente, tornare alla cosiddetta realtà»[4]. La sezione finale, invece, descrive il cambiamento, la rinascita avvenuta in Lennon dopo la fine dell'avventura con i Beatles (I was the dream weaver, But now I'm reborn / I was the Walrus, But now I'm John), la consacrazione della fine di un sogno e di un mito popolare (i Beatles, appunto) e l'esortazione conclusiva ad andare comunque avanti e a contare solo su noi stessi (And so dear friends, You just have to carry on / The dream is over). «Se c'è un Dio» affermò Lennon «Lo siamo tutti quanti»[5].
Collegamenti con l'assassinio di Lennon
[modifica | modifica wikitesto]La canzone sarebbe stata indicata, insieme a Imagine, dall'assassino di John Lennon, Mark David Chapman come ispiratrice del suo odio verso il musicista. Chapman, fervente cristiano, non poteva tollerare l'affermazione di Lennon secondo la quale Dio è solo una fantasia che l'uomo si è creato per cercar rifugio dalle proprie paure. Chapman raccontò di aver ascoltato l'album John Lennon/Plastic Ono Band nelle settimane antecedenti l'omicidio e di aver pensato:
«Ascoltavo quella musica e diventavo sempre più furioso verso di lui, perché diceva che non credeva in Dio... e che non credeva nei Beatles. Questa era un'altra cosa che mi mandava in bestia, anche se il disco risaliva a dieci anni prima. Volevo proprio urlargli in faccia chi diavolo si credesse di essere, dicendo quelle cose su Dio, sul paradiso e sui Beatles! Dire che non crede in Gesù e cose del genere. A quel punto la mia mente fu accecata totalmente dalla rabbia.[6]»
Curiosità
[modifica | modifica wikitesto]- La canzone è stata reinterpretata dal chitarrista dei Queen, Brian May, ed eseguita dal vivo in alcuni suoi concerti durante il Back To The Light tour del 1993. Il brano non venne però poi incluso nel disco per motivi di copyright.[7]
- Nel 2007, Jack's Mannequin e Mick Fleetwood, hanno riproposto una cover di God, in occasione della pubblicazione dell'album Instant Karma: The Amnesty International Campaign to Save Darfur.
- Nel 1989, gli U2 pubblicarono il brano God Part II, contenuto nel loro sesto album Rattle and Hum. Scritto da Bono, il testo del brano è un'ipotetica continuazione del brano di Lennon.
- La canzone di David Bowie Afraid fa riferimento a God nella strofa «I believe in Beatles», facente parte di una breve lista che inizia con le parole «I believe in...» (Io credo in...).
Formazione
[modifica | modifica wikitesto]- John Lennon - voce, pianoforte
- Billy Preston - pianoforte
- Klaus Voormann - basso
- Ringo Starr - batteria
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ John Lennon songs: God su The Beatles Bible
- ^ John Blaney, John Lennon: Listen To This Book, Guildford, Great Britain, Biddles Ltd., 2005, p. 61, ISBN 0-9544528-1-X.
- ^ God by John Lennon, 24 September 2010 su The Independent
- ^ The Rolling Stone Interview: John Lennon, 21 January 1971 Archiviato il 19 marzo 2018 in Internet Archive. su Jannswenner.com
- ^ Jann S. Wenner, Lennon Remembers, London, Verso, 2000, p. 48, ISBN 1-85984-376-X.
- ^ Jack Jones, Let Me Take You Down: Inside the mind of Mark David Chapman, 1992, Virgin. ISBN 0-86369-689-9
- ^ God (the dream is over) su Wayback Machine
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- (EN) God, su MusicBrainz, MetaBrainz Foundation.