Banana Yoshimoto
Banana Yoshimoto (吉本ばなな?, Yoshimoto Banana), pseudonimo di Mahoko Yoshimoto[1] (吉本真秀子?, Yoshimoto Mahoko) (Tokyo, 24 luglio 1964) è una scrittrice giapponese.
Dal 2002 al 2015 ha scritto il suo nome in hiragana よしもとばなな.
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]Banana Yoshimoto, figlia di Takaaki Yoshimoto[2] (noto anche come Ryūmei Yoshimoto), uno dei più importanti e famosi poeti e critici letterari giapponesi degli anni sessanta, è nata a Tokyo il 24 luglio 1964. La sorella di Banana, Haruno Yoiko, è una conosciuta disegnatrice di anime giapponesi.[3] Si laurea al college delle arti dell'Università Nihon[4] con una specializzazione in letteratura. Durante quel periodo prese ad usare il suo pseudonimo, Banana, un nome che giudica "carino" e "volutamente androgino"[5].
Carriera
[modifica | modifica wikitesto]Nel 1987, mentre lavora come cameriera in un golf-club, Banana comincia la sua carriera di scrittrice. Uno degli autori che la influenza maggiormente è Stephen King[6], specialmente per quanto riguarda le sue storie non horror.
Il suo primo libro, Kitchen, ebbe un successo immediato con oltre 60 ristampe nel solo Giappone. Due film sono stati inoltre girati sul romanzo, uno per la TV giapponese e una versione prodotta a Hong Kong da Yim Ho nel 1997. Banana vinse, sempre per Kitchen, il 6th Kaien Newcomer Writers Prize nel novembre del 1987, l'Umitsubame First Novel Prize ed infine il 16° Izumi Kyoka Literary Prize nel gennaio del 1988.[7]
Un altro dei suoi libri, Tsugumi, venne trasposto a sua volta in un film diretto da Jun Ichikawa nel 1990.[8] Il libro tuttavia riscosse pareri contrastanti. Diversi critici pensano che parte del suo lavoro sia superficiale e commerciale; i suoi lettori al contrario pensano che nei suoi libri descriva perfettamente cosa vuol dire essere giovani e frustrati nel Giappone moderno e nelle sue odissee emotive e psicologiche che presenta nei personaggi chiunque può esserne ritratto. Yoshimoto stessa identifica i suoi due temi principali nello "sfinimento della gioventù nel Giappone contemporaneo" e "il modo in cui le esperienze terribili influiscano nella vita di una persona".[7] I suoi libri possono essere divertenti e di svago, ma hanno sempre riferimenti all'ideologia tradizionale giapponese e contengono riflessioni sulla vita, la morte, l'amicizia, l'amore e la ragione, temi molto cari alla scrittrice, a cui piace farli percepire tra i limiti nelle sue opere.
Sebbene i critici non la considerino ancora una "grande" della letteratura, Yoshimoto ha dichiarato scherzosamente su Twitter di voler vincere il Premio Nobel per la Letteratura[3] ed è particolarmente apprezzata in molti paesi del globo.
Inoltre Banana ha vinto la 39ª edizione del Best Newcomer Artists nell'agosto 1988 per Kitchen e Utakata/Sankuchuari. Nel marzo del 1989 Tsugumi vinse il 2nd Yamamoto Shugoro Literary Prize, mentre nel 1994 il suo primo libro di maggiore mole, Amrita, conquistò il premio Murasakishikibu.
I suoi lavori consistono in quindici romanzi e sette collezioni di scritti (che includono Pineapple Pudding e Song From Banana) e hanno venduto più di sei milioni di copie in tutto il mondo. Fra i temi preferiti ci sono l'amore e l'amicizia, la potenza della casa e della famiglia e gli effetti della perdita sull'animo umano.[9]
Vita privata
[modifica | modifica wikitesto]Banana è molto riservata per quanto riguarda la sua vita privata, molto poco si conosce del marito musicista Hiroyoshi Tahata e del figlio Manachinko, nato nel 2003.[10] Al contrario, parla molto della sua scrittura. Ogni giorno si prende almeno mezz'ora per scrivere al computer, dicendo "tendo a sentirmi colpevole perché scrivo queste storie quasi per divertimento". Tiene un giornale on-line per i suoi lettori anglofoni.
