Coordinate: 45°02′02″N 8°15′10″E

Penango

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Penango
comune
Penango – Stemma
Penango – Bandiera
Penango – Veduta
Penango – Veduta
Veduta della Chiesa di San Grato
Localizzazione
StatoItalia (bandiera) Italia
Regione Piemonte
Provincia Asti
Amministrazione
SindacoPatelli Cristina Enrica (lista civica) dal 26-05-2019
Territorio
Coordinate45°02′02″N 8°15′10″E
Altitudine264 m s.l.m.
Superficie9,56 km²
Abitanti460[1] (31-12-2019)
Densità48,12 ab./km²
FrazioniCioccaro
Comuni confinantiAlfiano Natta (AL), Calliano Monferrato, Grana Monferrato, Grazzano Badoglio, Moncalvo
Altre informazioni
Cod. postale14030
Prefisso0141
Fuso orarioUTC+1
Codice ISTAT005083
Cod. catastaleG430
TargaAT
Cl. sismicazona 4 (sismicità molto bassa)[2]
Cl. climaticazona E, 2 704 GG[3]
Nome abitantipenanghesi
Patronosan Grato di Aosta
Giorno festivo7 settembre
Cartografia
Mappa di localizzazione: Italia
Penango
Penango
Penango – Mappa
Penango – Mappa
Mappa di localizzazione del comune di Penango nella provincia di Asti
Sito istituzionale

Penango (Pnangh in piemontese) è un comune italiano di 460 abitanti della provincia di Asti in Piemonte.

L'origine del nome Penango, così come tutti quelli che terminano in –ngo, è di evidente origine longobarda. A favore dell'origine longobarda vi sono alcuni ritrovamenti di piccole necropoli, il più importante dei quali in località Santo Stefano Lunario (Santa Maria), descritto nel 1899.

Secondo alcuni autori invece simili toponimi sarebbero di derivazione cimbrica, giacché tali popolazioni, sconfitte da Mario ai Campi Raudii presso Vercelli nel 101 a.C., si sarebbero poi disperse alla destra del Po, sui colli più alti del Monferrato.

La prima volta che il nome Penango compare in un documento è il 961, data della donazione da parte di Aleramo al monastero di Grazzano di vari beni, tra cui due rustici "in loco et fundo Penengi".

Qualche anno dopo, nel 998, sarà invece citato come “Peningum”.

Proprietà, come Moncalvo, del Vescovo di Asti, passò poi ai Paleologi, che nel 1479 lo diedero in feudo a Giacomo Boetto insieme a Cioccaro (con Santa Maria) e Patro. I Gonzaga, subentrati ai Paleologi, lo concedettero alla famiglia Boveri nel 1559.

Quale dipendenza della più popolosa Moncalvo, durante il secolo XVII anche Penango subì i danni delle guerre per la successione in Monferrato: ancora nel 1691 dovette sopportare il passaggio delle truppe alleate del principe Eugenio di Savoia, impegnate nella guerra contro il re di Francia.

Nel 1704 il duca Ferdinando Carlo di Gonzaga, a corto di denari per finanziare le campagne militari, vendette in feudo i tre cantoni di Penango, Cioccaro e Patro al marchese Giovanni Gualberto di Campistron: nasce così la Comunità amministrativamente autonoma, separata dalla vicina Moncalvo, che l'8 novembre 1704 nel corso dell'assemblea dei "capi di casa" designa i suoi rappresentanti in Consiglio.

Il 25 agosto 1708 la Comunità dei tre cantoni giura fedeltà al re Vittorio Amedeo II di Savoia, al quale l'imperatore d'Austria aveva concesso il Monferrato dopo la deposizione del duca di Gonzaga.

Con il trattato di Utrecht (1713), il Monferrato viene definitivamente confermato ai Savoia.

Nel 1717 il Campistron vende il proprio feudo al casalese Francesco Giovanni Tommaso Mossi, nonostante che il diritto di prelazione di Moncalvo.

Tale infeudazione venne nel 1769 confermata a Tommaso Ottavio Mossi, cui successe, ultimo marchese di Penango, Cioccaro e Patro, il fratello, monsignor Vincenzo Maria, arcivescovo di Sida.

Dal 1802 al 1814 fece parte, con tutto il Piemonte, della 27ª Divisione militare, dipartimento di Marengo, cantone di Moncalvo. Con la Restaurazione fu ancora parte della provincia di Casale, mandamento di Moncalvo.

Dal 1859, soppressa la provincia casalese, venne incluso nella provincia di Alessandria, dalla quale fu distaccato nel 1935 con la costituzione della nuova provincia di Asti.

Nel 1908, su istanza del Consiglio comunale moncalvese, le frazioni di Santa Maria e Patro vennero segregate da Penango ed aggregate al Comune di Moncalvo.[4]

Dal 1923 al 1945 fu podestà Giovanni Zanello, sostituito alla liberazione dal socialista[5] Pietro Firato, già sindaco dal 1909 al 1922.[6]

Dal 1880 al 1966, Penango fu sede in un importante Collegio Salesiano[7], dal 1924 con funzioni di Aspirantato missionario.

