Sudan del Sud

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Disambiguazione – Se stai cercando le regioni autonome precedenti all'indipendenza, vedi Regione Autonoma del Sudan Meridionale.
Sudan del Sud
(EN) Justice, Prosperity, Liberty,
(IT) Giustizia, Prosperità, Libertà
Sudan del Sud - Localizzazione
Sudan del Sud - Localizzazione
Dati amministrativi
Nome completoRepubblica del Sudan del Sud
Nome ufficialeRepublic of South Sudan
Lingue ufficialiInglese
Altre linguearabo, lingue nilo-sahariane, juba, nuer, zande
CapitaleGiuba  (372.410 ab. / 2011)
Politica
Forma di governoRepubblica presidenziale federale
PresidenteSalva Kiir Mayardit
IndipendenzaDal Sudan, il 9 luglio 2011
Ingresso nell'ONU14 luglio 2011
Superficie
Totale619 745 km² (42º)
Popolazione
Totale10.748.278[1] ab. (2021)
Densità13,32 ab./km²
Nome degli abitantisudsudanesi
Geografia
ContinenteAfrica
ConfiniSudan, Etiopia, Kenya, Uganda, Repubblica Democratica del Congo, Repubblica Centrafricana
Fuso orarioUTC+3
Economia
Valutasterlina sudsudanese
PIL (nominale)5 730[2] milioni di $ (2022) (131º)
PIL pro capite (nominale)392[2] $ (2022) (187º)
PIL (PPA)13 533[2] milioni di $ (2022) (146º)
PIL pro capite (PPA)927[2] $ (2022) (173º)
ISU (2021)Diminuzione 0,385 (basso) (187º)
Varie
Codici ISO 3166SS, SSD, 728
TLD.ss
Prefisso tel.+211
Sigla autom.SSD
Lato di guidaDestra (↓↑)
Inno nazionaleSouth Sudan Oyee![3]
Festa nazionale9 luglio
Sudan del Sud - Mappa
Sudan del Sud - Mappa
dati presi da www.goss.org
Evoluzione storica
Stato precedenteSudan (bandiera) Sudan
(Regione Autonoma del Sudan Meridionale)
 

Il Sudan del Sud,[4][5] anche Sud Sudan[6][7] o Sudan Meridionale, ufficialmente Repubblica del Sudan del Sud o del Sud Sudan, è uno Stato senza sbocco sul mare nel centro-est dell'Africa, inserito nella subregione dell'Africa orientale delle Nazioni Unite. La sua capitale attuale è Giuba, che è anche la sua città più grande, ma si prevede che la capitale, in futuro, sarà trasferita nella più centrale Ramciel. Il Sudan del Sud confina con l'Etiopia ad est, il Kenya a sud-est, l'Uganda a sud, la Repubblica Democratica del Congo a sud-ovest, la Repubblica Centrafricana a ovest e la Repubblica del Sudan a nord. Esso comprende la vasta regione paludosa del Sudd, formata dal Nilo Bianco e conosciuta localmente come il Bahr al Jabal.

I territori del moderno Sudan del Sud e della Repubblica del Sudan erano entrambi parte del regno d'Egitto, sotto la dinastia di Muhammad Ali, in seguito regolati come un condominio anglo-egiziano fino all'indipendenza sudanese del 1956. Dopo la prima guerra civile sudanese, nel 1972 fu costituita la regione autonoma del Sudan del Sud, abolita nel 1983. Si sviluppò quindi una seconda guerra civile sudanese, conclusasi con l'accordo di Naivasha del 2005. Nello stesso anno, con la formazione di un governo autonomo del Sudan del Sud fu ripristinata l'autonomia della regione.

Il Sudan del Sud è diventato uno Stato indipendente il 9 luglio 2011[8], a seguito di un referendum passato con il 98,83% dei voti. Si tratta di un paese membro delle Nazioni Unite, dell'Unione africana e dell'Autorità intergovernativa per lo sviluppo. Nel luglio del 2012 il Sudan del Sud ha firmato le convenzioni di Ginevra.

