Antonio Conte

allenatore di calcio e calciatore italiano (1969-)

Antonio Conte (1969 – vivente), allenatore di calcio ed ex calciatore italiano.

Antonio Conte (2015)

Citazioni di Antonio Conte

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  • A livello tattico siamo all'avanguardia, l'organizzazione qui è ai massimi livelli, magari c'è meno intensità, ma vincere in Italia resta sempre difficilissimo.[1]
  • [Su Didier Deschamps] Abbiamo diviso la stanza per anni, durante i ritiri [alla Juventus]. Compagno ideale. Non fumava, non beveva, non giocava alla PlayStation. Entrava e diceva: "Il letto è la più bella invenzione al mondo". Due parole, poi si girava da una parte: "Buona notte, Antonio". Io restavo a guardare la tv, lui dormiva come un sasso. Che invidia...[2]
  • Abbiamo fatto qualcosa di straordinario, guardatevi le rose dell'Inter di Mancini e della Juve di Capello, che hanno fatto meno punti di noi. Abbiamo fatto qualcosa di straordinario soprattutto considerando da dove venivamo, ovvero da due settimi posti. Il resto sono chiacchiere. Ma si sa: quando il lupo non arriva all'uva dice che è amara...[3]
  • Abbiamo perso un po' di appeal. Anche per le polemiche quando una squadra non va bene: in Inghilterra non c'è una contestazione se una squadra non va bene, non aspettano l'arrivo del pullman degli avversari con bastoni o con pietre. Pensiamo alle polemiche, agli arbitri, senza vedere le cose più gravi.[4]
  • Alla Juve ho avuto il piacere di lavorare con Barzagli, Bonucci e Chiellini: fenomeni, ma quando li avevo io ancora non avevano vinto nulla.[5]
  • [Sull'epilogo del campionato di Serie A 2001-2002, col sorpasso della Juventus sull'Inter all'ultima giornata] C'è poco da parlare, stiamo godendo. Questa è l'amarezza di due anni fa a Perugia, e c'è qualcuno che ci guarda che c'era a Perugia. Adesso stiamo godendo, stiamo godendo.[6]
  • [In occasione della retrocessione dell'Arezzo dopo la sconfitta della Juve in casa con lo Spezia nel 2007] C'è profonda delusione e profonda amarezza, rispetto tanto i tifosi juventini ma ho poco rispetto per la squadra. Retrocedere così fa male però mi fa capire cose che già sapevo... Nel calcio si parla tanto, tutti sono bravi a parlare, adesso sembrava che i cattivi fossero fuori e che adesso ci fosse un calcio pulito, infatti siamo contenti tutti, evviva questo calcio pulito.[7]
  • Chi affronta la Juve fa sempre la partita della vita. Per noi è normale amministrazione.[8]
  • Chi vince scrive, chi arriva secondo ha fatto un buon campionato ma non ha fatto la storia.[9]
  • [Gaffe] Ci sta che l'assistente l'abbia vista fuori, ma vedendo anche la reazione dei calciatori della Roma... Tutti con le teste basse, non è che ci sono alze.[10]
  • [Ultime parole famose] Cosa manca alla Juve in Europa? Il tempo. Si vuole tutto e subito, dall'oggi al domani ci siamo trovati a combattere contro corazzate strutturate. [...] Credo che da qui a molti anni a venire sarà dura vedere una squadra italiana in finale di Champions, so di averlo già detto ma di solito ci azzecco.[11]
  • Del Piero sarà sempre una soluzione, mai un problema.[12]
  • [Alla conferenza stampa di presentazione all'Inter] Devo avere la percezione di avere anche solo l'1% di possibilità di poter vincere. A me piace lavorare su quell'1%, anche se l'altro 99% significa aver perso.[13]
  • È il campo quello che parla e da sportivo l'unica mia preoccupazione è trasferire questo pensiero ai calciatori.[14]
  • [Claudio Marchisio] è l'uomo in cui mi rispecchio di più.[15]
  • [Sull'applicazione del trattato di Cotonou] È un rischio eventuale, un'ipotesi. Ma ripeto quel che ho detto più volte: ben venga il giocatore straniero se porta qualcosa, ma se viene solo per il pubblico e toglie spazio a giocatori italiani, no. Mi auguro che le scelte in futuro siano in questa direzione, ci vuole coraggio a far esordire e giocare giovani italiani.[16]
  • Ero un calciatore indomito ma leale, non ho mai aizzato nessuno, meno che mai il tifoso juventino che ha sempre partecipato con sportività ed entusiasmo, accettando sempre il verdetto del campo.[14]
  • Famiglia Agnelli-Juve un legame indissolubile, una storia epica. Un lungo, affascinante, e vincente romanzo di vita e di sport, che non smette mai di emozionare e stupire. È un grande orgoglio fare parte di questa storia.[17]
  • Gli scudetti è giusto vincerli sul campo.[18]
  • Il Chievo è sicuramente una bellissima realtà, in assoluto, del campionato italiano. Una realtà di provincia, di un piccolissimo sobborgo di Verona. È la dimostrazione nel calcio italiano che quando si hanno le persone giuste, che sanno lavorare, anche senza avere grandi mezzi, giocano nel campionato di serie A [...]. Il Chievo [...] per me sarà sempre un grandissimo esempio. Il Chievo dev'essere un esempio nel senso che se si vuole fare calcio lo si può fare, con gente competente, con gente che sa, che conosce, senza poi andare in bancarotte particolari. La realtà del Chievo dice questo.[19]
  • Impossibile essere vincenti senza essere antipatici, almeno in Italia. Le gelosie e le invidie sono inevitabili, soprattutto ad alti livelli. Non succederà mai, difficile vedere un vincente simpatico.[20]
  • In che senso il Var non può intervenire? A volte interviene e a volte no, quando gli conviene sì e quando non gli conviene no? Una scelta dell'arbitro può cambiare una partita [...]. Il Var c'è o non c'è per correggere gli errori? Altrimenti ci si nasconde dietro al poter intervenire o meno. Se c'è un errore il Var deve intervenire, punto. È una cosa che mi fa arrabbiare, a me come agli allenatori. Si era partiti benissimo con il Var, mentre così ci troviamo in una situazione che lascia spazio a retropensieri. È un bellissimo strumento, ma solo se utilizzato in maniera seria; ora inizio a sentirmi meno sicuro. Var a chiamata? Non c'entra, non devo essere io a chiamarlo.[21]
  • Io capisco che posso essere stato divisivo. Da giocatore ho vestito solo due maglie, quella del Lecce e della Juve, di cui sono stato il capitano. E visto che la Juve è amata dai suoi tifosi e odiata da tutti gli altri, capisco potessi suscitare anche antipatie. Ma da allenatore ho sempre detto che avrei allenato qualsiasi squadra, se ci fosse stato un programma serio e stimolante. E l'ho dimostrato. Dando tutto me stesso.[5]
  • Io so cosa rappresenta la Juventus in Italia, non c'è bisogno che lo dica anche oggi, ogni volta. In Italia o si è juventini o si è contro. Quindi noi siamo sempre soli contro tutti. Magari per loro è un fatto sporadico pensarlo, per noi è un fatto sistematico. È stato sempre così, sarà ancora così, finché la Juventus vince sarà sempre sola contro tutti.[8]
  • Io sono uno spirito libero, non un leccaculo. Per me la competizione è una battaglia e quando si combatte non c'è alcuna ragione di ridere o di essere contenti: è questione di vita o di morte, solo uno dei combattenti resta in piedi e io faccio di tutto perché quell'uno sia la mia squadra.[22]
  • La mia storia calcistica parla chiaro. Ho sempre dimostrato integrità e onestà, da calciatore e tecnico. Lo si può chiedere ai miei compagni, ai miei calciatori e agli avversari. Io voglio assolutamente vincere, spesso andando al di là delle mie possibilità, e cerco sempre di trasferire i miei valori ai miei calciatori. Ho subìto un'aggressione coi bastoni davanti a mia figlia, a causa della mia integrità. Questo sono io, per chi non mi conoscesse.[23]
