Arturo Schwarz
Arturo Umberto Samuele Schwarz (Alessandria d'Egitto, 3 febbraio 1924 – Genova, 23 giugno 2021) è stato un politico, editore e saggista italiano.
Biografia
modificaNato in una famiglia ebraica, da padre tedesco e madre italiana, visse in Egitto fino al 1949, fondando ad Alessandria la libreria Culture e la casa editrice Progrès & Culture. Fu espulso dal Paese per la sua attività politica trockista, dopo esser stato arrestato dalla polizia, internato e torturato in una cella sotto terra per diciotto mesi nella prigione di Hadra. Si trasferì allora in Italia, stabilendosi a Milano.
Secondo quanto da lui stesso dichiarato in un'intervista, anche nel capoluogo lombardo Schwarz pagò per la sua fede trockista, stavolta a causa del segretario del Partito Comunista Italiano, Palmiro Togliatti. Ottenuto un fido dalla Banca Commerciale Italiana (COMIT) per aprire una casa editrice, nel 1956 Schwarz pubblicò La rivoluzione tradita di Lev Trockij con una fascetta gialla recante la frase «Stalin passerà alla storia come il boia della classe operaia», cosicché Togliatti contattò Raffaele Mattioli, amministratore della COMIT, per chiedergli di togliere il fido «alla iena trotsko-fascista di Schwarz». Priva del fido, la casa editrice fallì.[1]
Scrisse numerosi libri e saggi sulla kabbalah, sul tantrismo, sull'alchimia, sull'arte preistorica e tribale, sull'arte e la filosofia dell'Asia e sull'anarchia.[2] Fu anche un importante collezionista d'arte. In particolare fu in possesso di numerose opere di Marcel Duchamp, André Breton, Man Ray, Jean Arp e di altri, soprattutto dadaisti e surrealisti.[3]
Fu membro della Board of Governors dell'Università di Tel Aviv, della Bodalerle Academy of Art and Design di Gerusalemme e del Tel Aviv Museum of Art; è membro fondatore e honorary fellow dell'Israel Museum di Gerusalemme e del Tel Aviv Museum of Art, oltre ad essere membro fondatore della Università Ben Gurion del Negev. Dal 1954 nella sua libreria milanese, trasformata nel 1961 in galleria e rimasta attiva fino al 1975, presentò gli esponenti più significativi delle avanguardie storiche (in particolare dadaisti e surrealisti) e del secondo dopoguerra.[4]
Nel 1996 gli fu conferita dall'Università di Tel Aviv la laurea honoris causa di Doctor Philosophiae in riconoscimento della sua attività culturale. Nello stesso anno gli fu attribuito il Premio Frascati per la sua attività nel campo della poesia. Donò parte della sua collezione di opere d'arte, soprattutto dadaiste e surrealiste, ai musei di Tel Aviv e di Gerusalemme e alla Galleria nazionale d'arte moderna di Roma (1997).[5] Il 6 marzo 1998 gli fu conferito il "Diploma di Prima Classe con Medaglia d'oro ai Benemeriti della Cultura e dell'Arte" dal Presidente della Repubblica italiana Oscar Luigi Scalfaro, su segnalazione del ministro Walter Veltroni. Nello stesso anno donò una sua collezione di 700 pezzi di opere d'arte al Museo d'Israele di Gerusalemme.
Nel febbraio 2014 Arturo Schwarz pubblicò una raccolta di poesie dal titolo L'amore a novant'anni (Love at 90).
Morì all'ospedale San Martino di Genova il 23 giugno 2021[6].
Onorificenze
modificaNote
modifica- ^ Intervista ad Arturo Schwarz a cura di Pier Luigi Vercesi, Arturo Schwarz: «Ho conosciuto Breton. Per amore di Trotskij rischiai l'impiccagione», in Corriere della Sera, 14 aprile 2018.
- ^ Schwarz, Arturo - Enciclopedia, su Treccani. URL consultato il 27 giugno 2024.
- ^ Arturo Schwarz: "A novant'anni sono avido di vita mi sento più trotskista che mai", su la Repubblica, 9 giugno 2014. URL consultato il 1º giugno 2020.
- ^ Christian Schmitt, Arturo Schwarz, L’ami De Marcel Duchamp, su lenouveaucenacle.fr.
- ^ SCHWARZ DONA LE SUE OPERE - la Repubblica.it, su Archivio - la Repubblica.it. URL consultato il 31 maggio 2020.
- ^ redazione, Morto Arturo Schwarz: l'arte perde uno dei suoi testimoni più acuti, su exibart.com, 23 giugno 2021. URL consultato il 29 giugno 2021.
Bibliografia
modifica- L'arte dell'amore in India e Nepal, Laterza, 1980.
- Anarchia e creatività, La Salamandra, 1981.
- Introduzione all'alchimia indiana, Laterza, 1984.
- Breton e Trotsky. Storia di un'amicizia, Massari, 1997.
- Fabio De Sanctis. La memoria del viaggio-La memoire du voyage, Bora, 1997.
- L'avventura surrealista. Amore e rivoluzione, anche, Massari, 1997.
- La Sposa messa a nudo in Marcel Duchamp, anche, Einaudi, 1997.
- Man Ray, Giunti, 1998.
- Cabbalà e alchimia. Saggio sugli archetipi comuni, La Giuntina, 1999.
- L'immaginazione alchemica, ancora, Moretti & Vitale, 2000.
- Pietro Coletta. La virtù del virtuale, Moretti & Vitale, 2003.
- Renzo Margonari. Alchimie dell'inconscio, Casa del Mantegna, 2003.
- Cabbalà e alchimia. Saggi sugli archetipi comuni, Garzanti, 2004.
- Il mondo accanto, Book, 2006.
- Sono ebreo, anche. Riflessioni di un ateo anarchico, Garzanti, 2007.
- Tutte le poesie, quasi (1941-2007), Moretti & Vitali, 2007.
- ALIK CAVALIERE Poeta, filosofo, umanista e scultore, anche (quasi una biografia), Electa 2008, ISBN 978-88-3706664-2.
- Dada e Surrealismo riscoperti, Skira, 2009.
- Una poesia per ogni giorno della settimana di Linda, con cinque incisioni e due disegni di Giovanni Bonaldi, Mudima, 2011.
- Arturo Schwarz. La poesia prima di tutto. Una vita nell'arte / Arturo Schwarz. Poetry above. A life in art, Marsilio, 2012.
- Il surrealismo. Ieri e oggi, Skira, 2014.
Altri progetti
modifica- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Arturo Schwarz
Collegamenti esterni
modifica- Sito ufficiale, su arturoschwarz.com.
- Schwarz, Arturo, su Treccani.it – Enciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
- Registrazioni audiovisive di Arturo Schwarz, su Rai Teche, Rai.
- Arturo Schwarz e la sua eredità
- Arturo Schwarz e la sua eredità: dalla tutela alla valorizzazione. I primi risultati del lavoro di inventariazione
- Intervista. Arturo Schwarz, l’ultimo surrealista
- Necrologio sul New York Times
- Rievocazione di Arturo Schwarz all'Archivio di Stato di Milano il 3 febbraio 2024 in occasione dei 100 anni dalla nascita
Controllo di autorità | VIAF (EN) 54154160 · ISNI (EN) 0000 0003 6859 1495 · SBN CFIV009220 · ULAN (EN) 500325737 · LCCN (EN) n50003918 · GND (DE) 119406594 · BNF (FR) cb119241893 (data) · J9U (EN, HE) 987007267725105171 |
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