Nel dicembre del 2013 è scoppiato un conflitto etnico tra le forze governative del presidente Kiir, di etnia dinka, e quelle fedeli all'ex vicepresidente Machar, di etnia nuer. Il conflitto è finito poi nel febbraio del 2020.

Esiste scarsa documentazione della storia del Sudan del Sud, fino alla dominazione egiziana nel Nord a partire dal 1820, e le conseguenti retate di schiavi nel Sud. Informazioni anteriori a quel periodo sono rintracciabili principalmente in storie tramandate oralmente di generazione in generazione. Secondo queste informazioni i Nilotici - i Dinka, i Nuer e gli Shilluk - entrarono per primi nel Sudan del Sud attorno al X secolo. I non-Nilotici, gli Asandè, che vi entrarono nel XVI secolo, vi stabilirono lo stato più grande. Nel XVIII secolo vi entrarono poi gli Avungara, i quali imposero la loro autorità agli Asandè. Gli Avungara rimasero i predominanti fino all'arrivo dei Britannici nel XIX secolo. Le barriere naturali protessero il popolo dall'avanzata islamica dal Nord e gli permisero di conservare la sua eredità sociale e culturale e le sue istituzioni politiche e religiose.

Il primo a provare a colonizzare la regione fu il chedivè Isma'il Pascià d'Egitto nel 1870, costituendo la provincia di Equatoria nella porzione meridionale del paese. Il governatore egiziano fu Samuel Baker, nominato nel 1869, seguito da Charles George Gordon nel 1874 e da Emin Pascià nel 1878. La Rivolta mahdista negli anni ottanta dell'Ottocento destabilizzò la provincia ed Equatoria cessò di esistere come un avamposto egiziano nel 1889. Tuttavia l'Egitto non rinunciò alle sue pretese di sovranità sul Sudan. Insediamenti importanti in Equatoria erano Lado, Gondokoro, Dufile e Wadelai.

Fra il 1896 ed il 1898, gli Inglesi riconquistarono il Sudan, che allora comprendeva anche il Sudan del Sud. Tuttavia la regione attirava anche le mire francesi e dello Stato Libero del Congo. A sudovest, gli agenti dello Stato Libero del Congo occuparono l'enclave di Lado. Gli Inglesi scelsero di negoziare la restituzione di questa enclave ed ottennero la restituzione del territorio alla morte di Leopoldo II del Belgio. I Francesi provenendo da Ovest desideravano anch'essi controllare questi territori ed inviarono una spedizione. Questo portò alla crisi di Fascioda, in seguito alla quale i Francesi rinunciarono alle loro pretese sul territorio in questione. Nel gennaio 1899 gli Inglesi stabilirono il condominio anglo-egiziano sul Sudan, che includeva anche l'attuale Sudan del Sud.

Nel 1947, al momento dell'indipendenza del Sudan, i Britannici cercarono di staccare il Sudan del Sud dal Sudan e di unirlo all'Uganda. Tuttavia, questo tentativo fu annullato dalla Conferenza di Juba del 1947 che unificò il Nord ed il Sud del Sudan. Perciò per 64 anni il Sudan del Sud fece parte del Sudan. Nel giugno del 2008 veniva stimato che la regione meridionale avesse all'incirca 15 milioni di abitanti, ma problemi con il censimento mettono in dubbio la precisione di questa stima; la cifra potrebbe arrivare a 17 milioni.

La regione è stata teatro per molti anni della prima e poi della seconda guerra civile sudanese, combattute fin dall'inizio dall'Esercito di Liberazione del Popolo del Sudan (ELPS) al fine di ottenere l'indipendenza dal Sudan. Le conseguenze sono state la mancata costruzione di importanti infrastrutture durante tutto quel periodo, la fuga di molti profughi e la devastazione di parecchie aree. Sono morte più di 2,5 milioni di persone, 5 milioni sono emigrate all'estero, ed altre hanno dovuto subire spostamenti dai loro paesi o dalle loro zone d'origine. L'accordo di Naivasha, siglato nel 2004 tra l'ESLP ed il governo centrale, ha posto fine alla seconda guerra civile sudanese e ha rifondato lo Stato, regolamentando l'ordinamento democratico del Sudan del Sud e dello Stato centrale e i loro rapporti reciproci, e stabilendo il percorso che avrebbe portato al referendum per l'indipendenza della regione.