  • [Rispondendo alle dichiarazioni di Antonio Cassano del 15 novembre 2012] Leggo con stupore le dichiarazioni rilasciate oggi dal signor Cassano, a seguito delle quali mi trovo costretto a fare alcune precisazioni: in primo luogo, non ho mai proferito il termine «moralità», della quale, tra l'altro, sono molto dotato, nonostante la squalifica per omessa denuncia sulla quale ho già espresso le mie opinioni in passato. Alla domanda su come vengano effettuate le scelte dei giocatori della Juventus ho fatto riferimento all'uomo, inteso come interprete del ruolo di calciatore in maniera professionalmente ineccepibile. Vale a dire: l'impegno, il rispetto delle regole, il rispetto dei ruoli, l'attaccamento al bene comune della squadra. Mi sembra che il signor Cassano nella propria carriera abbia più volte dimostrato sul campo e fuori dal campo, vedi imitazioni di Capello al Real Madrid, o le corna mostrate all'arbitro Rosetti ed altri episodi, di non avere i requisiti richiesti dal sottoscritto. Inoltre altri aneddoti in tal senso ce li ha raccontati lui stesso nella sua biografia. Ritengo pertanto di non dover aggiungere altro, fermo restando che quando uso determinati termini, ne valuto appieno il significato letterale.[24]
  • [Riferito a Sebastian Giovinco, rivolto ai giornalisti] Magari non vi piace perché è piccolo, perché non parla con voi giornalisti e non vi dà la formazione e per questo vi sta sulle palle.[25]
  • Mi sono trovato articoli in cui si parla del prossimo Inter-Juve come di una gara in cui verrò ricoperto di insulti. Rimango sbalordito, chi scrive e parla dovrebbe avere più senso di coscienza e capire cosa provoca. Io fossi il direttore del giornale li caccerei a calci in culo.[13]
  • [Sul passaggio da calciatore ad allenatore] Mi viene ancora voglia di entrare in campo... Ricordo Lippi. In panca era sereno, si agitava poco: e ti credo, in campo aveva due allenatori, Didier [Deschamps] e me...[2]
  • Nel momento in cui decido e sposo una causa lo faccio da grandissimo professionista, non devo essere accettato da nessuno. Ribadisco di essere il primo tifoso dell'Inter e questo deve essere chiaro a tutti, al di là del fatto poi che io possa vincere o perdere.[26]
  • [rispondendo a Steven Zhang che gli aveva chiesto se fosse pronto per la "pazza Inter"] No, niente pazzie. Basta pazza Inter.[13]
  • Noi possiamo vincere lo scudetto e dobbiamo ottenere il massimo, sarebbe un peccato fallire l'obbiettivo. Le altre cose sono dei sogni, cose irreali, i sogni hanno una bassissima percentuale di realizzazione. Restiamo umili perché la presunzione uccide.[27]
  • [dopo la prima partita del campionato 2019-2020] Non dobbiamo essere scintilla, dobbiamo diventare dinamite.[13]
  • Non ho mai pensato di essere un grandissimo giocatore mentre ho sempre saputo che sarei diventato un allenatore. Già da Lecce quando giocavo nella primavera e allenavo la squadra di mio fratello. Era una vocazione. Sono portato a dare un indirizzo. Un metodo. Indicare una squadra. Prendere le decisioni.[28]
  • Non mi piace mai parlare di successi singoli, mi piace sempre parlare di successi di squadra perché è la squadra che vince, se vince la squadra vinco anch'io.[29]
  • [rispondendo a Fabio Capello] Ognuno può dire quello che vuole, stranamente Capello viene a mettere il becco in casa di altri. Ha vinto due scudetti, ma nessuno si ricorda di cose emblematiche: io mi ricordo gli scudetti di Lippi e di Trapattoni, non ricordo la Juventus di Capello. Ci si ricorda solo perché quei due scudetti sono stati revocati. E poi Capello con quell'armata che aveva a disposizione è uscito nei quarti di finale di Champions League. Io mi guarderei bene prima di dire delle fesserie.[25]
  • [Sulla Nazionale di calcio dell'Italia] Penso che sia molto importante indossare il nostro colore, è la cosa più bella, e sarà molto bello anche per i nostri giocatori vedere i nostri tifosi colorati d'azzurro. È giusto essere orgogliosi: l'azzurro è un colore bellissimo e di potenza.[30]
  • Per vincere ci vuole testa, cuore e gambe. Non in quest'ordine preciso.[31]
  • Più vai in vetta e più sono forti le folate di vento.[14]
  • Preoccupiamoci di fare le cose che noi conosciamo, di farle nel migliore dei modi, con l'intensità giusta, con la cattiveria giusta, con l'umiltà giusta e con la voglia di fare fatica, questa è la cosa più importante.[32]
  • Quando si giocano sette partite in un mese e vuoi giocarle ad alti livelli, ti devi preparare molto bene. Non ho mai visto nessuno andare a mille all'ora in partita e a cento durante l'allenamento. Il giocatore capisce che tutto è organizzato per il suo bene. Sul momento fa fatica, ma quando vede i frutti è contento. Con il sorriso dal campo di allenamento non è mai uscito nessuno anche ai miei tempi.[33]
  • Quando ti siedi in un ristorante dove si pagano 100 euro, non puoi pensare di mangiare con 10 euro.[34][35]
  • Quanto incide un allenatore? Un tecnico deve intraprendere una strada, tracciare un percorso portando gioco, organizzazione e cercando di portare competenze adeguate. Detto questo l'allenatore è nulla se non trova la disponibilità dei calciatori.[9]
  • [In risposta a Adriano Galliani il quale afferma che il Milan ha fatto meglio della Juventus negli ultimi anni] Quello che conta a casa mia sono le vittorie. Entri nella storia se vinci e scrivi qualcosa, ecco. Vincere non è mai facile. Chi vince scrive, fa storia, gli altri possono solo fare chiacchiere. Poi magari tutti sono contenti del campionato fatto, ma alla fine una sola vince. E quella può scrivere. Gli altri magari vanno a leggere.[36]
  • Sempre meglio mettere le mani davanti che dopo dietro, perché dopo fa male...[37]
  • [...] si parla tanto dei singoli, ma i giocatori non fanno la squadra. È il gruppo che la fa.[38]
  • Siamo coperti di vaselina, ci scivola tutto addosso.[39]
  • Sono l'allenatore della Juve e il suo primo tifoso ma sono soprattutto un professionista, ma il giorno in cui dovessi lavorare per l'Inter, come per il Milan o la Roma o la Lazio ne diventerei allo stesso modo il primo tifoso e farei di tutto per vincere. Forse qualcuno questo non l'ha capito, oppure fa gioco insistere sul mio tifo per la Juve per rendermi ancora più odioso agli altri. Ma deve essere chiaro che io sono un professionista.[40]
  • [Rispondendo alle affermazioni di Rudi Garcia secondo cui le altre squadre in campionato non si sarebbero impegnate contro la Juventus] Sono rimasto sorpreso dalle dichiarazioni di Garcia, perché le ho trovate molto provinciali, sotto tutti i punti di vista. E andando un po' indietro, se sommate agli aiutini, le posso catalogare nelle chiacchiere da bar, così come avevo catalogato gli aiutini. Sinceramente non penso che il campionato italiano dovesse aspettare Garcia per portare dei nuovi stimoli alle squadre che affrontano la Juventus, anche perché Garcia deve sapere che sono tre anni che la Juventus è in testa al campionato, ne ha vinti due, ha vinto due Supercoppe, è stata sempre protagonista assoluta. Quest'anno è ancora in testa alla classifica. E chi gioca contro la Juventus gioca la partita della vita. Quindi non è che dovessimo aspettare il signor Garcia che portasse grandi stimoli ai nostri avversari. Detto questo la trovo anche una grandissima mancanza di rispetto nei confronti degli allenatori che devono scegliere le formazioni, nei confronti dei calciatori che devono scendere in campo, nei confronti delle società che investono per centrare l'obiettivo salvezza, Europa League o Champions League, lo trovo anche irrispettoso nei confronti dei tifosi, perché io non penso che i tifosi del Livorno, o del Bologna, o dell'Inter, possono pensare che la loro squadra possa giocare contro la Juventus senza impegnarsi.[41]
  • Voglio continuare a crescere, a stupire me stesso e gli altri. La Juventus non è un punto di arrivo. Tutto per me è un punto di partenza.[42]
  • Vorrei ricordare Tito Vilanova che oltre ad essersi dimostrato un grandissimo allenatore, ha dato un grande esempio di grande forza, di grande coraggio, di grande dignità affrontando una brutta malattia. Quindi, a lui e a tutta la sua famiglia va il mio grande affetto perché sono cose che sicuramente addolorano e turbano.[41]
  • Vucinic penso sia l'elemento più talentuoso in assoluto che abbiamo nella squadra, è il calciatore che da un momento all'altro può inventarsi la giocata, può essere determinante in fase offensiva. Quindi me lo tengo ben stretto.[43]

