Trilogia persiana
Con Trilogia persiana si fa riferimento a un ciclo di tre tragicommedie in versi martelliani che il commediografo Carlo Goldoni, assecondando la moda veneziana del periodo per le ambientazioni esotiche, compose per il Teatro San Luca di Venezia: La sposa persiana (1753), Ircana in Julfa (1755), Ircana in Ispaan (1756). Con queste opere, l'autore si concesse il lusso di magnificenze scenografiche[1], in ciò agevolato dalla vastità dello spazio scenico del teatro[2]. In tre tappe successive, il commediografo veneziano esplorò un universo psicologico inedito, dai forti sapori erotici e ambivalenti, con intrecci melodrammatici ricchi di elementi spettacolari, ma non privi di scabrosi inserti comici[3].
Dopo la clamorosa accoglienza positiva de La sposa persiana, Goldoni compose le altre due tragicommedie su sollecitazione dagli spettatori veneziani, ansiosi di conoscere il seguito delle avventure di Ircana, la schiava indiavolata della prima opera[3]:
«Il Popolo interessato per Ircana, non so se per il carattere che rappresenta, o per il merito singolarissimo dell'eccellente Attrice, la Valorosa Signora Catterina Bresciani, mi andava continuamente eccitando per una seconda Commedia, che desse una continuazione, ed un fine, che in qualche modo consolasse la sventurata Ircana.»
Ircana in Julfa non ripeté il successo de La sposa persiana:
«Per mezzo di replicati battimani, il pubblico mi ringraziò di avere concluso la catastrofe d'Ircana in un modo così soddisfacente. Il medesimo pubblico però andava dicendo il giorno dopo: ma questa sposa di Thamas sarà poi felice? Machmut perdonerà a suo figlio tutti i disgusti provati? Vorrà ricever bene una donna stata l’origine del disturbo e della desolazione di casa? E Osmano sarà contento di veder passare la figlia dal letto di Thamas a quello d’Alì? Dicevasi insomma, che il romanzo era stato molto ben condotto innanzi, ma non era finito»
Ircana in Ispaan, invece, fu un trionfo a lungo replicato[4]:
«Io pure conoscevo bene tal verità, tanto che tenevo già in ordine nella mia immaginazione una terza commedia che diedi l’anno successivo, sotto il titolo Ircana a Ispahan. Ebbe essa tale successo che superò le altre due.»
Note
modifica- ^ R. Tessari, Teatro e spettacolo nel Settecento, Ed. Laterza, 2018
- ^ Un'altra cosa, da valutarsi anche più, era la maggior vastità del teatro San Luca, per cui in esso le azioni semplici e delicate, le furberie, gli scherzi, il vero genere comico, perdevano molto, Carlo Goldoni, Mémoires
- ^ a b Marzia Pieri, in Carlo Goldoni: La sposa persiana, Ircana in Julfa, Ircana in Ispaan, Marsilio Editore, 1996
- ^ G. Ortolani, Tutte le opere di C. Goldoni, Mondadori Editore, 1950