È noto il suo legame particolare con l'Italia, che ama e apprezza. È infatti in italiano che viene tradotto per la prima volta Kitchen. Le sue opere sono tradotte da Giorgio Amitrano, Alessandro Giovanni Gerevini e Gala Maria Follaco.
Le opere di Yoshimoto vengono spesso paragonate ai manga, per le situazioni descritte e per i loro protagonisti.
Tra le sue amicizie rientra Kyoko Okazaki, famosa autrice di shōjo, genere di manga di grande successo nei primi anni novanta.
Banana Yoshimoto è una sostenitrice dei diritti LGBT.[11] Nei suoi romanzi, c'è una grande presenza di personaggi appartenenti alla comunità.
Opere
[modifica | modifica wikitesto]Romanzi
[modifica | modifica wikitesto]- Kitchen (キッチン?, Kicchin), 1988
- Kitchen, Milano, Feltrinelli, 1991. ISBN 88-07-70014-X.
- Kanashii yokan (哀しい予感?), 1988
- Presagio triste, Milano, Feltrinelli, 2003. ISBN 88-07-84022-7.
- Shirakawa yofune (白河夜船?), 1989
- Sonno profondo, Milano, Feltrinelli, 1994. ISBN 88-07-70047-6.
- Tsugumi, 1989
- Tsugumi, Milano, Feltrinelli, 1994. ISBN 88-07-81294-0.
- Utakata/Sankuchuari (うたかた/サンクチュアリ?), 1989
- N・P, 1990
- N.P., Milano, Feltrinelli, 1992. ISBN 88-07-70033-6.
- Tokage (とかげ?), 1993
- Lucertola, Milano, Feltrinelli, 1995. ISBN 88-07-70066-2.
- Amrita (アムリタ?, Amurita), 1994
- Amrita, Milano, Feltrinelli, 1997. ISBN 88-07-70090-5.
- Marika no nagai yoru/Bari yume nikki (マリカの永い夜・バリ夢日記?), 1994
- Hachiko no saigo no koibito (ハチ公の最後の恋人?), 1994
- L'ultima amante di Hachiko, Milano, Feltrinelli, 1999. ISBN 88-07-81549-4.
- SLY sekai no tabi 2 (SLY 世界の旅2?), 1996
- Sly, Milano, Feltrinelli, 1998. ISBN 88-07-70103-0.
- Honeymoon (ハネムーン?, Hanemun), 1997
- Honeymoon, Milano, Feltrinelli, 2000. ISBN 88-07-70117-0.
- Hardboiled/Hardluck (ハードボイルド/ハードラック?, Hadoboirudo/Hadorakku), 1999
- H/H, Milano, Feltrinelli, 2001. ISBN 88-07-70136-7.
- Occult (Yoshimoto Banana jisen senshū) (オカルト (吉本ばなな自選選集 1?), 2000
- Love (Yoshimoto Banana jisen senshū) (ラブ (吉本ばなな自選選集 2?), 2000
- Karada wa zembu shitte iru (体は全部知っている?), 2000
- Il corpo sa tutto, Milano, Feltrinelli, 2004. ISBN 88-07-70157-X.
- Furin to Nanbei sekai no tabi 3 (不倫と南米 世界の旅3?), 2000
- La piccola Ombra, Milano, Feltrinelli, 2002. ISBN 88-07-70143-X.
- Hina kiku no jinsei (ひな菊の人生?), 2000
- Death (Yoshimoto Banana jisen senshū) (デス (吉本ばなな自選選集 3?), 2001
- Life (Yoshimoto Banana jisen senshū) (ライフ (吉本ばなな自選選集 4?), 2001
- Ōkoku sono 1 - Andromeda Heights (王国 その1 アンドロメダ・ハイツ?, Ōkoku sono 1 Andoromeda haitsu), 2002
- Andromeda Heights. Il Regno - Vol.1, Milano, Feltrinelli, 2014. ISBN 978-88-07-03091-8.