Intervista Emanuele Gamba, repubblica.it, 28 ottobre 2011.

  • Non è che ti svegli alla mattina e dici: oggi vinco. C'è un percorso da rispettare e non ci sono scorciatoie.
  • Alla Juventus non è permesso parlare di progetto, di costruzione. Deve vincere, la via di mezzo non va bene. Ma qui è passato uno tsunami che ha distrutto una superpotenza.
  • La critica innalza perché non vede l'ora di abbattere.
  • La Juve l'ho lasciata antipatica e l'ho trovata simpatica. Voglio che torni antipatica presto. Io se perdo muoio.
  • Un settimo posto può arrivare per caso, due no.
  • Già ad Arezzo non mandavo a dire niente a nessuno. Se hai paura di esporti, ti devi rassegnare a vivere nell'anonimato.
  • I presidenti dovrebbero esonerare in settimana, dopo un allenamento, perché è lì che vedi se l'allenatore ha in mano il gruppo, non la domenica quando gli umori si alzano e si abbassano come un titolo in borsa.
  • La soddisfazione è che allo stadio viene gente per il piacere di vederci giocare.
  • Ai giocatori dico sempre che la palla va indirizzata, non colpita. Non mi piace vederla sparacchiare alla viva il parroco, a cominciare dai portieri.
  • Ale, perché chiamarlo Del Piero a me viene strano, trasmette qualcosa di speciale anche quando respira.
  • La storia è bella, ti giri e non te la tocca nessuno. Ma il futuro lo costruisci nel presente. Io non sono quello che ha vinto gli scudetti, sono uno che per la prima volta allena una grande. Con me, se non hai stimoli, non giochi neanche se l'ultima volta sei stato il migliore in campo.
  • [In allenamento] I giocatori tra di loro si guardano, e chi vede Pirlo ha solo voglia di darci dentro ancora di più.

Conferenza stampa, citato in gazzetta.it, 23 agosto 2012.