Nei giorni 9-15 gennaio 2011 i cittadini del Sudan del Sud hanno deciso con un referendum se separarsi dal resto del Sudan e dichiararne l'indipendenza o no. L'affluenza è stata elevatissima, essendosi recati alle urne oltre il 96% degli aventi diritto. Il successivo 30 gennaio i risultati hanno mostrato come la popolazione fosse nettamente a favore dell'indipendenza (98,81%)[9]. Per votare a favore dell'indipendenza molti sudanesi del Sud residenti al Nord sono tornati in patria recandosi alle urne.

Da dicembre 2013, un conflitto brutale ha portato all'uccisione di migliaia di persone e ha costretto circa quattro milioni di persone ad abbandonare le proprie case. Mentre molti abitanti sono scappati e rimasti entro il loro stesso Paese, più di due milioni si sono spostati nei Paesi vicini alla ricerca disperata di salvezza. A ottobre 2017, in Kenya si registravano 111.892 rifugiati dal Sudan del Sud.

A seguito dei risultati, il 9 luglio 2011 il Sudan del Sud[10][11] è diventato uno Stato pienamente indipendente, anche se permangono alcune controversie con il Nord, quali la ripartizione dei proventi del petrolio i cui giacimenti si trovano all'80% nel Sudan del Sud: questo potrebbe rappresentare un incredibile potenziale economico in un'area fra le più povere al mondo. La maggior parte degli impianti di raffinazione si trova invece al Nord. La regione di Abyei rimane ancora contesa tra Nord e Sud e lì dovrebbe tenersi un referendum per decidere a quale dei due stati l'area debba appartenere[12], anche se per ora si è tenuto solo un referendum informale e non vincolante nel 2013.

Nel dicembre del 2013 in Sudan del Sud si è verificato un tentato colpo di Stato nel quale le forze leali al presidente Salva Kiir, di etnia Dinka, si sono scontrate con quelle fedeli all'ex vicepresidente Riech Machar, di etnia Nuer, esonerato a luglio a causa dei forti contrasti con Kiir. A dicembre 2014, almeno 50.000 persone erano state uccise nel corso di questo conflitto etnico[13].

Lo stesso argomento in dettaglio: Geografia del Sudan del Sud.
Il Sudan del Sud dal satellite.

A differenza del Sudan, la maggior parte del territorio dello stato è coperta da foreste tropicali, paludi e prati. Ci sono molte riserve naturali che ospitano specie migratorie in gran quantità, come il Parco nazionale di Bandingilo e il Parco Nazionale di Boma. Il fiume principale è il Nilo Bianco. Secondo il WWF, esistono diverse ecoregioni nel Sudan del Sud: la Savana Sudanese Orientale (savana) la Foresta nel Nord Congo (foresta tropicale), il Sudd (paludi) e le Foreste Montane dell'Africa orientale (foreste).

Andamento della popolazione del Sud Sudan dal 1950 al 2020

Il Sudan del Sud ha una popolazione di circa 12,6 milioni di persone, che vivono soprattutto nelle aree rurali dove praticano un'economia di sussistenza. Questa regione è stata influenzata negativamente dalla guerra: la mancanza di sviluppo delle infrastrutture e la distruzione di quelle esistenti hanno impedito lo sviluppo e l'arricchimento della regione e lo hanno fatto diventare un luogo di dolore e sofferenza. A causa delle varie guerre civili e degli impatti ad esse connessi, più di 2 milioni di persone sono morte e più di 4 milioni sono divenuti rifugiati.

Nel Sudan del Sud sono presenti molte popolazioni e sono parlate molte più lingue che nel Sudan. I Dinka (popolazione stimata attorno al milione) sono la più grande tribù sub-sahariana del Sudan del Sud. Inoltre, in questa regione vivono gli Shilluk, i Nuer, gli Acholi e i Lotuhu.

Lo stesso argomento in dettaglio: Religioni in Sudan del Sud.

La maggior parte degli abitanti di questo paese hanno conservato i loro credi tradizionali (religioni animiste), ma una considerevole minoranza degli abitanti è rappresentata dai cristiani[14][15][16].