La seconda parte del novecento ha visto un notevole spopolamento, dovuto all'abbandono dei campi ed all'emigrazione verso Torino.

Lo stemma del Comune di Penango è stato concesso con decreto del presidente della Repubblica del 18 luglio 2006.[8][9]

«D'argento, al leone di rosso, coronato con corona all'antica di tre punte visibili, d'oro. Ornamenti esteriori da Comune.»

Il gonfalone è un drappo partito di rosso e di bianco.

Monumenti e luoghi d'interesse

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L'economia di Penango[10] è basata in massima parte sull'agricoltura, per lo più con aziende a conduzione familiare, e per lo più di tipo vitivinicolo.

Già nel 1765, secondo il catasto il 60% dei terreni agricoli era occupato da vigneti. Il 18,6% consisteva in campi (coltivazione cerealicola), il 15,4% in prati e solo l'1% in gerbidi.

Le produzioni vitivinicole del territorio penanghese sono principalmente la barbera d'Asti (più di metà della produzione), la barbera del Monferrato ed il grignolino.

Albo vigneti (2008)
Prodotto Aziende iscritte Superficie iscritta (mq) Produzione potenziale (litri)
Barbera d'Asti 29 504.761 317.999
Barbera del Monferrato 14 238.050 166.635
Grignolino d'Asti 25 223.968 116.463
Monferrato rosso 4 34.547 26.601
Freisa d'Asti 5 32.370 18.127
Piemonte chardonnay 3 22.081 17.002
Piemonte cortese 2 9.535 7.676
Monferrato bianco 2 7.886 6.072

Recentemente ha iniziato a svolgere un certo ruolo il turismo: il territorio comunale vede la presenza di due alberghi e alcuni agriturismi[11].

Evoluzione demografica

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In cento anni la popolazione residente si è ridotta a circa un terzo di quella presente nell'anno 1901.

Abitanti censiti[12]

Amministrazione

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Di seguito è presentata una tabella relativa alle amministrazioni che si sono succedute in questo comune.

Periodo Primo cittadino Partito Carica Note
6 giugno 1985 22 maggio 1990 Gaetano Amante Democrazia Cristiana Sindaco [13]
22 maggio 1990 24 aprile 1995 Gaetano Amante Democrazia Cristiana Sindaco [13]
24 aprile 1995 14 giugno 1999 Gaetano Amante lista civica Sindaco [13]
14 giugno 1999 14 giugno 2004 Gaetano Amante lista civica Sindaco [13]
14 giugno 2004 8 giugno 2009 Sergio Razzano lista civica Sindaco [13]
8 giugno 2009 26 maggio 2014 Sergio Razzano lista civica Sindaco [13]
11 giugno 2014 25 maggio 2019 Sergio Razzano lista civica Uniti per il paese Sindaco [13]
26 maggio 2019 in carica Patelli Cristina Enrica Lista Civica "INSIEME PER CRESCERE" Sindaco

Infrastrutture e trasporti

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La fermata di Penango è posta lungo la ferrovia Castagnole-Asti-Mortara, il cui traffico è sospeso dal 2012.

  1. ^ Dato Istat. - Popolazione residente al 31 dicembre 2019.
  2. ^ Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
  3. ^ Tabella dei gradi/giorno dei Comuni italiani raggruppati per Regione e Provincia (PDF), in Legge 26 agosto 1993, n. 412, allegato A, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile, 1º marzo 2011, p. 151. URL consultato il 25 aprile 2012 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2017).
  4. ^ Sito istituzionale del Comune di Penango - Asti (archiviato dall'url originale l'8 settembre 2011).
  5. ^ http://www.comune.penango.at.it/files/guerra.pdf[collegamento interrotto]
  6. ^ Copia archiviata, su comune.penango.at.it. URL consultato il 28 aprile 2009 (archiviato dall'url originale il 31 marzo 2010).
  7. ^ Exallievi di Penango, su penango.org. URL consultato il 13 ottobre 2011 (archiviato dall'url originale il 22 settembre 2011).
  8. ^ Penango (Asti) D.P.R. 18.07.2006 concessione di stemma e gonfalone, su presidenza.governo.it. URL consultato il 17 settembre 2021.
  9. ^ D.P.R. di concessione del 18 luglio 2006 (PDF).
  10. ^ Sito ufficiale del Comune di Penango - Asti (archiviato dall'url originale l'8 settembre 2011).
  11. ^ Agriturismi e ristoranti a Penango.
  12. ^ Statistiche I.Stat - ISTAT;  URL consultato in data 28-12-2012.
  13. ^ a b c d e f g http://amministratori.interno.it/

Altri progetti

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Collegamenti esterni

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