  • [...] Quella che mi è capitata è una vicenda assurda e ieri è arrivata la ciliegina sulla torta. Allibito dalle dichiarazioni di un componente della commissione [Piero Sandulli] che mi ha giudicato. È una cosa gravissima e che non s'è mai vista. Reputo l'intervento da parte di questo signore improprio e fuori dalle regole. E lui dovrebbe farle rispettare. Questo signore, per uscire sulle prime pagine dei giornali, ha fatto dichiarazioni sul mio conto. Dichiarazioni se non da tifoso quanto meno inopportune. Forse c'è qualcosa di personale da parte di questo signore.
  • Oggi mi ritrovo di fronte a un certo "Pippo", perché per la Procura non è più Filippo Carobbio, ma una persona diventata pappa e ciccia con la stessa, che viene considerato un collaboratore di giustizia. Vedendo che l'hanno zittito cinque volte e vedendo che l'hanno zittito l'ultima volta il 10 luglio, prima che ascoltassero me, io lo considero più che altro un aggiustatore di presunta giustizia. Il signor Carobbio, per la Procura di Cremona, è un bugiardo, non credibile, per la Procura Federale, invece, una persona altamente credibile. Conte, invece, non è credibile. La credibilità io credo che uno la ottenga nell'arco di una vita, non giorno per giorno. Io penso di aver ottenuto grande credibilità nella mia vita, a differenza di chi si è venduto le partite, la sua famiglia e i suoi compagni da tre anni a questa parte. Ma alla fine io sono passato come quello poco credibile.
  • Io, innocente, ho dovuto patteggiare. Ma per cosa? Un ricatto bello e buono da parte di questa giustizia. È una vergogna. Oggi lo posso dire perché è finito tutto, anche se c'è ancora un altro appello. Ma li sapete i metodi della Procura Federale? [...] Della serie: se volete uno sconto di pena dovete mettere sul piatto dei nomi, se sono importanti meglio.
  • Su Novara-Siena sono uscite notizie false. Hanno minato la mia credibilità. L'infamia peggiore per un allenatore, che deve essere un leader, trasmettere valori positivi. In cinque anni ho vinto uno scudetto e ho conquistato due promozioni. Sono antipatico perché vinco? Non è un problema mio. Io faccio il mio lavoro e lo faccio al massimo. Do fastidio? Non è un problema mio.
  • Novara-Siena: prosciolto. L'accusa infamante è caduta. È caduta. Cosa è rimasto? Un'altra partita: AlbinoLeffe-Siena, una gara in cui Conte non poteva non sapere. [...] Una decade e pensi: "Se sono stati chiesti dieci mesi per due omesse denunce e ne rimane soltanto una, vuol dire che potrebbero diventare cinque. E invece dieci rimangono dieci. Altra cosa assurda e oggi lo posso finalmente dire: è assurdo tutto quello che mi è successo.
  • Ho paura, bisogna aver paura. E ai miei colleghi, ai calciatori, dico: oggi è successo a me e a tanti altri, domani può accadere a loro. Non mettiamo la testa sotto la sabbia: può succedere a chiunque. Bisogna aprire gli occhi. Perché è successo a me? Mi sono posto tante domande in questi mesi. L'unica cosa che è cambiata nella mia vita negli ultimi tempi è che sono diventato allenatore della Juventus che dopo due settimi posti era diventata simpatica a tutti. Poi d'incanto abbiamo vinto e siamo tornati ad essere antipatici.

Intervista di Laura Bellomi, Credere, nº 48, 2014.

  • Il perdono fa parte del compito dell'allenatore, altrimenti su 25 calciatori ne salveresti 10.
  • La fede aiuta a distinguere il bene e il male, a scegliere la via giusta nei momenti di difficoltà.
  • Mi auguro di fare qualcosa che giustifichi tutto il bene che ho ricevuto.

La passione di Antonio

Intervista di Daniele Dallera, Guido De Carolis e Mario Sconcerti, Corriere della Sera, 27 febbraio 2021, pp. 58-59.

  • Io dico ai calciatori che nel momento in cui stiamo attaccando bisogna essere pessimisti. L'ottimista è quello che pensa che non perderà la palla e non si prepara, il pessimista sì, pianifica maggiormente.
  • Ho studiato tanto calcio e quando sento dire che non si inventa nulla credo sia una bugia, detta ad arte da chi non vuole mettersi in gioco.
  • L'idea va adattata ai giocatori. Il calcio lo vedo da studioso: rimodellare le idee, questo fa la differenza tra allenatori.
  • Lukaku è un calciatore atipico nel mondo: è una prima punta e fa da target, è velocissimo, un giocatore da football americano.
  • Quando vado in un club ci entro anima e corpo. Sono passionale e la passione fa la differenza, è contagiosa. La creatura la vivo e la faccio vivere a tutti quelli che lavorano con noi. Se si sente il senso d'appartenenza si dà qualcosa in più.
  • Un allenatore, quando decide di sposare un progetto è felice se ha la possibilità di lavorare a lungo nello stesso club. Se si è costretti ad andar via dopo poco c'è solo amarezza. Dare la propria impronta e restare per tanti anni è la cosa più bella. È anche più semplice lavorare dopo aver seminato bene.

Attribuite

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  • [Sul Milan in risposta ad Adriano Galliani nel 2012] Da che pulpito, siete la mafia del calcio...[44]
  • [Rivolgendosi ai giornalisti presenti in sala stampa che avrebbero esultato al gol del Chelsea] C'è qualche merda che ha esultato?[45]

Testa, cuore e gambe

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Glasgow, 12 febbraio 2013. Ore 20:40.
Lo stadio ribolle di bianco e di verde, i colori del Celtic padrone di casa. Nel tunnel degli spogliatoi la tensione si taglia con il coltello e ognuno la gestisce a modo suo. Gigi, che è lì in testa al gruppo con la fascia di capitano al braccio, scherza con qualcuno. Io aspetto nervosamente la chiamata dell'arbitro per entrare finalmente in campo. Ormai mancano pochi minuti all'inizio di Celtic-Juventus, ottavi di finale di questa Champions 2012/13.I bambini, nel cerchio di centrocampo, sono già pronti ad agitare tra le mani il grande telone bianco e nero con il logo della manifestazione, sulle note inconfondibili di quell'inno che anima i sogni dei tifosi di mezzo mondo. In tribuna stanno arrivando alla spicciolata gli spettatori dell'ultimo momento; la maggior parte invece ha già preso posto dal tardo pomeriggio, incurante del freddo di questa serata scozzese. I telefonini di tutti sono pronti a riprendere l'ingresso in campo delle squadre. Sono ancora nel tunnel ma potrei raccontarne tanti altri, di piccoli dettagli come questi. È come se li avessi davanti agli occhi.