Le fonti divergono sulla percentuale di cristiani presenti nel Sudan del Sud. Anche se, secondo la Federal Research Division della Biblioteca del Congresso USA, nei primi anni novanta non più del 10% della popolazione del Sudan del Sud era di religione cristiana,[17] secondo altre fonti i cristiani sarebbero invece la maggioranza[18][19] e la Chiesa Episcopale USA afferma l'esistenza di 2 milioni di fedeli nel 2005.[20] Similmente, secondo la World Christian Encyclopedia, la Chiesa cattolica è la più numerosa confessione cristiana dal 1995, con 2,7 milioni di Cattolici, concentrati quasi tutti nel Sud Sudan.[21]

In un discorso nella cattedrale cattolica di Santa Teresa nella capitale del nuovo Stato, il Presidente sudsudanese Kiir, cattolico con un figlio musulmano, ha affermato che il nuovo Stato è una nazione che rispetta la libertà religiosa.[22] Fra i cristiani, la maggior parte sono cattolici e anglicani, anche se sono presenti altre confessioni.[23]

I lunghi anni di guerra civile hanno provocato enormi perdite umane fra la popolazione sudsudanese oltre a imponenti movimenti (sia interni che verso Stati esteri) di profughi; questa situazione rende inaffidabili le statistiche demografiche relative alle lingue, che per la maggior parte datano agli anni ottanta.[24]

Nel Sudan del Sud sono parlate oltre 60 lingue indigene; per la maggior parte esse appartengono alla famiglia linguistica nilo-sahariana, mentre le rimanenti sono classificate nel gruppo delle lingue ubangiane della famiglia linguistica Niger Congo (la famiglia che comprende l'assoluta maggioranza delle lingue africane). Fra le lingue appartenenti alla prima famiglia la principale è il dinca (circa 2 milioni di parlanti),[25] seguita dal nuer (740 000 parlanti)[26] e dal bari (420 000).[27] Fra le lingue comprese nella famiglia Niger-Congo, invece, la principale è lo zande (350 000),[28] parlata dall'omonimo popolo stanziato, oltre che nel Sudan del Sud, anche nella Repubblica Democratica del Congo e nella Repubblica Centrafricana.

Fra le lingue non indigene parlate nel Sudan del Sud la principale è senz'altro l'inglese, che ha status di lingua ufficiale. In virtù della lunga unione politica con il Sudan, è inoltre parlato l'arabo (sia l'arabo standard che le varianti ciadiana e sudanese), che funge in alcune situazioni da lingua franca.

Ordinamento dello Stato

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Salva Kiir Mayardit, primo presidente eletto del Sudan del Sud.

Prima dell'indipendenza ufficiale, oltre alla Costituzione provvisoria della Repubblica del Sudan,[29] la Costituzione provvisoria del Sudan del Sud (del 2005) è stata la legge fondamentale del Paese[30]. Le due Costituzioni sono state approvate in conseguenza della Pace di Naivasha.

Essa istituiva un autonomo Governo del Sudan del Sud, con al vertice un presidente che è capo del governo e comandante in capo dell'Esercito di Liberazione del Popolo di Sudan (ESLP). John Garang, il fondatore dell'ESLP, fu il primo Presidente fino alla sua morte, il 30 luglio 2005. Salva Kiir Mayärdït, suo vice, ha giurato come primo vicepresidente del Sudan unito, nonché presidente del governo del Sudan del Sud, l'11 agosto 2005 ed è attualmente al potere. Riek Machar ha preso il posto di Vicepresidente fino al 2016 quando gli è subentrato Taban Deng Gai, attualmente in carica. Il potere legislativo era esercitato dal Governo dall'Assemblea legislative del Sudan del Sud, unicamerale. La Costituzione istituiva altresì un potere giudiziario indipendente, il cui organo di vertice era una Corte suprema. Il 7 luglio 2011 è stata ratificata la costituzione del nuovo stato indipendente[31].

