Attilio Verdirosi
Attilio Verdirosi (Longone Sabino, 1º luglio 1873 – Losson della Battaglia, 19 giugno 1918) è stato un militare italiano, decorato di Medaglia d'oro al valor militare alla memoria nel corso della prima guerra mondiale.
Attilio Verdirosi | |
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Nascita | Longone Sabino, 1º luglio 1873 |
Morte | Losson, 19 giugno 1918 |
Cause della morte | Caduto in combattimento |
Dati militari | |
Paese servito | Italia |
Forza armata | Regio Esercito |
Arma | Fanteria |
Corpo | Bersaglieri |
Specialità | Arditi |
Reparto | XXIII Reparto d'assalto |
Anni di servizio | 1917-1918 |
Grado | Caporale |
Guerre | Prima guerra mondiale |
Campagne | Fronte italiano (1915-1918) |
Battaglie | Battaglia del solstizio |
Decorazioni | vedi qui |
dati tratti da Fiamma Cremisi n.5[1] | |
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Biografia
modificaNacque a Longone Sabino il 1º luglio 1873, figlio di Emidio e Filomena Casti.[2] Sposatosi con Giuseppina Tripolini[N 1] si trasferì a Roma, lavorando come usciere presso l'Istituto Internazionale di Agricoltura.[3] Essendo stato riformato dal servizio militare a suo tempo, dopo l'infausto esito della battaglia di Caporetto decise di arruolarsi volontario nel Regio Esercito a metà del novembre 1917,[N 2] venendo assegnato al 2º Reggimento bersaglieri.[1] Pochi giorni dopo fu trasferito all'8º Reggimento bersaglieri,[2] ma dietro sua domanda qualche tempo dopo fu assegnato agli arditi "Fiamme cremisi", XIX Reparto d'assalto, ottenendo la promozione a caporale sul campo nel gennaio 1918.[2] Nel mese di maggio fu mandato al XXIII Reparto d'assalto, operante nella zona di Caposile,[3] sul basso corso del Piave.[1] A partire dal 15 giugno, data di inizio della battaglia del solstizio, per tre giorni il suo reparto fu fatto segno da un violento tiro d'artiglieria e da successivi attacchi nemici.[2] Il pomeriggio del giorno 19, giunto l'ordine di contrattaccare, il reparto si mosse da Losson verso Capo d'Argine, attaccando i reparti nemici.[3] Mentre lanciava alcune bombe a mano per far cessare il tiro di una mitragliatrice, venne colpito mortalmente da numerosi proiettili avversari.[1]
Per onorarne il coraggio fu decretata la concessione della Medaglia d'oro al valor militare alla memoria.[1]
Seppellita sul campo con la croce numero 40052, dopo la fine del conflitto avvenne la ricognizione dei corpi, e il suo, trovato senza piastrina di riconoscimento,[3] venne traslato nel cimitero militare di Fagarè,[N 3] dove una volta identificato fu posto nella Cappella dei decorati di Medaglia d'oro al valor militare dove si trova tuttora.[3] Una caserma di Rieti porta il suo nome, così come una via di Roma.[3]
Onorificenze
modifica— 23 marzo 1919.[4]
Note
modificaAnnotazioni
modifica- ^ La quale gli diede due figli, Bruno, e Anita, morta purtroppo in giovanissima età.
- ^ A quel tempo si arruolavano già i primi ragazzi della classe 1899, e la sua non era neanche compresa tra quelle richiamate dall'inizio del conflitto, che partivano dal 1874.
- ^ Nel cimitero di Fagarè sono sepolti 10.255 soldati del Piave di cui 5.350 ignoti.
Fonti
modificaBibliografia
modifica- Luigi Cadorna, La guerra alla fronte italiana. Vol. 1, Milano, Fratelli Treves editori, 1921.
- Luigi Cadorna, La guerra alla fronte italiana. Vol. 2, Milano, Fratelli Treves editori, 1921.
- Alberto Cavaciocchi, Gli italiani in guerra, Milano, Ugo Mursia Editore s.r.l., 2014.
- Gaetano Carolei, Guido Greganti e Giuseppe Modica, Le medaglie d'oro al valor militare 1918, Roma, Tipografia regionale, 1968, p. 112.
- Massimo Coltrinari e Giancarlo Ramaccia, 1917. L'anno terribile: Dalla Bainsizza alla sorpresa strategica di Caporetto, Roma, Edizioni Nuova Cultura, 2018.
- Periodici
- Caporale Attilio Verdirosi classe 1873, in Fiamma Cremisi, n. 5, Roma, Associazione Nazionale Bersaglieri, luglio-agosto 2018, p. 20.
Altri progetti
modifica- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Attilio Verdirosi
Collegamenti esterni
modifica- Verdirosi, Attilio, su Combattenti Liberazione, http://www.combattentiliberazione.it. URL consultato il 15 ottobre 2023.
- Umberto Massimiani, Attilio Verdirosi, eroe della grande guerra, su Didattica Luce Sabina, https://didatticaluceinsabina.com/. URL consultato il 16 settembre 2019.