Battaglia di 'Ayn al-Tamr
Battaglia di ʿAyn al-Tamr parte della conquista islamica della Persia, delle conquiste islamiche (632-750) e delle campagne di Khalid ibn al-Walid | |||
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Data | maggio 633 | ||
Luogo | Mesopotamia | ||
Esito | Vittoria decisiva arabo-musulmana[1] | ||
Modifiche territoriali | La Umma arabo-musulmana annette quello che era stato l'antico regno di al-Ḥīra, tornato sotto il diretto controllo dell'Impero sasanide che governava tramite un suo governatore (marzubān) e annette i territori ex-lakhmidi mesopotamici | ||
Schieramenti | |||
Comandanti | |||
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Effettivi | |||
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Perdite | |||
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La battaglia di ʿAyn al-Tamr (in arabo معركة عين التمر?, Maʿrakat ʿAyn al-Tamr) ebbe luogo appena l'esercito califfale arabo-islamico ebbe conquistato la città di ʿAyn al-Tamr, in cui avevano trovato un monastero con numerosi preti arabo-cristiani. Fra essi si trovavano Nuṣayr e Sīrīn, che abbracciarono senz'altro l'Islam.
Nuṣayr era il padre di Musa ibn Nusayr, comandante supremo delle forze che conquistarono la Spagna sotto la guida militare del berbero Tariq ibn Ziyad, suo secondo in comando, mentre Sīrīn era il padre dello studioso Ibn Sīrīn, che sarebbe diventato un teologo di vasta e duratura fama.
La battaglia ebbe luogo in Mesopotamia (odierno Iraq) tra arabo-musulmani (Banū al-Namir b. Qāsit, Taghlib, dei B. Bakr, e Iyād) e Sasanidi, appoggiato da un capo arabo cristiano: ʿAqqa b. Qays al-Namarī, altrimenti detto ʿAqqa b. Abī ʿAqqa. ʿAyn al-Tamr si trovava a ovest di al-Anbār, da poco conquistata ed era un posto di frontiera che era stato voluto a suo tempo dai Sasanidi.[6]
I musulmani ebbero la meglio sui nemici.[7] Secondo le fonti islamiche, Khalid ibn al-Walid catturò personalmente il comandante arabo cristiano, ʿAqqa ibn Qays al-Namarī,[8] e lo mandò a morte.[9]
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Michael G. Morony, Iraq After the Muslim Conquest, p. 224
- ^ Arabizzazione di "Chūbīn".
- ^ Philip Khūri Hitti, The Origins of the Islamic State, Being a Translation from the Arabic ... by Aḥmad ibn Yaḥyā al-Balādhurī, p. 169
- ^ William Muir, Annals of the Early Caliphate, p. 85
- ^ George F. Nafziger, Mark W. Walton, Islam at War: A History, p. 20
- ^ Mark Sykes,The Caliph's Last Heritage: A Short History of the Turkish Empire.
- ^ Abu 'Ubayd al-Qasim Ibn Sallam, The Book of Revenue: Kitab al-Amwal, p. 194
- ^ Che doveva la sua nisba alla sua appartenenza alla tribù dei Banū al-Namir b. Qāsit, dei B. Rabīʿa.
- ^ Ibn al-Kalbī, Jamharat, I, 141,; II, 444.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- A.I. Akram, The Sword of Allah: Khalid bin al-Waleed, His Life and Campaigns, Rawalpindi, National Publishing House, 1970. ISBN 0-7101-0104-X.
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- A.I. Akram, The Sword of Allah: Khalid bin al-Waleed, His Life and Campaigns Lahore, 1969, su swordofallah.com. URL consultato il 24 febbraio 2002 (archiviato dall'url originale il 24 febbraio 2002).