Acropoli di Atene

antica cittadella di Atene

L'acropoli di Atene si può considerare la più rappresentativa delle acropoli greche. È una rocca, spianata nella parte superiore, che si eleva di 156 metri sul livello del mare sopra la città di Atene.[1] Il pianoro è largo 140 m e lungo quasi 280 m. È anche conosciuta come Cecropia in onore del leggendario uomo-serpente Cecrope, il primo re ateniese.

Acropoli di Atene
Vista panoramica dell'acropoli di Atene
CiviltàAntica Grecia
EpocaVI secolo a.C
Localizzazione
StatoGrecia (bandiera) Grecia
PeriferiaAtene
Altitudine156 m s.l.m.
Dimensioni
Superficie39 200 
Larghezza140 m
Lunghezza280 m
Amministrazione
PatrimonioAtene
Visitabilesi
Visitatori3 105 604 (2018)
Sito webodysseus.culture.gr/h/3/eh351.jsp?obj_id=2384
Mappa di localizzazione
Map
 Bene protetto dall'UNESCO
Acropoli di Atene
 Patrimonio dell'umanità
TipoCulturali
Criterio(i) (ii) (iii) (iv) (vi)
PericoloNon in pericolo
Riconosciuto dal1987
Scheda UNESCO(EN) Acropolis, Athens
(FR) Acropole d'Athènes
La collina dell'Acropoli

L'Acropoli è stata dichiarata patrimonio dell'umanità dall'UNESCO nel 1987.[2]

  Lo stesso argomento in dettaglio: Storia dell'acropoli di Atene.

I resti sono risalenti all'epoca arcaica, ma sono state trovate tracce risalenti addirittura al Neolitico e al Paleolitico; si attesta che alcune costruzioni imponenti si elevavano sull'acropoli alla fine del VII secolo a.C., epoca in cui le mura risalenti all'età micenea persero la loro importanza difensiva. Nella prima metà del V secolo a.C., dopo l'espulsione dei Pisistratidi, l'acropoli cessò di essere una fortezza.

Le antiche fortificazioni, le costruzioni, gli edifici templari e le statue furono distrutti durante l'occupazione persiana del 480 a.C. I primi sforzi ricostruttivi degli ateniesi si concentrarono sulle opere di maggiore utilità. Le mura e i bastioni furono ricostruiti sotto il governo di Temistocle e di Cimone, mentre durante l'epoca di Pericle, per celebrare la vittoria sui Persiani e il primato politico, economico e culturale di Atene, fu realizzata la ricostruzione dell'acropoli, con la costruzione del Partenone (all'interno del quale fu eretta una statua colossale di Atena Parthenos, realizzata da Fidia e oggi perduta), dei Propilei e in seguito dell'Eretteo e del Tempio di Atena Nike.

Nel tardo impero romano il Partenone fu trasformato in chiesa dedicata alla Vergine Maria. Nel Medioevo si perse la coscienza di ciò che era stata la collina durante l'antichità e l'acropoli fu trasformata in fortezza militare dai Franchi. Nel 1436, Ciriaco d'Ancona, padre dell'archeologia, fu il primo a identificare l'acropoli di Atene e il Partenone, dopo l'oblio in cui erano caduti, e a chiamarli con il loro vero nome. Grazie a lui l'Europa occidentale poté avere il primo disegno del Partenone[3].

I Turchi, preso possesso di Atene, localizzarono all'interno del Partenone un deposito di polvere da sparo. Nel 1687 i veneziani bombardarono l'acropoli, causando ingenti danni al Partenone, che a causa dell'esplosivo contenuto, saltò in aria.

Durante la dominazione dell'Impero ottomano l'acropoli venne spogliata di gran parte dei marmi che ornavano i frontoni e delle metope da Lord Elgin che li portò in Inghilterra. Nell'Ottocento iniziarono i primi scavi e restauri dei templi, che portarono a scoperte clamorose, come le famose statue arcaiche di fanciulle, le Kore. La maggior parte dei ritrovamenti è esposta nel Museo dell'acropoli di Atene.