Citazioni

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  • Agli Europei [del 2000] non partiamo con i favori del pronostico e anzi, dopo aver perso l'ultima amichevole di preparazione contro la Norvegia, intorno a noi c'è parecchio scetticismo. Eppure quella è una delle Nazionali più forti degli ultimi tempi: in porta Toldo sostituisce degnamente Buffon infortunatosi contro la Norvegia, in difesa ci sono Maldini, Nesta, Zambrotta e Cannavaro, il quale a ogni vigilia ripete «Ce 'e magnamme!», ce li mangiamo. In mezzo Albertini, Stefano Fiore e io e in avanti un'ampia scelta con Totti, Del Piero, Inzaghi, Marco Delvecchio... Insomma una signora squadra. Sono veramente in gran forma e lo dimostro segnando l'1-0 nella partita inaugurale contro la Turchia. Un goal in rovesciata che resta tra i miei più belli e che alla fine verrà votato dai tifosi il più spettacolare del torneo.
  • [Riferito al campionato di Serie A 2001-2002] Quel campionato si conclude in uno dei giorni più belli della storia bianconera: il 5 maggio. C'è una possibilità su mille di portarsi a casa lo Scudetto: l'Inter gioca a Roma contro la Lazio e vincendo si aggiudicherebbe il titolo. Noi siamo in trasferta, sappiamo di dover battere l'Udinese per sperare, ma sappiamo anche che, molto probabilmente, potrebbe non bastare. Noi facciamo quello che ci siamo detti per tutta la settimana: partiamo forte per mettere pressione all'Inter. Dopo meno di un quarto d'ora siamo in vantaggio 2-0. Ora non dipende più da noi. Possiamo gestire la partita con un orecchio alla radio, la quale ci riserva delle sorprese indimenticabili. All'Olimpico succede l'incredibile. Il primo tempo è un saliscendi di emozioni e si conclude sul 2-2. Nel secondo tempo ci pensa Maresca a tenerci aggiornati, oltre ai boati dei nostri tifosi presenti a Udine. Enzo continua a ripetere a chiunque gli si avvicini: «Guarda che stanno perdendo! Guarda che stanno perdendo!». E alla fine perdono. Risultati finali: Udinese-Juventus 0-2, Lazio-Inter 4-2. Noi siamo campioni d'Italia, l'Inter chiude addirittura terza, scavalcata anche dalla Roma. In campo e sugli spalti esplode la nostra festa. Quello Scudetto giunge inaspettato, con un finale avvincente.
  • [Riferito al suo periodo all'Atalanta nel 2009] Fin dai primi giorni mi accorgo di dover far fronte a una situazione particolare. Ho una squadra che negli ultimi due anni ha fatto benissimo con un allenatore bravo come Del Neri. Il suo addio (per andare alla Sampdoria) ha provocato diversi squilibri nell'ambiente. Quando si lavora insieme per qualche anno si instaurano dei legami. E se sono arricchiti dai risultati, è difficile metabolizzare i cambiamenti. Sei abituato a lavorare in un certo modo, basta un'occhiata per capirsi. Tu sai come sono fatti i giocatori, loro sanno quello che vuoi tu. Un interscambio molto positivo. Non è facile, per chi mi ha preceduto, inserirsi in una situazione simile. Capisco quello che mi aspetta. Ho la forza delle mie idee, ho dei metodi ai quali non rinuncio.
  • [Sul giorno dell'inaugurazione dello Juventus Stadium] L'ingresso nella nostra nuova casa è da brividi, un'emozione indimenticabile. C'è un'atmosfera nuova, magica, qualcosa di sensazionale. Spalti strapieni, gente in delirio, il pubblico quasi in campo con noi come avviene negli stadi inglesi. Tutti coloro che hanno contribuito alla storia bianconera, presidenti, allenatori e giocatori, sono convocati per partecipare alla festa. È la serata dell'orgoglio juventino. È la serata in cui a tutti viene ribadito cosa vuol dire far parte della Juventus, il privilegio e la responsabilità di vestire quella maglia.

Glasgow, 12 febbraio 2013. Ore 20:43.
Quanto tempo ci vuole per ripercorrere mentalmente il film della propria vita? Io l'ho fatto stare tutto in pochi minuti e in pochi metri, sono arrivato alla fine del tunnel che porta in campo. Celtic-Juventus sta per cominciare. Ho sempre pensato che la mia storia di uomo, calciatore prima e allenatore poi, fosse percorsa da un senso ben riconoscibile. Un senso dato dalla volontà, dal sacrificio, dalla passione che ho messo ogni giorno in tutto quello che ho fatto. Ma, nei mesi durissimi del processo, questo senso credevo di averlo perduto irrimediabilmente. La sensazione che ho provato è stata quella di un vuoto tremendo, di un improvviso black out. Più mi dibattevo per avere giustizia, meno riconoscevo la mia vita. «Perché proprio a me?» era la domanda fondamentale. Non poter rispondere a questa domanda mi gettava nell'angoscia più profonda. E allora questa serata diventa magica non solo perché sto per esordire da allenatore in Champions League. Questa serata è magica perché chiude definitivamente il capitolo più brutto della mia vita, perché conclude il mio faticoso percorso attraverso tutto quello che è successo dal 28 maggio al 9 dicembre, giorno del mio ritorno in panchina. Questa serata è magica perché mi restituisce il Senso. Scritto proprio così, con la S maiuscola.

