Bill Clinton

politico statunitense, 42º presidente degli Stati Uniti d'America (1993-2001)

William Jefferson "Bill" Clinton (1946 – vivente), politico statunitense, 42º presidente degli Stati Uniti d'America.

Bill Clinton

Citazioni di Bill Clinton

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  • Il mondo ha perso uno dei suoi più grandi uomini. Un guerriero per la libertà della propria nazione. Un paladino per la pace della propria nazione. Per mezzo secolo, Yitzhak Rabin ha rischiato la vita per difendere il proprio Paese. Oggi, ha dato la vita per difendere la pace. E la pace sarà l'eredità che ci lascia.[1]
I did not have sexual relations with that woman, Miss Lewinsky. (citato in clinton2.nara.gov)
  • La nostra democrazia non deve soltanto essere l'invidia del mondo intero, ma anche il motore del nostro rinnovamento. Non c'è nulla di sbagliato in America che non possa essere corretto da cosa è giusto in essa.[2]
Our democracy must be not only the envy of the world but the engine of our own renewal. There is nothing wrong with America that cannot be cured by what is right with America. (dal primo discorso inaugurale, Washington, D.C., 20 gennaio 1993[3])
  • [Giorni prima della battaglia di Groznyj] La Russia pagherà cara la sua aggressione [...]. La notizia dell'ultimatum mi ha profondamente turbato perché coinvolge giovani, malati, innocenti. La popolazione cecena è in una posizione terribile, schiacciata da una parte dai ribelli e dall'altra dalle truppe russe. La pagheranno cara, i russi, e col passare dei giorni Mosca vedrà intensificare le forze estremiste e diminuire il suo prestigio nel mondo.[4]
  • Se pensi che dagli anni sessanta sia nato qualcosa di buono, probabilmente sei un democratico; se pensi che dagli anni sessanta è nato qualcosa di dannoso, probabilmente sei un repubblicano.
If you thought something good came out of the Sixties, you're probably a Democrat; if you thought the Sixties were bad, you're probably a Republican.[5]
  • [Sul Memorandum di Budapest] Sono venuto in Europa per creare una nuova sicurezza, basata non più sulla divisione di Yalta, ma sulla cooperazione e sull'integrazione fra Est e Ovest e la decisione ucraina di unirsi ai ranghi delle nazioni non nucleari è un gigantesco passo in questa direzione.[6]
  • [Sull'assalto al Campidoglio degli Stati Uniti del 2021] Questo assalto è stato sostenuto da oltre quattro anni di una politica di veleni, di deliberata diffusione di disinformazione, di sfiducia nel nostro sistema e di odio tra gli americani. [...] Il fiammifero è stato acceso da Donald Trump e dai suoi più ardenti facilitatori, compresi molti nel Congresso, con l'obiettivo di rovesciare i risultati delle elezioni che ha perso.[7]

Il foglio, 25 novembre 2005

  • L'Iraq è uno Stato canaglia con armi di distruzione di massa, pronte a essere usate o essere fornite ai terroristi. Se non rispondiamo oggi, Saddam e tutti quelli che lo seguiranno acquisiranno fiducia domani. [17 febbraio 1998]
  • Vogliamo seriamente diminuire la minaccia posta dal programma iracheno di armi di distruzione di massa.
  • [Il 16 dicembre 1998, parlando alla nazione] Oggi ho ordinato alle forze armate americane di colpire obiettivi militari e di sicurezza in Iraq. Agli americani si sono aggiunte le forze britanniche. La missione è quella di attaccare i programmi nucleari, chimici e biologici dell'Iraq, la sua capacità militare di minacciare i vicini… A Saddam Hussein non deve essere consentito di minacciare i suoi vicini o il mondo con le armi nucleari, con i gas venefici o con le armi biologiche. Anche altri paesi possiedono armi di distruzione di massa e missili balistici, ma con Saddam c'è una grande differenza: lui le ha già usate. Non una volta, ma ripetutamente. Sganciando armi chimiche contro le truppe iraniane nel corso di una guerra lunga dieci anni. Non solo contro i soldati ma contro i civili, lanciando missili Scud contro i cittadini di Israele, dell'Arabia Saudita, del Bahrain e dell'Iran. E non solo contro nemici stranieri, ma anche contro la sua stessa gente, gasando i civili curdi nell'Iraq del nord".