Durante i lavori di liberazione dell'acropoli di Atene dalle strutture fortificate costruite dai turchi, nel 1852-1853 l'archeologo francese Charles Ernest Beulé scoprì la grande scalinata che conduce all'acropoli e la porta fortificata di epoca romana, da allora chiamata Porta Beulé, che tuttora costituisce l'accesso principale al complesso archeologico.

Pianta del sito

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Il Partenone

Planimetria dell'acropoli di Atene con i principali resti archeologici e il percorso del Peripatos

 PartenoneAntico tempio di Atena PoliàsEretteoStatua di Atena PromachosPropileiTempio di Atena NikeSantuario di Artemide BrauroniaCalcotecaPandroseionArrephorionAltare di Atena PoliasSantuario di Zeus PolieusSantuario di PandionOdeo di Erode AtticoStoà di EumeneSantuario di AsclepioTeatro di DionisoOdeo di PericleSantuario di DionisoFonte micenea
 
Mappa degli anni 30 del ventesimo secolo dell'Acropoli di Atene
  1. Partenone
  2. Antico tempio di Atena Poliàs
  3. Eretteo
  4. Statua di Atena Promachos
  5. Propilei
  6. Tempio di Atena Nike
  7. Santuari di Afrodite Pandemos, Ghe Kourotrophos e Demetra Chloe[4]
  8. Santuario di Artemide Brauronia o Brauroneion
  9. Calcoteca
  10. Pandroseion
  11. Arrephorion
  12. Altare di Atena Poliàs
  13. Santuario di Zeus Polieus
  14. Santuario di Pandion
  15. Odeo di Erode Attico
  16. Stoà di Eumene
  17. Santuario di Asclepio o Asclepieion
  18. Teatro di Dioniso
  19. Odeo di Pericle
  20. Santuario di Dioniso
  21. Fonte micenea[5]
  22. Peripatos
  23. Klepsydra[6]
  24. Grotte di Apollo Hypoakraios, Pan e Zeus Olimpio[7]
  25. Santuario di Afrodite ed Eros[8]
  26. Iscrizione del Peripatos
  27. Grotta di Aglauro (Aglaureion)
  28. Via Panatenaica
  1. ^ (FR) Clairy Palyvou, La mise en image d'un paysage historique: «l'unification des sites archéologiques d’Athènes» reconsidérée, in Études balkaniques. Cahiers Pierre Belon, n. 14, 1º gennaio 2007, pp. 215-229. URL consultato il 3 maggio 2018.
  2. ^ (EN) UNESCO World Heritage Centre, Acropolis, Athens, su whc.unesco.org. URL consultato il 3 maggio 2018.
  3. ^ Nel codice Barb. Lat. 4224 se ne conserva una copia di mano di Giuliano da Sangallo (vedi Ludovico Rebaudo, Letteratura di viaggio e interessi antiquari (PDF) (archiviato dall'url originale il 2 aprile 2015).)
  4. ^ Emanuele Greco, Acropoli - Areopago - tra Acropoli e Pnice, in Topografia di Atene, con la collaborazione di Fausto Longo e Maria Chiara Monaco ; e di Riccardo Di Cesare, Daniela Marchiandi, Giovanni Marginesu, vol. 1, Paestum, Pandemos, 2010, pp. 190, 192 e tav. 1, ISBN 978-88-87744-34-7, OCLC 886195230, SBN IT\ICCU\UTO\1125412.
  5. ^ (EN) Mycenaean Fountain, su odysseus.culture.gr. URL consultato il 3 maggio 2018.
  6. ^ (EN) North slope of Acropolis, su odysseus.culture.gr. URL consultato il 3 maggio 2018.
  7. ^ (EN) Caves of Apollo Hypoakraios, Pan and Zeus Olympios, su odysseus.culture.gr. URL consultato il 3 maggio 2018.
  8. ^ (EN) Sanctuary of Aphrodite and Eros, su odysseus.culture.gr. URL consultato il 3 maggio 2018.

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