93º Reggimento fanteria "Messina"

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93º Reggimento fanteria "Messina"
Stemma araldico del 93º Rgt.fanteria "Messina", 1939
Descrizione generale
Attiva1884 - 1944
NazioneItalia (bandiera) Italia
Servizio Regio Esercito
TipoFanteria
DimensioneReggimento
Guarnigione/QGAncona
PatronoSan Martino
MottoImpetuosa messanensis legio
Colorigiallo - rosse
Battaglie/guerreGuerra italo-turca
Prima guerra mondiale

Seconda guerra mondiale

DecorazioniCroce di cavaliere dell'Ordine Militare d'Italia Medaglia di bronzo al Valor Militare
Parte di
18ª Divisione fanteria "Messina"
Comandanti
Degni di notaArmando Diaz
Simboli
Mostrine del 93º e 94º Reggimento fanteria "Messina"
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Il 93º Reggimento fanteria "Messina" è stata un'unità militare del Regio Esercito.

Entrata della caserma Villarey di Ancona
Coorte interna e piazza d'armi della caserma Villarey di Ancona
Armando Diaz

Il 93º Reggimento fanteria venne costituito a Gaeta il 1º novembre del 1884 in esecuzione del decreto del 4 settembre dello stesso anno. È creato con compagnie provenienti dai reggimenti 4º, 18º, 54º, 75º e 76º; fece parte, con il 94º fanteria di stanza nella Caserme "Montevecchio" e "G. Paolini" di Fano della Brigata "Messina" di nuova formazione. Dagli inizi del 1900 il reggimento è storicamente legato alla città di Ancona poiché da quella data il quartier generale del reparto è nella città nella Caserma Villarey; questa divenne la sede del 93º e lo sarà per il resto della sua esistenza fino allo scioglimento avvenuto dopo la seconda guerra mondiale.

Vicende belliche

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Il reggimento combatté in Libia partecipando alla Guerra italo-turca. Al comando del 93º in Libia nel 1912 vi fu l'allora colonnello Armando Diaz, futuro Maresciallo d'Italia e Duca della Vittoria.[1][2]

Nella prima guerra mondiale (1915-1918)

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Nel marzo del 1915 dal deposito del 93º fu costituito il 121º Reggimento fanteria "Macerata". Il 18 maggio 1915 il reggimento lasciò Ancona e si diresse con la brigata Messina in Alta Italia. Il 26 maggio era già in zona di guerra, nei pressi di Palmanova e dopo qualche giorno varcò l'Isonzo. Il reparto combatté a Monfalcone, San Lucia di Tolmino, Selz, Zagora, Vertoiba, Vertoibizza, Bainsizza, presso il bosco di Panovizza, San Gabriele, Monte Grappa, Montello. Il 93º oltre alla medaglia di bronzo al valor militare meritò anche una citazione sui bollettini di guerra del Comando Supremo. Al termine del conflitto, il 93º Reggimento aveva avuto 68 Ufficiali e 1455 fanti caduti per la Patria. I suoi uomini vennero decorati con 53 medaglie d'argento al valor militare e 89 medaglie di bronzo al valor militare.[3]

Periodo tra le due guerre

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Con la legge dell'11 marzo 1926 sul nuovo ordinamento dell'esercito, prende il nome di 93º Reggimento Fanteria "Messina" ed a seguito della formazione delle Brigate su tre reggimenti viene assegnato alla XVIII Brigata di Fanteria assieme al 94º "Messina" e al 157º "Liguria"; rimane composto da due battaglioni. Dal 1º ottobre al 15 novembre 1935 è inserito nella Divisione di Fanteria "Metauro" costituita per essere inviata in Africa Orientale ed è inviato insieme con la Divisione in Libia italiana. Rientra nel novembre del 1935 in Italia. A seguito della costituzione delle divisioni binarie, nel maggio del 1939 è assegnato alla 18ª Divisione fanteria "Messina", unitamente al 93º Reggimento Fanteria e al 2º Reggimento Artiglieria per divisione di fanteria di Pesaro.

Nella seconda guerra mondiale (1939-1945)

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Al 10 giugno 1940 il reggimento è formato da: comando e compagnia comando, due battaglioni fucilieri (altre fonti indicano tre battaglioni e senza la compagnia anticarro),[4] compagnia mortai da 81, batteria armi di accompagnamento da 65/17 Mod. 1908/1913 ed una di cannoni anticarro da 47/32 Mod. 1935.[5] Si addestra nel territorio marchigiano. Il reggimento partì da Ancona in assetto di guerra nell'aprile 1941 diretto a Bari e, di qui, in Albania. Nel 1941 Il Reggimento è operativo in Albania e partecipa all'invasione della Jugoslavia, combatte a Cettigne e Cattaro. Negli anni che vanno dal 1942 al 1943 dopo l'armistizio con la Grecia rimane in Montenegro con compiti di presidio e controguerriglia. L'8 settembre 1943 il 93º, dislocato in Jugoslavia, rifiuta di consegnare le armi ai tedeschi, ai croati e agli iugoslavi combatte e riesce a raggiungere l'isola di Curzola ove si imbarca assieme ad altri reparti del VI Corpo d'armata e raggiunge fra il 17 e il 18 settembre le coste italiane. Il reparto concorre con i suoi uomini alla formazione del Gruppo di Combattimento "Piceno". Nel 1946, insieme al gemello 94º, il 93º viene disciolto e la sua bandiera consegnata al Vittoriano a Roma.