Un sistema di difesa nazionale ("Defense Paper") è stato avviato nel 2007 e l'anno successivo il Governo ha presentato un progetto secondo cui, una volta raggiunta l'indipendenza, il Sudan del Sud dovrebbe dotarsi di forze militari terrestri, aeree e fluviali[32].

Suddivisioni storiche e amministrative

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Lo stesso argomento in dettaglio: Stati del Sudan del Sud.
Stati e aree amministrative del Sudan del Sud, dal 2020

Dal 2020 il Sudan del Sud è costituito da 10 Stati (wilāyāt), già raggruppati nelle tre province storiche (mudīriyyāt) di Bahr al-Ghazal, Equatoria, e Alto Nilo. Agli stati si aggiungono le aree amministrative di Pibor e di Ruweng e l'area "con speciale status amministrativo" di Abyei. I 10 stati e le aree amministrative sono a loro volta suddivisi in 86 contee, a loro volta suddivise in Payamas, e le Payamas in Bomas.

Le tre aree di Abyei, Montagne di Nuba e Nilo Azzurro fanno culturalmente e politicamente parte del Sudan del Sud, ma in base all'accordo di pace del 2005 avranno un'amministrazione separata fino a che un referendum deciderà sulla loro amministrazione da parte del Sudan o del Sudan del Sud.

Politica interna

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Lo stesso argomento in dettaglio: Legislatura nazionale di transizione del Sudan del Sud.

Politica estera

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Lo stesso argomento in dettaglio: Relazioni internazionali del Sudan del Sud.

Il 14 luglio 2011 il Sudan del Sud è diventato il 193º Paese ad entrare a far parte delle Nazioni Unite.[33]

Diritti umani

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Lo stesso argomento in dettaglio: Diritti LGBT in Sudan del Sud.

L'Università di Juba è stata fondata nel 1975[34].

L'economia del Sudan del Sud è una delle più deboli del mondo. Carente di infrastrutture, la regione ha anche il più alto tasso di mortalità materna e analfabetismo femminile. Il mercato si basa sull'esportazione di legname verso l'estero, lo sfruttamento delle risorse minerarie come petrolio, ferro, rame, cromo, zinco, tungsteno, mica, argento e oro, la produzione di energia idroelettrica e l'agricoltura, prevalentemente di sussistenza, e l'allevamento.

Le strade in Sud Sudan sono quasi completamente sterrate. È in corso un'opera di ammodernamento delle stesse che ha visto l'inaugurazione della prima strada asfaltata che collega la capitale Giuba a Nimule, al confine con l'Uganda.

Lo stesso argomento in dettaglio: Ferrovia Baboosa-Wau.
Mappa delle linee ferroviarie in Sudan del Sud

totale: 248 km
scartamento ridotto: 248 km, 1067 mm

Il Sud Sudan possiede 248 chilometri di ferrovia a binario unico a scartamento ridotto sulla linea che collega Babonosa con Wau, costruita tra il 1959 ed il 1962. La linea è stata danneggiata durante la guerra civile e in alcuni punti anche minata. Attualmente è stata completamente ripristinata grazie ai fondi provenienti dalle Nazioni Unite. La linea è divisa a metà tra Sudan del Sud e Sudan presso Malual.

Prospettive future

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Ci sono dei progetti che prevedono di collegare Wau con Giuba e la capitale con le reti ferroviarie del Kenya e dell'Uganda.[35]

Nell'ottobre del 2010 è stato annunciato che il gruppo ThyssenKrupp stava conducendo un progetto per collegare Giuba con Gulu, una città del Nord dell'Uganda.[36]

Trasporto aereo

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L'aeroporto più trafficato e più sviluppato del Sudan del Sud è quello di Giuba che ha collegamenti internazionali con Entebbe (Uganda), Nairobi (Kenya), Il Cairo (Egitto), Addis Abeba (Etiopia) e Khartoum (Sudan). L'aeroporto di Giuba è anche stato l'hub della Feeder Airlines. Altri aeroporti internazionali sono Malakal (con collegamenti per Addis Ababa e Karthoum), Wau (per Karthoum) e Rumbek (per Karthoum).