Citazioni su Antonio Conte

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Antonio Conte premiato ai Globe Soccer Awards (2013)
  • A Conte piace quando la sua squadra riesce a mostrare superiorità nei confronti dell'avversario. Con questa mentalità i giocatori si sentono liberi di giocare e di esprimersi al meglio. È il modo migliore per esprimere le proprie caratteristiche, per far emergere il proprio talento. (Rafael Benítez)
  • Antonio è uno dei miei figliocci. Ne ho avuti parecchi, ma se devo indicarne alcuni, lui lo metto sicuro. (Giovanni Trapattoni)
  • Che idea mi sono fatto del 'caso Conte'? Conosco bene Antonio perché l'ho allenato quando ero alla Juve. Non so che cosa ci sia di vero nei suoi confronti, so però che la giustizia va rispettata altrimenti finisce tutto a tarallucci e vino... (Carlo Ancelotti)
  • Con lui avevo un buonissimo rapporto, ero uno dei suoi pretoriani. Ti entra dentro, facendoti vivere una realtà diversa: per lui saresti pronto a morire. È un sergente e ti chiede moltissimo tutti i giorni, quindi non è semplice, ma riesce a convincerti perché ti dimostra che in quel modo funziona, sia in campo che fuori. (Giorgio Chiellini)
  • Conte è bravo, dà equilibrio e organizzazione alla squadra, ed è decisivo quanto uno che in campo fa le rovesciate e la mette dentro [...]. Conte è un animale da campo. (Daniele De Rossi)
  • Conte è bravo, ma quanti danni fa ai suoi club quando perde... (Fabio Ravezzani)
  • Conte è un fenomeno. È l'allenatore dell'intensità. Lui guida uomini, non primedonne. Ti tiene sulla corda senza sosta perché ritiene che sia la strategia migliore per ottenere sempre il massimo. (Angelo Ogbonna)
  • Conte ha avuto un peso decisivo. Non sapevamo quanto fosse bravo come allenatore. Infatti non è bravo, è proprio un fuoriclasse. Spero che rimanga con noi per tutta la sua carriera. (Pavel Nedvěd)
  • Conte sembra Al Pacino in "Ogni maledetta domenica": le sue parole alla squadra hanno gasato anche me. (Gennaro Gattuso)
  • Conte [tenta] di stressare i rapporti con tutti per capire chi è con lui e chi è contro. Anche perché quando perde la colpa è di club e giocatori, quando vince è merito suo. Comunque consiglierei di dargli fiducia, perché chi lo segue alla fine gioca meglio e vince. (Massimo Mauro)
  • Conte vive in maniera totalizzante la propria esperienza, è un uomo vero che indossa al meglio i colori del proprio club. (Aurelio De Laurentiis)
  • Cura molto i particolari, dà certezze di copertura e di uscita che sono fondamentali per noi difensori, soprattutto per chi come me non ha i piedi così vellutati. (Davide Astori)
  • Devo dire, però, che Antonio Conte è sicuramente il miglior allenatore con cui ho lavorato. In un breve lasso di tempo è riuscito a infondere nuova vita in una squadra che in due stagioni potrebbe fare di meglio che il settimo posto. E lui fu subito vincente. (Gianluigi Buffon)
  • Di Conte parlo solo se spegnete i microfoni. (Emiliano Viviano)
  • [Alla domanda "com'era da giocatore?"] Dinamico. Gran senso dell'inserimento e del gol. Bruciava tanto, come oggi in panchina. Dava tutto e forse non era così ordinato in campo come lo è oggi da allenatore, anche se capiva tutto. Marcarmi no, non poteva... (Zvonimir Boban)
  • È convinto di essere diventato indispensabile per le vittorie [...] quando invece l'allenatore conta molto meno dei giocatori. Urla tanto e lo faceva anche quando lo esoneravano [...], ma io gli vorrei ricordare che gli scudetti li hanno vinti anche dei tecnici silenziosi come Liedholm o Eriksson. (Aldo Agroppi)
  • È la creazione molto aggressiva di un disegno nel quale Conte è come se giocasse col joystick. Lui dice ai giocatori tutto quello che devono fare e, in questo modo, li guida alla vittoria. In questo senso Conte ha una magia straordinaria, nel migliorare i giocatori. (Paolo Condò)
  • È un allenatore che vuole lavorare molto sul campo, vuole trasmettere unione in campo. Più ha tempo a disposizione con i suoi giocatori e più ci riesce. (Alessandro Del Piero)
  • È un duro, ma per me è un fenomeno. Mi ha sorpreso molto, per lui ogni partita è una finale, vuole sempre vincere, non si accontenta mai. È un maniaco del lavoro, ma poi i risultati si vedono in campo. (Carlos Tévez)
  • È un grandissimo allenatore. Io ne ho avuti tanti, ma nessuno così meticoloso nel lavoro e bravo a spiegare le cose. Dal punto di vista tattico e didattico è perfino più bravo di Ancelotti e Lippi, che pure hanno tante qualità. [...] Conte è un talento della panchina. (Andrea Pirlo)
  • È uno dei migliori allenatori con i quali io abbia mai lavorato. Conosce perfettamente tutte le caratteristiche dei suoi giocatori e noi lo seguiamo in tutte le indicazioni che ci dà sul campo. Ogni allenamento e ogni partita sono la manifestazione di quanto importante sia per lui vincere, quindi noi siamo sempre motivati a tenere la tensione alta [...]. Conte è un allenatore che ama quello che fa e ci ha "infettati" tutti con l'amore per il calcio. (David Luiz)
  • Entra nel problema e non lo aggira [...]. Il pugliese porta le mani al cuore e lo strappa. Poi comincia l'ispezione, la sezione per meglio dire. Riparato l'organo lo rimette al suo posto. La squadra pompa, il sangue circola, il corpo prende vita. Lo slancio è potente. Conte fa giocare la squadra senza disegni preordinati, in lui la traccia si solca al momento in cui le cose accadono. Ma ingannevole è il cuore più di ogni cosa, perché la vittoria non è frutto solo del sentimento. C'è il lavoro, costante, asfissiante, ai fianchi, come si dice, di un uomo che non conosce la tregua. Il calciatore prima trema e poi corre. Per questo Conte è destinato a vincere e poi, è già successo, a fuggire. (Alessandro Bonan)
  • Ho amato lavorare con Conte, e poi mi ha rimesso in forma: niente bevande gassate e ketchup. (John Terry)
  • I meriti del nostro allenatore per questi due anni e mezzo di percorso sono incredibili e non si sa, fino a quando non ci sarà una controprova, quale sia stato effettivamente il suo merito e quali i meriti nostri. È stato bravissimo a saperci stimolare, pungolare, ad averci dato un gioco e un'identità molto precisa. (Gianluigi Buffon)