Mortaio da 81 Mod. 35
Cannone da 65/17 Mod. 1908/1913
Cannone da 47/32 Mod. 1935
Cannone da 47/32 Mod. 1935

Nella sua storia il 93º Reggimento fanteria "Messina" ha meritato le seguenti onorificenze alla bandiera:

Decorazioni alla Bandiera di guerra

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Croce di cavaliere dell'Ordine Militare d'Italia - nastrino per uniforme ordinaria
«Conferita con R.D. il 5 giugno 1920 Nei duri cimenti della guerra, nella tormentata trincea o nell'aspra battaglia,conobbe ogni limite di sacrificio e di ardimento; audace e tenace , domò infaticabilmente i luoghi e le fortune, consacrando con sangue fecondo la romana virtù dei figli d'Italia.»
— Guerra 1915-18[6][7]
Medaglia di bronzo al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«In numerosi combattimenti, in lunghe e tormentuose soste in trincea, nell'assalto di ben munite posizioni nemiche, come nell'incrollabile resistenza a furiosi attacchi avversari, dimostrò indomita energia, tenace costanza, salda disciplina.»
— (Monfalcone - Santa Lucia di Tolmino - Vertoibizza- Panovizza, 24 maggio 1915 - 21 maggio 1917;Bainsizza, agosto - settembre 1917;Monte Grappa, novembre - dicembre 1917)[8]

Sottotenente Carlo Falcinelli

Medaglia d'oro al valor militare alla memoria

"Sottotenente di cpl. di Fanteria - Regio Esercito Italiano 93° ftr. Messina

Comandante di plotone fucilieri dislocato su quota di particolare importanza, di notte imperversando furioso temporale, attaccato da preponderanti forze nemiche, si portava dove la lotta ferveva maggiore impugnata una mitragliatrice apriva il fuoco sul nemico. Accortosi di essere circondato e che stava per essere sopraffatto inutilizzava l'arma e afferrato un moschetto per la canna si difendeva accanitamente finché violentemente colpito ad una spalla cadeva e veniva catturato. Sottoposto a quotidiani tormenti sopportati stoicamente veniva infine barbaramente trucidato."

Bocche di Cattaro 19 gennaio 1942 S.Veta Ekta, 10 gennaio 1942 - zona Verbanje

Sottotenente Isidoro Maria Pestarino[9][10]

Medaglia d'oro al valor militare alla memoria - nastrino per uniforme ordinaria
«Sottotenente di cpl. di Fanteria Partigiano combattente Entrato fra i primi a far parte del movimento di liberazione, vi portava tutto il suo entusiasmo e la sua fede di giovane ufficiale. Primo nel pericolo, ardito nelle iniziative, coraggioso nel combattimento, raggiungeva incarichi di responsabilità e di comando. Sopraffatta e catturata la sua formazione dopo eroica resistenza, rimasto solo ed armato, non cercava salvezza, ma apriva il fuoco contro i nemici che avevano cominciato a passare per le armi i suoi compagni. Preso a sua volta e rotto nel corpo da lunghi e tormentosi interrogatori, dava fulgente ed esemplare prova di nobile fierezza e davanti al plotone di esecuzione immolava la giovane vita nel nome della Patria.»
— Zona di Alessandria - Colle del Turchino, settembre 1943 - 19 maggio 1944

Insegne e simboli

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  • Il Reggimento indossava il fregio della Fanteria del Regio Esercito (composto da due fucili incrociati con al centro un tondo riportante il numero 93º che indica il reggimento e sormontati da una corona).
  • Le mostrine del reggimento sono rettangolari di colore giallo con due bande laterali rosse. Alla base della mostrina si trova la stella argentata a 5 punte bordata di nero, simbolo delle forze armate italiane.

Il 15 luglio del 1918, prima della battaglia di Vittorio Veneto, Gabriele D'Annunzio, che visse alcuni episodi della battaglia insieme ai fanti della brigata "Messina", volle lasciare il segno della sua ammirazione definendo la Brigata "Messina" “Impetuosa Messanensis Legio” ovvero "L'impetuosa legione di Messina" che divenne il motto del 94º Reggimento e del 93º Reggimento.[1]

Festa del Reggimento

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La feste del reggimento è celebrata il 14 maggio anniversario della battaglia del bosco di Panovizza nel 1917, quota 174 ad est di Gorizia dove il reggimento si è guadagnato la medaglia di bronzo al valor militare.

  1. ^ a b Lo Specchio della Città maggio 2007 / Opinioni e Commenti (archiviato dall'url originale il 5 ottobre 2016)..
  2. ^ armando diaz..
  3. ^ http://www.cimeetrincee.it/messina.pdf.
  4. ^ Regio Esercito - 93º Rgt. Messina..
  5. ^ L'organico di un reggimento di fanteria era di 3.279 uomini su due battaglioni (ognuno su cinque compagnie: 3 di fanteria, una comando ed una di armi di accompagnamento), oltre che una compagnia di mortai da 81 ed una di cannoni anticarro da 47/32 (6 pezzi). Fonte: regioesercito.it..
  6. ^ L'ordine militare venne assegnato a quasi tutte le unità di fanteria che parteciparono alla prima guerra mondiale.
  7. ^ Scheda dal sito del Quirinale. URL consultato il 18 ottobre 2010.
  8. ^ Brigata Messina - FrontedelPiave.info - Fronte del Piave - Fronte del piave ARTICLE..
  9. ^ http://www.quirinale.it/elementi/DettaglioOnorificenze.aspx?decorato=14139.
  10. ^ ANPI..

Voci correlate

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Altri progetti

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Collegamenti esterni

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