Nel 2011 nacque la compagnia di bandiera South Sudan Airlines la quale garantiva voli domestici tra Giuba e Malakal, Rumbek, Aweil e Wau. Dopo circa 2 mesi di operatività, la compagnia però fallì e dovette restituire il suo unico velivolo, un Bombardier Dash-8.

Esistono molti altri aeroporti nel Sudan del Sud, la maggior parte dei quali è però nulla più che una pista d'atterraggio non asfaltata.

Nel quadriennio 2019 - 2022 si sono verificati nel Sud Sudan quattro incidenti mortali e diversi altri incidenti e inconvenienti gravi, che spesso hanno coinvolto aeromobili con marche di immatricolazione sospette.[37]

Per quanto riguarda il campo musicale nel genere Hip hop si è affermato Emmanuel Jal.

Produzione letteraria

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Tra le autrici del Sudan del Sud possiamo ricordare, tra le altre, Stella Gaitano.[38]

Lo stesso argomento in dettaglio: Cucina sudsudanese.

Ricorrenza nazionale

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  • 9 luglio: independence day – si celebra l'indipendenza dal Sudan, avvenuta nel 2011.

In ambito sportivo, il Sudan del Sud è stato rappresentato per la prima volta ai Giochi olimpici dal maratoneta Guor Marial, in occasione dei Giochi della XXX Olimpiade di Londra. Non essendovi ancora un comitato olimpico costituito, Marial ha partecipato in qualità di Atleta Olimpico Indipendente, sotto bandiera olimpica[39].

Nel 2015 viene creato il Comitato Nazionale Olimpico del Sudan del Sud.

Il Sudan del Sud ha la sua nazionale di calcio che occupa attualmente la 167ª posizione nel ranking Fifa. Il Sudan del Sud non è mai riuscito a qualificarsi ad un mondiale di calcio e gioca le partite casalinghe nella capitale Giuba.

Il 25 febbraio 2023 la Nazionale di pallacanestro del Sudan del Sud ha raggiunto la prima storica qualificazione ai mondiali di pallacanestro.

Il 2 settembre 2023, la Nazionale di pallacanestro del Sudan del Sud ha raggiunto la prima storica qualificazione a un'olimpiade. Nella gara d'esordio, il 28 luglio 2024, batte Porto Rico 90 - 79.