- Niji (虹?), 2002
- Arcobaleno, Milano, Feltrinelli, 2003. ISBN 88-07-70151-0.
- Argentine Hag (アルゼンチンババア?, Aruzenchin babaa), 2002
- Moonlight Shadow (?), 2003 (pubblicato in Italia in Kitchen)
- Hagoromo (ハゴロモ?), 2003
- L'abito di piume, Milano, Feltrinelli, 2005. ISBN 88-07-70165-0.
- Deddoendo no omoide (デッドエンドの思い出?), 2003
- Ricordi di un vicolo cieco, Milano, Feltrinelli, 2006. ISBN 88-07-70177-4.
- High & Dry. Primo amore, Milano, Feltrinelli, 2011. ISBN 978-88-07-01850-3.
- Umi no futa (海のふた?), 2004
- Il coperchio del mare, Milano, Feltrinelli, 2007. ISBN 978-88-07-70189-4.
- Ōkoku sono 2 - Itami, ushinawareta mono no kage soshite mahō (王国 その2 痛み、失われたものの影、そして魔法?), 2004
- Il dolore, le ombre, la magia. Il Regno - Vol. 2, Milano, Feltrinelli, 2014. ISBN 978-88-588-1941-8.
- Ōkoku sono 3 - Himitsu no hanazono (王国 その3 ひみつの花園?), 2005
- Il giardino segreto. Il Regno - Vol. 3, Milano, Feltrinelli, 2016. ISBN 978-88-07-03185-4.
- Mizūmi (みずうみ?), 2005
- Il lago, Milano, Feltrinelli, 2015. ISBN 978-88-07-03138-0
- Iruka (イルカ?), 2006
- Delfini, Milano, Feltrinelli, 2010. ISBN 978-88-07-70207-5.
- Chie-chan e io, Milano, Feltrinelli, 2008. ISBN 978-88-07-70196-2.
- Maboroshi Hawaii (まぼろしハワイ?), 2007
- South Point (サウスポイント?, Sausu Pointo), 2008
- Kanojo ni tsuite (彼女について?), 2008
- A proposito di lei, Milano, Feltrinelli, 2013. ISBN 978-88-07-03041-3.
- Moshi moshi shimokitazawa (もしもし下北沢?), 2010
- Moshi moshi, Milano, Feltrinelli, 2012. ISBN 978-88-07-01902-9.
- Donguri shimai (どんぐり姉妹?), 2010
- Le sorelle Donguri, Milano, Feltrinelli, 2018. ISBN 978-8807032943
- Another World - Ōkoku sono 4 (アナザー・ワールド 王国 その4?, Anazā Wārudo - Ōkoku sono 4), 2010
- Another World. Il Regno - Vol. 4, Milano, Feltrinelli, 2017. ISBN 978-88-07-03241-7.
- Il dolce domani, Milano, Feltrinelli, 2020. ISBN 978-88-07-03398-8.
- A night with Saki and friends (さきちゃんたちの夜?), 2013
- Hostess bar stumble (スナックちどり?), 2013
- Shall We Love? (僕たち、恋愛しようか??), 2013
- Hanano beddo de hirune shite (花のベッドでひるねして?), 2013
- Su un letto di fiori, Milano, Feltrinelli, 2021. ISBN 978-88-07-03458-9.
- Birds (鳥たち?), 2014
- Circus night (サーカスナイト?), 2015
- Funafuna Funabashi (ふなふな船橋?), 2015
- 下北沢について (?), 2016
- 吹上奇譚 第一話 ミミとこだち (?), 2017
- Le strane storie di Fukiage, Milano, Feltrinelli, 2022. ISBN 9788807035173.
- 吹上奇譚 第二話 どんぶり (?), 2019
- Ciotole di riso. Le strane storie di Fukiage. Vol. 2, Milano, Feltrinelli, 2023. ISBN 9788807035500.