  • Il mio unico rammarico è di aver lavorato solo per pochi giorni con un allenatore come Conte. [...] Io sono cresciuto tanto e ho trovato la mia maturità a 30 anni. Sono contento di essere entrato nella mentalità del mister che ti insegna tanto e che ti fa sentire sicuro di quello che fai. Magari avessi incontrato prima un allenatore come lui. (Marco Parolo)
  • Io non sono mai stato un estimatore della Juventus: grandi giocatori, ma gioco abbastanza insufficiente o poco armonioso, poco moderno. Ma credo che questa Juventus, quella di Conte, sia la più bella che io mi ricordi e me ne ricordo tante, purtroppo. Anche più bella di quella di Lippi: è molto più armoniosa, è una squadra che conosce tutto del calcio. Vedi questa Juventus e ti sembra che il calcio sia la cosa più semplice del mondo. (Arrigo Sacchi)
  • L'allenatore più forte che ho avuto. È stato il mio maestro. Sa come si parla ai giocatori, sa come si tira fuori il massimo e tatticamente ti spiega tutto nel dettaglio. Lui è allenatore, preparatore atletico e psicologo. (Simone Pepe)
  • L'emblema del mio calcio è Antonio Conte, che ha vinto campionati di serie B col 4-4-2 e che ora con un modulo diverso sta facendo giocare alla Juve il calcio più bello d'Europa. (Eugenio Corini)
  • [Riferendosi alla mancata partecipazione di Antonio Conte al Forum Allenatori Club d'Elite UEFA] Non l'hanno invitato perché è squalificato? Ma quante storie... Mica ci alleniamo qui, mica scendiamo in campo con le nostre squadre: è un incontro fra tecnici in terra neutrale. Siamo o non siamo in Svizzera? Dite che i tifosi lo chiamano il Mourinho italiano? La cosa mi onora, Antonio mi piace un sacco come allenatore. È un vincente, sa quello che vuole, ha carisma. (José Mourinho)
  • Mi piaceva già da giocatore, tanto che lo volevo comprare ai tempi del Foggia, e mi piace adesso da allenatore, perché dove è andato è sempre riuscito a trasmettere una forte mentalità abbinata a una precisa cultura del gioco. (Zdeněk Zeman)
  • Non è stato un allenatore per me. È stato il mio allenatore. Punto. Certo, ce ne sono anche molti altri, ma se devo ricordarne uno dico lui, per tutto quello che mi ha permesso di fare. È un vincente, un insegnante di calcio. (Paolo De Ceglie)
  • Non vuole perdere mai, soprattutto quando ha ragione. Posso dirlo io stesso, che ho rischiato di essere appiccicato al muro quando gli ho parlato del patteggiamento.[46] (Luigi Chiappero)
  • [Alla domanda «Da uno a cento la moralità di Conte quant'è?»] Penso più del massimo, insomma centodieci e lode perché non si può mettere in dubbio. (Giorgio Chiellini)
  • Perché il nostro football ha bisogno di bandiere, di punti di riferimento. Sei l'anti-Mourinho, e proprio per questo ti preferisco allo spocchioso portoghese. E chissà perché le sue polemiche devono essere per forza diverse dalle tue: da una parte l'eccellente comunicatore (così coccolato per aver citato una volta Sartre), dall'altra uno che dovrebbe stare sempre zitto, così per principio, a priori. [...] Spero, dunque, di vederti ancora alla Juventus. Sentirti urlare, rimproverare il tuo giocatore che, a pochi minuti dalla fine, sul 4-0 a vostro favore, sbaglia un passaggio elementare, infine provare a rispondere alle domande senza più un filo di voce, perché per tutto il match "giochi" anche tu, non ti risparmi, sei fuoco e rabbia, grinta e furore. Sei la sintesi perfetta di Trapattoni e Lippi. Meglio: sei tu, e basta. Lo stesso Antonio Conte che, sul campo, mordeva zolle e futuro. (Darwin Pastorin)
  • Quaquaraquà non sono io, ma lui che è stato squalificato per omessa denuncia. Ho fatto tante cassanate nella mia carriera e per questo sono stato squalificato. Se lui viene a parlare di moralità a me è finito il mondo. Lui che, lo ripeto, è stato squalificato per omessa denuncia. (Antonio Cassano)
  • Quel suo martellare, essere sempre sul pezzo, non mollare mai mi ricorda molto Trapattoni. D'altra parte, una grande squadra consente solo ed esclusivamente quel tipo di approccio. Non posso sentire quegli allenatori che a marzo dicono: "ci stiamo lavorando" oppure "ci dobbiamo lavorare". Lavorando? Ma negli altri sei mesi che hai fatto? (Giuseppe Furino)
  • Sono granata sino al midollo ma per me gliel'hanno fatta sporca con la squalifica. Ho letto le carte e non era da condannare. Uno come lui non si mette a vendere le partite. (Marco Berry)
  • Tu non hai bisogno né dei soldi e né della presa di posizione di chi ti ha fatto la guerra, di chi ti ha mandato in tribuna per 6 mesi e ti ha squalificato per 10 mesi. Tu hai bisogno del rispetto. I soldi non ti mancano e ti dovevi comportare nei confronti dei tifosi della Juventus con trasparenza. Conte, per quanto mi riguarda, è una delusione. Io non andrò mai a lavorare per chi mi ha offeso, per chi mi ha squalificato e per chi mi ha considerato un truffatore. E oggi mi dai 5 milioni? Me ne puoi dare anche 100, la dignità non ha un prezzo. (Michele Criscitiello)
  • Un allenatore bravissimo. L'ho capito vedendo la sua squadra, si vede la mano del tecnico, la sua firma. È una squadra omogenea, unita: si vede anche dal linguaggio corporale dei giocatori, lasciano poco spazio, atteggiamento difensivo di grande qualità, ma anche fantasia nel creare gioco offensivo. E poi mi piace il suo temperamento in campo: si agita molto più di me. È più italiano di me... (Jupp Heynckes)
  • Un tecnico con le idee chiare. Magari non complicatissime, ed è una fortuna, ma molto efficaci. Soprattutto è un martello. E di solito la combinazione tra l'avere le idee chiare ed essere un martello, risulta vincente. La cosa che più mi ha colpito è stata la capacità di trasmettere in modo sincero e genuino il suo senso di appartenenza, la juventinità, che unita all'effetto stadio ha creato una miscela esplosiva. È da tanto che non vedevo un rapporto così intenso. (Gianluca Vialli)
  • Uno che cerca di migliorarti, da tutti i punti di vista. (Mirko Vučinić)
  1. Citato in Fabio Licari e Mirko Graziano, «Occhio a Inter e Viola», La Gazzetta dello Sport, 29 agosto 2014, p. 13.
  2. a b Citato in Paolo Forcolin, Conte tra Arezzo e Juve, «Un giorno ci sarò io sulla panchina di Didier», La Gazzetta dello Sport, 17 maggio 2007.