  1. ^ https://ourworldindata.org/explorers/population-and-demography?tab=table&facet=none&Metric=Population&Sex=Both+sexes&Age+group=Total&Projection+Scenario=None
  2. ^ a b c d (EN) World Economic Outlook database: April 2022, su IMF.org, Fondo Monetario Internazionale. URL consultato il 4 agosto 2022.
  3. ^ Sud Sudan, il nuovo inno, su linkiesta.it, www.linkiesta.it, 8 settembre 2011. URL consultato il 9 luglio 2011 (archiviato dall'url originale il 17 gennaio 2012).
  4. ^ De Agostini geografia, su deagostinigeografia.it.
  5. ^ Zanichelli storia digitale, su dizionaripiu.zanichelli.it. URL consultato il 1º agosto 2018 (archiviato dall'url originale il 1º agosto 2018).
  6. ^ Treccani, su treccani.it.
  7. ^ Manuale interistituzionale di convenzioni redazionali, Allegato A5 Elenco degli Stati, dei territori e delle monete, su publications.europa.eu. URL consultato il 4 maggio 2019 (archiviato dall'url originale il 6 novembre 2018).
  8. ^ "Sudan, nasce un nuovo paese. Da mezzanotte il Sud è indipendente", la Repubblica, 9 luglio 2011.
  9. ^ USA Today, Over 99 pct in Southern Sudan vote for secession, 30 gennaio 2011. URL consultato il 30 gennaio 2011.
  10. ^ Sudan-Sud Sudan: da mezzanotte due Stati
  11. ^ Il Sudan del Sud celebra l'indipendenza
  12. ^ BBC News, 99.57% of Southern Sudanese vote yes to independence, 30 gennaio 2011. URL consultato il 30 gennaio 2011.
  13. ^ 50,000 and not counting: South Sudan's war dead, su MSN. URL consultato il 13 dicembre 2014 (archiviato dall'url originale il 14 dicembre 2014).
  14. ^ Kaufmann, E.P. Rethinking ethnicity: majority groups and dominant minorities. Routledge, 2004, p. 45.
  15. ^ Minahan, J. Encyclopedia of the Stateless Nations: S-Z. Greenwood Press, 2002, p. 1786.
  16. ^ Arnold, G., «Book Review: Douglas H. Johnson, The Root Causes of Sudan's Civil Wars», African Journal of Political Science Vol. 8, No. 1, 2003, p. 147.
  17. ^ Sudan: A Country Study Federal Research Division, Library of Congress – Chapter 2, Ethnicity, Regionalism and Ethnicity
  18. ^ "More than 100 dead in south Sudan attack-officials" Archiviato il 28 giugno 2011 in Internet Archive. SABC News 21 September 2009 Scaricato il 5 aprile 2011
  19. ^ Hurd, Emma "Southern Sudan Votes To Split From North" Archiviato il 20 luglio 2011 in Internet Archive. Sky News 8 February 2011 Retrieved 5 April 2011
  20. ^ "How many Anglicans are there in the Anglican Church in North America?" (PDF), su fwepiscopal.org. URL consultato il 9 settembre 2011 (archiviato dall'url originale il 4 marzo 2016).
  21. ^ World Christian Encyclopedia, eds. David Barrett, Geo. Kurian, Todd Johnson (Oxford: Oxford University Press, 2001), pp 699, 700
  22. ^ South Sudan To Respect Freedom Of Religion Says GOSS President | Sudan Radio Service, su sudanradio.org, 21 febbraio 2011. URL consultato il 9 luglio 2011 (archiviato dall'url originale il 12 luglio 2011).
  23. ^ Christianity, in A Country Study: Sudan, U.S. Library of Congress.
  24. ^ Risalgono agli anni '80 la maggior parte dei dati numerici di Ethnologue.
  25. ^ (EN) Ethnologue - lingua dinca.
  26. ^ (EN) Ethnologue - lingua nuer. Dati del 1982.
  27. ^ (EN) Ethnologue - lingua bari. Dati del 2000.
  28. ^ (EN) Ethnologue - lingua zande. Dati del 1982.
  29. ^ Interim National Constitution of the Republic of Sudan, 2005 (PDF), su sudan-embassy.de (archiviato dall'url originale il 19 luglio 2011).
  30. ^ Interim Constitution of Southern Sudan of 2005, su gurtong.brandx.eu (archiviato dall'url originale il 20 luglio 2011).
  31. ^ Sud Sudan ratifica la prima Costituzione, su ansa.it.
  32. ^ Juba parliament authorises establishment of South Sudan air force, Wednesday 25 June 2008
  33. ^ Onu, da oggi anche il Sud Sudan siede al Palazzo di Vetro
  34. ^ https://it.uni24k.com/u/14204/
  35. ^ GOSS Brussels | Embassy Of South Sudan In Brussels, su goss-brussels.com. URL consultato il 22 dicembre 2013 (archiviato dall'url originale il 10 marzo 2016).
  36. ^ Thyssenkrupp To Head Sudan-Uganda Project | Railways Africa
  37. ^ Regolamento di esecuzione (UE) 2022/862 della Commissione del 1º giugno 2022 che modifica il regolamento (CE) n. 474/2006, su eur-lex.europa.eu.
  38. ^ Stella Gaitano, autrice araba del Sud Sudan, su editoriaraba.com, 10 dicembre 2020. URL consultato il 17 settembre 2023.
  39. ^ (EN) IOC Executive Board meets ahead of London Games, su olympic.org. URL consultato il 21 luglio 2012.
  • Melha Rout Biel, Southern Sudan after the Comprehensive Peace Agreement, Jena, Netzbandt Verlag, 2007, ISBN 978-3-937884-01-1.
  • Irene Panozzo, Il dramma del Sudan, specchio dell'Africa, Bologna, EMI, 2000, ISBN 978-88-307-0937-9.
  • Irene Panozzo, Sudan, le parole per conoscere, Roma, Editori Riuniti, 2005, ISBN 978-88-359-5629-7.

Voci correlate

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Altri progetti

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Collegamenti esterni

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