My life

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  • In Iugoslavia, mentre si cercava di comporre le tensioni fra le diverse entità etniche e religiose, il nazionalismo serbo sconfiggeva la democrazia sotto la leadership di Slobodan Milošević. (p. 545)
  • In un primo tempo Izetbegović voleva che la Bosnia diventasse una provincia autonoma, multietnica e multireligiosa della Iugoslavia, ma quando la Slovenia e la Croazia furono riconosciute nazioni indipendenti dalla comunità internazionale, decise che l'unica possibilità per la Bosnia di sfuggire al dominio serbo consisteva nell'ottenere anch'essa l'indipendenza. Karadžić e i suoi alleati, molto legati a Milošević, avevano altri programmi. Appoggiavano il piano di Milošević per trasformare quanta più Iugoslavia possibile in una Grande Serbia destinata a inglobare la Bosnia. (p. 546)
  • Milošević sosteneva di non controllare i serbo-bosniaci, anche se tutti sapevano che questi ultimi non avrebbero potuto avere la meglio senza il suo aiuto. (p. 718)
  • [Su Slobodan Milošević] Era intelligente, eloquente e cordiale, ma aveva uno sguardo gelido. [...] Dopo aver trascorso un po' di tempo insieme, non mi meraviglia più che avesse appoggiato le stragi in Bosnia, ed ebbi la sensazione che di lì a non molto sarei stato costretto a entrare di nuovo in rotta di collisione con lui. (p. 743)
  • [Sulla guerra del Kosovo] Le uccisioni ricordavano molto da vicino quelle che avevano caratterizzato gli inizi della guerra in Bosnia, un paese che, come il Kosovo, costituiva una sorta di ponte sull'abisso che separa serbi cristiano-ortodossi e musulmani europei, un territorio spartiacque sul quale per circa seicento anni si erano verificati periodicamente sanguinosi conflitti. (p. 916)
  • La campagna di bombardamenti aveva tre obiettivi: mostrare a Milošević che eravamo del tutto determinati a impedire un'altra ondata di pulizia etnica, evitare un'offensiva ancora più sanguinosa contro civili innocenti in Kosovo, e infine, se Milošević non avesse destitito presto dal suo intento, danneggiare seriamente la capacità militare serba. (p. 918)
  • Il tipo di armamento usato in Kosovo era più preciso di quello utilizzato nella prima guerra del Golfo; e sebbene anche in Kosovo e in Serbia qualche bomba fosse sfuggita al controllo, il numero dei civili rimasti uccisi era molto inferiore a quello dell'Iraq. Inoltre, sono ancora convinto che un numero maggiore di civili sarebbe rimasto ucciso se avessimo inviato truppe di terra, soluzione che avrei tuttavia messo in atto pur di evitare la vittoria di Milošević. Il successo della campagna aerea in Kosovo segnò un nuovo capitolo nella storia militare. (p. 928)

Citazioni su Bill Clinton

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  • [...] aveva una retorica assurda. Ha paragonato la decisione di Eltsin di far scatenare il conflitto in Cecenia al comportamento di Abraham Lincoln nella guerra civile americana: sembrava troppo anche allo stesso Eltsin. (Demetrio Volcic)
  • Nel frattempo imparammo dal presidente Bill Clinton che il sesso orale non è sesso se si pratica alla casa bianca e la Chiesa cattolica ci convinse che la pedofilia non è peccato se a praticarla è un prete. (Isabel Allende)
  • [«Davvero Bill Clinton sarà un nuovo John Kennedy?»] Francamente spero proprio di no. [...] A mio avviso lo stile politico di Clinton assomiglia a quello che fu del presidente Johnson, più attento ai problemi di natura interna che a quelli internazionali. So quanto conti la leggenda, so che per gli intellettuali europei Kennedy era un politico elegante e raffinato, mentre Johnson appariva brutale e volgare, ma ciò che importa adesso, per l'opinione pubblica americana sono i problemi economici.
  • L'amministrazione Clinton ha «compreso» e anche giustificato due guerre russe contro il popolo ceceno. Clinton ha paragonato la campagna russa agli sforzi fatti da Lincoln per salvare l'unità americana e ha proclamato, sommerso dalle critiche, che l'obiettivo della guerra era quello di «liberare Grozny».
  • L'amministrazione [Clinton] non soltanto ha avvallato il bombardamento del parlamento Russo ordinato dal Cremlino nel 1993, ma ha insistito nel salutare Boris Eltsin come provato democratico, sebbene la sua presidenza fosse una miscela di anarchia e autoritarismo. Tristemente, facendo così ha screditato il vero significato della parola democrazia agli occhi di molti russi.
  • Nelle relazioni con la Russia, Clinton merita un certo credito. La denuclearizzazione di Ucraina e Bielorussia e la riduzione bilaterale delle forze strategiche sono state negoziate con tenacia e con successo. L'indipendenza dell'Ucraina è stata supportata con forza. Gli Stati Uniti hanno esteso le loro relazioni con stati indipendenti nel Caucaso meridionale e in Asia Centrale. Ancora più importante il fatto che, sotto l'impulso di Clinton, la Nato stia allargandosi a Est, e l'amministrazione si sia impegnata a continuare tale espansione, includendo gli stati sul Baltico.
  1. Citato in Enrico Franceschini, Israele, i primi 75 anni, Repubblica.it, 30 aprile 2023.
  2. Traduzione da Melania e Bill, First Lady o Gentleman?, VanityFair.it, 8 novembre 2016.
  3. (EN) Da Inaugural Address, Presidency.UCSB.edu
  4. Citato in Clinton alla Russia. "La pagherete cara", repubblica.it, 7 dicembre 1999.
  5. (EN) Citato in Tom Brokaw, Boom!: Voices of the Sixties Personal Reflections on the '60s and Today, p. XIV, Random House Publishing Group, 2007, ISBN 9781588366474
  6. Citato in L'Ucraina ha ceduto via le armi nucleari, la Repubblica, 11 gennaio 1994.
  7. Citato in Clinton: "Incendio acceso da Trump e 4 anni di veleni", Adnkronos.com, 7 gennaio 2021.

Bibliografia

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  • Bill Clinton, My life, traduzione di Language Consulting Congressi Srl, Mondadori, 2004, ISBN 88-04-53580-6

Voci correlate

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