  3. Citato in Conte: "Noi meglio dell'Inter di Mancini: guardate le rose!" Poi sbaglia il proverbio, fcinter1908.it, 22 dicembre 2012.
  4. Citato in Fabio Licari, Conte: «Avrei voluto De Rossi con me a Torino», La Gazzetta dello Sport, 3 novembre 2014, p.10.
  5. a b Dall'intervista di Andrea Di Caro, Magnifica ossessione, SportWeek, XXII nº 48 (1069), 27 novembre 2021, pp. 18-26.
  6. Da un'intervista al termine di Udinese – Juventus 0-2, 34ª giornata del campionato italiano di Serie A, 5 maggio 2002; citato in Valerio Abertini, Da Perugia a Lazio-Inter, la rivalità tra Conte e Materazzi esplosa il 5 maggio, fanpage.it, 5 maggio 2021.
  7. Citato in Conte: "La Juve? Rispetto i tifosi, non la squadra", gazzetta.it, Treviso, 10 giugno 2007.
  8. a b Citato in Juve, Conte replica a Garcia: "Noi siamo soli contro tutti", sportmediaset.it, 13 aprile 2014.
  9. a b Citato in Conte: «Una Juve feroce per cercare di fare la storia», tuttosport.com, 24 aprile 2012.
  10. Citato in Antonio Conte: "Gol Peluso? Non ci sono teste alze...", blitzquotidiano.it, 22 gennaio 2014.
  11. Citato in Juve, Conte: "Champions? Nessun fallimento. Il presente è il Sassuolo", gazzetta.it, 14 dicembre 2013.
  12. Citato in Conte: "Del Piero sarà sempre una soluzione, mai un problema", sportitalia.com, 24 gennaio 2012.
  13. a b c d Citato in Antonio Conte, tutte le frasi da allenatore dell'Inter, panorama.it, 30 ottobre 2019.
  14. a b c Citato in Conte: «Non accetto lezioni di stile da altri allenatori», tuttosport.com, 17 febbraio 2012.
  15. Citato in La Scuola di Conte: Licht al primo banco, Marchisio il pupillo e Del Piero..., tuttomercatoweb.com, 23 novembre 2011.
  16. Citato in Italia-Azerbaigian, Conte: "Ho un solo dubbio di formazione", sportmediaset.it, 9 ottobre 2014.
  17. Citato in Agnelli 100, juventus.com, 24 luglio 2023.
  18. Citato in Elkann: "Grazie dei consigli ma vacanze prescritte", repubblica.it, 11 agosto 2011.
  19. Dalla conferenza stampa alla vigilia della sfida di Serie A tra Juventus e ChievoVerona, 2 marzo 2012; citato in CONTE integrale: "Polemiche? Ci sono perchè siamo tornati competitivi, ma noi siamo coperti di vaselina. Allegri? Ci siamo salutati. Pareggite? Esiste, ma non c'è la sconfittite. Nazionali stanchi", tuttojuve.com.
  20. Citato in Conte: "L'Inter resta favorita". Buffon convocato: gioca, gazzetta.it, 28 ottobre 2011.
  21. Dall'intervista rilasciata a DAZN dopo la gara di Serie A tra Inter e Napoli, 10 novembre 2024; citato in Inter-Napoli, Conte: "Se c'è un errore il Var deve intervenire", sport.sky.it.
  22. Da un'intervista a L'Équipe; citato in Conte: "Io spirito libero, non un leccaculo. Ai miei spiego anche come devono fare l'amore", sportmediaset.it, 22 novembre 2019.
  23. Citato in Conte: "Io estraneo a tutto". Agnelli: "Resta il nostro tecnico", gazzetta.it, 28 maggio 2012.
  24. Citato in Conte risponde a Cassano: «Mai parlato di moralità», tuttosport.com, 15 novembre 2012.
  25. a b Citato in Conte replica alle critiche di Capello: "Dei suoi anni ricordo 2 scudetti tolti, Lastampa.it, 16 febbraio 2014.
  26. Citato in Conte e il suo passato: "Nazionale, Chelsea... tifo per chi ho allenato", Goal.com, 22 settembre 2019.
  27. Citato in Conte: "Voglio rivedere Juve rabbiosa Attenzione, la presunzione uccide", lastampa.it, 5 aprile 2013.
  28. Da un'intervista a Sette, 10 maggio 2012; citato in Conte dopo lo scudetto alla Juve: «Sapevo che sarei diventato un grande tecnico», corriere.it, 8 maggio 2012.
  29. Citato in Conte: "16 gare in 52 giorni, ho bisogno di tutti. Vogliamo onorare l'Europa League"., tuttojuve.com, 19 febbraio 2014.
  30. Dal programma televisivo Il Grande Match, Rai 1; citato in Italia. Conte, "punturina" ai club: "Nazionale bistrattata, ma ora...", gazzetta.it, 18 giugno 2016.
  31. Citato in Conte: «Foto sul cellulare? Quella di mia figlia Vittoria», tuttosport.com, 5 maggio 2012.
  32. Citato in Conte integrale: "Piedi per terra: i tifosi sono stati illusi troppo in questi anni. Col Bologna sarà facile? Facile un cavolo! Vidal? Non possiamo giocare in 12. Perché non parlate di Pazienza e Marrone?", tuttomercatoweb.com, 20 settembre 2011.
  33. Dall'intervista di Fabio Vergnano; Antonio il predestinato, Hurrà Juventus, gennaio 2014, p. 31.
  34. Riferito alla differenza di budget della Juventus rispetto alle altre big del calcio europeo.
  35. Citato in Dario Pelizzari, Juve, ecco che cosa chiede Conte per restare, ilsole24ore.com, 7 maggio 2014.
  36. Citato in Conferenza stampa di vigilia per il tecnico bianconero. "Non vedo più difficoltà nelle sfide contro Lazio e Milan. La sconfitta in Champions non ci ha tolto sicurezze", goal.com, 14 aprile 2013.
  37. Citato in Conte: «Benitez? Le mani meglio avanti che dietro...», tuttosport.com, 18 gennaio 2014.
  38. Dall'intervista di Maurizio Crosetti, In marcia capitano, Guerin Sportivo nº 31 (1157), 31 luglio – 6 agosto 1997, pp. 30-33.
  39. Citato in Tancredi Palmeri, Il blob del 2012. Tutte le frasi da ricordare, gazzetta.it, 30 dicembre 2012.
  40. Citato in Marco Ansaldo, Conte: "Se dovessi lavorare per l'Inter, Milan o la Roma ne diventerei il primo tifoso e farei di tutto per vincere", lastampa.it, 29 marzo 2013.
  41. a b Dalla conferenza stampa prima della partita Sassuolo-Juventus; citato in Conte: "Garcia? Parole provinciali", calciomercato.com, 27 aprile 2014.
  42. Citato in Conte: Juve non è punto d'arrivo, corrieredellosport.it, 8 maggio 2012.
  43. Citato in Marco Bo, Conte difende Vucinic e a Bologna conta su di lui, tuttosport.com, 7 marzo 2012.
  44. Questa sarebbe stata la risposta dell'allenatore bianconero alle polemiche milaniste dopo il gol di Muntari non convalidato, nel post-partita Conte non ha confermato né smentito tale affermazione. Citato in Duro scontro Galliani-Conte. Allegri: "Risultato falsato...", Gazzetta.it, 25 febbraio 2012.
  45. Citato in Conte, sfogo al 3-2 Chelsea Si arrabbia con chi esulta, Gazzetta.it, 7 novembre 2012.
  46. Citato in Massimiliano Nerozzi, Dal campo ai giudici, Conte è sicuro: "Non patteggio, io vinco", lastampa.it, 3 agosto 2012.

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