Saggi
[modifica | modifica wikitesto]- Un viaggio chiamato vita (Jinsei no tabi wo yuku (人生の旅をゆく?)), 2006
Filmografia
[modifica | modifica wikitesto]Soggetto
[modifica | modifica wikitesto]- Kitchen (キッチン?, Kicchin), regia di Yoshimitsu Morita (1989), tratto da Kitchen
- Tsugumi, regia di Jun Ichikawa (1990), tratto da Tsugumi
- Wo ai chu fang (我愛廚房), regia di Yim Ho (1997), tratto da Kitchen
- Argentine Hag (アルゼンチンババア?, Aruzenchin babaa), regia di Naoki Nagao (2007), tratto da Argentine Hag
Opere in italiano su Banana Yoshimoto
[modifica | modifica wikitesto]- Giorgio Amitrano, Il mondo di Banana Yoshimoto, Milano, Feltrinelli, 1999. ISBN 88-07-33071-7; 2007. ISBN 978-88-07-84081-4.
- Barbara Buganza, In cucina con Banana Yoshimoto. L'amore, l'amicizia, la morte, la solitudine nel cibo, Torino, Il leone verde, 2003. ISBN 88-87139-53-9.
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Azzurra Trentin, Banana Yoshimoto: “Amo viaggiare in cerca dell’Asia più autentica”, su illibraio.it, 19 luglio 2017. URL consultato il 14 novembre 2019.
- ^ Luigia Sorrentino, E’ morto Takaaki Yoshimoto, il poeta dei giovani ribelli [collegamento interrotto], su poesia.blog.rainews.it, 16 marzo 2012. URL consultato il 14 novembre 2019.
- ^ a b (EN) Cassie Wong, Banana Yoshimoto's Improbable Literary Journey From Waitress to Writer, su theculturetrip.com, 26 dicembre 2016. URL consultato il 14 novembre 2019.
- ^ Laura Pezzino, I vent'anni italiani di Banana Yoshimoto, su vanityfair.it, 22 giugno 2011. URL consultato il 14 novembre 2019.
- ^ (EN) Pagina dedicata alla scrittrice, su britannica.com, Encyclopædia Britannica.
- ^ (EN) Banana Yoshimoto, A little bit about me, su yoshibanana.blogspot.com, 1º gennaio 2009. URL consultato il 14 novembre 2019.
- ^ a b (EN) Andrew Lee, Recensione, su japantimes.co.jp, 11 gennaio 2014. URL consultato il 14 novembre 2019.
- ^ (EN) Scheda della pellicola, su imdb.com. URL consultato il 14 novembre 2019.
- ^ (EN) Scheda dell'autrice, su encyclopedia.com. URL consultato il 14 novembre 2019.
- ^ Guido Andruetto, Banana Yoshimoto, su repubblica.it, 13 giugno 2015. URL consultato il 14 novembre 2019.
- ^ Banana Yoshimoto: “Il matrimonio gay è un diritto che deve essere riconosciuto”, su gay.it, 11 luglio 2017. URL consultato il 14 novembre 2019.
Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikiquote contiene citazioni di o su Banana Yoshimoto
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- (JA, EN) Sito ufficiale, su yoshimotobanana.com.
- Yoshimoto, Banana, su Treccani.it – Enciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
- Maria Teresa Orsi, Yoshimoto, Banana, in Enciclopedia Italiana, VI Appendice, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 2000.
- (EN) Kathleen Kuiper, Banana Yoshimoto, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc.
- (EN) Opere di Banana Yoshimoto, su Open Library, Internet Archive.
- (EN) Bibliografia di Banana Yoshimoto, su Internet Speculative Fiction Database, Al von Ruff.
- (EN) Banana Yoshimoto, su Goodreads.
- (EN) Banana Yoshimoto, su IMDb, IMDb.com.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 97227870 · ISNI (EN) 0000 0003 6864 5967 · SBN CFIV116084 · Europeana agent/base/63650 · LCCN (EN) n88061527 · GND (DE) 118992260 · BNE (ES) XX1163182 (data) · BNF (FR) cb12383956f (data) · J9U (EN, HE) 987007270265605171 · NSK (HR) 000221626 · NDL (EN, JA) 00174380 |
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