Giovanni Nicelli

aviatore italiano

Giovanni Nicelli (Lugagnano Val d'Arda, 27 ottobre 1893Montello, 5 maggio 1918) è stato un militare e aviatore italiano pluridecorato; asso dell'aviazione da caccia, è accreditato di 8 (o 9) abbattimenti durante la prima guerra mondiale.[2] Dopo la fine del conflitto, le sue vittorie vennero riesaminate dai Servizi di Intelligence militari italiani e ridotte ufficialmente da nove a otto[3].

Giovanni Nicelli
NascitaLugagnano Val d'Arda, 27 ottobre 1893
MorteMontello, 5 maggio 1918
Cause della morteCaduto in combattimento
Dati militari
Paese servitoItalia (bandiera) Italia
Forza armataRegio Esercito
CorpoCorpo Aeronautico
Unità79ª Squadriglia
GradoSergente pilota
GuerrePrima guerra mondiale
BattaglieBattaglia di Caporetto
Decorazioniqui
dati tratti da Italian Aces of World War 1[1]
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Biografia

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Nacque a Lugagnano Val d'Arda il 27 ottobre 1893[1] e, sin dalla giovane età, si appassionò ai motori, lavorando con il piacentino Giovanni Centenari, inventore di un motore a benzina per velivoli. Le prime notizie sulla sua attività come aviatore lo vedono, con il grado di caporale, presso la 79ª Squadriglia del VII Gruppo aeroplani, equipaggiata con i biplani Nieuport Ni 17 Bébé. La sua prima vittoria aerea viene conseguita il 14 giugno 1917,[3] sul Monte Verena, ma non gli fu riconosciuta.[3] Con la 79ª Squadriglia prese parte, nell'autunno del 1917, alla battaglia di Caporetto.[1] Durante tale battaglia abbatté due velivoli austro-ungarici, venendo decorato con la Medaglia d'argento al valor militare.[1] Il 30 gennaio 1918 conseguì la sua sesta vittoria, venendo insignito con una seconda Medaglia d'argento al valor militare.[4] Il 4 maggio 1918 affrontò una formazione nemica composta da sette aerei, abbattendone uno e costringendo gli altri a darsi alla fuga.[4] Quello stesso giorno, in un'altra azione, abbatte un altro aereo nemico. Il giorno successivo, 5 maggio 1918 il suo Nieuport Ni.27 (matricola 11353)[2] ebbe un cedimento strutturale in volo durante una manovra acrobatica, precipitando al suolo vicino a Porcellengo, ed egli rimase ucciso sul colpo.[3] Alla data della sua morte, era accreditato di otto vittorie aeree e decorato con tre Medaglie d'argento al valor militare.[2]

Alla sua memoria venne intitolato l'aeroporto del Lido di Venezia.[5] La sezione dell'Associazione Arma Aeronautica di Lugagnano Val d'Arda porta il suo nome.

Vittorie

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Sul fronte italiano il sergente Gustavo Nicelli ottenne complessivamente 8 vittorie confermate.[2]

Nr data compagnia aereo avversario località
1 25 ottobre 1917 79ª Squadriglia Nieuport Ni.17 tipo sconosciuto [1]
2 7 novembre 1917 79ª Squadriglia Hansa-Brandenburg C.I Fonzaso[1]
3 7 dicembre 1917 79ª Squadriglia tipo sconosciuto Val d'Assa[1]
4 30 gennaio 1918 79ª Squadriglia Hansa-Brandenburg C.I Costalunga[4][6]
5 3 febbraio 1918 79ª Squadriglia Hansa-Brandenburg C.I Case Girardi[7]
6 24 febbraio 1918 79ª Squadriglia Phöenix C.I Cismon[4]
7 4 maggio 1918 79ª Squadriglia Nieuport Ni.27 Albatros D.III Montello
8 4 maggio 1918 79ª Squadriglia Nieuport Ni.27 Albatros D.III Montello

Onorificenze

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Onorificenze italiane

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«Ottimo pilota da caccia, costante esempio di ardimento e di tenacia, il 25 ottobre 1917, con precise raffiche di mitragliatrice obbligava un apparecchio avversario ad atterrare. Il 7 novembre successivo, avvistati due velivoli avversari, ne metteva in fuga uno, obbligando l'altro ad atterrare nelle nostre linee. Cielo dell'Altopiano di Asiago, 25 ottobre-7 novembre 1917
«Audacissimo pilota da caccia, si è distinto per tenace e ardito spirito combattivo, compiendo numerosi voli di guerra e sostenendo accaniti combattimenti aerei. Durante l'azione offensiva sugli Altipiani, ha contribuito, con particolare efficacia, alla difesa dei nostri apparecchi da ricognizione, ed ha costretto più volte gli avversari a rientrare nelle loro linee. In un violento combattimento aereo ne abbatteva uno nei pressi di Col d'Echele, riportando la sua settima vittoria aerea. Cielo dell'Altipiano di Asiago, 30 gennaio 1918
«Provetto ed audace pilota da caccia, avvistato durante un volo per prova di motore un pattuglione di aerei nemici, quasi tutti da caccia, con mirabile slancio e ardimento li raggiungeva e li affrontava da solo, sostenendo con essi un brillantissimo combattimento e riuscendo ad abbatterne due in fiamme entro le nostre linee, volgendo gli altri in fuga. Cielo del Montello, 4 maggio 1918

Onorificenze straniere

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Annotazioni

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  1. ^ a b c d e f g Varriale 2009, p. 66.
  2. ^ a b c d Varriale 2009, p. 68.
  3. ^ a b c d Franks, Guest, Alegy 1997, pp. 147-148.
  4. ^ a b c d Varriale 2009, p. 67.
  5. ^ Bosworth 2014, p. 111.
  6. ^ In collaborazione con Antonio Reali.
  7. ^ In collaborazione con Marziale Cerutti.

Bibliografia

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  • (EN) R. J. B. Bosworth, Italian Venice: A History, Yale, Yale University Press, 2014, ISBN 0-300-21011-6.
  • (EN) Norman Franks, Russell Guest e Gregory Alegi, Above the War Fronts: The British Two-seater Bomber Pilot and Observer Aces, the British Two-seater Fighter Observer Aces, and the Belgian, Italian, Austro-Hungarian and Russian Fighter Aces, 1914–1918: Volume 4 of Fighting Airmen of WWI Series: Volume 4 of Air Aces of WWI, London, Grub Street, 1997, ISBN 978-1-898697-56-5.
  • Roberto Gentili, Antonio Iozzi e Paolo Varriale, Gli Assi dell'Aviazione italiana nella Grande Guerra, Roma, Adel Grafica S.r.l., 2002.
  • Roberto Gentili e Paolo Varriale, I reparti dell'Aviazione italiana nella Grande Guerra, Roma, Ufficio Storico dell'Aeronautica Militare, 1999.
  • (EN) Paolo Varriale, Italian Aces of World War 1, Botley, Osprey Publishing Company, 2009, ISBN 978-1-84603-426-8.

Voci correlate

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